martedì 28 ottobre 2008

La cattiva idea delle classi ponte

Un articolo informato e ragionevole sulla proposta delle classi-ponte per i bambini immigrati, sulla Voce (Maurizio Ambrosini, «Classi ponte? Un’invenzione italiana», 28 ottobre 2008):

Non si conoscono […], in epoca recente, precedenti nei paesi avanzati in cui si sia scelta la strada di classi separate per i bambini immigrati, anche se si danno molte esperienze di didattica speciale, volta al rafforzamento delle competenze linguistiche. Per esempio, in Australia o nel Regno Unito, i bambini sono inseriti nelle classi normali, ma inizialmente ricevono una formazione intensiva in lingua inglese, in gruppi separati e con insegnanti specializzati, mentre stanno in aula e lavorano con i compagni per materie come l’educazione fisica, l’educazione artistica, le attività manuali. Dopo qualche settimana, cominciano a diminuire le ore “speciali” e aumentano quelle “normali”, fino a giungere a una completa integrazione. Si tratta quindi di una soluzione diversa da quella delle classi “ponte” della mozione approvata dalla Camera, che istituisce contesti di apprendimento differenziati per gli alunni immigrati privi di adeguate competenze linguistiche.
L’approccio francese tiene conto della concentrazione urbana dei bambini immigrati, così come di altre componenti sociali svantaggiate, aumentando il personale educativo e le risorse a disposizione delle scuole dei cosiddetti “quartieri sensibili”. All’investimento educativo si aggiunge un’attenzione più complessiva alla riqualificazione e allo sviluppo dei quartieri difficili, con la destinazione di risorse per l’animazione economica, sociale e culturale dei territori, in cui le scuole svolgono una funzione importante.
Gli unici esempi noti di classi separate sono quelli istituiti in passato da alcuni länder tedeschi: in quei casi però l’insegnamento si teneva nella lingua del paese d’origine dei genitori, principalmente turchi, e aveva l’obiettivo di favorire il ritorno in patria. Un obiettivo che si è rivelato illusorio, producendo disadattamento e mancata integrazione, con i costi sociali conseguenti.

Nel caso italiano, non siamo all’anno zero. In molte scuole, anche se su basi locali e volontaristiche, sono stati sviluppati laboratori di italiano come lingua seconda, sono stati introdotti facilitatori e mediatori, sono stati distaccati insegnanti con funzioni di sostegno dell’apprendimento. Il problema è semmai che già sotto la gestione di Letizia Moratti, il ministero aveva tagliato le risorse per queste attività. Il lieve incremento successivo è rimasto ben lontano dal compensare l’aumento della popolazione scolastica di origine immigrata. La percezione di un’emergenza educativa è drammatizzata dallo smantellamento delle risorse per fronteggiarla.
Le vistose concentrazioni in certe scuole e classi, inoltre, non sono un dato per così dire “naturale”. Spesso derivano da scelte organizzative che addensano in alcuni plessi e classi gli alunni di origine straniera. Il fatto stesso che alcune scuole abbiano investito maggiormente nella didattica interculturale non di rado diventa un pretesto per convogliare verso di esse gli alunni immigrati, “sgravando” le altre. Il volontarismo e l’attivazione locale hanno come contraltare il disimpegno e la resistenza passiva di altre istituzioni scolastiche. Un impegno per l’integrazione scolastica dovrebbe cominciare con il superamento di queste segregazioni di fatto, non giustificate da ragioni di concentrazione urbana.
Da leggere tutto.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

non è che mi meravigli delle menzogne di questa banda bassotti al governo, ma mi spiegate perché insistono a dire che in francia e in spagna le classi separate, ma loro le chiamano 'ponte', esistono da venti anni? Incollo di seguito la dichiarazione, paurosa, di tale Bricolo questa mattina durante il voto al senato.

Ma mi chiedo: come cavolo è possibile sostenere che l'integrazione si fa in classi separate e l'italiano si impara senza gli italiani a fianco??!!??? Cioè sono capaci di dire che la merda è oro!!


