martedì 7 aprile 2009

Si possono prevedere i terremoti?

Anna Meldolesi fa il punto della questione sul suo blog:

Il terremoto dell’Aquila non si poteva prevedere e di fatti nessuno l’aveva previsto. Neppure Giampaolo Giuliani, il tecnico del Gran Sasso che qualche giorno fa ha mandato in tilt la città di Sulmona con i presagi funesti dei suoi rilevatori radon e per questo si è beccato una denuncia per procurato allarme. La sua è stata una previsione “quasi azzeccata” con la complicità del caso e dunque sostanzialmente inutile.
Da leggere tutto.

27 commenti:

paolo de gregorio ha detto...

Premetto subito che nessuna osservazione può essere fatta prima di far notare che questo terremoto è avvenuto in un'area notoriamente tra le più sismiche d'Italia (e d'Europa) e che le persone che sono morte sono morte sotto le mura delle proprie case, che sono state costruite da uomini. Apppellarsi quindi all'imponderabilità fatale delle catastrofi naturali lascia il tempo che trova e svia il discorso dal punto centrale di questo dramma: è un dramma dovuto all'uomo.

Premesso ciò, comincio un po' ad averne le tasche piene di certe sinergie tra esperti del settore e funzionari pubblici. Primo fra tutti (lo dico provocatoriamente) vi è ormai il dogma dell'impossibilità di prevedere i terremoti. Lo stato delle cose è che noi non sappiamo (ancora?) prevedere i terremoti, che è cosa ben diversa dal dire che è impossibile. Un padre della fisica quantistica credeva che costruire un laser (in grazia proprio dei principi quantistici) era impossibile proprio per via dell'indeterminazione: si sbagliava. Casomai non abbiamo individuato nessun precursore affidabile di un evento che certamente è governato dalle leggi del caos e quindi intrinseecamente non esattamente predittibile (come non lo è un temporale, che pure però viene spesso annunciato con un margine di tollleranza più che utile).

Questa sinergia esperti-funzionari ha già contribuito a causare indirettamente qualche decesso nel terremoto dell'Umbria di qualche anno fa: si era detto che le scosse sarebbero state solo di assestamento, e così qualcuno che era andato a controllare i danni si è ritrovato sepolto sotto le macerie per una scossa di grado leggermente superiore a quella di nemmeno ventiquattr'ore prima. Come se i terremoti ragionassero in Richter, per cui superato un fantomatico numero di scala l'evento sismico si accontenta. Se i terremoti non sono prevedibili, come mai qualcuno predisse (sbagliando) che il peggio era passato?

Facendo l'avvocato del diavolo, riguardo la storia abruzzese, potrei obiettare che rispondere ad una previsione approssimativamente vera con l'affermazione che l'evento è impredicibile è un calcolo logico totalmente fallato. Io sono il primo a dire che esistono le coincidenze (ogni tot cassandre una ci azzecca e fa notizia); sono il primo a mettere in guardia dalle teorie scientifiche prive di basi e verifiche. Ma proprio in grazia di questo metodo, visto che la predizione era stata fatta non sulla base di una comuune cialtroneria esoterica ma di un argomento oggettivamente verificabile (cioè falsificabile), allora è buona norma (di fronte ad una predizione comunque più corretta di tutte le altre) rimboccarsi le maniche e verificare la fondatezza dell'argomento.

Nell'articolo qui riportato si accenna effettivamente a ciò: il radon manifesta attività anche in assenza di eventii sismici. Benissimo, pubblicate i dati, quantificateli e discutiamone. Sono anche io quasi certo che le cose stiano esattemente così, ma l'argomento a sostegno non può essere il dogma dell'impossibilità.

Ultima annotazione sul caso cinese: non credo che sia importante stabilire quanti siano deceduti, ma se effettivamente l'evento era stato anticipato.

paolo de gregorio ha detto...

P.S.: scusate l'ingelsismo. Predittibile --> Predicibile.

giardia ha detto...

