venerdì 9 settembre 2011

Francesco Agnoli perde la Bussola

È la crema (qualcuno – non io – potrebbe dire: la schiuma) dell’integralismo italiano quella che trova ospitalità nella Bussola Quotidiana, «quotidiano cattolico di opinione online». Così, per esempio, nel numero di oggi Massimo Introvigne ci spiega perché sia stata buona e giusta la censura operata dalla Rai, che ha omesso di mandare in onda l’episodio di una serie televisiva in cui veniva rappresentato un matrimonio tra omosessuali («Suore e gay, un ciclone alla RAI», 9 settembre 2011). Sempre nel numero di oggi, una vecchia conoscenza dei lettori di Bioetica, Francesco Agnoli, illustra in un articolo gli «inganni e danni collaterali» della fecondazione eterologa. Scrive Agnoli (corsivi miei):

La fecondazione eterologa prevede che una donna venda i suoi ovuli che serviranno ad un’altra al fine di concepire. […]
La prima domanda da porsi è questa: cosa accade alla venditrice? Si tratta di una vendita qualsiasi, come quella di un oggetto esterno, che non è parte della persona, o di qualcosa di profondamente diverso?

Sembra inevitabile rispondere nel secondo modo. Infatti la venditrice viene sottoposta ad una iperstimolazione ovarica particolarmente violenta, cioè viene bombardata di ormoni al fine di produrre non un ovulo, come avverrebbe in natura, ma molti di più (a seconda dell’etica e delle previsioni del medico). Sentiamo a tal proposito cosa può provocare la iperstimolazione ovarica dalle parole di un esperto come il dottor Carlo Flamigni, noto per la sua apertura alle pratiche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Flamigni, nel suo “La procreazione assistita” (il Mulino, 2002), afferma che l’iperstimolazione ovarica sulla donna, preliminare a qualsiasi operazione di PMA, è “una sindrome pericolosa persino per la vita” (p. 29), “una complicanza abbastanza pericolosa” (p. 36). Infatti “l’ovaio cresce in modo anomalo fino a raggiungere un volume pari a quello di un grosso melone. Successivamente, e soprattutto se l’iperstimolazione è grave, si forma un’ascite e compaiono raccolte di liquido nelle cavità pleuriche e nel pericardio. Il sangue si ispessisce e perde proteine e la funzionalità renale diminuisce pericolosamente. A causa di grossolane anomalie della coagulazione si possono determinare trombosi e tromboflebiti, talché esiste addirittura un rischio di vita nei casi più sfortunati” (p. 63-64).
Anche il lettore completamente all’oscuro delle tecniche di procreazione medicalmente assistita non può fare a meno di notare una stranezza in questo brano: com’è possibile venire sottoposti a una «complicanza» o a una «sindrome»? E com’è possibile definire una «complicanza» qualcosa che sarebbe «preliminare a qualsiasi operazione di PMA»?
Il fatto è che, contrariamente a quanto crede Agnoli (con molta tenacia, visto che scriveva le stesse identiche cose già anni fa: «Il rischio tumore per le donne che accedono alla fiv», Libertà e Persona, 19 luglio 2009), «preliminare a qualsiasi operazione di PMA» non è l’iperstimolazione ovarica, ma semplicemente la stimolazione ovarica; l’iperstimolazione è appunto una complicanza che può far seguito a questa procedura – per fortuna sempre più raramente: nella seconda edizione del libro citato da Agnoli (2011, p. 64), Carlo Flamigni scrive che «oggi questo tipo di complicazione sta diventando sempre più raro (0,45% in italia nel 2008), a testimonianza di un continuo miglioramento complessivo delle tecniche».
Come è stato possibile per Agnoli confondere stimolazione con iperstimolazione, visto che la distinzione è chiarissima nel libro di Flamigni che cita (e nella stragrande maggioranza dei testi di informazione elementare sull’argomento)? La risposta potrebbe stare nel fatto che nella letteratura medica si trova talvolta usata l’espressione «iperstimolazione ovarica» (o «iperstimolazione ovarica controllata») per indicare non la sindrome ma la procedura di stimolazione dell’ovulazione. È un uso disorientante, e perciò abbastanza raro, che può forse spiegare lo svarione di Agnoli – ma che comunque non lo condona: la stimolazione rimane ovviamente cosa del tutto diversa dalla complicanza, anche se qualcuno le chiama con lo stesso nome.

