Da mesi sono in guerra tra medici del medesimo reparto per la successione del primario e con la Regione Liguria per il destino del loro centro trapianti destinato in realtà alla chiusura.
E l'altro ieri, in segno di protesta, un'équipe di chirurghi dell'ospedale San Martino di Genova si è rifiutata di prelevare un fegato da una donatrice perché l'organo non sarebbe stato destinato a una paziente ricoverata in quell'ospedale, ma reimpiantato su un'altra malata in un'altra regione.
Claudio Montaldo, assessore regionale alla Sanità, ha immediatamente aperto un'inchiesta, chiedendo alla direzione dell'ospedale di far luce sull'accaduto. E ora, sulla questione, potrebbe intervenire contro chi ha detto «no» al prelievo anche l'Ordine dei medici: «Dal punto di vista etico - è infatti il commento del professor Mauro Salizzoni, direttore del principale centro trapianti di fegato d'Italia, alle Molinette di Torino - un organo non appartiene a nessuna équipe, né a un ospedale o a una regione, ma a chi ne ha più bisogno in quel momento. Il rifiuto di prelevare che non sia per ragioni tecniche o per mancanza di personale in sala operatoria è inaccettabile e gravissimo».
La questione è in realtà soltanto la punta dell'iceberg di una situazione insostenibile di tensione che si trascina ormai da tempo e martedì prossimo sarebbe approdata in giunta. Al San Martino la Regione ha ordinato di non fare più trapianti, non solo per il clima legato a lotte interne, ma anche per il numero ridotto di interventi, tema in discussione al governo proprio in questi giorni.
La Stampa.
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domenica 8 luglio 2012
"Il fegato deve restare in Liguria". I medici si rifiutano di prelevarlo
lunedì 14 dicembre 2009
Le Usl venete assumano medici e infermieri, non preti!
Le Usl Venete hanno deciso di assumere 96 preti come assistenti spirituali per un esborso annuo di oltre 2 milioni di euro.
Saranno assunti a tempo indeterminato, su indicazione dei vescovi e parificati nel trattamento agli infermieri professionali laureati (categoria D).
Nelle Usl venete ci sono circa 500 precari tra medici, infermieri e tecnici.
Noi pensiamo che l’assistenza spirituale ai malati dovrebbe essere un atto di carità secondo l’insegnamento evangelico e non una professione.
Noi pensiamo che i 2 milioni di euro dovrebbero essere spesi per medici, infermieri e tecnici che servono negli ospedali per accorciare le liste d’attesa e curare i malati.
Noi pensiamo che la Chiesa Cattolica abbia notevoli risorse economiche, anche dall’8 per mille, per pagare, se non trova preti che lo facciano per missione, gli assistenti spirituali.
Per questo i sottoscritti cittadini chiedono che la Regione receda dall’accordo in oggetto.
Per firmare la petizione vai su www.atalmi.it
La risposta della conferenza dei vescovi.
giovedì 8 maggio 2008
8 per mille democratico
L’appello promosso da MicroMega:
Di fronte all’offensiva clericale volta a limitare irrinunciabili libertà e diritti civili degli individui (che andrebbero invece decisamente ampliati), e alla subalternità e passività dello Stato nelle sue istituzioni parlamentari e governative, benché non credenti in alcuna religione, in occasione della dichiarazione dei redditi invitiamo tutti i cittadini democratici a devolvere l’otto per mille alla Chiesa Evangelica Valdese che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell’otto per mille esclusivamente in opere di beneficenza e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa.Aggiornamento: i lettori di Bioetica apprezzeranno sicuramente il fatto che la Chiesa Evangelica Valdese destina parte dei fondi ottenuti attraverso l’otto per mille alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Nel 2007 un contributo di 100.000 Euro (e di 50.000 nel 2008) è stato assegnato al Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative dell’Università di Milano (diretto da Elena Cattaneo), per una ricerca sulle staminali embrionali e la malattia di Huntington.
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