È da oggi in edicola il n. 31 della rivista di divulgazione scientifica darwin, che contiene fra l’altro un mio articolo, in cui faccio la storia della legislazione americana sulle staminali embrionali fino all’ordine esecutivo firmato da Obama lo scorso marzo (Giuseppe Regalzi, «La lunga battaglia delle staminali embrionali», pp. 90-95). Ecco le prime righe:
Il 9 marzo di quest’anno il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha abolito le restrizioni imposte dal suo predecessore alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Nella East Room della Casa Bianca, di fronte a un gruppo di pazienti – alcuni dei quali su sedie a rotelle – e di personalità del mondo politico e scientifico, Obama ha pronunciato un breve discorso; poi, fra gli applausi, ha firmato l’ordine esecutivo federale n. 13.505, «Rimozione degli ostacoli alla ricerca scientifica responsabile sulle cellule staminali umane», adempiendo così a una delle sue più significative promesse pre-elettorali.
Ma quanto è profonda la liberalizzazione avviata? Esistono ancora degli ostacoli alla ricerca? Come mai Obama si è appellato nel suo discorso al Congresso, affinché agisca «per fornire ulteriore sostegno a questa ricerca»? Per scoprirlo, dovremo ripercorrere gli eventi del passato; la nostra storia, in effetti, inizia negli anni ’90, prima di George W. Bush (eletto nel 2000), e prima che le cellule staminali embrionali umane fossero isolate (lo saranno nel 1998).
Il deputato Jay W. Dickey, Jr., avrebbe avuto normalmente pochi titoli per ambire a una fama duratura. Viene ancor oggi citata l’affermazione – fatta durante la campagna elettorale del 1992 – con cui escludeva l’aborto anche in casi estremi: «Penso che l’incesto debba essere trattato come una questione di famiglia all’interno della famiglia». Si ricorda anche la risposta che l’anno dopo, appena eletto, diede al mensile satirico Spy, che gli aveva chiesto in una falsa intervista cosa pensava si dovesse fare per fermare la pulizia etnica in Freedonia: Dickey accusò l’allora Presidente Bill Clinton di inazione, ignorando che Freedonia esisteva solo nella geografia immaginaria del film La guerra lampo dei fratelli Marx. E questo sarebbe tutto, se nel 1996 Dickey non avesse legato il suo nome a quello che da allora è noto come «emendamento Dickey» (o «Dickey-Wicker», dal nome di un altro deputato). […]
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