domenica 19 marzo 2006

Carlo Giovanardi chiede di cosa dovrebbe scusarsi

Vediamo: si accettano proposte.
In primo luogo direi per il cattivo gusto. Poi per la sua ignoranza della profonda differenza tra le leggi naziste e la legislazione olandese. Per averci (noi nati italiani che non la pensano come Giovanardi e combriccola) fatto vergognare.
Infine, ma non si chiude di certo qui l’elenco, per la geniale dichiarazione (Eutanasia la replica di Giovanardi: Ma di cosa dobbiamo scusarci?, la Repubblica.it, 19 marzo 2006):

Il vero problema è capire se in nome dell’Europa si debbano accettare senza diritto di critica soluzioni che colpiscono al cuore la difesa di ogni essere umano, sano o malato, ricco o povero, uomo o donna, intelligente o ritardato mentale, così come duemila anni di cristianesimo hanno radicato nella coscienza popolare.
Il diritto di critica nessuno glielo vuole togliere per carità. Ma un conto è esprimere un disaccordo, un altro è accusare un paese di essere filohitleriano. La possibilità di ricorrere all’eutanasia, d’altra parte, non intacca in alcun modo la difesa di ogni persona (sana o malata, etc.), ma costituisce soltanto una possibilità, una scelta di libertà che evidentemente Giovanardi considera paragonabile alla politica razziale nazista. Che faceva il ministro durante le lezioni di storia contemporanea? PS
La difesa delle persone è un tema che è caro non soltanto alla tradizione del cristianesimo. E lasciare alle persone la libertà di scegliere della propria esistenza è la più preziosa difesa nei loro confronti.

PPS
Hanno difeso Carlo Giovanardi e la sua assurda dichiarazione: gli esponenti del suo partito tra cui il ministro della Cultura (storia esclusa...) Rocco Buttiglione e il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

3 commenti:

Chiara Lalli ha detto...

Mi è venuto un dubbio che inserire in PPPS sarebbe stato davvero pedante: non è che il rebus è troppo difficile?

Luca ha detto...

Quando un bambino nasce handicappato è ovvio che suo padre e sua madre,

e spesso il resto della famiglia, abbiano dei momenti di dolore, di

inquetudine e di disperazione. Ciò nonostante prendersi cura degli

altri è fonte di felicità e di soddisfazione.
Essere handicappati nel corpo non vuol dire esserlo nello spirito e si

è esseri umani capaci di fare qualcosa nella vita.

Quando il malato è immerso nel coma e in lui resta soltanto il ritmo del respiro, in assenza del pensiero, se è impossibile far emergere il suo spirito dall'incoscienza, bisogna comunque tener conto della situazione. Se la sua famiglia ha i mezzi e tiene al moribondo al punto che è disposta a far qualsiasi cosa per mantenerlo in vita anche solo per un giorno, è importante provare. Se questo non darà alcun aiuto al morente, realizzerà i desideri di coloro che lo amano.
Quando non esiste alcuna speranza di ravvivare la coscienza e per giunta tale operazione sarebbe troppo costosa e metterebbe la famiglia in difficoltà o porrebbe gravi problemi ad altri, è importante congedarsi.

Non conosco la legge olandese e non mi importa nulla di Giovanardi, ma questo è quello in cui credo e che penso più giusto.

Anonimo ha detto...

Presumo che il quoziente intellettuale di Giovanardi possa spiegare, in gran parte, il perché di tali dichiarazioni.

Ovviamente, l'ignoranza di cosa fu il nazionalsocialismo (vedi "operazione T-4) è evidente. E' però anche evidente che si sta cercando ormai da anni, in Italia, di far passare il nazismo come un'aberrazione scientista e anti-cristiana, accomunandolo al comunismo, e allontanandone la matrice culturale dalla "famiglia" dei fascismi.
Perché nessuno ha il coraggio di ricordare i legami tra chiesa tedesca e nazismo? e tra fascismo e nazismo? e, quindi, tra clerico-fascismo e nazismo?