Un po’ più difficile spiegare con un equivoco quello che Agnoli scrive di seguito al passo citato sopra:
A ciò si può aggiungere che l’iperstimolazione in vista della PMA comporta anche un rischio tumore, ai genitali o alle mammelle, magari nel lungo periodo (“Le Scienze”, Settembre 2004).
Andiamo dunque a cercarci l’articolo delle Scienze; si tratta di «Sterili per legge», di Nora Frontali e Flavia Zucco (Le Scienze n. 433, settembre 2004, pp. 58-63). A p. 62 leggiamo (corsivi miei):
Per accertare gli effetti a lungo termine è invece necessario seguire le donne per molti anni dopo il parto. Studi simili sono stati intrapresi, ma non hanno prodotto ancora conclusioni certe: si sospetta infatti che l’intenso trattamento con ormoni a cui sono sottoposte le donne per il prelievo degli ovociti possa provocare un aumento di tumori del tratto genitale o della mammella. Uno studio su larga scala condotto in Olanda a 5-8 anni dalla gravidanza non ha però rilevato alcun aumento del rischio di cancro della mammella o dell’ovaio in donne che erano state sottoposte a FIVET, a confronto con donne subfertili che non avevano ricevuto il trattamento.
Mi astengo da qualsiasi commento, lasciando le conclusioni al lettore. Aggiungo solo che appena sopra il passo citato, le due autrici delle Scienze notano che
poiché la crioconservazione degli embrioni non è considerata ammissibile dalla nuova Legge [n. 40/2004], la donna sarà costretta [a] ripetere ogni volta il trattamento ormonale, rischiando nuovamente la sindrome da iperstimolazione ovarica e gli altri disturbi.
Si tratta della stessa legge che Agnoli magnifica per aver ridotto le complicanze... (fortunatamente, la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la drastica limitazione che la legge 40 imponeva al numero di embrioni da crioconservare ha riportato le cose a posto).
Quanto al (molto ipotetico) rischio di contrarre il cancro in seguito all’applicazione delle tecniche di PMA, l’articolo più recente in materia è tranquillizzante (anche se non chiude ovviamente la questione): B. Källén e colleghi dell’Università di Lund hanno studiato un ampio campione di donne svedesi che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro («Malignancies among women who gave birth after in vitro fertilization», Human Reproduction 26, 2011, pp. 253-58). Queste donne mostrano sì un rischio più alto di cancro rispetto alle donne del campione di controllo, specialmente per il tumore alle ovaie, ma prima di praticare la FIV; questo si spiega con il fatto che la malattia o la chemioterapia rendono spesso la donna sterile. Dopo la FIV, il rischio appare inferiore rispetto alle donne della popolazione generale che abbiano avuto un figlio, grazie soprattutto alla diminuzione del cancro al seno e alla cervice dell’utero (gli autori, prudentemente, ascrivono questo fenomeno un po’ sorprendente allo screening intensificato in queste donne, che può portare a eradicare all’esordio forme precancerose). Il rischio di cancro alle ovaie è ancora maggiore che nel campione di controllo, ma minore del rischio precedente alla FIV. Chissà se Francesco Agnoli parlerà mai di questo studio – e in quali termini...

Se la Bussola Quotidiana selezionasse con più cura gli autori, farebbe un favore ai propri lettori, e anche a se stessa. Ma non accadrà.

24 commenti:

Simone ha detto...

"non un ovulo, come avverrebbe in natura"

Che bello ho scoperto oggi che sopno "contro-natura"....ora cpaisco perche' mio fratello gemello mis ta cosi antipatico!

Luca Simonetti ha detto...

