domenica 29 agosto 2010

Grazie, Riccardo Staglianò


“Il titolo sembra una provocazione, ma dovrebbe essere lo standard.
Ringraziarli è l’unica reazione possibile.
Se le le badanti e le babysitter
incrociassero le braccia l’Italia crollerebbe.
Queste persone hanno permesso e permettono alle donne italiane di essere libere.
Di lavorare. Di non essere più schiave”.

E se la servitù è sempre esistita, aggiunge Riccardo Staglianò, autore di Grazie (Chiarelettere, pp. 240, euro 14,60) prima era possibile solo per i ricchi. Ora c’è una servitù low cost. Il cambiamento sociale è profondo: quasi chiunque può avere il suo schiavo. Questo però è possibile grazie agli immigrati, privati dei diritti fondamentali e sottoposti a ritmi e condizioni di lavoro esasperanti.

Ci sono delle storie di virtuosa integrazione?
Vedelago è una di queste. È un caso di eccellenza, unico in Italia anzi in Europa, dove si ricicla il 90 percento dei rifiuti. San Francisco, che ha la reputazione di essere uno dei luoghi più ricicloni, arriva al 70 percento. Vedelago è diventato famoso di recente per la questione dell’inno di Mameli intonato dopo Va’ pensiero. Ma a Vedelago c’è una signora veneta, Carla Poli, che insieme ai suoi figli ha costruito una impresa da far invidia. In una zona leghistissima, con sistemi sofisticati e grazie alle braccia degli stranieri.
La tv svizzera ci ha fatto un documentario. L’attitudine laicissima della signora è stata vincente, non solo giusta. Adesso per la prima volta dopo 15 anni gli italiani sono venuti a bussare alla sua porta. E lei ha detto: “questo lavoro noi lo facciamo da sempre e gli italiani non si sono mai visti. Perché ora dovrei licenziare i miei uomini per assumere italiani? I miei sono stati formati e sono ottimi lavoratori. E poi magari gli italiani, passata la crisi, non ne vorranno sapere di stare tra i rifiuti!”. I suoi uomini fanno la cernita tra pvc, plastiche di vario tipo, vetro, selezionando nel mucchio di immondizia che scorre continuamente lungo un nastro. Bisogna essere precisi e veloci, chi si ferma rallenta il ciclo. Sono contenti di farlo, c’è una atmosfera splendida di rispetto e questo meccanismo virtuoso di legalità conviene anche economicamente.

Com’è possibile che ci siamo dimenticati di quanto è successo ai nostri nonni, di come venivano trattati? Com’è possibile che nessuno ricordi Pane e cioccolata?
Credo che questo Paese soffra di una specie di malattia neurodegenerativa.
Cancellare ricordi umilianti e dolorosi è anche un meccanismo psicologico e molto umano. È una strategia comprensibile, però c’è un salto ulteriore: questo accantonamento sembra diventare risentimento feroce verso chi ci ricorda come eravamo.
Stiamo compiendo una specie di bizzarra vendetta. Non tutti, naturalmente; ma pensiamo a come la Lega Nord investe e ingrassa la paura, a come trasforma il ricatto in strategia elettorale. Il vangelo del sospetto, ecco qual è il loro mantra politico.

(Continua).

Il Mucchio Selvaggio, 674, settembre 2010.

1 commento:

sergio ha detto...

Ogni volta che mi specchio mi sputo in faccio perché mi rendo conto di essere uno sporto oriundo di un buon straniero e so di non meritare di vivere