martedì 7 ottobre 2014

Nel frattempo, in America...

Angioletta Sperti, «La Corte Suprema dà (implicitamente) il via libera alla celebrazione dei matrimoni same-sex in sette Stati: uno stringato order che ha il sapore di una decisione storica», Articolo 29, 7 ottobre 2014:

Con una decisione fulminea, assolutamente inattesa con tanto tempismo, la Corte Suprema degli Stati Uniti non ha ammesso i ricorsi presentati da cinque Stati (Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia e Wisconsin) contro la rimozione del divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso. Così facendo, la Corte non ha assunto una decisione definitiva sulla compatibilità del divieto di matrimonio con la Costituzione federale, che porterebbe all’apertura del matrimonio in tutti gli Stati Uniti d’America, ma ha deciso di non interferire, al momento, con i processi in corso nei singoli Stati. La decisione, comunque, ha effetti davvero dirompenti. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, ben 39 sentenze emesse da varie Corti avevano annullato le leggi statuali che definivano il matrimonio come unione fra uomo e donna […]. Con la decisione della Corte Suprema di non interferire con queste decisioni, passano così da 19 (California, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Iowa, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e Washington) a 24 gli Stati americani in cui il matrimonio è già accessibile a tutti e tutte e, soprattutto, si crea un precedente che porterà a sicure decisioni conformi in altri Stati (West Virginia, North Carolina, South Carolina, Kansas, Colorado e Wyoming). A breve, quindi, sarà possibile sposarsi in ben 30 Stati su 50 (oltre che nel distretto della capitale, Washington DC). Ed ulteriori effetti sono attesi anche in altri Stati: uno stringato order che ha il sapore di una decisione storica.
Il resto dell'articolo è qui.
Andrew Sullivan – storico combattente per la marriage equality – riflette sul significato della decisione della Corte («Seeing The Mountaintop», The Dish, 6 ottobre):
[N]ow in thirty states (maybe thirty-five), the reality of this social reform will be seen: the quotidian responsibilities of spouses and parents, the moments of joy and agony that are part of all marriages, the healing of wounds of separation and ostracism. It won’t happen at once, but it will slowly emerge, through a greater collective empathy and inclusion. Every time a father holds back tears as his daughter marries her beloved, every time a child feels secure with her two dads or two moms, every time a young gay kid asks himself if he is really worthy because he is gay and now knows he can one day have a relationship like his mom and dad and feels less tormented and less alone: these are the ways we humans can grow and become what we fully can be. This is an expansion not just of human freedom, but of human love.
It is so easy today to see horror all around, anger surging, hysteria rising, fear spreading. But we see also in this remarkable, unlikely transformation the possibility of something much different: that human beings can put aside fear and embrace empathy, can abandon prejudice in favor of reality, can also see in themselves something they never saw before: an enlargement of the circle of human dignity.
Da leggere tutto.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

A quanto ho capito la decisione della Suprema Corte è dovuta al valore vincolante del precedente giudiziale nei sistemi di common law, nel caso specifico costituito dall'orientamento unanime di tutte le sentenze delle corti d'appello federali.
Noi, oltre a non avere un sistema di common law, non abbiamo nemmeno un orientamento pretorio pacifico e mi sento di dire meno male, pensando alle oscillazioni delle corti inferiori in materia dell'obbligo e/o divieto per gli ospedali dell'utilizzo del trattamento Stamina.

Anonimo ha detto...

sì ma non è paragonabile nè contradittorio; per come è costruito un ordinamento di common law una serie di decisioni uniformi delle corti d'appello federali hanno una forte rappresentatività democratica; la circolare del ministro dell'interno ha valore precettivo nullo ma si limita a richiamare all'applicazione delle leggi dello Stato; il problema è che le leggi italiane non ammettono il matrimonio tra persone dello stesso sesso

Anonimo ha detto...

Non volevo entrare nel merito di questioni legali. Volevo solo mostrare la differenza fra la situazione americana - dove mi pare che ci sia più o meno un effetto domino - con quella italiana (dove non si sono regolamentate nemmeno le unioni civili eterosessuali). Un saluto

Luca Simonetti ha detto...

tecnicamente è un diniego di certiorari: la Corte Suprema ha deciso che non si vuole occupare del ricorso. Credo non ci sia nemmeno bisogno di motivazione. In pratica è come se avesse respinto i ricorsi, dunque le decisioni delle Corti federali di provenienza restano confermate, ma formalmente la Corte Suprema non si è vincolata e potrebbe in futuro decidere di discutere ricorsi analoghi.

