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venerdì 17 agosto 2007

Faccia da... (non lavatrice)

Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, in un’intervista rilasciata al gr di Radio Vaticana, dichiara (Cesa (Udc): grande centro possibile contro testamento biologico e coppie di fatto, Vivere & Morire, 13 agosto 2007):

Abbiamo di fronte a noi, a iniziare da settembre, dalla ripresa parlamentare, delle sfide molto serie e molto delicate. Mi riferisco al discorso dei Dico, si chiameranno Cus ma sono la stessa cosa; mi riferisco al problema del testamento biologico; a tante questioni rispetto alle quali penso che sia importante avere nel nostro Paese un’unità, diciamo un partito, che difenda con maggior forza questi valori.
(Poi, naturalmente, noi si fa un po’ come ci pare e si spera nessuno ci colga in flagrante e se dovesse capitare possiamo sempre rispondere che cosa c’entra la nostra vita privata?)
L’incauto Cesa, però, facendo la suddetta dichiarazione sembra definire i Cus e il testamento biologico valori da difendere (o forse è stato il giornalista che ha ammischiato le cose?).

martedì 31 luglio 2007

Aiutati che dio t’aiuta

E se dio è troppo impegnato a risolvere problemi più seri, ci pensa Lorenzo Cesa a tendere una mano alle famiglie in difficoltà. Le famiglie dei parlamentari, non tutte le famiglie. Ognuno fa quel che può, e poi è meglio aiutare pochi piuttosto che nessuno no?
Perché non ci si pensa, ma la vita dei parlamentari è proprio dura, lontano dalle famiglie e soli. Presto detto: aumentiamo lo stipendio ai fuori sede per permettere loro il ricongiungimento familiare!
Che non si dica che l’impegno dell’UdC alle famiglie sia ipocrita e di superficie, perché sarebbe una cattiveria da malelingue invidiose.

mercoledì 27 dicembre 2006

Qualcuno si è estinto...

Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc (Margherita e Udc tornano a fare fronte, il Tempo, 27 dicembre 2006):

La sinistra radicale pretende di imporre i propri valori e le proprie regole non solo alle istituzioni italiane, ma anche alla Chiesa dettando le norme dei suoi comportamenti ecclesiali. Se qualcuno non avesse capito quale arroganza e quanta strumentalizzazione vi è in questo comportamento la vicenda Welby dovrebbe aprire gli occhi a tutti. Il tutto magari in nome della laicità dello Stato, massima ipocrisia in questo caso.