Paolo de gregorio, sono d'accordo con te al 2000%. Il punto è esattamente quello, ma da bravi Italici sappiamo rivoltare la frittata e focalizzare sui punti marginali. E soprattutto spazzare tutto sotto il tappeto, appena passata la tempesta. Adesso è passato in assoluto secondo piano il vero problema: dov'erano e chi erano quelli che avrebbero dovuto vigliare sulle agibilità? E dov'è finito il dubbio, sale della ricerca scientifica?

Blascogeno ha detto...

bello liberarsi la coscienza dicendo che non era prevedibile e che anche colui che effettivamente l'aveva previsto ha avuto una "botta di fortuna", complimenti, sentiti più fiera di te stessa. I morti ci sono stati proprio grazie a gente che la pensa così.
La giusta pena ai politici ed a tutti coloro che avrebbero potuto e, anzichè cercare di sincerarsi dell'affidabilità della previsione, hanno preferito rifugiarsi in un finto "procurato allarme".

Chiara Lalli ha detto...

Blascogeno si unisce al nostro affezionato gruppetto di trolls. Ben arrivato.

Marco cuore_vivo ha detto...

PER CASO

Il "caso" non esiste.

Oppure dicono che si chiamano "caso" o "per caso" tutti quegli eventi e quelle situazioni che non riescono a trovare una spiegazione razionale per la mente umana. Ma vale solo per il "fino ad oggi", visto che nella storia della ricerca scientifica le scoperte hanno sempre sconfessato i dati prima ritenuti veritieri.

Io non credo che il tecnico Giampaolo Giuliani abbia detto quello che ha detto "per caso" e neanche che "per caso" abbia sfiorato di pochi giorni la data esatta ed il luogo esatto del terremoto.

A seguirvi lungo il ragionamento da voi intrapreso allora anche il giudice dovrà condannare Giuliani perchè non si possono azzeccare eventi quali i terremoti "per caso", e che il "per caso" non è previsto dalle norme giuridiche come esimente o come causa di giustificazione.

Marco

P.S.
Io non sono un troll.

paolo de gregorio ha detto...

Lasciatemi precisare (non vorrei essere frainteso) che sarebbe stato comunque infondato affidarsi totalmente a quella previsione funesta che era stata fatta, perché all'epoca era priva di riscontri. Lo studio era totalmente ipotetico. Sto solo dicendo che a posteriori sarebbe il caso di verificare con attenzione anche l'ipotesi apparentemente più bizzarra, proprio perché un merito apparente (che certo potrebbe anche rivelarsi solo apparente) lo ha avuto (merito che certo non si rimuove affermando nella premessa quel che si vuol dimostrare). Il metodo scientifico funziona così.

Le mie perplessità comunque riguardano più concretamente le affermazioni sulla totale imprevedibilità dei fenomeni sismici. Chi mi sa dire, per esempio, se la probabilità correlata (propriamente: condizionata) che dato uno sciame sismico perdurante in una zona dalle caratteristiche geologiche dell'Appennino abruzzese (più soggetto a scosse rare e forti che a eventi prolungati) è tanto bassa quanto quella non correlata (cioè in assenza totale di sciame)? Anche qui, devo dire, sono state fatte affermazioni prive di riscontri oggettivi: si è detto "è la stessa". Adesso, a posteriori, è molto più intuitivo sostenere che non può essere una totale coincidenza che la scossa catastrofica sia stata sia preceduta che seguita da eventi perduranti a lungo, e non sia accaduta, che so, tre anni fa in periodi di calma quasi piatta. E allora, se esiste una correlazione, come è esistita in Umbria tra la prima e la seconda scossa, si aggiustino e adeguino le nostre conoscenze, prima di affermare che sapevamo già tutto quel che c'era da sapere fin dall'inizio.

Questo per rispondere un po' a chi ha sostenuto che era tutto regolare. Magari qualcuno invece, durante questi mesi costellati di piccoli eventi, per precauzione (maggiore probabilità condizionata di un evento più importante) avrebbe potuto dormire temporaneamente nei luoghi di casa più sicuri o (se la casa era solo di villeggiatura) ridurre momentaneamente le visite.