Anonimo ha detto...

Potrebbe farlo ma, secondo la ricercatrice che ha redatto l'articolo linkato, è difficile che ciò accada in presenza di un orientamento assolutamente uniforme e, qualora intervenisse un precedente di segno opposto, sarebbe comunque difficile che la corte non si attenesse all'orientamento maggioritario.

Anonimo ha detto...

Potranno emanare tutte le sentenze possibili, respingere tutti i ricorso possibili, di tutto e di più ma nessuno, tranne un dissociato, potrà negare l'essenza del matrimonio nell'unione di un uomo e di una donna. Tanto di cappello alle unioni tra gente dello stesso sesso, potranno essere tacciate di matrimonio, ma non lo saranno mai... per semplice evidenza. E' qui l'errore. Nel chiamare qualcosa con un nome che non gli appartiene e che, non gli apparterrà, logicamente, mai. Ora il fiume è in piena, ha rotto gli argini, dopo raccoglieremo il fango dell'ubricatura dissennata. Ed ora vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin, qui, e partite con gli insulti come siete soliti fare, vedi il post sulle sentinelle...
Francesco Sirio

paolo de gregorio ha detto...

Francesco Sirio, mi dispiace dirlo ma io sono dell'idea che lei in qualche modo speri di ricevere insulti o, in alternativa, se non ne arriveranno, è pronto a far passare lo scherno per insulto. Questo perché, sempre a mio avviso, in qualche modo lei percepisce che sul ragionamento ha già perso. Glielo dimostrerò con un esempio, anticipando che ritengo che il suo errore non sia, o non sia solo, nella flebile solidità della premessa ("nessuno, tranne un dissociato, potrà negare l'essenza del matrimonio nell'unione di un uomo e di una donna"), ma ancor più in ciò che da essa pretenderebbe di dedurre.

Un esempio le chiarirà, spero, la questione. Mettiamo che in un futuro prossimo la quasi totalità delle appartenenti al genere femminile si tramuti in un movimento femminista oltranzista e ben organizzato e che in quanto tale inventi e diffonda tra i propri elementi un mezzo tecnologico di annullamento della volontà motoria dell'uomo. Le donne si coalizzeranno e premureranno, in una generazione, di raccogliere e congelare seme maschile per assicurare autonomia riproduttiva per qualche milionata d'anni (o sviluppino la tecnologia per replicarlo). Dopo di ciò, mettiamo che annientino dal globo ogni maschio e lo stesso decidano di fare con tutti i futuri feti maschi. Sembra una prospettiva eticamente solida?

Ebbene, se uno/una chiedesse loro conto di questa curiosa opzione (vivere per sempre in un mondo popolato di sole donne e per fare ciò eliminare tre miliardi di persone) e della sua giustificazione morale potrebbe sentirsi rispondere: "nessuno, tranne un dissociato, potrà negare l'essenza dell'essere umano nella donna". Basterebbe persino di meno per chiudere il discorso (nella sua ottica di deduzione "a cascata"), come un innegabilmente vero: "nessuno può negare l'unicità della donna rispetto all'uomo". Il problema, come si vede, non è solo nella premessa, nel primo caso, ma nella conclusione, in entrambi i casi: quella che è per lei è essenza del matrimonio non può avere, logicamente, conseguenze di alcun tipo rispetto alla praticabilità dell'opzione da parte di coppie diverse, se lei non è in grado di produrre argomenti diversi. Argomenti che per esempio dimostrino che consentire quella scelta anche ad altre persone arrechi danno certo e irreversibile a quelle persone piuttosto che a lei o suoi sodali. Altrimenti, come le donne di quel futuro di fantasia, lei sta solo tentando di imporre al genere umano di vivere in conseguenza e al servizio di una sua visione, in altre parole di vivere in funzione di lei invece che di sé stessi. L'argomento della presunta o pretesa unicità dell'oggetto in gioco non è altro che un mero esercizio di cronaca personale e non ha a che fare con le opzioni a disposizione di una società, che è più variamente composita.