Scienza & Vita emette un altro comunicato su Eluana Englaro.
“No alla prima esecuzione capitale della storia Repubblicana italiana. No alla sentenza di morte pronunciata da alcuni giudici italiani contro Eluana Englaro”.Le affermazioni insensate sono quelle di sempre, ormai sono familiari (morte naturale, condanna a morte). Ma i toni si alzano, diventano più violenti e hanno la pretesa di essere condivisi.
In queste ore si può consumare un terribile dramma che potrebbe restare come una macchia indelebile sulla coscienza di tutto un popolo, quello italiano, che in tante occasioni ha invece manifestato un amore senza confini per la vita umana in ogni sua fase, dal concepimento e fino alla morte naturale. Fermare la mano di chi si appresta a togliere la vita dando attuazione alla sentenza di un tribunale – peraltro sostenuta da alcuni settori minoritari dell’opinione pubblica e della medicina – è a questo punto un dovere insopprimibile per tutte le coscienze libere di questo Paese. E lo pretende il rispetto delle stesse leggi italiane che non ammettono l’eutanasia, tale essendo ciò che si sta per commettere.
Per questo ci rivolgiamo a tutta l’opinione pubblica, ai mondi della cultura e della scienza, del diritto e dell’economia, dell’informazione e del sociale perché con noi, e accanto a noi, sappiano pronunciare un grande “Sì” alla vita e un “No” insuperabile alla condanna a morte di Eluana.
Troppe volte abbiamo commentato quanto scritto da S&V e sarebbe noioso farlo per l’ennesima volta.
Però ci tengo a non essere inclusa in questa ipocrita indignazione (e dubito che tutto il popolo italiano la pensi in questo modo). Tuttavia sono sicura su quanto penso io: vorrà dire che sarò in uno di quei settori minoritari. Pazienza. Come si dice? Meglio soli che male accompagnati.
16 commenti:
Ho pensato molto in questi giorni al povero Beppino Englaro, alla pressione enorme a cui deve essere sottoposto a a cui sempre più col passare dei giorni lo sottoporranno... Perchè questi sono davvero capaci di tutto, e faranno tutto ciò che è in loro potere, e di potere ne hanno molto, per imporre ancora una volta, ora e sempre e per sempre, il loro volore sul volore che altri hanno disposto relativamente a sè... Ho paura che non sia ancora detta l'ultima parola, e che sul corpo di Eluana ancora molti vorranno combattere la loro furibonda battaglia contra la libertà dell'individuo di disporre autonomamente di sè.
È anche la mia paura, Augie. I prossimi saranno giorni terribili.
la vita umana in ogni sua fase, dal concepimento e fino alla morte naturale
Il mantra in assoluto più idiota, più nauseante, più stolidamente ripetuto in questi anni di clericalismo galoppante.
E' stupendo quanto parlino sempre di "fino alla morte naturale", non rendendosi conto, che se ci ragioniamo bene, la morte naturale di Eluana sarebbe già giunta da un bel pezzo, e che se è ancora "viva" è perché è sottoposta a tecniche artificiali che la tengono artificialmente in vita, in profondo contrasto con tutta quella "naturalità" che loro vorrebbero per la sua morte
Toh! Uno(a) che la pensa come me! Ottimo personline!
Ma si potrebbe andare ancora avanti nel ragionamento....
Questo dell'eutanasia è davvero un tema ove si può osservare "l'uomo che si fa Dio"....
Avremmo una persona deceduta, ma, cosa facciamo? Gli attacchiamo la macchina e la facciamo sopravvivere.
Dunque se la sua vita era nelle mani di Dio, adesso non più, adesso è nelle mani dei medici, della macchina, della morale, ecc.
Qui l'uomo dovrebbe imparare quanto è difficile essere DIO!!! Qui l'uomo dovrebbe imparare che è facile fare del "bene" facile...ma aver tolto Eluana dalle mani del suo destino, significa assumersi una responsabilità enorme!!
Chi ci toglierà le castagne dal fuoco?
Anti-moderno.
Esistono ancora delle foreste vergini in cui rifugiarsi, girando nudi e nutrendosi di lombrichi e dei soli frutti spontanei della terra, anziché venir qui a tediarci con stupidaggini antimoderne per mezzo di modernissime diavolerie informatiche.
Il problema, allora, è nella rianimazione che ogni "118" fa qualora ci sia una persona che subisce un grave trauma? Sarebbe da vietare una pratica che, di solito, salva molte persone e le restituisce alla loro vita? Questo perchè, talvolta, la vita a cui ritornano non è la stessa di prima? E con quale criterio scientifico?
e figurati se non ci gragnuolava in a' capa il commento di annarosa...
abbia alemeno un po' di buon senso e ci risparmi il richiamo ai "criteri scientifici", che nel mezzo di una frase sua ci stanno come la zuppa di fave a colazione...