Torno a ripetere, sempre per non essere frainteso, che le responsabilità vere e serie, quelle, restano fuor di dubbio altrove: in una zona altamente sismica le case sono tutte o crollate o si sono gravemente danneggiate all'arrivo di un terremoto.

Marcoz ha detto...

http://www.ingv.it/faq/terremoti/e-possibile-prevedere-i-terremoti

paolo de gregorio ha detto...

Grazie Marcoz!
Non a caso avevo parlato di "sinergie tra esperti del settore e funzionari pubblici" (aggiungiamo "e giornalisti"?). È il classico caso del telefono senza fili: ora che il messaggio arriva alla popolazione vi arriva completamente stravolto. Dire che un terremoto può anche verificarsi all'improvviso non equivale a dire può solo verificarsi all'improvviso.

Per quel che riguarda la considerazione dell'esperto che le previsioni approssimative "non [possano] essere utilizzate per dare un allarme alla popolazione" la trovo in parte fuori competenza. La popolazione va prima di tutto informata (ed educata) correttamente, e poi può decidere. Sono libero di fidarmi o non fodarmi del radon, dei pozzi, della quiescenza, dell'attività anomala: e il grado di rischio cui voglio assoggettarmi (limitatamente a quanto posso concedermi) lo dovrei decidere io, non una circolare né l'esperto (che la quantifica semmai). Tu dimmi la probabilità, il resto della valutazione la faccio io. Le autorità si occupino invece di ideare e far applicare norme edili obbligatorie a tutela di tutti.

Marcoz ha detto...

"Tu dimmi la probabilità, il resto della valutazione la faccio io."

Non so fino a che punto una tattica di questo genere avrebbe senso (seppur solo complementare) sul lungo periodo: l'inevitabile assuefazione al pericolo, che si corre ma non si manifesta per una serie di numerose volte, probabilmente farebbe perdere efficacia a una premura del genere.

Poi, personalmente, se devo proprio essere sincero, più mi informo su certe "probabilità" più mi viene la tentazione di trasferirmi in Quebec (dove verrei ucciso prematuramente da un orso bruno, magari).
Basta dare un'occhiata a questa mappa:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/db/Quake_epicenters_1963-98.png

Invece, vale in modo assoluto il richiamo (richiamo a chi? questo è il problema) alla prevenzione, unico fattore che potrebbe portare con certezza a qualche risultato concreto.

transzibaldone ha detto...

La geofisica non è come una partita di calcio dove ognuno può dire la sua. O si ha studiato e sa di cosa si sta parlando o è meglio starsene zitti.

Anonimo ha detto...

Paolo de Gregorio cade dal pero. Improvvisamente la questione del radon cala come un fulmine a ciel sereno per cui si può far finta che leggere i valori del radon sia una vera novità e che il tecnico del Gran Sasso è un pioniere. A dire il vero le cose non stanno proprio così, sull'associazione del radon agli eventi sismici c'è una letteratura quasi ingovernabile, tant'è vasta. Basta consultare Medline. E' per lo meno strano che paesi che spendono miliardi di dollari sulla ricerca dedicata - al posto degli spiccioli di casa nostra - non siano venuti a capo del problema anche se si parla di radon da quasi venti anni. Piuttosto che menare il can per l'aia dedicandosi a tesi cospirazioniste, forse bisognerebbe riflettere sul fatto che l'Abbruzzo è una regione sismica e che un simile terremoto a San Francisco o a Hokkaido forse avrebbe fatto qualche morto per infarto. Tutte le volte che una regione italian viene devastata da un terremoto si spendono cifre allucinanti per la ricostruzione - e si presume per ricostruire con criteri antisismici - salvo il fatto che al prossimo sisma le case vengono giù come birilli. Invece di preoccuparsi di quanto c'è di marcio in questo paese - tangenti e quant'altro - si giocherella con i fantomatici "precursori sismici" rappresentati dalla lettura della radiazione gamma. Il paese è strano, ed è destinato a non cambiare, perché troppa gente è presa dalla sindrome di Masaniello, invece di chiedere a gran voce (come accadebbre in qualsiasi altro paese civile)la testa di quanti hanno intascato soldi e fatto morti si dilettano di sismologia.

paolo de gregorio ha detto...

