La pièce teatrale Sul concetto di volto nel Figlio di Dio di Romeo Castellucci (in programmazione da oggi e fino al 28 gennaio al Teatro Parenti di Milano) ha causato nei giorni scorsi prese di posizione rabbiose da parte degli integralisti cattolici, che accusano l’opera di blasfemia – naturalmente senza averla mai vista: il lancio di escrementi contro una gigantografia del volto di Cristo, di cui si parla, esiste a quanto pare solo nell’immaginazione sovreccitata di questi fanatici.
Fra le poche voci cattoliche a non farsi travolgere dall’odio cieco va annoverata quella – certo non sospettabile di sudditanza nei confronti del mondo laico – di Antonio Socci, che in alcuni articoli (del 20 e del 22 gennaio) ha difeso il regista dalle accuse piovutegli addosso. In un post apparso oggi Socci ci aiuta a capire cosa può aver causato questo assalto inconsulto («La mia risposta sul “caso Castellucci” (con un invito ad andare a leggere sul sito della Chiesa francese)», Lo Straniero, 24 gennaio 2012):
Ci sono cattolici ragionevoli e seriamente preoccupati che hanno scritto sul “caso Castellucci” e pure che hanno inviato mail a me. Con costoro credo si possa convenire che c’è stato un colossale malinteso: in quella pièce teatrale non c’è nessun lancio di escrementi sacrilego.Credo che Socci colga nel segno: è un profondo bisogno di odiare che muove queste persone, che si autogiustificano dipingendosi come vittime. Aggiungo solo due notazioni personali. La prima riguarda l’incredibile accostamento, compiuto da molti integralisti, di un episodio come questo alle stragi dei cristiani avvenute in altre parti del mondo: tutto viene accomunato sotto l’unica etichetta di «cristianofobia», spettacolo teatrale e morti ammazzati, col risultato di banalizzare le sofferenze di quello che dovrebbe essere il proprio stesso popolo (vengono in mente i Haredim israeliani, fondamentalisti ebrei che protestando alcune settimane fa per alcuni pretesi affronti subiti si paragonavano alle vittime dell’Olocausto).
Secondo me dovrebbe bastare questo a mettere fine alla bagarre.
Ma ci sono anche alcuni fanatici, che in certi casi sembrano francamente confusi dall’astio, talora dall’odio, e che mi scrivono insulti (complimenti: che bel cristianesimo!).
Costoro sembrano quasi dispiaciuti dalla scoperta che nella pièce di Castellucci non c’è nessun lancio di escrementi sull’immagine di Cristo di Antonello da Messina.
Non se ne danno pace, sembrano smaniare perché quel “lancio” ci sia e siccome hanno bisogno di un Nemico da “bruciare” per avere un’identità (mentre la vera identità cristiana non si fonda su un Nemico, ma su un avvenimento, un avvenimento di misericordia), non riconoscono di essersi sbagliati chiedendo scusa.
Tanto meno tacciono, mettendo fine alla baraonda. No.
Cercano altri pretesti per “bruciare” il Nemico, demonizzato addirittura fino a essere chiamato “satanista”.
Io credo che sia questa la vera caricatura del cristianesimo. Una caricatura grottesca, mostruosa. Proprio una eventuale corsa dietro ai fondamentalismi di altre religioni – questa sì, davvero – rischierebbe di sporcare il Volto santo di Gesù.
Seconda notazione: non sottovaluterei, in episodi come questi, il tentativo di alcuni personaggi di accreditarsi di fronte alla comunità integralista come «puri» e inflessibili. La tardiva condanna dello spettacolo che le gerarchie vaticane hanno emesso suona come il tentativo un po’ maldestro dell’istituzione di non farsi scavalcare «a destra» da gruppi pericolosamente vicini agli ambienti ultra-tradizionalisti dei lefebvriani.
Personalmente difenderei il diritto del regista Romeo Castellucci alla libertà di espressione anche se il suo spettacolo fosse stato effettivamente e convintamente blasfemo. Dubito assai che Socci possa giungere a questo; ma gli va dato comunque atto di saper stare qualche volta dalla parte giusta, fuori dai condizionamenti comunitari e istituzionali.
5 commenti:
"la vera identità cristiana non si fonda su un Nemico"
Io mi domando di quale cristianesimo Socci stia parlando
Hai ragione Simone!
E' Gesù stesso ad affermarlo nei Vangeli: "Chi non è con me, è contro di me". Quindi o sei cristiano (tifoso di Gesù) o sei nemico dei cristiani.
Socci in questa occasione assomiglia ad un furbetto che prima tirava pietre (con i suoi scritti ha contribuito molto a rafforzare la percezione dei cristiani di essere minacciati dal Nemico, laico o mussulmano che fosse) ma ora... nasconde la mano!
Comunque per chi tira merda in faccia a un Dio è prevista la condanna a bruciare per l'eternità tra le fiamme dell'inferno: mi sembra una punizione sufficiente, quindi che bisogno c'è di rompere il c...
A Simone e "Anonimo":
Gesù disse anche "ama il tuo nemico" (si potrebbe fare una scaletta di detti contrapposti attribuiti a Gesù nei Vangeli)personalmente credo che Gesù disconosca come suoi seguaci persone che sanno solo odiare e calunniare, che non hanno un briciolo di carità nella loro anima nera, che credono che razzismmo, omofobia e intolleranza siano valori "CRISTIANI". il vero Gesù avrebbe molto più schifo di questa gente di quanto ne avrebbe per una piece teatrale, anche se di gusto discutibile. Assimilare poi la critica e la satira a oersecuzioni violente di cui sono vittima cristiani in paesi islamici e in India, è semplicemente un insulto a quelle vittime.La religionenon è l'origine del male, ma il male la trova utilissima.
Non la penso come Giuseppe. Per la mia esperienza concreta trovo difficile, raro che l'arte possa accrescersi superata la soglia del liquame. Sono anzi fermamente convinto che a guazzare nella melma si finisca per assumerne le caratteristiche. Un tempo andava di moda, rectius si era maturi, nello scherzare con i fanti.... e lasciar stare i santi. Non ho visto il lavoro di Castellucci,non so se sia il suo caso, ma trovo deprimente che pur di vendere si debba svendere di tutto.
Ciao
francesco sirio
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