mercoledì 22 febbraio 2006

In ricordo di Luca Coscioni


Chiedeva la libertà. La libertà di decidere della propria vita e della propria morte. Chiedeva la libertà per la ricerca scientifica, con la speranza che in un futuro non lontano ci potesse essere una cura per tutte quelle malattie oggi incurabili.
Era imprigionato in un corpo malato, ma la sua voce è sempre stata tenace. Così come l’amore per quella libertà che chiedeva.
Esiste una profonda asimmetria tra chi invoca la libertà e chi la vuole cancellare o limitare. Essere liberi significa avere la possibilità di scegliere. Su temi complessi e delicati, sui quali è impossibile arrivare ad una dimostrazione oggettiva della verità ed è molto difficile raggiungere un accordo, è bene che sia la coscienza personale a scegliere la strada da seguire. Libertà di scelta. Negare questa libertà, al contrario, significa imporre a tutti un punto di vista inevitabilmente particolare.
La libertà di decidere se morire quando l’esistenza è diventata insopportabile non obbligherà mai nessuno a scegliere l’eutanasia; l’assenza di questa libertà, invece, obbliga tutti a scegliere la sopravvivenza.

Oggi i funerali in forma civile ad Orvieto.

(foto © c.)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao Luca. e grazie.

Anonimo ha detto...

la battaglia non finisce qui.

Anonimo ha detto...

Ciao Luca, non ti dimenticheremo.