Caspita, augie
come sei sensibile! Ho detto cose tanto dogmatiche? Me ne fai l'analisi, ti dispiace? Perchè, sai, vorrei migliorarmi e i tuoi consigli potrebbero essermi preziosi.. Se ho il permesso di intervenire, naturalmente!
Dopo i moniti e gli altolà che cosa propone di fare, Scienza & Vita?
Possono forse far tornare Eluana quel che era? Renderle i 16 anni di vita passati nel limbo, artificialmente viva?
Davvero credono che vi sia dignità in quello stato senza nome, senza emozioni, sentimenti o coscienza, senza nemmeno la capacità di porre una fine?
Non mi sembra che ci sia niente di "nazista" nel voler morire dignitosamente. Molto più "nazista" o ma anche oscurantista è l'accanimento alla "vita a tutti i vosti". Imposto dall'esterno a chi non ha chiesto salvatori d'anime...
E poi davvero la Chiesa ha sempre difeso la vita dal "concepimento" (ma se fino a qualche secolo fa addirittura si discuteva su quando l'anima "entrasse" nell'embrione!) alla "morte naturale"? L'ha fatto anche quando "streghe", ebrei ed eretici venivano allegramente arsi sul rogo???
Una donna indignata
Premesso che, riguardo a questo "caso", sono interamente dalla parte del padre di Eluana; tuttavia, io starei attento a tirare in ballo il concetto di natura contra artificilità, perché, secondo me, tutto è Natura, anche l'artificio della Tecnica che consente a degli esseri umani di "vivere" attaccati a una spina. Ma forse mi sbaglio: chiedo lumi.
"Davvero credono che vi sia dignità in quello stato senza nome, senza emozioni, sentimenti o coscienza, senza nemmeno la capacità di porre una fine?"
Faccio rispondere a un malato di SLA: "Ipotizzare che determinate condizioni di salute o di disabilità possano non essere compatibili con una vita degna di essere vissuta è una concezione che definirei da benpensanti, e che personalmente mi offende. Lo pensavo anch’io, nel mio banalissimo percorso di vita: da uomo sano non ipotizzavo che la totale dipendenza dagli altri potesse essere conciliabile con la dignità della vita. Invece è così."
per leggere tutta l'intervista al dott.Melazzini, oncologo e malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica:
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=3652
Continua a incontrarsi gente convinta che violentare il linguaggio dimostri un concetto. E l'ipotenusa, assassinando il cateto, lo sottrasse al suo angolo naturale, e così per la prima volta nella storia repubblicana italiana il teorema di Pitagora - peraltro sostenuto da alcuni settori minoritari dell’opinione pubblica e della matematica - è stato invalidato.
Annarosa, premesso che SLA e stato vegetativo persistente sono cose ben diverse, nessuno vuole imporre una diversa visione della vita a te e al dottor Melazzini, voi cercate di non imporre la vostra a tutto il resto del mondo. Ci sono persone che per se stesse hanno una diversa concezione di qual tipo di vita sia accettabile e dignitosa: il loro punto di vista è meno degno di rispetto di quello di Melazzini?
Ci si arrampica sugli specchi pur di non ammettere che in realtà il concetto fondamentale è che l'individuo, per voi, non dovrebbe essere libero di scegliere cosa sia meglio per sé, bensì adeguarsi ai diktat della maggioranza. (A patto che la maggioranza la pensi "nel modo giusto", ovviamente: ché altrimenti l'individuo dovrebbe adeguarsi ai diktat di una minoranza...)
Magar
annarosa, che vorresti dire?
C'è chi crede che sia degna e chi no... e nessuno può farci niente, ed è stupendo che sia così. Ci sono persone che credono che non sia degna e pertanto preferirebbero morire piuttosto che subire un certo trattamento, altre invece no.
E' una questione di rispettare la volontà e il punto di vista altrui... Soprattutto la seconda...
Non a caso le persone che cercano in tutti i modi di dire che staccare la spina non sarebbe lecito con nessuno, sono le stesse che continuano ad affannarsi per contrastare il punto di vista degli altri...
Il fatto che alcuni siano qui a commentare e difendere la volontà di Eluana, perché alla fine è questo che stanno facendo... Non vuol dire che in SVP si farebbero "staccare la spina".
Io, per esempio, rispetto la volontà espressa da Eluana, ma mi trovassi al suo posto, preferirei essere tenuto in vita.
E sì, segnatevelo pure. Semmai non dovessi essere cosciente sono sicuro di voler essere tenuto in vita.
x annarosa:
"Sarebbe da vietare una pratica che, di solito, salva molte persone e le restituisce alla loro vita?"
no, ma a cosa serve una risposta giusta se la domanda e' sbagliata? perche non chiedi invece: "possiamo permettere a chi non la desidera di evitare una pratica che di solito salva molte persone e le restituisce alla loro vita?"
Posta un commento