martedì 28 agosto 2007

L’aborto ‘selettivo’

Cosa pensa la senatrice Paola Binetti del caso dell’ospedale San Paolo, dove è stata abortito per errore un feto sano al posto di uno affetto da trisomia 21 (che dà luogo alla sindrome di Down)? Ne pensa qualcosa di strano («“Questa è eugenetica. Arrivato il momento di rivedere la 194”», Corriere della Sera, 27 agosto 2007, pp. 8-9):

In questo caso, poi, aggiungerei subito come premessa che quello che è stato praticato al San Paolo non è un aborto terapeutico ma un aborto eugenetico. Sì, insomma, si è voluto appositamente uccidere il feto malato e salvare quello sano. Quello che non ha funzionato è proprio la selezione.
Il ragionamento della senatrice sembrerebbe essere questo: ci sono due feti; visto che uno è sano, si rigetta l’altro, perché giudicato di qualità ‘inferiore’. Questo spiegherebbe perché la Binetti si affanni a distinguere «questo caso» dagli altri, l’«aborto eugenetico» («quello che è stato praticato al San Paolo») dall’«aborto terapeutico». E del resto anche Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, trova qui qualcosa di speciale (Simona Ravizza, «Aborto selettivo: bufera sull’ospedale», Corriere della Sera, ibidem):
L’aborto eugenetico apparentemente non è consentito, ma oramai viene accettata l’idea che ci possano essere discriminazioni tra esseri umani. La selezione embrionale aggiunge ingiustizia a ingiustizia.
Su linee analoghe si muove Lucetta Scaraffia, che su Avvenire di oggi rispolvera persino la balla della Svezia immune dall’aborto dei feti down («Se il senso morale si è atrofizzato», 28 agosto, p. 1).
Ma naturalmente le cose non stanno così. Nel caso del San Paolo, la scelta della madre non è certo dipesa dal numero dei feti: ce ne fosse stato uno solo, affetto dalla trisomia, sarebbe stato ugualmente abortito (non è una illazione: dopo l’aborto del feto sano è stato abortito anche quello malato). Non siamo dunque di fronte a una «selezione»; né la motivazione di questa scelta è la ricerca di una indefinita (e indefinibile) perfezione, ma più semplicemente il desiderio umanissimo di avere un figlio sano, di non consumare con sacrifici enormi la propria esistenza dietro un bambino che non sarà assistito da Binetti Casini e Scaraffia, ma dai suoi genitori. Ci troviamo insomma – checché se ne dica – nell’ambito previsto dalla legge 194 (art. 6):
L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata: […] b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Il caso del San Paolo rientra dunque – al di là dell’errore deprecabile – nella legalità, ed è inoltre moralmente legittimo (a 18 settimane un feto non è certo ancora una persona).

Di fronte al ripetersi sempre più frequente di attacchi al diritto all’aborto è forse giunto il momento di lanciare un monito agli apprendisti stregoni: uno Stato che neghi o significativamente intralci l’autodeterminazione dei propri cittadini, e che in particolare non riconosca la signoria piena e incontrastata di una donna sul proprio corpo e sulle proprie scelte di vita, costringendola anzi al ruolo di incubatrice naturale solo perché qualche superstizioso possa poi ricavare edificazione morale dalla contemplazione di bambini malati, è uno Stato autoritario, che si rende autore di una aggressione nei confronti dei propri soggetti. Uno Stato come questo è uno Stato illegittimo, contro il quale la resistenza – in qualsiasi forma – diventa non solo ammissibile ma doverosa. Sapienti sat.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Avendo trovato davvero interessante il pezzo sull'aborto selettivo che avete pubblicato questa mattina, vi invitiamo a visitare anche la nostra pagina web: www.loccidentale.it
In home page ci sono articoli sul tema dell'eugenetica e sulla legge 194, che potrebbero interessarvi...
La redazione

Anonimo ha detto...

"a 18 mesi un feto non è certo ancora una persona"? :)

Giuseppe Regalzi ha detto...

Ooops! Correggo subito. Grazie!

Anonimo ha detto...

"…la resistenza – in qualsiasi forma…"
Ma… qualsiasi qualsiasi?

Giuseppe Regalzi ha detto...

Qualsiasi.

Anonimo ha detto...

Mmm… questo significa che devo tener pronto lo zaino, corredato di kit di sopravvivenza, per lunghe pemanenze in montagna.
Nel frattempo aumento gli esercizi ai pesi.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Bravo. Estote parati. ;-)

Anonimo ha detto...

Chiederei delucidazioni giuridiche sull'espressione "diritto d'aborto".
Grazie

Giuseppe Regalzi ha detto...

Annarosa, cosa intendi per "delucidazioni giuridiche"? La legge 194/1978 la conosci, e quella fornisce tutte le basi giuridiche, in Italia, per definire un diritto all'aborto. Per le basi pre- o meta-giuridiche ti consiglio vivamente Luigi Ferrajoli, "La questione dell'embrione tra diritto e morale", Notizie di Politeia, n. 65, 2002, pp. 151-66.