10:17 Bricolo: "Sinistra immatura ma ricreazione è finita"
"La ricreazione è finita, oggi approveremo il decreto sulla scuola e presenteremo altre riforme. Cambieremo nonostante voi questo Paese", è l'avvertimento che il capogruppo della Lega al Senato Bricolo lancia all'opposizione durante le dichiarazioni di voto sul dl Gelmini. "In Francia e nella Spagna rossa di Zapatero - spiega Bricolo - le classi ponte ci sono da vent'anni, servono a integrare gli alunni che non sanno la nostra lingua. Chiederemo la regionalizzazione degli insegnanti: avremo insegnanti veneti in Veneto e siciliani in Sicilia che conoscano le lingue locali. I crocifissi rimarranno nelle aule e ai bambini continueremo a insegnare i canti di Natale e a costruire i presepi".

MAMMA LI PADANI....

Anonimo ha detto...

avremo insegnanti veneti in Veneto e siciliani in Sicilia che conoscano le lingue locali. I crocifissi rimarranno nelle aule e ai bambini continueremo a insegnare i canti di Natale e a costruire i presepi

vorrei smettere di ridere, ma non ci riesco...

Angelo D'Amore ha detto...

VELTRONI LEADER DI UN POPOLO NON COESO

Ne parlo nel mio blog, vieni a trovarmi.

Angelo D'Amore

Anonimo ha detto...

Io sono cittadina italiana, sposata, 3 figli, e trovo l'istituzione delle classi ponte vantaggiosa per tutti. Penso che integrazione significhi accettare i valori, la storia, la cultura, le leggi del paese in cui ci si trasferisce, e non mescolare in un unico miscuglio tutte le culture, le storie, le leggi di tutti i paesi. Soprattutto quelli di cultura islamica in cui sono ad oggi vigenti leggi che mi fanno rabbrividire: e di pochi giorni fa la notizia di una poveretta di 22 anni condannata alla lapidazione dal tribunale islamico in Somalia. C'e' da vergognarsi a pensare che in quei paesi esistono leggi del genere. Sono molto confortata che l'attuale governo veda l'immigrazione come un problema sociale da gestire e non come un'allegra grigliata tra vicini di casa: quando questi 'gentili' signori si trasferiscono qua devono sapere che esiste uno Stato Italiano con le sue leggi, la sua storia, la sua cultura. Spero vivamente che nelle classi ponte non si insegni solo la lingua italiana, ma si faccia conoscere ai bambini di queste famiglie la nostra cultura, la nostra storia, le nostre usanze, profondamente diverse, grazie al Cielo, dalle loro.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Mi incuriosisce la sua idea che per imparare "la nostra storia" si debba frequentare una classe separata... Cosa crede che si insegni in una classe normale?

Mister X ha detto...

Ciao, il tuo blog è veramente interessante...complimenti.
Mi piacerebbe scambiare link,
spero tu sia d'accordo..ciao a presto.http://ildisoccupatoparlante.blogspot.com

Anonimo ha detto...

cittadina italiana:"Penso che integrazione significhi accettare i valori, la storia, la cultura, le leggi del paese in cui ci si trasferisce, e non mescolare in un unico miscuglio tutte le culture, le storie, le leggi di tutti i paesi."....esiste anche la globalizzazione....non so se lo legge il giornale...

Anonimo ha detto...

la nostra cittadina italiana vanta, ma sarebbe meglio dire suppone, una grande superiorità culturale. Resta l'evidenza che nelle classi ghetto si può imparare solo l'odio, altro che la nostra cultura...che tra l'altro ha anche evidenti difettucci, ma questo non si può dire sennò si fa razzismo al contrario: già, il loro ragionamento, la loro logica perversa si può usare solo per il verso giusto, a usare allo stesso modo le loro generalizzazioni stupide poi è evidente che gli italiani finirebbero per essere i mafiosi, gli inventori-esportatori del fascismo, i familisti a oltranza, i nepotisti, i più corrotti d'Europa e così via. Con l'ondata di xenofobia che investe l'europa, qualcosa mi dice che presto torneremo ad essere noi gli appestati...
E comunque nelle attuali classi miste non si insegna il corano o la legge islamica.