Nell’ottobre 2007 la Regione Toscana lancia una campagna contro le discriminazioni sessuali. Il testimonial è un neonato dormiente, o meglio la sua manina in primo piano e parte del suo volto in secondo piano. Al polso ha la fascetta destinata al nome su cui è scritto “homosexual”. Il messaggio è che le persone non dovrebbero essere discriminate in base al loro orientamento sessuale.
Nonostante il lodevole intento (ma forse non lodevole per tutti) la campagna ha scatenato critiche feroci, in nome del rispetto del neonato in questione che sarebbe stato strumentalizzato. E strumentalizzare i bambini non è bene. Qualcuno è arrivato addirittura a intimare alla Regione Toscana di ritirare la campagna.
Già al tempo era difficile non accorgersi che il punto dolente e il vero oggetto delle furibonde polemiche non era la “strumentalizzazione” del bambino, ma la ragione della campagna. Non il ricorso ad un neonato (varie pubblicità con bambini protagonisti erano state peraltro digerite senza reagire), ma il suo orientamento sessuale e, soprattutto, l’affermazione che questo non è rilevante ai fini dei diritti e del rispetto. Già al tempo, insomma, era evidente che i benpensanti non gradivano una battaglia contro le discriminazioni, affezionati come sono al tradizionalismo omofobo e beghino.
Oggi è forse doveroso riandare con la memoria a quelle scomposte reazioni quando, passeggiando per le strade, ci si imbatte in bambini utilizzati per promuovere una corrente politica: l’estremo centro. Perché nessuno di quegli zelanti protettori di minori ha condannato il loro uso? L’intento, poi, sembrerebbe anche meno rilevante e molto più egoistico: ottenere quanti più voti possibile, per essere eletti alle prossime consultazioni, mentre il neonato “homosexual” era stato utilizzato per una battaglia di giustizia e di uguaglianza. Un mero interesse personale contro una battaglia di principio.
Il silenzio può forse essere spiegato solo dalla memoria corta che affligge l’uomo moderno? Da sbadataggine? Oppure da imprevedibili meccanismi umorali? Magari sono distratti dal mistero: che diavolo sarà mai un “estremo centro”?
(DNews, 7 maggio 2009)
giovedì 7 maggio 2009
Le foto dei neonati e il grande mistero de “l’estremo centro”
Postato da Chiara Lalli alle 07:55
Etichette: Centro, Diritti degli omosessuali, Discriminazione, DNews, Esteremo centro, Omofobia, Omosessualità, Pier Ferdinando Casini, Udc
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9 commenti:
Riuscire a essere coerenti, oggigiorno, non è semplice. Per alcuni la difficoltà è insormontabile. Bisogna capirli.
"Estremo centro"? Spero che abbia a che fare con l'attitudine e, soprattutto, il destino dell'asino di Buridano.
Un saluto
Più che di strumentalizzazione dei bambini, questi sono casi di strumentalizzazione della strumentalizzazione dei bambini.
l'espressione "estremo centro" la trovo perfetta, per descrivere l'ala cattolica oltranzista in politica.
Per lo stesso motivo che rende strumentale portare i bambini a un pride ma rende nobile e assolutamente non indottrinante portarli al family day.
Attenta Chiara, per un post del genere potrei chiedere la tua mano.
A me estremo centro evoca un concetto, diciamo così, molto più volgare. Sarò forse relativista e incattivita.
Leilani, lo scenario del family day completa il quadro, grazie.
Anellidifumo, onorata. A condizione che si celebri a San Pietro.
Forse Chiara perchè i bimbi fotografati con Casini sono i suoi. E non voglio aggiungere 'da due donne diverse' perchè sennò c'è sempre qualcuno che alza il ditino tacciando di moralismo...
Bene, mi fai tornare nella chiesa dove fui battezzato. Ma temo che da successivamente sbattezzato la cosa sia un po' difficile. :-)
Mi dispiace infierire su tanto apparente romanticismo, ma pare evidente che qualunque cosa voi due voleste fare la fareste per mero egoismo.
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