Amanda Marcotte fa un’osservazione preziosa su Pandagon («Framing and naming», 5 febbraio); vale la pena di darne una rapida traduzione:
una cosa che penso i progressisti dovrebbero fare immediatamente è di rinunciare a usare un linguaggio e delle metafore forniti dai conservatori … questo è un caso in cui in effetti è molto facile passare all’offensiva. Non dobbiamo far altro che smettere di aver paura di chiamare i nostri oppositori col nome che meritano. … Anche se è corretto definire ciò cui ci opponiamo come “leggi che rendono illegale l’aborto”, è ugualmente corretto definirlo come “nascite forzate” e “gravidanza imposta dal governo”.Nell’originale:
one thing that I think progressives need to do immediately is to cease and desist using language and metaphors that are provided by conservatives … this is an issue where it’s actually pretty easy to go on the offense. We just have to quit being scared of calling out our opposition for what they are. … While it’s accurate to call what we oppose “laws banning abortion”, it’s also accurate to call it “forced childbirth” and “government mandated pregnancy”.
3 commenti:
Non credi che ci sia il dovere di difendere l'embrione, in quanto soggetto debole? Credi davvero che la libertà della donna possa sovrastare il diritto alla vita di quel piccolo essere umano?
Io sono ancora più schietta: metto infatti in discussione l'attribuibilità di diritti all'embrione (per non parlare dell'attribuibilità degli stessi al concepito o al cosiddetto ootide).
L'embrione ha o no il diritto alla vita secondo voi?
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