Il Papa: «Marxismo e illuminismo. Ecco le speranze terrene fallite», titola Il Corriere della Sera (ma non è certo colpa sua, riporta solo le parole del papa, appunto; magari troppo acriticamente, ma è il papa che parla e sembra che in troppi cavalchino gli agomenti di autorità. Che tipo di autorità abbia il papa, forse, è un’altra storia) ispirandosi alla enciclica Spe Salvi, che pare essere di 77 pagine e mi perdonerete se non me la leggo per intero.
Basti scorrere qualche estratto del pezzo suddetto:
L’uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza perché un mondo che si fa giustizia da solo è un mondo senza speranza (il corsivo è quanto dichiarato da Benedetto).
E ancora:
La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana [...] non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. [...] l’elemento distintivo dei cristiani [è] il fatto che essi hanno un futuro. La loro vita [...] non finisce nel vuoto. Senza Dio, il mondo è buio, davanti a un futuro oscuro. [...] giungere a conoscere Dio, il vero Dio, questo significa ricevere speranza.Può essere considerata una giusta speranza quella di ragionare? Non è in questione la legittimità di sperare e di credere; quanto la presunzione di definire questa speranza come ragionevole.
Immancabile il discorso del rapporto tra fede e ragione:
la ragione ha bisogno della fede per arrivare ad essere totalmente se stessa. Ragione e fede [...] hanno bisogno l’uno dell’altra per realizzare la loro vera natura e la loro missione. [...] il progresso è il superamento di tutte le dipendenze, è progresso verso la libertà perfetta. In ambedue i concetti libertà e ragione [...] è presente un aspetto politico. Il regno della ragione, infatti, è atteso come la nuova condizione dell’umanità diventata totalmente libera. [...] Se la libertà, a causa delle condizioni e delle strutture, fosse tolta agli uomini il mondo, in fin dei conti, non sarebbe buono, perchè un mondo senza libertà non è per nulla buono.Solo il pervertimento del significato di ragione può rendere comprensibile il discorso suddetto. La ragione ratzingeriana appare essere esclusivamente la ragione divina (o religiosa). Così come è necessario intendere in un certo modo la libertà, per poter affermare con disinvoltura che la vera libertà è offerta dalla religione (cattolica, ovviamente).
bisogna ricordare che la libertà umana richiede sempre un concorso di varie libertà. Questo concorso, tuttavia, non può riuscire, se non è determinato da un comune intrinseco criterio di misura, che è fondamento e meta della nostra libertà. Diciamolo ora in modo molto semplice: l’uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza (Enciclica Spe Salvi, paragrafo 23).Eccoci qua: la libertà è la libertà di credere e di aspirare a Dio.
17 commenti:
Mi sembra una conclusione coerente con l'avere fede, quando afferma che "l’uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza". In effetti quello è esattamente il motivo per cui molti hanno fede, perché senza di essa non sono in grado di avere speranza (c'è quindi un po' un'inversione di causa ed effetto, o quantomeno si tratta di una tautologia).
Il problema è che quella affermazione non vuol dire che poi effettivamente ci sia Dio a soddisfare questa speranza. Non solo, essa esclude chi non è interessato a quella speranza perché è già felice in partenza. A questo il papa non dà risposta, ed è fuorviante promuovere l'idea che chi è già felice di suo abbia sostituito Dio con la scienza, perché la cosa non consegue. La scienza non si occupa di emozioni e speranze (possono sì seguire ad essa, ma non ne sono il contenuto di studio ... tranne in neurologia).
In quanto a fallimenti, il Cristianesimo (in generale, non parliamo poi del Cattolicesimo) non ha eguali.
Ammiriamolo l'uomo migliore che ha creato.
Ehm ehm capematser, davvero non ha eguali? Mi pare invece che stia sempre in buona compagnia...
e anzi, oggi come oggi forse ha perso questo scettro (basterebbe mettere il naso fuori casa...)
A me invece ha colpito che il papa abbia in effetti sparato a zero sull'ateismo e sull'illuminismo ma purtroppo non ha presentato nulla di concreto oltre a delle buone intenzioni. Ha denigrato il "mondo senza Dio" ma non ha accennato minimamente al "mondo con Dio". Strano che dopo 2000 anni non sia riuscito a portare ad esempio nulla di pratico. Ha "dimenticato" ad esempio di ricordare il "Dio" musulmano oppure anche l'Islam è da considerarsi "senza Dio"?
Questa impostanzione teologica del papa indica, sempre più, che tra un "ateo" e un fondamentalista musulmano (o cristiano) sceglierebbe il fedele. Il bello è che lui continua a ribadire la sua posizione (vedi Ratisbona) ma nessuno lo ascolta. Tutti, specie i mass-media, si limitano semplicemente a riportare le sue parole senza curarsi delle logiche conseguenze. Lo Scontro di civilità è già in atto e non è tra occidente e oriente ma tra fede e ragione...
I fedeli laici sono tutti i credenti che non sono chierici.
Grazie Ivo. Una ragione in più per essere "mai appartenuta alla chiesa cattolica apostolica romana": la mia ignoranza in materia...
Secondo me anche molti fedeli laici non sanno di esserlo...
Considerando che molti fedeli laici non sanno che cosa sia il Credo e non ricordano i comandamenti, non me ne stupirei. D'altra parte l'assenza di consapevolezza (su se stessi e sul mondo) è una delle caratteristiche dei credenti...
