venerdì 3 marzo 2006

Le madri selvagge a proposito del referendum sulla legge 40

In occasione della pubblicazione di Madri Selvagge di Alessandra Di Pietro e Paola Tavella mi è tornata alla memoria la loro lettera sulle ragioni dell’astensionismo. Perché non andremo a votare: da femministe libertarie e di sinistra, questo era il titolo.
Chi fosse armato di pazienza e buone intenzioni può leggere (o rileggere) il testo completo. Qui basti ricordare alcune chicche.

Veniamo indotti a credere che i medici e gli scienziati siano sempre alleati benevoli del nostro desiderio e possano cancellare rischi, paure e malattie, ma l’esperienza su sessualità, contraccezione, parto e aborto ci ha insegnato che così non è. Medici e scienziati fanno di solito i loro interessi, non solo i nostri, e la procreazione medicalmente assistita è una potente chiave emotiva di un’operazione di marketing per far apparire le applicazioni dell’enorme business biotech soltanto un vantaggio e un progresso per l’umanità.
[…] ci rassegniamo temporaneamente alla legge 40 perché, sia pure attraverso un percorso che non condividiamo, è cauta quanto noi siamo caute e limita pratiche che ci inquietano.
A noi sembra che la diagnosi preimpianto rischi di portarci verso un’eugenetica che non si basa più sulla selezione dei tratti somatici (che comunque già avviene in paesi in cui è legale, come gli Stati Uniti) ma su un presunto criterio di salute ottimale e arbitrariamente deciso sulla base delle attuali conoscenze che domani potrebbero essere smentite proprio dal progresso scientifico. Anche in questo caso invochiamo cautela e vogliamo mettere al bando le illusioni di avere un figlio perfetto.
Se questa è la voce femminista libertaria e di sinistra, che dio ci scampi dall’ascoltarne una maschilista codina e di destra...

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