Marcoz

Ammetti che se vivo in una zona sismica io sia tenuto a saperlo? Io immagino di sì. La tua osservazione riguardo il rischio di una "inevitabile assuefazione al pericolo" come metodo selettivo non mi pare che venga applicata (per validi motivi). A questo punto l'informazione la si dà corretta e completa e non monca, tutto lì (certo che se ai sia pur infinitesimmali rischi reali si aggiungono quelli di Stato inventati e ingranditi a dismisura allora hai ragione).
E poi chi l'ha detto che informare sulle probabilità debba per forza creare scompensi? Io viaggio in aereo molto tranquillo proprio in virtù di tale conoscenza, che supera potenziali insicurezze istintive.

Anonimo ha detto...

Diciamo che Giuliani proprio il primo fesso che passa per strada non sembra, e ha anche dato diverse spiegazione sul fenomeno dello sciame sismico e del perché una sciame sismico non è sinonimo di terremoto, quindi non mi pare nemmeno un catastrofista di professione.
E' uno studioso che dopo alcune osservazioni ha tratto delle conclusione, è si è dato da fare per validarle e studiarle secondo il metodo scientifico, e il suo sistema non pare neanche così tanto campato per aria, visto che gli hanno permesso di installare i suoi sensori in altri laboratori: questo significa che per lo meno qualcuno è più in alto di lui la trova fondata.
Ora dire che ha avuto la "complicità del caso" mi pare proprio di cattivo gusto e anche insultante nei confronti di uno studioso.
scenik

paolo de gregorio ha detto...

@ Anonimo (mi piacerebbe che ti firmassi anche con un nick).

Per più di metà intervento ripeti quanto ho sottolineato io stesso con forza e chiarezza per ben due volte: dove stanno le vere responsabilità. Io questo l'ho detto chiaramente nonostante esulasse totalmente dal tema del post, proprio per essere il più chiaro possibile, e quindi respingo al mittente tutte le tue accuse filo cospirazioniste o masanielliste. Curioso che il mio primo messaggio qui su dica chiaramente (facendo riferimento alle stesse responsabilità di cui parli): "è un dramma dovuto all'uomo".

Ma non v'è dubbio che se viene riportato un articolo, io commento la tesi dell'articolo, e non certo per inventarmi cospirazioni di sorta.

Non nego (e ho detto anche questo) che parte del problema risiede nelle molteplici trasformazioni che il messaggio scientifico subisce da quando parte a quando arriva all'orecchio del cittadino. E a questo punto sono io che devo insistere nel chiedere: è vero o non è vero che dopo la prima scossa in Umbria e Marche si disse chiaramente che un'altra scossa di pari intensità era impossibile? Dobbiamo riprendere le registrazioni? Un terremoto è un precursore di un terremoto, che come detto non fa i calcoli a tavolino in Richter. Quando si rilascia energia potenziale accumulata non abbiamo nessun fondamento per asserire che è stata rilasciata quasi tutta.

È vero o non è vero che prima dell'ultimo terremoto ci sono stati dichiarazioni esplicite ad indicare che il rischio di una scossa vera era più che trascurabile, e di stare a casa? Quindi due volte su due non è che non si sia fatta una predizione: si è fatta quella sbagliata, smentita da un'inezia del metodo scientifico chiamato "fatto osservato".

Ripeto che il problema può benissimo essere politico, riguardante chi traghetta i messaggi alla popolazione, ma questi sono i fatti.

Dire che non ci sono precursori certi è un conto, dire che non esistono in assoluto, nemmeno in termini proabilistici, è un altro.

