[...] vi parlo di monnezza, tanto per cominciare. Non di quella di Napoli, né di quella di Palermo, ma di quella che nell’oceano Pacifico copre una superficie pari a circa tre volte l’Italia. Si tratta di una vera e propria discarica galleggiante aggregata dal gioco delle correnti, in larghissima scala quel che accade negli angoli delle piscine poco curate. La cosa è di certo interesse, tanto che una giornalista americana free lance propone al New York Times un reportage. Il quotidiano si dice disponibile a pubblicarlo, ma non intende coprire le spese di viaggio, una voce consistente visto che l’area interessata si trova molto oltre l’arcipelago delle Hawaii. Lindsey Hoshaw, questo il nome della giornalista, non si perde d’animo e si rivolge a Spot.Us, un’organizzazione no profit che ha lo scopo di trovare i fondi per la realizzazione di reportage su argomenti inediti, di interesse generale, ma trascurati dai poli di informazione classici. In sostanza, sono i cittadini a sostenere i progetti da loro stessi proposti o dai reporter che hanno idee irrealizzabili senza il supporto pubblico. Come nel caso della pattumiera oceanica: la Hoshaw pubblica sul sito il suo progetto e inizia la colletta. Sulla base di una sorta di listino, viene stimato il costo per la realizzazione dell’articolo. I contributi, per inciso, sono di modica entità, normalmente pari a 20 dollari. Le regole stabiliscono che nessuno può donare somme superiori al 20% della somma prestabilita, ciò al fine di scongiurare il pericolo che soggetti spinti da interessi particolari esercitino pressioni sul giornalista. Da questa regola sono escluse solo le “news organizations”, cioè gli editori locali i quali, a fronte di coperture finanziare più corpose, che possono arrivare anche al 100%, acquisiscono diritti temporanei di esclusiva. Se invece la copertura è ottenuta solo con le sottoscrizioni dei cittadini, l’articolo che viene realizzato è ceduto liberamente per la pubblicazione a chiunque ne faccia richiesta. Il regolamento prevede ovviamente diverse fattispecie volte a tutelare i sottoscrittori per i loro contributi, i reporter per il loro impegno e le organizzazioni private che dei lavori giornalistici si avvalgono. Tra le varie possibilità previste da Spot.Us è da sottolineare quella per i cittadini di collaborare con i reporter nei casi in cui la mole di lavoro o la strategia operativa richiedano il contributo di più persone.Continua: Popolo! Cosa ti interessa davvero?, di Emanuele Costanzo, FotoCult, dicembre 2009.
sabato 19 dicembre 2009
Spot.Us
Postato da Chiara Lalli alle 16:26
Etichette: Libertà di espressione, Libertà di stampa, Spot.us, Stampa
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