Credo che essenzialmente la ragione per i papa sia la razionalità occidentale+il "ragionamento" per fede. Quest'ultimo è una contraddizione logica, me ne rendo conto, ma ho letto altro su questo tema e mi sono dato questa spiegazione. E' inoltre ironico il fatto che il papa si scagli contro il relativismo, quando in tutto il mondo il razionalismo è uno dei pochi atteggiamenti che si possono definire universali. E che tutta la costruzione della sua fede è relativa. Altre fedi hanno altri modelli etici, e nessuno può certo dire quale sia il migliore. Insomma, la sua paura che senza Dio non c'è etica (o morale) è infondata. Anzi, la fede nel suo Dio circoscrive la morale a un sottoinsieme di tutte le morali del mondo. Chi è relativista?
La definizione di laico già dice tutto: http://it.wikipedia.org/wiki/Laico
Non c'è bisogno di chiamarli "fedeli laici": i laici sono per definizione credenti, ma non appartengono alla gerarchia ecclesistica, come già detto.
Quindi dapperttutto il termine laico viene usato a sproposito, ingenerando l'idea che il papa dovrebbe astenersi dal parlare anche per i laici: in realtà bisognerebbe finalmente usare più spesso il termine "atei" o "non credenti", sarebbe molto meglio e chiarirebbe le idee a tutti...
fabrizio cuttin
sarebbe invece opportuno evitare di prendere wikipedia a fonte di cultura universale, ed inventarsi polemiche inesistenti.
Laico in italiano ha da sempre diversi significati (per il semplice fatto che laico va inteso relativamente al contesto). Il frate è laico in quanto a predicatore del credo non ordinato (l'uso un tempo forse più classico). Il credente praticante è laico relativamente alla chiesa cattolica nel suo insieme. Il componente non magistrato del CSM è laico in quanto non appartenete alla magistratura. Il cittadino comune può essere laico nel momento in cui agisce in qualità non di credente ma di cittadino (quando vota, quando fa delle scelte). La Costituzione è laica.
Non si finirebbe più. Laico potrebbe figurativamente intendersi come "non togato". Non è affatto vero che queste accezioni siano scorrette, sono invece correttissime ed utlizzate da tempo (tanto che laico deriva da "del popolo", o anche "profano", da cui appunto quando si dice "da profano" è un po' come un dichiararsi "laici" riguardo a quel dato argomento).
Infine non ho mai letto giornalista o opinionista equiparare laico ad ateo. Casomai è stato inventato il termine laicista, termine peraltro ben poco elegante, per indicare l'atteggiamento presupposto di chi interpreterebbe la laicità come fine a se stessa e principio guida privo di altre ispirazioni positive al di là, appunto, della laicità (scusate il giro).
Paolo ha ragione. Con tutto il rispetto per Wikipedia, basta consultare il Devoto Oli o qualsiasi altro buon dizionario per vedere come stanno veramente le cose.
Ho da poco finito di leggere questo splendido libro e l'ultimo e conclusivo capitolo titola "The need for a new Enlightenment" (La necessità di un nuovo Illuminismo). Penso che Hitchens mi abbia fornito molte più ragioni.
http://anonimo-italiano.webboys.org
Chiara Lalli ha scritto:
"D'altra parte l'assenza di consapevolezza (su se stessi e sul mondo) è una delle caratteristiche dei credenti..."
Da credente la prenderei come un'offesa, ma proprio perchè sono credente non la considererò tale.
E' una sorta di discriminazione che viene fatta? I credenti sono caratterizzati da "assenza di consapevolezza su se stessi e sul mondo"? La Storia di questo mondo di cui tu certamente hai più consapevolezza di me, e la storia di te stessa per come ne sei consapevole è intrisa della presenza attiva di credenti. Il "credere" ha spesso forgiato principi basilari di questa umanità e concrete apllicazioni di essi nel pratico; l'illuminismo ha solo tentato di fare altrettanto togliendo Dio (non "un Dio", ma il Dio dei cristiani) fallendo miseramente, perchè ciò che era stato fatto radicava proprio in Dio. Il cristianesimo non ha affatto fallito. Non so chi ha detto "dov'è questo uomo migliore?". Forse non sa che il fine del cristianesimo non è fare tutti buoni, belli e amanti della natura. Siate "sale della terra", è il messaggio di evangelica natura. Quanto sale va in una zuppa? Mia madre mi insegnava a mettercene un pugnetto. Allo stesso modo nel mondo, non serve a nulla tentare di fare tutti buoni, tutti "sale", bastano quei pochi e gli altri si salveranno. Questo, Marx, non l'aveva capito.
capito qui per caso..ma tutto questo interesse/disinteresse per il cristianesimo da dove viene a persone che non credono?se non interessa non interessa. punto. a che serve parlarne, parlarne, parlarne, cercare di smontare discorsi,parole,gesti,sguardi,intenzioni? questo non è analizzare la realtà, è demolire. una decisa e forte volontà di perdere tempo. impieghiamolo meglio, il nostro tempo, per raggiungere, ognuno a suo modo, la felicità e la pienezza. si parte dall'essere in pace con tutti, e dal lasciar esprimere tutti..(ma questo non è il principio cardine della democrazia??).buona ricerca.
Anonimo, se qui si parla molto del cristianesimo è perché alcuni cristiani hanno deciso che le loro vedute devono essere legge per tutti, o devono comunque influenzare le leggi di tutti. Ciò che riguarda tutti può da tutti essere criticato. In ogni caso, esprimere una critica non significa affatto non "lasciar esprimere tutti", come temi tu. Del resto come può un semplice blog impedire la libertà di espressione di qualcuno?
A tutti dico che l'ignoranza religiosa è forse la più grossa ignoranza che si possaa avere. Leggete, leggete , leggete ....poi criticate.
Claudio con affetto a tutti.
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