... in un commento a
Il sesso è neutrale.
E noi rispondiamo, perché molti degli argomenti proposti da Alberto sono piuttosto comuni. Per questa ragione la
risposta è un post invece che un commento.
Sulla premessa non c’è molto da dire. La prendiamo per buona.
(Alberto) Ho paura che della scienza si possa abusare, come di fatto è stato e vien fatto troppo spesso.
(Chiara) Pressoché di qualunque
cosa si può abusare: del burro, della compagnia di un amico, di un libro amato, perfino dell’ossigeno. Non dimostra alcunché il fatto che si possa abusare di
qualcosa. Ti prego, non venirmi a dire che la scienza è diversa dal burro o dall’ossigeno: è una analogia, non una pretesa di dimostrare che la scienza e l’ossigeno sono uguali. Ciò che voglio dire è che la possibilità di abuso non è sufficiente per fondare una condanna. Addirittura pensi che ‘troppo spesso’ si sia abusato della scienza? Io non sono d’accordo, e potrei risponderti che troppo spesso si è abusato dell’ignoranza, o della religione. Che non sono poi così dissimili.
(Alberto) Ho paura del fatto che se ne possa fare una nuova religione.
“Che male ci sarebbe a scegliere il colore degli occhi?”
Scegliere gli occhi verdi può danneggiare il nascituro?Lo vedo come un concetto pericoloso.
(Chiara) Non capisco se intendi dire che di una certa scienza si potrebbe farne una nuova religione. In questo caso: se e quando la scienza diventa una religione smette di essere scienza. La differenza tra scienza e religione è abissale. E incolmabile. Se ti riferisci piuttosto al fatto che scegliere il colore degli occhi possa diventare una nuova religione, direi che quanto dovrebbe essere criticato è l’involuzione religiosa e non il contenuto. Sul contenuto io credo che si debba rispondere alla domanda che fai subito dopo: può danneggiare il nascituro la scelta del colore degli occhi? Secondo te sì e per due motivi.
(Alberto)
Primo. Danneggia moralmente l’idea che abbiamo di noi stessi. E quella che abbiamo della nostra società. L’uomo potente. Come Dio. L’uomo che può tutto. L’uomo viziato che non è contento se il figlio non ha gli occhi verdi. Non è alto. E non è biondo.
Avverto questo potere come “alienante”. In grado comunque di modificare il costume della società.
(Chiara) I danni morali non bastano a sostenere divieti legali. Rimarrebbe in questo caso la libertà per ciascuno di scegliere cosa fare. E mi starebbe bene. L’onnipotenza dell’uomo è necessariamente devastante? Io trovo più osceno continuare ad invocare Dio come l’inarrivabile, come l’esempio di quanto l’uomo non potrà mai raggiungere. Esistono delle possibilità che la tecnica permette di realizzare. Che prima appartenevano alla fantasia o alla fantascienza. Se non ci sono valide ragioni per condannarle, che ognuno scelga come preferisce. Non mi precipiterei a chiamare in causa la tracotanza umana – come se poi bastasse a dimostrare l’oscenità di quelle possibilità che le tecnologie rendono raggiungibili (io e te che parliamo e ci scriviamo perché c’è l’elettricità e internet e i computer e la lista sarebbe davvero lunga). Se vuoi possiamo dire che giochiamo a fare dio, ma io ti chiederei: che male c’è? (l’unico problema quasi insormontabile sta nel giocare a fare qualcuno che non esiste, ma questo è un altro discorso). Quanto alla presunta scontentezza genitoriale se il figlio non è alto e bello e intelligente, devo ripetermi: anche fosse? Che cosa dimostrerebbe? I genitori sono scontenti o contenti dei propri figli per le ragioni più eterogenee. Attribuire loro la possibilità di scegliere il colore degli occhi non mi sembra possa esasperare o stravolgere il potere che già hanno. Il carattere ‘occhi verdi’ è meno invadente e dirompente nelle esistenze filiali di molti comportamenti sui quali nessuno si permette di fare una critica (‘imporre’ la propria lingua madre; imporre una dottrina religiosa: che mi dici al riguardo? Non è più dannoso dei neutrali occhi verdi? Non è un fardello molto più pesante e difficile da smaltire?). Quanti poteri cambiano il costume della società? Innumerevoli. ‘Cambiare’ il costume della società, però, è moralmente neutrale. Devi ancora dimostrarmi che cambiarlo scegliendo il colore degli occhi del proprio figlio sarebbe un cambiamento indesiderabile; anzi, da condannare.
(Alberto) Viviamo in una società di massa, ed una tecnologia che da all’uomo tanto potere troverà anch’essa applicazione di massa. Al punto magari che il singolo individuo possa vedersi “costretto” dal costume corrente ad usarla. Come oggi ti senti dire “non vedi il grande fratello?”, oppure “non hai una BMW?”, in un’epoca quale stiamo immaginando ci sentiremo dire “tuo figlio non ha gli occhi verdi?”.
(Chiara) Io mi sento fiera e orgogliosa (quando mi sento dire “non vedi il grande fratello”), non so tu. In ogni modo ciò che dovrebbe ricevere il biasimo è l’
emarginazione dalla massa o la
costrizione. Ti sembra impossibile rispondere: “mio figlio non ha gli occhi verdi, e allora”?
