martedì 15 dicembre 2009

Ottanta anni fa

Il volantino riprodotto qui sopra (tratto da: Clara Gallini, Il ritorno delle croci, Roma, Manifestolibri, 2009, p. 71) è stato stampato nel 1926, in occasione della ricollocazione della croce (pesante cinque quintali!) nel Colosseo, e mostra Mussolini mentre saluta romanamente il crocifisso. Il testo recita:

LA CROCE che i passati Governi bandirono dalle scuole e dagli ospedali, togliendo così ai nostri Figli il culto della fede e ai morenti l’ultimo conforto fu per volere del DUCE ricollocata nelle aule e nelle doloranti corsie ed è oggi trionfalmente riportata nel Colosseo di dove cinquantaquattro anni or sono era stata rimossa. La domenica VII Novembre MCMXXVI una devota moltitudine di popolo si [parola incomprensibile] nel vetusto anfiteatro per rendere grazie alla CROCE che aveva pochi giorni avanti salvata all’Italia la preziosa esistenza del DUCE invitto. Un pio sacerdote, dopo il solenne Te Deum, pronunciava fra la più intensa commozione del popolo nobili e sante e patriottiche parole, così concludendo: LA CROCE CHE IL NOSTRO DUCE ONORA ED ESALTA È QUELLA CHE LO PROTEGGE.
Il testo allude al fallito attentato a Mussolini eseguito il 31 ottobre di quell’anno dall’anarchico quindicenne Anteo Zamboni, linciato immediatamente dopo il fatto dai fascisti. Si trattava del quarto tentativo fallito in un anno, e il regime ne approfittò per inasprire la dittatura.
Interessante l’accenno del volantino al fatto che i crocifissi erano stati in precedenza rimossi da aule ed ospedali, contrariamente alla vulgata che circola attualmente, interessata (per ovvi motivi) a mettere il rilievo la continuità di quella presenza.

11 commenti:

sam ha detto...

Magari aiutasse a comprendere la storia. Ma qui la storia è in realtà opinione.

annarosa ha detto...

Nel 1938 i nazisti invadono Vienna e sono due tra le prime disposizioni di Hitler che cercano di applicare: far sparire i crocifissi dai luoghi pubblici e allontanare le suore dalle corsie degli ospedali.
Qui il resto...

http://www.santiebeati.it/dettaglio/90397

Giuseppe Regalzi ha detto...

I nazisti non dovevano essere molto coerenti, allora, visto che con il Concordato del '33 avevano introdotto l'educazione della religione cattolica nelle scuole pubbliche...

annarosa ha detto...

Neanche il Duce visto che ha sciolto l'Azione cattolica nel 1931...

destynova ha detto...

Nel 31 l'azione cattolica era l'unica associazione non fascista autorizzata ad esistere.

Il suo scioglimento era motivato dal fatto che era diventata antagonista delle altre associazioni giovanili fasciste. Se la memoria non mi inganna, negli anni successivi l'azione cattolica ebbe la possibilità di ricostituirsi, benché ad alcune condizioni...

E stiamo parlando di un periodo dove tutte le altre associazioni, giovanili, sindacali, politiche, erano vietate, eccetto quelle fasciste.

annarosa ha detto...

da Wikipedia

Il decreto di scioglimento è del 29 maggio 1931. Gli ultimi tre giorni del mese di maggio registrano il sequestro di tutti i circoli cattolici ad opera della polizia. In questo clima di accesa tensione (si imputa all'Azione Cattolica di tenere anche adunanze cospiratrici), ai primi di luglio esce, ma è datata 29 giugno, l'enciclica "Non Abbiamo Bisogno" che resta il documento fondamentale per definire la posizione e il giudizio del papa nei confronti di quel regime. Pio XI con questo testo condanna esplicitamente il fascismo come dottrina totalitaria, definendolo «una vera e propria statolatria pagana, non meno in contrasto con i diritti naturali della famiglia che con i diritti soprannaturali della Chiesa... un programma che misconosce, combatte e perseguita l'Azione Cattolica, che è dire quanto la Chiesa e il suo Capo hanno notoriamente di più caro e prezioso». L'enciclica, inoltre, dichiara illecito il giuramento di fedeltà al duce.
È di questo periodo, il messaggio che, proprio per il tramite di padre Tacchi, Pio XI inviò a Mussolini e nel quale il papa asseriva senza mezzi termini di aver ormai acquisito la certezza che i programmi, affermazioni e principi fascisti erano in urto con la coscienza cattolica e dichiarava testualmente di dover «addivenire all'esplicita riprovazione di principi che sono in contrasto con la dottrina e con i diritti della Chiesa». Questa dichiarazione è tanto più rilevante in quanto è del 24 luglio, cioè successiva alla enciclica "Non abbiamo bisogno".

filippo ha detto...

Certo.

Il Mussolini che firma i Patti Lateranensi, che rende il cattolicesimo religione di Stato, che accorda privilegi di ordine economico e amministrativo al Vaticano concedendo esenzioni e risarcimenti e riconoscendo la validità del matrimonio religioso, quello è il Mussolini “uomo della Provvidenza” (Pio XI, allocuzione “Vogliamo anzitutto”, Roma 13 Febbraio 1929).
Il Mussolini che alza la voce e fa capire al Vaticano che non possono coesistere due galli nello stesso pollaio e che la formazione delle giovani leve è privilegio che lo stato totalitario fascista avoca a sé in esclusiva anche se a danno dello stato totalitario vaticano, quello è il Mussolini capo “di una vera e propria statolatria pagana”.
Strano che la Chiesa giunga a conclusioni simili solo nel ’31 e solo dopo avere perso la prova di forza ingaggiata con lo Stato italiano sul terreno dell’educazione giovanile.

Cercare di gabellare come antifascismo i guaiti di dolore delle gerarchie ecclesiastiche private dell’Azione Cattolica appare come una operazione dall’evidente sapore mistificatorio.
Se si vuole rintracciare l’antifascismo vero, viscerale, senza riserve, lo si potrà agevolmente trovare nei Gramsci, nei Pertini, negli Amendola, nei Matteotti, gente imprigionata, confinata, costretta all’esilio, assassinata, gente che aveva visto e giudicato il fascismo per lo stampo di tirannide che era ben prima che la Chiesa iniziasse ad amoreggiare col regime fascista salvo poi adombrarsi al momento di scoprire che il regime stesso non sembrava voler riconoscere “i diritti soprannaturali della Chiesa”.

annarosa ha detto...

Io non volevo intavolare una discussione sull'antifascismo ma fare un parallelo tra il post di Regalzi (Crocifisso appeso = Mussolini) e un altro episodio storico dello stesso periodo (Obbligo di rimozione del Crocifisso = Hitler). Punto.

filippo ha detto...

E infatti "intavolare una discussione sull'antifascismo" tirando in ballo la Chiesa è semplicemente impossibile. Ed anche la partigianeria ha i suoi limiti.
Sul parallelo tra dittatori che tolgono le croci e dittatori che le riposizionano, la nota di Giuseppe, lapidariamente concisa e rimasta sostanzialmente senza risposta, era più che sufficiente a chiudere una questione di cui si fatica a cogliere il senso. Punto.

annarosa ha detto...

La tua partigianeria Filippo, invece, limiti non ne ha.. :-)

filippo ha detto...

Affermare che Chiesa e regime fascista siano stati sostanzialmente culo e camicia vuol dire essere di parte?
Eppure, come già detto, anche la partigianeria ha, o dovrebbe avere, i suoi limiti.