Sul Foglio di ieri («Gould e Pievani», 14 giugno 2007, p. 2) Francesco Agnoli si esercita nel consueto attacco agli evoluzionisti, con i consueti risultati. Per prima cosa ci comunica che Stephen J. Gould è il padre della teoria degli «equilibri puntuali» – una traduzione di punctuated equilibria che può a buon diritto scalzare nella classifica della peggiore l’incredibile «equilibri punteggiati» (molto diffusa) e la goffissima «equilibri puntuati»; in attesa, naturalmente, degli «equilibri puntuti» o di quelli «puntinati» (l’espressione inglese significa in realtà, inutile dirlo, «equilibri intermittenti» o «equilibri discontinui»). Ancor più sconcertante è il fatto che Agnoli, di Stephen J. Gould, parli sempre immancabilmente al presente, per cui alla fine ci si chiede se sia al corrente che lo scienziato è morto già da cinque anni...
Ma il meglio deve ancora venire. E arriva, puntuale, con questo attacco al filosofo della scienza Telmo Pievani:
Nel suo “Creazione senza Dio”, Pievani, dimostrando palesemente l’afflato ideologico che lo anima, esordisce sostenendo che “il giorno in cui sarà possibile accettare davvero le origini completamente materiali del nostro corpo e della nostra mente cadranno i fondamenti non soltanto della fede, ma anche della morale e della convivenza umana”.Ora, a chi conosce i libri di Pievani, la citazione suona un po’ strana: non è il genere di cose che scrive; in effetti, quella riportata sembrerebbe a prima vista l’affermazione tipica di un creazionista. Inoltre, anche solo stando al seguito dell’articolo di Agnoli, dove l’insegnante trentino se la prende con Pievani perché propone un’«etica senza dio», la cosa appare anche contraddittoria: se l’evoluzione facesse cadere i fondamenti della morale e della convivenza umana, come sarebbe possibile fondare poi un’etica, sia pure solo laica? E tuttavia il brano del libro di Pievani è riportato tra virgolette...
L’arcano si spiega andando a consultare il volume, dove a p. 3 si trova in effetti il passo incriminato; ma con una piccola parte iniziale, che Agnoli ha ritenuto opportuno omettere:
Potremmo ignorarlo [Darwin] perché temiamo che il giorno in cui sarà possibile accettare davvero le origini completamente materiali del nostro corpo e della nostra mente cadranno i fondamenti non soltanto della fede, ma anche della morale e della convivenza umana.Pievani, come si vede, non sta facendo un’affermazione propria, ma sta attribuendo un timore a quelli che la pensano come Francesco Agnoli: la pagina (e il libro) si apre infatti con la frase «Potremmo ignorare Darwin per i motivi più diversi», e prosegue dando le ragioni solitamente avanzate da chi pretende di poter fare a meno della lezione darwiniana.
Come al solito, il dilemma è: falsificazione volontaria, o totale incapacità di comprendere un semplice testo scritto? Noi di Bioetica non siamo mai maligni, e sono quindi assolutamente sicuro che l’ipotesi vera sia la seconda...