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe, anch'io sono contrario alla criminalizzazione dell'aborto e ritengo che la 194 vada difesa, ma non mi sono piaciuti i toni che hai usato nel finale del tuo post. Uno Stato che vietasse l'aborto (come l'Italia prima del 1978) avrebbe delle leggi sbagliate da cambiare con i mezzi consentiti dalla demcorazia. Ma non sarebbe una tirannia da combattere con qualsiasi mezzo. Se no si arriva a giustificare le Br... O magari, sul versante opposto, gli integralisti americani che sparano ai ginecologi abortisti. La causa dell'eugenetica laica ha bisgono di ragionamenti pacati, non di proclami bellicosi.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Epicuro: ok, posso aver esagerato. Ma come definiamo una tirannide? Solo come un regime a partito unico? Oppure allarghiamo il concetto anche agli Stati che violano diritti umani fondamentali? Tieni presente che su queste questioni la democrazia italiana già si è dimostrata ballerina, con un referendum perso solo perché la minoranza si è aggiudicata anche le astensioni; cosa succede se gli sforzi democratici per cambiare una futura legge contro l'aborto si infrangono su un ostacolo analogo (e su un duopolio politico più interessato ai voleri del Vaticano che a quelli della maggioranza del paese)?

Il paragone con l'Italia del 1978 regge fino a un certo punto: il clima era molto diverso, e ammetterai che rinunciare a conquiste civili fondamentali brucia molto di più che attendere con fiducia che le stesse conquiste siano fatte per la prima volta.

Le BR c'entrano molto poco con questo discorso (perché non tirare in ballo piuttosto i rivoluzionari americani o la Repubblica Romana del '49?); quanto agli assassini anti-abortisti, sono appunto l'esempio estremo di chi vuole imporre le proprie idee agli altri, non di chi non vuole che gli altri gli impongano le loro idee.

Per concludere: immagina che la tua donna si trovi in pericolo di vita per una gravidanza, ma che un regime clericale le imponga di non abortire, e che mentre tentate di andare all'estero veniate bloccati dalle guardie per impedire che si consumi il "delitto". Tu cosa fai per tentare di salvarla? E se le cose vanno male, cosa fai per vendicarla e per impedire che la stessa cosa capiti a qualcun'altra?

Anonimo ha detto...

La legge 194 permette l'aborto ma non ne fa un diritto: ci sono sentenze di vari gradi di giudizio che confutano il fatto che esista un "diritto" all'aborto. La 194 è nata dall'intenzione di proteggere le donne dai danni dell'aborto clandestino visto, comunque, come un atto in cui, tra il diritto alla vita del figlio e quello alla salute della madre, prevale quest'ultimo. Non esiste, in Italia, il "diritto" d'aborto. I fatti di Careggi e Milano (punte di un iceberg di eugenetica ormai di prassi) dimostrano la degenerazione di un pensiero che, partendo dalla legittimazione dell'aborto come "legittima difesa" lo ha fatto diventare, nei fatti, un "diritto" della madre di decidere della vita del figlio anche senza la necessità di alcuna motivazione. E che la vita di una bambina Down vale meno di quella di sua sorella sana.

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe, innanzitutto faccio ammenda per aver usato il termine "eugenetica" al posto di "bioetica" (qualche bigotto penserà che si tratta di un lapsus freudiano). Per il resto credo anch'io che una legge antiabortista sarebbe una iattura, ma il caso limite che tu mi proponi credo potesse valere solo per la Romania di Ceausescu. In realtà neanche nell'Italia clericalizzata di oggi potrebbe passare una legge che vieti l'aborto anche in caso di pericolo di vita per la donna. E poi non so se sia corretto chiamare in causa chi è interessato direttamente e personalmente a una situazione, perché allora i genitori di un ragazzino abusato non esiterebbero a chiedere la pena di morte per il pedofilo. E magari a farsi giustizia da soli se viene assolto per un errore giudiziario. L'ideologia da "giustiziere della notte" meglio lasciarla ai Borghezio e compagnia.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Caro Epicuro, tu però insisti a trovare paragoni derogatori. Prima i terroristi, poi il giustiziere della notte... (quando ho scritto "per impedire che la stessa cosa capiti a qualcun'altra" mi sembrava di aver escluso un'azione puramente individuale; forse non era molto chiaro, lo ammetto). Vabbeh che questa non è più l'epoca delle rivoluzioni o delle insurrezioni, ma visto che l'orologio della storia sembra correre all'indietro, non vedo bene perché non possa venire nuovamente il tempo di un'azione collettiva non troppo pacifista. Sic semper tyrannis!

Anonimo ha detto...

