giovedì 26 febbraio 2009

Clonare Neandertal?

Il sequenziamento quasi completo del genoma dell’uomo di Neandertal (un buon articolo in proposito è quello di Elizabeth Pennisi su Science; ne comparirà una traduzione sul prossimo numero di Darwin) ha portato quasi inevitabilmente a considerare l’ipotesi di clonarne un esemplare. Ronald Bailey esplora le implicazioni morali dell’impresa su ReasonNeanderthal Rights», 17 febbraio 2009) e si dichiara sostanzialmente favorevole; il mio amico Estropico invece è contrario («I diritti di Homo neanderthalensis», 26 febbraio), in base all’argomento non trascurabile che così si condannerebbe l’individuo clonato a una sostanziale solitudine. Tendenzialmente sarei d’accordo con lui (anche se spesso consideriamo del tutto morale far nascere persone disabili il cui destino non risulta affatto migliore di quello); ma la curiosità scientifica – anche per me, lo ammetto – sarebbe fortissima. Resisterle sarà difficile.

Aggiornamento: sull’argomento sono da leggere anche Nicholas Wade, «Scientists in Germany Draft Neanderthal Genome», The New York Times, 12 febbraio; John Tierney, «Why Not Bring a Neanderthal to Life?», TierneyLab, 13 febbraio; John Hawks, «Neandertal: The Resurrection», John Hawks Weblog, 16 febbraio.

Aggiornamento 1 marzo: come già in passato per analoghe notizie, dopo pochi giorni Il Foglio segue Bioetica e riprende la notizia. A modo suo, ovviamente.

18 commenti:

@__skunk ha detto...

Comprendo e condivido la curiosità, ma non sono pronto per un altro Gasparri in giro.

Anonimo ha detto...

"Tendenzialmente sarei d’accordo con lui (anche se spesso consideriamo del tutto morale far nascere persone disabili il cui destino non risulta affatto migliore di quello); ma la curiosità scientifica – anche per me, lo ammetto – sarebbe fortissima.
Resisterle sarà difficile"

..potrebbe essere tratto dalla biografia di Mendele?

Giuseppe Regalzi ha detto...

Dipende tutto da chi era questo misterioso Mendele... :-)

Chuck ha detto...

Era un famosissimo scrittore yiddish:

http://en.wikipedia.org/wiki/Mendele_Mocher_Sforim

(oppure la fusione tra Mendel e Mengele, cioè un incubo genetico-nazista)

enrico

Anonimo ha detto...

Sinceramente mi pare che tra il sequenziamento di un genoma e la clonazione ci sia non un mare, un oceano.

Non si clona a partire da un DNA, ma a partire da un nucleo. Difatti l'articolo di Bailey dice che si tratterebbe di modificare un nucleo umano inserendo geni Neanderthal (per poi farlo sviluppare nell'oocita di uno scimpanzè).
La dichiarazione in tal senso di questo professor Church mi pare un classico esempio di hybris del determinismo genetico anglosassone (in questo caso gratuito, visto che nessun comitato etico approverebbe mai l'esperimento): è verosimile che le differenze tra specie simili come umani, scimpanzè e Neanderthal siano da ricercarsi nelle sequenze non codificanti (per non parlare dell'epigenetica!), non certo nei geni... e poi, quali geni?

Quello che verrà fuori non sarà sicuramente un Homo Neanderthalensis, ma un essere umano con alcune proteine neanderthaliane e DNA mitocondriale di scimmia.
E a questo punto la questione etica non è più tanto sottile...

Se ne riparla tra una ventina d'anni, forse.

Anonimo ha detto...

mi scuso per l'errore bestiale..
Mengele, ovviamente.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Cachorro: è ovvio che sequenziamento non è la stessa cosa di clonazione; mai detto il contrario. Conviene comunque leggere le dichiarazioni originali di Church per capire bene di cosa si tratta. Fra l'altro mi pare che non si limiti a considerare le sequenze codificanti.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Anonimo: se è Mengele, allora la risposta alla tua domanda è No.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Ho aggiunto un po' di bibliografia in calce al post, per chi vuole approfondire.

Anonimo ha detto...

Ah ah, certo, certo...
D'altra parte tutti hanno visto Jurassic Park... Il risultato e' che se uno vuole creare un uomo che abbia, per esempio,l'emoglobina del Neanderthal, o il recettore per il G-CSF del Neanderthal, o p53 del Neanderthal, lo puo' fare. "Clonare" un organismo interro a partire dalla sequenza e' per ora, e per i prossimi x anni, tecnicamente impossibile.
Altrettanto realisticamente potremmo pensare di soddisfare la nostra curiosita' scientifica con una macchina del tempo....
France

Giuseppe Regalzi ha detto...