Ma perché parla di vendita di ovuli?
(Mamma mia che tristezza Introvigne...)

Giuseppe Regalzi ha detto...

Nei paesi in cui la fecondazione eterologa è ammessa viene spesso corrisposto alle donatrici un compenso, che copre le spese (p.es. le ore di lavoro perdute). Gli integralisti amano rappresentare questo compenso come un pagamento per la "vendita" degli ovociti. Va detto però che in certi posti - per esempio negli USA - il compenso eccede spesso le spese, anche ampiamente.

annarosa ha detto...

Qui si trovano molte utili informazioni sulla situazione negli Stati Uniti

http://www.eggsploitation.com/

Anonimo ha detto...

Provo a riformulare il mio commento, visto che, e me lo aspettatavo, quello di ieri non e' stato accolto e pubblicato.
L'iperstimolazione ovarica, procurata artificialmente, non e' definibile sindrome, e chi dice il contrario e' in errore. Nulla questio. Cio' non toglie tuttavia che l'iperstimolazione ovarica artificiale resta un paradosso ed un'eccezione alla regola naturale. In natura al massimo avviene il parto gemellare... tra gli esseri umani. Ergo. L'iperproduzione, non appartiene agli esseri umani, ed una ragione ci sara' pure. Ma il punto non è il gioco sull'uso errato di termini, sulla sindrome non sindrome. Il punto e' perche' ostinarsi a voler applicare alla riproduzione umana, tecniche che, non senza perplessita', rappresentano una (a mio avviso deprecabile) consolidata consuetudine negli allevamenti di alcuni animali?
francesco sirio

Giuseppe Regalzi ha detto...

La questione è tutt'altro che nominalistica: Agnoli attribuisce alla procedura normale gli effetti della sindrome, che invece sono fortunatamente piuttosto rari. Per il resto, quasi tutte le terapie mediche esistenti "sono eccezioni alla regola naturale"; le aboliamo tutte? E perché mai non si dovrebbe applicare agli esseri umani ciò che viene usato anche negli allevamenti animali?

(Se in futuro eviterai di proferire condanne, dando dello spregevole a destra e manca senza uno straccio di argomentazione, vedrai che i tuoi commenti verranno pubblicati.)

annarosa ha detto...

La questione non è "medica" perchè l'iperstimolazione, soprattutto di una donatrice, non cura nessuna patologia della persona "trattata" e la sua pericolosità (che si può desumere dal sito che ho linkato nel commento precedente e che invece viene spessissimo sottaciuta) non può essere paragonata ai rischi di effetti collaterali che si devono sopportare per curare una patologia grave. Ho curiosato su vari siti stranieri che effettuano fecondazioni eterologhe con "ovodonazione" e mai ho trovato una parola sui rischi connessi a questa pratica. Come invece testimoniano le "donatrici" americane di eggsploitation la pericolosità è tutt'altro che minima.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Certo, e quindi neppure il prelievo di un rene da un donatore è un atto medico, visto che non cura nessuna patologia della persona "trattata"...

Anonimo ha detto...

'Commento non pubblicato' purtroppo, solo dopo aver premuto invio, mi son reso conto di essere stato eccessivo, e non solo mi aspettavo che non venisse, come fortunatamente e' avvenuto pubblicato, quel commento, ma Ti diro', l'ho anche sperato. Quindi ti ringrazio, e senza ironia. Non ho mai avuto problemi ad esprimere la mia opinione contraria, (ed acnhe quello concorde :-))su questo blog, ci tengo a ribadirlo.