Sul radon anche mi trovi quasi completamente d'accordo. E sai qual è la novità rispetto ai tuoi menzionati molteplici studi in tutto il mondo? Che per la prima volta questa volta uno ci ha (molto apparentemente) quasi azzeccato. Sono quasi certo che la spiegazione più ovvia è che sia stata una coincidenza, ma questo se permetti è proprio quello che ora va dimostrato. Ripeto che di fronte ad un fatto oggettivo la tesi non può essere dimostrata assumendo le conclusioni.

paolo de gregorio ha detto...

Ecco la confusione dovuta al fatto che gli anonimi non pongono uno straccio di firma riconoscibile. Io mi riferivo al messaggio del primo dei due anonimi.

Ne approfitto per integrare il mio ultimo messaggio. Io penso che una comunità scientifica seria sai cosa farebbe? Andrebbe da questo tizio chiedendogli (mettendolo sotto roschio): adesso spiegaci bene come hai fatto, illustraci il tuo metodo. Poi se il sistema è diverso da altri già testaqti, se è razionale, la comunità metterebbe in piedi sistemi analoghi altrove, seguendo la procedura e l'analisi fedelmente, rigorosamente passo passo, per verificare se si è trattato di una fortuita coincidenza (plausibilissimo). Una comunità scientifica seria non dice: è stato un caso perché quello che sapevamo fino a ieri sera deve essere valido anche domani mattina.

aleG ha detto...

Io sono perplesso e non so farmi un'idea. L'unica cosa che mi sembra evidente (almeno mi pare) è che qualsiasi previsione che non sia molto esatta sia inservibile, in questi casi. Non so se vi rendete conto di che cosa si sta parlando: dell'evacuazione di un'intera città! Un'operazione complicatissima che comporta gravissimi costi umani ed economici, quasi una catastrofe in miniatura.
Lo stesso Giuliani ha (avrebbe) sbagliato previsione di ben 7 giorni e di circa 100 km! All'atto pratico: a che serve una predizione così inesatta? Con questi margini di precisione, si dovrebbe evacuare o comunque preallertare (e angosciare) un'area grande come una regione intera per almeno due settimane: oltretutto senza la certezza matematica dell'effettivo evento sismico nè dell'effettiva gravità.

paolo de gregorio ha detto...

aleG

Concordo pienamente: è impensabile evacuare in massa una regione per un mero fattore di rischio. Si può cominciare col dire alla gente: vivi in una zona sismica, la tua casa è potenzialmente perciolante, sono due mesi che la terra trema e non sappiamo perché. Poi uno nel suo piccolo si regola, magari con qualche accorgimento logistico.

paolo de gregorio ha detto...

Uno deve sempre ammettere i propri errori per cui non posso esimermi nemmeno io. Due annotazioni: non essendo esperto nel campo specifico ammetto che ero all'oscuro del fatto che più di qualcuno già aveva guardato al Radon in modo tanto dettagliato (soprattutto sistematico) proprio riguardo alla questione sismica, e un po' sono stato tradito dal fatto che quando ho saputo del metodo in modo esplicito non mi è sembrata per niente un'idea totalmente folle. La seconda è che ho sentito Giuliani e ammetto che in un paio di frangenti un sustrato di tratto cialtronesco è effettivamente emerso. Comunque ne sapremo presto molto di più.

roberto ha detto...

