Giuseppe Betori (Mons. Betori: Nessuna legge è eterna e la legge 194 sull’aborto non è né un totem né un tabù, Cani Sciolti, 23 novembre 2007):
[la legge 194] non è né un totem né un tabù e chi la considera tale ha una propria religione che noi non riconosciamo.Nemmeno viene presa in considerazione l’ipotesi che qualcuno potrebbe non avere alcuna religione (non possiamo cavarcela con la religione dell’assenza della religione). Sarebbe stato interessante il paragone al totem se non fosse una scopiazzatura di un titolo celeberrimo. Betori ha voluto giocare la carta della conoscenza al di là delle sacre scritture.
Nessuna legge [...] è eterna, e sarebbe strano che tra tutte le leggi che ci sono in Italia solo questa fosse irriformabile. Dire dunque che la 194 può essere riformata può essere un’ovvietà. Se questo principio [...] vale per tutte le leggi, deve valere anche per questa.Anche per il concordato? Oppure per quella no, perché non nuoce a nessuno? No, perché fa loro molto comodo (nuoce a molti, in effetti, ma non ai diretti interessati, e questo basta).
Non è blasfemo usare quell’aggettivo per una legge, per un misero prodotto dell’uomo medio? Anche Betori, forse, si è piegato all’uso comune di parole sacre (che poi sarebbe più comprensibile che ad essere eterna fosse una legge piuttosto che l’anima nostra).