(Alberto) E quando ci saranno solo pochi individui con i “brutti e vecchi” occhi castani, chissà, magari il costume ci porterà verso nuove emarginazioni: “guarda, quello ha gli occhi castani” come oggi diciamo “guarda, quella è una prostituta”.
Non è difficile immaginare questi scenari, perchè di simili ne abbiamo oggi a bizzeffe, nell’attuale costume della nostra società occidentale. Un diffuso, generalizzato, mal costume.
(Chiara) E allora prenditela con il malcostume, non con la prostituta o con chi guida una 600. Non dimenticare che i gusti sono diversi, anche riguardo agli occhi. Altrimenti tutti i bambini si chiamerebbero Mario o Giovanna. Non ci sarà mai uno scenario di soli occhi verdi. Almeno in uno scenario abbastanza ampio da comprendere una eterogeneità, e non fatto da un solo genitore ossessionato dagli occhi scuri…
(Alberto)
Secondo. Non vorrei riferirmi alla retorica cattolica, ma questa è oggettivamente eugenetica. Che ne sarà della diversità genetica che la natura (voi lo sapete senz’altro meglio di me) si è preposta come fondamento della vita? Le specie più avanzate hanno aumentato la loro complessità, e con questa la loro differenziazione. Alla base dei sistemi biologici ci sono proprio meccanismi che creano differenze: ne sono esempio la riproduzione sessuata, il crossing-over. Sappiamo invece che l’uomo, per motivi culturali e sociali ha sempre teso a preferire alcuni fenotipi (l’ariano classico ne è un esempio). È qui utile ricordare quanto segue. Per il nostro costume la discendenza migliore è quella pura: oggi parliamo di razza italiana in pericolo perchè facciamo pochi figli, il termine “meticcio” è spesso usato in termine dispregiativo, e questi concetti li applichiamo anche agli animali (“è di razza”, “è purosangue”).
(Chiara) Eugenetica: ovvero? La diversità genetica, la natura, la vita, etc., sono già irrimediabilmente sottoposte ad un processo corrosivo: la consapevolezza umana di come funziona l’evoluzione (non universale, d’accordo…). È fatta, non si può tornare al catastrofismo, al creazionismo oppure al non porsi proprio la domanda. La preferenza di alcuni fenotipi (come dici tu) è una falsità ammantata da scienza: basta ricordare la falsità del determinismo genetico. E andarsi a leggere i deliri pseudoscientifici di quanti hanno provato a sostenere la superiorità di una razza su basi ‘scientifiche’.
(Alberto) Ho paura che questo sposti il concetto di scienza da “scoperta” a “manomissione” della natura. È questo,a mio avviso, ad essere moralmente inaccettabile. Oggi accade troppo spesso, e finora si è ritorto sempre contro di noi.
(Chiara) Non basta manomettere la
natura per essere immorale. Quante volte al giorno manometti la natura? Accendi la luce, fai il bucato con la lavatrice, prendi un antinfiammatorio se hai mal di denti (continuo?). Sei sicuro che la manomissione della natura si sarebbe ritorta contro di noi? Hai i vaccini, hai le medicine, hai talmente tanti vantaggi derivanti dalla manomissione della natura che ti sarebbe impossibile vivere senza.
(Alberto) Oggi mangiamo pasta di grano OGM o con modifiche genetiche da bombardamento radioattivo, la frutta inzuppata di farmaci, siamo circondati da materiali sintetici da petrolchimica, l’aria delle nostre città è carica di PM10 e polveri di metalli pesanti delle marmitte catalitiche, i bovini sono costretti a mangiare farine di carne e iniettati di steroidi. Continuare richiederebbe pagine e pagine zeppe dello snaturamento verso cui ci portano i due mostri sacri del progresso: la tecnologia e il mercato.
In tutto questo ormai da oltre trent’anni un’epidemia di cancro affligge la nostra civiltà occidentale. Alcuni si chiedono ancora perchè, e danno fondi per la ricerca scientifica. Senza paraocchi il perchè si trova rapidamente. Chi lo conosce, non può fare a meno di convivere con tutti i rischi che il malcostume della società gli ha messo, volente o nolente, davanti.
Cercando di liberarmi da dogmi di ogni tipo, ho paura di tutti gli estremismi religiosi: del cattolicesimo (la religione di Dio), del capitalismo (la religione del mercato), dello scientismo (la religione della scienza).
Mi piacerebbe leggere controargomenti....
(Chiara) Sul mercato sono meno in grado di darti risposte, ma temo che vederlo come il nemico o il mostro sia ingenuo e non corrispondente alla realtà. Così come è fasulla l’immagine diffusa dello scienziato folle che trama nell’ombra terribili armi di distruzione di massa. La pasta OGM non fa male alla salute; per l’inquinamento ambientale chiamerei in causa la politica, piuttosto che la scienza. Il cancro non è di certo una patologia ‘tecnologica’. La ricerca scientifica non ne è responsabile.
Come ho detto all’inizio, di tutto si può abusare. Non possiamo vivere senza acqua; ma possiamo anche annegare.
Un’ultima cosa: la scienza non è scientismo.