mi scuso per il primo post ma non avevo un account, ora la mia identità è visibile. Due precisazioni: non è vero che Giuliani non abbia avuto modo di illustrare le sue teorie in consessi formali. Nella comunità di riferimento le sue ipotesi sono note e sono state presentate in diverse occasioni ma non hanno mai convinto nessuno. Seconda precisazione: stabilire che una scossa di una certa entità sia seguita solo da quelle che si definiscono "scosse di assestamento" (la terminologia è molto impropria, ma è solo per farsi capire) nasce esclusivamente da una valutazione probabilistica. In quanto tale non ha predittibilità ed è bene tenere a conto questo dato. Nessuno è stato in grado di prevedere la 5.7 di ieri sera e nessuno può dire che scosse di tale entità non si possano presentare nei prossimi giorni. Nel lavoro scientifico i dogmi non esistono, la scienza è molto laica da questo punto di vista, ma esistono delle evidenze che sono un'altra cosa. L'Aquila risiede sopra una faglia lunga circa 15 km, questo per dire che un terremoto ha un epicentro, ma la complessità della dinamica che lo scatena non consente di modellizzarla per arrivare a qualsiasi forma di predittibilità. Un sisma non è un evento lineare. Quello che scandalizza semmai (e qui veniamo alla stampa) è che molti quotidiani hanno pubblicato pezzi in cui si smontava la tesi di Giuliani, ma allo stesso tempo ne pubblicavano altri dove prendevano per oro colato quel che diceva. Va ribadito che questo è un danno enorme e che per alcuni versi - siccome la stampa conta eccome - introduce negli organismi che gestiscono la crisi forme di turbativa. In nessun paese civile dove si presentano regolarmente eventi sismici accadono cose simili. A San Francisco c'è un canale radio dedicato per emergenze di questo genere che riferisce in tempo reale della situazione con collegamenti con il centro di gestione della crisi. Le sinergie vere sono queste e possono salvare delle vite umane. Qui restiamo sempre impiccati alle polemiche e non fanno bene a nessuno. Mi scuso per l'asprezza del precedente post anonimo, ma a volte mi viene da pensare che questo paese non ha assolutamente voglia di crescere perché è affetto da tafazzismo. Nessuno ha censurato Berlusconi quando incontrando un gruppo di sfollati ha detto "prendetevi una settimana di vacanza, tanto paghiamo noi". Se l'avesse detto il premier giapponese credo che dopo tre ore avrebbe dovuto dare le dimissioni. E' questo il vero problema, in questo paese si scatenano tempeste in un bicchiere d'acqua per delle sciocchezze che non stanno né in cielo né in terra ma non si vedono mai forme di vera indignazione. Qualcuno si è ricordato che la giunta abbruzzese è andata a casa per storie di tangenti?

Marco cuore_vivo ha detto...

Spero che la magistratura abruzzese possa fare luce non soltanto sulla progettazione e la costruzione "anomala" dell'ospedale nuovissimo di L'Aquila ma anche sulla vicenda che ha portato alla denuncia per "procurato allarme" al "tecnico" (sembra che ufficialmente il termine di "ricercatore" non possa essere usato a pieno titolo, il potere delle parole usate dalle autorità italiane!!) Giampaolo Giuliani.

Per quei pochi di noi che hanno avuto la ventura di ascoltare interviste a Giuliani si rimane allibiti nell'udire che lo stesso Giuliani nega di avere mai propagato quello che invece Bertolaso e Boschi gli hanno rivolto come accusa e denuncia.

Gli vogliamo dare credito fino a che la magistratura abbia concluso di fare il suo lavoro di approfondimento in questo caso? Giuliani dice di avere testimoni a suo favore, vogliamo aspettare le risultanze delle indagini prima di condannarlo a cose che non si reggono tanto in piedi?

Siete interessati a sentire la campana di Giuliani? Spero di si. La trovate qui:

http://www.affaritaliani.it/cronache/terremoto_giuliani_abruzzo-sisma070409.html

Buon ascolto.

Marco

Marcoz ha detto...