"non vedo bene perché non possa venire nuovamente il tempo di un'azione collettiva non troppo pacifista". Finalmente qualcuno comincia a tirare fuori gli attributi!!! Io sono in carrozzina e non posso fare granchè ma continuerò a leggervi e a publiccizarvi come posso tra i compagni della mia città (anche se di provincia non è che siamo pochi!). Spero che non ci sia bisogno di arrivare a "qualsiasi" cosa ma una lezione ai pretacci bisogna darliela!

Cosimo

Anonimo ha detto...

" lo ha fatto diventare, nei fatti, un "diritto" della madre di decidere della vita del figlio anche senza la necessità di alcuna motivazione."

NOn è vero che non ci fosse motivazione. La bambina presentava delle anomalie cromsomiche, e rientrava in una delle possibilità offerte dalla legge 194.Ovvero, la possibilità che il feto fosse malato.E che potesse influire negativamente sulla donna.

NOn so voi, ma a me questa insistenza, questa fissazione sull'aborto, questo ricorrere ad ogni occasione per mistificarne gli scopi per rimetterlo in discussione, sta cominciando ad innervosirmi. Stà gente mi sembra capace di tutto.

Anonimo ha detto...

concesso il diritto, inalienabile, della donna di disporre del proprio corpo, mi chiedo se sia morale abortire un feto affetto dalla sindrome di Down. Ma tutto ciò rientra nelle scelte e moralità personali.

Anonimo ha detto...

a mj

Non so che dramma possa portare la nascita di un bambino Down nella vita di una donna ma non credo sarebbe stato peggio di quello che questa donna avrà da questa terribile doppia tragedia.

"'sta gente" si preoccupa della vita di bambini doppiamente indifesi perchè, oltre che piccoli anche handicappati.

Anonimo ha detto...

Per "sta gente" invece la vita delle donne che, ai bei tempi dell'ipocrisia cattolica tradotta in legge di stato, finivano nelle mani delle mammane, non costituiva motivo di alcuna preoccupazione...

Anonimo ha detto...

" Non so che dramma possa portare la nascita di un bambino Down nella vita di una donna "

Non " sai", Annarosa. Ecco, appunto.NOn sei tu che lo decidi, è la donna che dovrebbe portare avanti la gravidanza che lo decide. So che questa autonomia della donna dà fastidio, ma temo che vi dovrete rassegnare.A meno di non voler istituire dei sorveglanti delle donne in gravidanza.

Anonimo ha detto...

la legge 194 parla di aborto terapeutico e non di aborto selettivo!!!!!!!

Giuseppe Regalzi ha detto...

Anonimo, prima di commentare bisognerebbe almeno aver letto il post...

ARI ha detto...

questo post mi ha semplicemente disgustata..se a 18 anni un feto non è ancora una persona,è però vita,è diventerà una persona...solo che,purtroppo x lui,a 18 settimane è indifeso..e se tutti i feti fossero capitati in mano a persone che la pensano come te oggi il genere umano sarebbe estinto...fai tu..

Giuseppe Regalzi ha detto...

Il rispetto si deve alle persone, non a ciò che "è vivo" e "diventerà persona". Con lo stesso ragionamento si potrebbe dire che, siccome un bambino di sei anni diventerà maggiorenne, ha già adesso il diritto di voto.

Quanto all'estinzione del genere umano: tu riconosci il diritto alla vita di ovociti e spermatozoi? Suppongo di no; eppure, sono indispensabili per fare un essere umano. E allora, cosa risponderesti se arrivasse qualcuno a dire che quello che dici è disgustoso, che ogni spermatozoo è sacro, e che se tutti ragionassero come te il genere umano sarebbe già estinto?

Anonimo ha detto...

http://www.dshs.state.tx.us/wrtk/graphics/18-weeks.jpg

Non è una persona? Non è un essere umano? Probabilmente non avrà ancora l'età per rispondere alle quello che hai scritto nel tuo articolo, ma stai sicuro, questa è una persona. E secondo molti medici, anche abortisti, sarebbe abbastanza "persona" per sentire dolore mentre lo aspirano dall'utero della madre. Ci sono i preservativi, ci sono le adozioni, cerchiamo di evitare se possibile l'aborto, che non è una straordinaria conquista come dici tu, ma un vero e proprio dramma..

Anonimo ha detto...

Vorrei solo dire una cosa: chi curerà e porterà avanti con la migliore decenza e dignità la vita di un essere umano portatore di handicap gravi??.. io ho avuto una gravidanza gemellare, una delle mie due gemelle era affetta da sindrome di Edwards (trisomia 18) rarissima e incompatibile con la vita.. Avevamo preso in seria considerazione l'aborto selettivo..abbiamo rinunciato per i rischi che potenzialmente poteva correre la gemella sana.. Sono nate entrambe, e la mia bimba "malata" è vissuta 3 mesi senza speranze alcune..e se fosse vissuta di più (come poteva anche succedere...) non sto a raccontarvi quale sarebbe stata la sua vita e la nostra.. Prima di parlare e riempirsi la bocca..ci dovremmo passare in prima persona..