E passiamo al dunque.
Come ha evidenziato Annarosa, non siamo in presenza di terapia. L'iperdonatrice non effettua alcuna terapia di alcun tipo. Si sottopone a sollecitazioni farmacologiche per ottenere ulteriori ovuli disponibili a terzi. Diverso il caso di una donna che debba sottoporsi a fecondazione omologa... per effetturare la quale, e' risaputo, occorrono piu' embrioni. Si tratta di tecniche mediche, tra l'altro applicate sugli esseri umani dopo essere state largamente utilizzate in ambito veterinario, per ... senza mezzi termini, selezionare la specie.
Ora, forzo il parallelo, mi si chiede perche', cosa ci sia di male, nel 'selezionare anche la specie umana'. Il sillogismo e' forzato, lo utilizzo come binocolo, per vedere piu' da vicino, il futuro, un futuro probabile, grazie allo spregiudicato utilizzo della fivet (leggasi fe3condazione eterologa, donazione? di gameti, uteri in affitto... e via discorrendo).
E poi ci sarebbe da discutere su genitorialita ed adozione.
francesco sirio

Giuseppe Regalzi ha detto...

Per la terapia vale il mio ultimo commento. E la selezione della specie c'è per gli animali, non certo per gli esseri umani. Chiedi ai genitori di bambini nati con la FIV se desideravano selezionare la specie oppure semplicemente avere un figlio, e vedi cosa ti rispondono...

Anonimo ha detto...

Probabilmente il prelievo di un rene e', rispetto al donatore, una menomazione chirurgica volontaria, rispetto al ricevente forse un atto di terapia chirurgica. Personalmente trovo poco utilizzabile questo paragone. La donazione di un rene e' un atto in se menomante ed irreversibile... Forse assimilerei la fattispecie ad eccessive donazioni di sangue, trattandosi di cellule, come gli ovuli, soggette a produzione ripetuta. Ma non e' quello il punto.
Chiedere ad una madre by fivet se volesse selezionare la specie. Forse in Italia ancora no, ma dove e' possibile 'scegliere' se maschio o femmina, biondo bruno, e via discorrendo, gia' questo accade, laddove 'liberamente' si concepisce in provetta senza avere rispetto per i diritti fondamentali dell'individuo, e tra questi, quello di non nascere figlio naturale, e di conoscere chi lo ha messo al mondo (e poi ha intascato i 30 denari).
francesco sirio

Simone ha detto...

Ora il Sig. Sirio ci spiega come farebbe lui a selezionare la specie!
Forse ha conoscenze gentiche che tutta l´umanita' non ha???

Ad ogni modo non riesce proprio ad evitare di inventarsi una natura che non esiste oppure ad fare l´equazione sbagliata naturale= morale

paolo de gregorio ha detto...

Non riesco proprio a capire com'è che c'è chi come Francesco Sirio proprio non ci riesca a rimanere in tema. Il post parlava della stimolazione per sovraproduzione ovarica, cosa c'entrino le altre considerazioni si capisce ben poco.

Anche entrando nel merito, resta incomprensibile la logica, che di fatto suona: siccome agli animali vengono somministrati antibiotici per farli sopravvivere fino all'età in cui possono essere macellati e mangiati, allora si vietino gli antibiotici agli uomini, perché sennò un domani saranno macellati anche gli uomini.

Anonimo ha detto...

Non mi sembra che la natura abbia una morale, forse una sua logica si. La morale appartiene alla coscienza di ogni uomo, forse. La selezione implica l'eliminazione, ovvero l'omicidio, l'aborto... e difronte a questi crimini la morale, si ribella. La selezione, ovvero... l'eugenetica, implica l'intromissione dell'uomo, la manipolazione dell'uomo, l'intromissione in meccanismi delicatissimi, che possono essere strumentalizzati a fini diversi da quelli consentiti dalla morale, e per questo pericolosi.
Restando ancora in tema nel fuori tema (ma non abusero' della pazienza altrui) ricordo a me stesso che l'antibiotico non ha la finalita' della macellazione del soggetto che lo assume, ma la sua guarigione. La stimolazione ovarica della donatrice non ha alcuna finalita' curativa... La comprendo, nel caso di fecondazione 'omologa', laddove come e' noto la gravidanza protegge la donna dal tumore al seno.
francesco sirio

filippo ha detto...

Appunti.

Ricordarsi di individuare un certo numero di persone nate da fecondazione assistita eterologa e di chiedere loro cosa eventualmente avrebbero preferito, potendo scegliere: meglio non "nascere figlio naturale" oppure meglio non nascere affatto?