@Paolo
"Ammetti che se vivo in una zona sismica io sia tenuto a saperlo?"
Direi proprio di sì.
Però io mi riferivo a comunicazioni di avvertimento di attività e rischio sismici che mi sembrava tu ipotizzassi (o ho inteso male?), e che non ritengo si possano paragonare strettamente all'uso dell'aereo e alle probabilità statistiche di un incidente (stormo di uccelli, avaria, collisione, eventi atmosferici ecc.); probabilità di sinistro che, con modalità diverse, sono presenti anche nell'usare l'auto o nel salire su di una scala a pioli.
L'assuefazione al pericolo (caratteristica anche delle attività appena citate), nel caso di allarme sisma, maturerebbe nella popolazione a un livello e con dinamiche diversi, a causa dei limiti della attuale capacità di previsione. Infatti, se è vero che la maggior parte delle ipotesi fatte dai sismologi vengono regolarmente smentite (e quindi non c'è modo di garantire che un terremoto si verificherà entro una determinata data, in un determinato luogo, con una determinata intensità), andrebbe a finire che le persone si riverserebbero nelle strade dopo i primi avvertimenti, per poi ignorarli sistematicamente perché si risolvono in un nulla di fatto o in eventi trascurabili nella quasi totalità dei casi. Ecco perché sono dubbioso sull'efficacia complessiva - e sull'opportunità - di una comunicazione costante (preventiva?) alla popolazione sull'attività sismica.
Le misure concrete da adottare per contenere i danni, come comunque facevi notare tu, sono altre. Quando qualcuno metterà a punto un aggeggio di previsione affidabile, ne riparleremo.

Alla fine dei conti, per portare l'eventualità di un terremoto sull'analogo piano statistico dell'incidente aereo, basta dare uno sguardo a una mappa come quella di cui ho messo il link, in precedenza: così un italiano può decidere se trasferirsi altrove. Cercando di evitare di prendere l'aereo, ovviamente.

Un saluto

Marcoz ha detto...

Per la precisione:
"attività e rischio sismici IMMINENTI"

paolo de gregorio ha detto...

@ Marcoz

Ho visto il direttore di un importante istituto (quindi non l'impostore di turno) ammonire: 1) siamo assolutamente certi che ci saranno tante altre scosse nei prossimi giorni e probabilmente settimane; 2) siamo certi che alcune di esse saranno di intensià non piccola, superiori a 4 e probabilmente anche a 5 per intenderci; 3) non possiamo assolutamente escludere che si verifichi persino una scossa più intensa di quella già osservata. Tutto ciò per eventi che è "impossibile prevedere" (???). Il linguaggio è molto importante, come vedete.

Andando concretamente ai tuoi esempi astratti. In concreto dico: che da cinquant'anni non si verificava un forte terremoto a L'Aquila, e che per quanto appurato a memoria d'uomo nessuno da allora ricorda un'attività sismica nemmeno lontanamente somigliante a quanto accaduto negli utlimi quattro mesi. Posso quindi solo dire che non voglio discutere di strategie evacuative preventive (si noti però che queste sono tutt'ora in atto sul terriotrio colpito, proprio per la componente perfettamente predicibile dei terremoti), che sono impensabili e inattuabili, ma di un diritto più fondamentale: quello del cittadino ad essere informato correttamente su ciò che lo riguarda ("non sappiamo cosa stia succedendo" ha un effetto diverso da "state assolutamente a casa perché possiamo garantirvi che non succederà nulla").

L'importante è non generare allarmismo totalmente infondato o puramente teorico: ma vedo che da un decennio circa su questo sport nessuno ha nulla da ridire (quanti atti terroristici di matrice islamica hanno già sconquassato l'Italia? E quante relative denunce per procurato allarme?).

Marcoz ha detto...

Paolo, il modo con cui viene fatta informazione (e come siamo preparati a riceverla) è senz'altro di primaria importanza. Non si discute.

Sul fatto che sia "impossibile prevedere" rimango sempre della stessa opinione, se siamo d'accordo che "prevedere", in tali casi, non significa "aspettarsi prima o poi, forse", pur in un limitato periodo di tempo (settimane, mesi).

paolo de gregorio ha detto...

Marcoz,

ho trovato interessante (oltre che significativa) questa lettera. Tra le varie cose la parte finale affronta un po' il problema della prevenzione minima, vista da chi ha avuto un'esperienza diretta. Continuano a sembrarmi utili riflessioni.

Marcoz ha detto...

Grazie, Paolo, per la segnalazione.

Per quanto mi riguarda, anche solo la prevenzione in termini di comportamenti da adottare "in caso di", sarebbe accolta da una serie di prostrazioni come se pregassi verso la Mecca.