Sono nati i primi bambini italiani concepiti grazie alla cosiddetta fecondazione eterologa, una delle tecniche di fecondazione assistita. O meglio, i primi da donatrice italiana, perché, in questi anni, chi aveva bisogno di un gamete andava nei paesi dove l’eterologa non era illegale oppure ricorreva a una donazione “fai da te”. E questo accadeva solo nel caso di gameti maschili, poiché per quelli femminili c’è bisogno di ricorrere a un centro specializzato: il prelievo degli ovociti è tecnicamente molto più complicato di quello di spermatozoi.
Il divieto risale al 2004 e alla legge 40 sulle tecniche riproduttive, ed era forse il più bizzarro tra i tanti presenti nella legge: perché dovrebbe essere vietato ricorrere a un gamete altrui? E perché sarebbe immorale?
Internazionale, 10 marzo 2015.
martedì 10 marzo 2015
La fecondazione assistita ha ancora troppi limiti in Italia
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