Sull’ultimo numero della rivista MicroMega è apparso un intervento di Lina Pavanelli, medico anestesista, che ricostruisce dal punto di vista clinico gli ultimi giorni di Karol Wojtyla, mettendo in evidenza soprattutto la stranezza del ritardato inserimento di un sondino naso-gastrico per l’alimentazione enterale, che secondo alcune fonti risulterebbe essere stato applicato al paziente solo il 30 marzo, alla vigilia della crisi finale; troppo tardi per impedire il grave deterioramento organico del paziente, dovuto alla denutrizione (il papa, a causa del morbo di Parkinson, era ormai quasi incapace di deglutire) e al conseguente crollo delle difese immunitarie. Dell’articolo è apparso un sunto su Repubblica («Quei lunghi silenzi sull’agonia di Wojtyla», 14 settembre 2007, p. 56), che si conclude con queste parole:
È il caso di domandarsi il perché tanta avarizia di notizie, insieme al silenzio di tutti gli organi di informazione vaticani sulla patologia che portò il papa alla morte. Impossibile dare una risposta, ma è certo che, in questo caso, la «riservatezza» ha aiutato a coprire un’evidente contraddizione tra l’esperienza umana di Karol Wojtyla – in qualità di paziente – e le dottrine del «bene oggettivo», da lui pubblicate, che sono la questione cruciale delle crociate politiche degli organi istituzionali della Chiesa.Detto in altre parole: Karol Wojtyla si sarebbe lasciato morire, rifiutando un intervento altamente invasivo ma che avrebbe potuto prolungarne non di poco l’esistenza.
Alla Pavanelli hanno risposto Luigi Accattoli («Quel sondino che nutriva Wojtyla (ma l’annuncio arrivò molto dopo)», Corriere della Sera, 15 settembre, p. 5), secondo il quale il sondino era stato applicato a più riprese già da circa un mese, e – in un’intervista – Renato Buzzonetti, medico personale del papa (Orazio La Rocca, «“A Wojtyla non fu staccata la spina”», La Repubblica, 16 settembre, p. 25), che però sembra ignorare l’intervento della Pavanelli, tanto da confermarne a un certo punto, clamorosamente, la ricostruzione. Così replica infatti Lina Pavanelli sul sito web di MicroMega («La dolce morte di Papa Wojtyla. Una risposta», 17 settembre):
[Accattoli] propone una ricostruzione “giornalistica” della “vicenda del sondino” in cui si afferma che – anche se non è stato comunicato ufficialmente – il Papa è stato nutrito saltuariamente per via enterale. In base a tale ricostruzione, il sondino naso-gastrico sarebbe stato inserito e tolto più volte. L’informazione, così come viene presentata, è imbarazzante da commentare da un punto di vista medico: ci troviamo di fronte ad una situazione in cui il paziente già defedato, che non è e non sarà mai più in grado di alimentarsi autonomamente, viene sottoposto ad un trattamento che comporta procedure ripetute che, per la patologia che lo affligge, sicuramente lo tormentano e che, a causa delle interruzioni, è di un’efficacia molto ridotta.
Se anche le informazioni fornite ad Accattoli fossero vere, il dato fondamentale rimane inalterato: per qualche motivo, nel periodo che va dal 2 febbraio al 30 marzo il Santo Padre non è stato nutrito a sufficienza, e per questo è andato incontro ad un grave deficit nutrizionale. Lo affermano le fonti d’agenzia di allora, mai smentite. Lo conferma il prof. Buzzonetti nel suo libro. L’archiatra pontificio ripete oltretutto proprio ieri (su Repubblica) che il papa “da quel giorno (30 marzo) fu sottoposto a nutrizione enterale mediante il posizionamento permanente di un sondino naso-gastrico perché non era più nelle condizioni di nutrirsi per via orale.” La frase non è ambigua: mi sembra voglia dire chiaramente che l’alimentazione enterale è stata iniziata proprio quel giorno. Se così non fosse, è sufficiente che lo spieghi. Per quel che mi riguarda, non posso che rimanere sconcertata di fronte alla discordanza fra la fonte ufficiale e quelle ufficiose.
Aggiornamento: Paolo Flores D’Arcais, direttore di MicroMega, annuncia per la prossima settimana una conferenza stampa della professoressa Pavanelli («I medici, l’eutanasia e la morte di Wojtyla», La Repubblica, 19 settembre, p. 22).
Aggiornamento 2: La Repubblica riporta un breve resoconto della conferenza stampa («Ma il Vaticano non commenta», 27 settembre, p. 45).