Simone ha detto...

@ francesco

e' lei che sostiente l´equazione naturale =morale NON io!
o meglio innaturale (falso perche l´uomo e´natura e quello che l´uomo fa e' perfettamente naturale)=immorale

Anonimo ha detto...

Restando in tema 'interviste' postume, andrebbe anche forse chiesto a tutti coloro che sono stati vittime di aborto cosa ne pensino. Quanto all'equazione spesso ho dovuto constatare che innaturale va a braccetto con immorale, bioeticamente discutibile, molto discutibile. La stimolazione ovarica, al fine donazione e' innaturale (i parti gemellari sono una eccezione e mai su ordinazione), e, se destinata al commercio/donazione di gameti, concepimenti dislocati, a mio avviso immorale, in quanto lede i fondamentali diritti dell'individuo.
ciao
francesco sirio

Marcoz ha detto...

"innaturale va a braccetto con immorale"

Si vedano, per esempio, coloro che scelgono di astenersi dal sesso vita natural durante.

Simone ha detto...

oh che bello il Sig. Sirio ha fondato una nuova bioetica: "la bioetica naturale a braccetto".
Definzione: quando non si sa argomentare una posizione invocare la natura senza definire la natura!


Complimenti e vivisssime felicitazione per la nua creatura, le auguro un futuro ricco e rigoglioso

filippo ha detto...

Errata corrige.

Ciò che lede i diritti fondamentali dell'individuo non è la fecondazione assistita (eterologa o meno), ma la proibizione della stessa.

filippo ha detto...

Appunti.

Procurarsi numero di telefono di una brava medium per sedute spiritiche scopo intervista a vittime di aborti per sapere "cosa ne pensino" (ma l'argomento non era fecondazione assistita eterologa?...).
Per immaginare invece "cosa ne pensino" quelli che tirano in ballo l'aborto ad ogni piè sospinto non è necessaria la medium: per costoro l'aborto è un crimine odioso perchè interrompe una vita. E, sottinteso, "ogni vita è degna di essere vissuta", senza eccezioni.

Senza eccezioni, manco a dirlo, tranne che per chi ha la sventura di "non nascere figlio naturale".

Anonimo ha detto...

'Senza eccezioni, manco a dirlo, tranne che per chi ha la sventura di "non nascere figlio naturale'

giusto per comprendere i tuoi appunti appuntiti....:-)

se capisco bene, lo sventurato sarebbe chi non nasce 'figlio naturale', cioe' chi ha un ordinario padre e madre che lo hanno riconosciuto? o intendi altro?
grazie.
francesco sirio

filippo ha detto...

...Per immaginare invece "cosa ne pensino" quelli che tirano in ballo l'aborto ad ogni piè sospinto non è necessaria la medium: per costoro l'aborto è un crimine odioso perchè interrompe una vita. E, sottinteso, "ogni vita è degna di essere vissuta", senza eccezioni.

Senza eccezioni, manco a dirlo, tranne che per chi ha la sventura di [nascere ritrovandosi "privo di determinati diritti fondamentali dell'individuo e tra questi, quello di] "non nascere figlio naturale".

Anonimo ha detto...

sinceramente non credo che avete capito gran che di quello che Francesco volesse dire. il succo del discorso di tutti i libri che ha scritto al riguardo è molto semplice. un individuo nato in provetta è geneticamente più debole di uno nato naturalmente perchè non avviene la selezione naturale e quindi non vince il più forte ma uno a caso, ogni donna che abortisce ha rimorsi per il resto della sua vita, e tutte le altre che prestano l'utero per la maggior parte dei casi alla fine dei 9 mesi cambia idea e vorrebbe tenersi il bambino, e per finire i bambini che vengono concepiti in questa maniera e lo vengono a sapere vorranno conoscere il loro genitore naturale, esattamente cone quelli adottati. conoscere le proprie origini è un istinto che hanno tutti.