mercoledì 3 novembre 2010

Parto in casa

Un racconto da far venire la pelle d’oca.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Chiara, il parto in casa presenta dei rischi diversi da quello in ospedale. La posteclampsia non è, a quanto ne so, prevedibile, e ci sono altri (e rari) casi in cui essere in casa e non in ospedale può essere pericoloso, a volte anche mortale, per madre e/o neonato.
Purtroppo è vero anche il viceversa. Quando ho partorito io, in ospedale ma con la mia ostetrica di supporto che mi ha rilasciato regolare ricevuta fiscale dopo qualche giorno ho osservato che sulla tabella al nido c'era un neonato senza indicazione della camera della mamma.
Dopo ho saputo: una mamma è morta. Perché il primario di cui si fidava aveva fretta, ha tirato fuori il bimbo troppo presto e l'ha lasciata da sola a morire dissanguata (contro la legge che impone due ore di osservazione postparto).
Se fosse stata a partorire in casa sarebbe viva? Non lo so.
L'assicurazione dell'ospedale ha pagato un fracco di soldi, il primario è ancora primario e tutte le sere torna alla sua villa. E nella mia città c'e un bambino che ha un giorno meno di mio figlio e non ha mai visto la mamma.
Qualunque scelta si faccia nella vita ha conseguenze positive e negative, incluso il parto in casa. Le statistiche, purtroppo, non dicono niente sui rari casi particolari.