Sbattezzo compiuto. Anzi meglio: mai appartenuta alla confessione religiosa denominata Chiesa cattolica apostolica romana.
Grazie ancora allo Uaar e a Raffaele Carcano. Grazie anche al parrocco Massimo Anghinoni: magari una volta ci vado a sentire una messa.
venerdì 5 ottobre 2007
Lo sbattezzo val bene una messa
venerdì 14 settembre 2007
Il mio sbattezzo
Annunciazione, annunciazione!
Dopo mesi finalmente questa mattina ho inviato una raccomandata per non essere contata tra i cattolici nostrani (né stranieri).
Sebbene intenzionata a farlo il rallentamento è stato causato da una serie di circostanze. La difficoltà di risalire alla parrocchia in cui il rito è stato consumato perché non sapevo a chi chiedere (non sto a dilungarmi sull’assenza di referenti parentali dotati di memoria clericale); l’avversione alle Poste, luogo necessario per inviare la raccomandata con ricevuta di ritorno (ho anche provato a usufruire del servizio web, ma devi registrarti, ti arriva un telegramma con un codice da inserire entro 10 giorni, il telegramma l’ho ricevuto in ritardo, ho provato ad inserire il codice ma non è stato accettato); la mia pessima abitudine di rimandare (anche questioni irrimandabili, figuriamoci).
Ma oggi, 14 settembre 2007 ho imbustato il foglio debitamente firmato di mio pugno, ho allegato la fotocopia di un documento, ho raggiunto l’Ufficio Postale 26 di Roma, ho preso il numero (089), ho guardato in cagnesco la dipendente che parlava al telefono di questioni evidentemente personali con il numero rosso che la sovrastava fermo per ore a 083 (senza alcun risultato, il mio sguardo) e con una ricrescita di almeno 3 centimetri che rendeva difficile non abbassare gli occhi, ho sbuffato una decina di volte, mi sono alzata dalla sedia di legno inchiodata al pavimento e alla parete (ma non bastava uno dei due?) per rendere il mio sguardo più minaccioso e dopo una mezz’ora abbondante mi sono portata a casa la ricevuta.
Al Parroco della Parrocchia dei Sette Santi Fondatori (tal Pasquale Conte) giungerò la mia dichiarazione di “non essere mai appartenuta alla confessione religiosa denominata Chiesa cattolica apostolica romana”. Wow! Aspetto la risposta.
Grazie allo Uaar e grazie a Raffaele Carcano.
giovedì 29 marzo 2007
Caro parroco ho deciso, mi sbattezzo
«Caro Parroco, esprimo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata “Chiesa cattolica apostolica romana”».
Questa, in sintesi, la lettera da inviare come raccomandata A/R alla parrocchia nella quale siamo stati battezzati (allegando una fotocopia di un documento di identità) per chiedere di cancellare gli effetti civili del sacramento battesimale.
Non certo per cancellarne gli effetti di liberazione del peccato. Sarebbe decisamente bizzarro che chi non crede in un rituale ne volesse annullare gli effetti celebrando un antirituale. Le ragioni dello sbattezzo sono più “terrene”. Come la volontà di non sentirsi rappresentato dalla gerarchia cattolica o di non essere considerato appartenente a quel 97% dei cittadini italiani che la Chiesa rivendica come propri adepti. O ancora la volontà di affermare una netta separazione tra Stato e Chiesa, riappropriandosi dei sentimenti e dei vissuti religiosi come sentimenti privati e personali piuttosto che lasciarli gestire dall’autorità clericale.
A suscitare la questione in Italia è stata nel 1980 l’Associazione per lo Sbattezzo. Nel 1995 l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (www.uaar.it) ha dato l’avvio ad una vera e propria campagna di bonifica statistica dei battezzati. Intraprendendo, di fronte alla ritrosia dei parroci, una iniziativa giuridica. Nel 1999 il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito il diritto di rivendicare la non appartenenza alla Chiesa cattolica. La campagna prosegue su alcuni aspetti specifici, ma la strada è ormai aperta.
(Oggi su E Polis)