Aggiornamento 3: Luigi Accattoli, sul suo blog, conferma la propria ricostruzione dei fatti: i problemi di alimentazione sarebbero sorti solo dopo il 3 marzo, e il sondino sarebbe stato applicato quasi da subito, benché in maniera discontinua («Morte di Wojtyla e mio brutale attacco a MicroMega», Il blog di Luigi Accattoli, 27 settembre). Nei commenti al post Accattoli ci regala anche un esempio raro di rispetto degli avversari, su cui mi sembra giusto richiamare l’attenzione.
13 commenti:
Ok, va bene, ma... è davvero così importante stabilire come s'è estinto il papa polacco?
Non sarebbe più salutare, anche da parte laica, tener il più lontano possibile queste storie da un discorso serio su eutanasia, accanimento terapeutico, testamento biologico?
Non si rischia, altrimenti, di cadere nel gioco di chi vuole porre come inevitabilmente centrale un riferimento alla dottrina della chiesa o all'ideologia che essa rappresenta?
Credo proprio di essere d'accordo.
E soprattutto: il Papa e i suoi amici fanno il loro mestiere e il loro gioco; forse sta a noi non dare loro tutto questo spazio. Se il Papa starnutisce è sulle prrime pagine. Mah.
Qui non è questione di fare riferimento alla dottrina della Chiesa. L'interesse della vicenda, semmai, è proprio nel fatto che dimostra che nemmeno un papa (e per giunta "santo") riesce poi a rispettarla, quella dottrina. E quindi non si capisce come sia possibile proporla persino per chi non è cattolico.
Do in parte ragione a yupa: se infatti a rimarcare il dislivello tra ciò che la Chiesa autoritativamente prescrive e ciò che attua su di sé NON SI PERDE DAVVERO MAI, è anche vero - a mio avviso - che ciò che davvero paga in termini di lotta argomentativa all'ipocrisia della Chiesa in tema di eutanasia sono altre considerazioni, che i responsabili di questo blog conoscono perfettamente: rimarcare l' "innaturalità" di una vita dipendente dai macchinari (accettando così, peraltro, il terreno terminologico della Chiesa, e vincendovi), l'irragionevolezza dell'obbligo a ricevere idratazione e alimentazione artificiale, la pericolosità del ritenere la salute come un bene collettivo da tutelare a prescindere dal consenso, l'ipocrisia ciellina e papale del "fides et ratio" come chiave di "libertà" e umanesimo etc.
Del resto non credo che rimarcare le vicende finali di Wojtyla comporti il "cadere nel gioco" dei riferimenti alla dottrina della Chiesa, perchè ciò che si vuole dire non è che la Chiesa in realtà accetta l'eutanasia (e che questa ammissione velata è cruciale per il dibattito in corso...figuriamoci...), ma che il papa, da UOMO, ha ben ritenuto opportuno lasciarsi morire secondo libertà.
Almeno, così credo io.
Ma il papa era in coma vegetativo?
No, perché?
Mi sembrava di aver capito che l'alimentazione e l'idratazione di cui parla l'ultimo documento della chiesa si riferisse a questi pazienti. non capisco il paragone con la vicenda del papa.
No, nell'ultimo documento della Chiesa si specifica che anche nel caso dei pazienti in stato vegetativo l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono obbligatorie – come per praticamente tutti gli altri pazienti. Piergiorgio Welby, per esempio, non era in coma, ma non avrebbe potuto, per la Chiesa, chiedere il distacco dal respiratore (che sta sullo stesso piano dell'alimentazione artificiale).
@ giuseppe:
invece, come forse sai, il CNB (documento del 2005 sulla NIA) non equipara il respiratore all'alimentazione artificiale, per cui - nella loro ottica - solo la NIA non è terapia ma "care" (all'inglese, "chèir") irrinunciabile e cristianamente obbligatoria, mentre il respiratore artificiale non è "care". Quale sia la logica non lo so, e non lo sanno nemmeno i membri del CNB minoritari che non hanno approvato quel documento.
Beh, almeno la Chiesa è più coerente del CNB... :-)
...terribile, no? :D
Se vi interessa, vorrei avvisarvi che Luigi Accattoli è tornato sull'argomento nel suo blog in un lungo post intitolato "Morte di Wojtyla e mio brutale attacco a Micromega" e nei commenti a tale post, in cui sostanzialmente ribadisce la versione dei fatti riportata nel suo precedente articolo sul Corriere e attacca in maniera piuttosto polemica Micromega e la dott.ssa Pavanelli.
P.S. Complimenti per il blog: anche se spesso non condivido le vostre posizioni, è diventato una delle mie letture quasi quotidiane.
Grazie, Luschi. Ho aggiunto un aggiornamento con il link che hai indicato.
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