Dài, France, pensi seriamente che la probabilità sia la stessa di avere una macchina del tempo, che non sapremmo come costruire nemmeno in linea di principio, e che quasi certamente è fisicamente e logicamente impossibile? Non dico che ottenre un neandertal sia una cosa possibile oggi, e non giurerei sul fatto che sarà un giorno certamente fattibile; ma certo ammetterai che entro una quarantina d'anni se ne potrebbe benissimo parlare... Già la sola ricostruzione del genoma sarebbe stata giudicata fantascienza vent'anni fa.

Anonimo ha detto...

"This could be done, he said, by splitting the human genome into 30,000 chunks about 100,000 DNA units in length. Each chunk would be inserted into bacteria and converted to the Neanderthal equivalent by changing the few DNA units in which the two species differ. The changed lengths of DNA would then be reassembled into a full Neanderthal genome."

Il procedimento è più ambizioso e più raffinato di quanto pensassi... personalmente i miei dubbi sulla fattibilità persistono: anche tralasciando le difficoltà tecniche (su cui dovrebbe pronunciarsi qualcuno che ne sa più di me), non si prende comunque in considerazione il ruolo dell'epigenetica.

Anonimo ha detto...

Beh, una quarantina d'anni fa (1968), molte altre cose sembravano realizzabili e invece sono ben lontane dall'esserlo. Oltre a Jurassic park, abbiamo visto "2001: odissea nello spazio". Non mi risultano molti viaggi interplanetari con equipaggio umano nel 2001...
Quanto al dettaglio tecnico, ancora non siamo in grado di inserire un intero genoma "sintetico" in una cellula eucariota di un organismo unicellulare e far funzionare il tutto. Credo che Craig Vender ci stia lavorando, ma quando anche ci si riuscisse, saremmo sempre lontani dal realizzare un organismo pluricellulare. Che sia possibile lo ammetto, forse piu' della macchina del tempo (pero', mah...). Non e' detto che sia realizzabile entro breve (leggi anni).
E inoltre: non capisco perche' si dovrebbe partire dal genoma umano. Si potrebbe benissimo usare quello di uno scimpanze' e modificare quello fin dall'inizio (ci vorrebbe un po' di piu', e' vero, ma la tecnica sarebbe la stessa e senza implicazioni "legali" sul genoma di origine).
France

Giuseppe Regalzi ha detto...

I viaggi interplanetari con equipaggio umano non si sono fatti soprattutto per ragioni economiche (e del resto quando guardo le foto della sonda Cassini non è che li rimpianga poi eccessivamente). Qui non vedo lo stesso limite - anche se neppure io, come ho già detto, do per scontato che la cosa sia fattibile.

Anonimo ha detto...

BEh, allora speculazione per speculazione, perche' "clonare" uno scimpanze' va ancora bene (si puo' fare legalmente), e un Neanderthal no? Il confine invalicabile non e' individuato nella specie ma nel genere?
France

Anonimo ha detto...

"BEh, allora speculazione per speculazione, perche' "clonare" uno scimpanze' va ancora bene (si puo' fare legalmente), e un Neanderthal no?"

Bè, la sperimentazione sui primati superiori (scimpanzè, gorilla, oranghi) è soggetta nella maggior parte dei paesi a molte limitazioni per l'"umanità" (tra mille virgolette) di queste specie.

Se in futuro si riporterà in vita la specie "homo neanderthalensis" per forza di cose questi soggetti (in grado secondo gli studiosi di pensiero astratto e capacità di comunicazione) avrebbero una persona giuridica, e dunque retroattivamente la loro clonazione avrebbe le stesse riserve di quella umana (con in più le considerazioni fatte nel blog citato all'inizio).

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo anche io con Estropico.
Tra l'altro questa notizia mi ha ricordato un racconto di Asimov: The little ugly boy. Dove veniva portato nel futuro un ragazzino Neanderthal. Da leggere sicuramente. Un incubo. Povero neanderthal...

paolo de gregorio ha detto...

Dopo aver scoperto (qui) che da tempo è ormai codificata la reductio ad Hitlerum, mi chiedevo se altrettanto non sia stato fatto con la reductio ad Mengelem"
(o ... Mendelem, che è lo stesso...).

Curiosità ne avrei tanta, tantissima, ma anche il dubbio che "forse è meglio di no".

Sono comunque sulla linea Regalzi: non siamo nel campo della fantascienza più spinta stile teletrasporto, ma un pizzico più dentro i confini del realismo, per quanto puramente ipotetico e incerto.