

Svizzera: frana sull’autostrada, 2 morti, Il Corriere della Sera, 31 maggio 2006.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
L’Italia ha ritirato la sua firma dalla «Dichiarazione etica» con cui cinque Stati membri avevano espresso una posizione contraria alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Lo ha annunciato a Bruxelles il ministro dell’Università e ricerca, Fabio Mussi. Un cambiamento di rotta del governo in ambito europeo, su un tema molto delicato. Tant’è che ha subito innescato reazioni e polemiche in Italia e nell’Europarlamento (Staminali, l’Italia apre alla ricerca europea, Il Corriere della Sera, 31 maggio 2006).E ha aggiunto Mussi: per la ricerca, in molti paesi europei la questione delle staminali non è questa grande notizia.
La parola non c’è nel programma dell’Ulivo. Non faremo mai i Pacs. Nel nostro programma c’è scritto: “L’Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto”. Non verranno riconosciuti i diritti delle unioni, ma delle persone. Altrimenti ci sarebbe contrasto con l’articolo 29 della Costituzione che parla solo di famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.Cosa c’entra che sia una scelta minoritaria? Niente. E soprattutto non può costituire una giustificazione per negare un riconoscimento giuridico; foss’anche una sola coppia a chiederlo (se non esistono altre ragioni – e nessuno mi sembra in grado di dimostrare perché questi PACS non s’hanno da fare) è giusto che venga concesso ciò che chiedono. Evito di commentare le espressioni ‘piccolo matrimonio’ o ‘matrimonio di serie B’. Interessante l’informazione destinata alle coppie eterosessuali: non lo sapevate, eh?, che avreste potuto sposarvi invece di piantare grane? Non state a fare i capricci, allora, e andate a fare le partecipazioni, che è pure divertente e potete fare la lista di nozze e scegliere i fiori e l’ordine dei posti a tavola. (Gli omosessuali, neanche a dirlo, che si fottano pure.) E la Bindi ci offre una ben poco soddisfacente spiegazione: mancherebbe il presupposto per definire “matrimonio” il loro rapporto. Perché? Chiedo scusa se sto sempre a fare domande.
[…]
A Grillini dico di non far diventare un problema una scelta che è minoritaria nel Paese, e alla Chiesa di non spaventarsi. Non abbiamo alcuna intenzione di inventare il piccolo matrimonio o il matrimonio di serie B. Le coppie eterosessuali sappiano che se vogliono gli stessi diritti e gli stessi doveri del matrimonio possono sposarsi.
The mass movement I’ve described aims to supplant Enlightenment rationalism with what it calls the “Christian worldview.” The phrase is based on the conviction that true Christianity must govern every aspect of public and private life, and that all – government, science, history and culture – must be understood according to the dictates of scripture. There are biblically correct positions on every issue, from gay marriage to income tax rates, and only those with the right worldview can discern them. This is Christianity as a total ideology – I call it Christian nationalism. It’s an ideology adhered to by millions of Americans, some of whom are very powerful. …C’è una curiosa aria di famiglia in questi aspiranti teocrati:
In the coming years, we will probably see the curtailment of the civil rights that gay people, women and religious minorities have won in the last few decades. With two Bush appointees on the Supreme Court, abortion rights will be narrowed; if the president gets a third, it could mean the end of Roe v. Wade. Expect increasing drives to ban gay people from being adoptive or foster parents, as well as attempts to fire gay schoolteachers. Evangelical leaders are encouraging their flocks to be alert to signs of homosexuality in their kids, which will lead to a growing number of gay teenagers forced into “reparative therapy” designed to turn them straight. (Focus on the Family urges parents to consider seeking help for boys as young as five if they show a “tendency to cry easily, be less athletic, and dislike the roughhousing that other boys enjoy.”)
Writing just after 9/11, Salman Rushdie eviscerated those on the left who rationalized the terrorist attacks as a regrettable explosion of understandable third world rage: “The fundamentalist seeks to bring down a great deal more than buildings,” he wrote. “Such people are against, to offer just a brief list, freedom of speech, a multiparty political system, universal adult suffrage, accountable government, Jews, homosexuals, women’s rights, pluralism, secularism, short skirts, dancing, beardlessness, evolution theory, sex.”In Italia la situazione è differente; ma non abbastanza, temo, da rendere superflua un’assidua vigilanza.
Christian nationalists have no problem with beardlessness, but except for that, Rushdie could have been describing them.
It makes no sense to fight religious authoritarianism abroad while letting it take over at home. The grinding, brutal war between modern and medieval values has spread chaos, fear, and misery across our poor planet. Far worse than the conflicts we’re experiencing today, however, would be a world torn between competing fundamentalisms. Our side, America’s side, must be the side of freedom and Enlightenment, of liberation from stale constricting dogmas. It must be the side that elevates reason above the commands of holy books and human solidarity above religious supremacism. Otherwise, God help us all.
Il senso del richiamo del Pontefice al ruolo della leadership nazista sta nel voler porre l’accento su un elemento troppo spesso cancellato quando si parla del nazionalsocialismo, e cioè il nichilismo radicale, la smisuratezza antiumana, insomma il demoniaco che si stagliava dietro la croce uncinata e che ne faceva il simbolo di un vero e proprio risorgente paganesimo, spesso nelle forme ancora più agghiaccianti di una disciplinata burocrazia.Niente di demoniaco, di grandioso sebbene nel male, nessun satana. Il volto è quello di un uomo come tanti, un uomo normale di quella normalità che fa paura perché potresti essere tu, perché non c’è una fascia al braccio ad indicare “antiuomo”; perché è squallore e mediocrità. Nessun grido da rivolgere al cielo, ma la consapevolezza che non per tutti basta guardare in su.
[…] solo evocando il male assoluto, solo scorgendo tra i fumi infernali dei camini di Auschwitz il volto di Satana, solo così acquista senso il grido supremo della disperazione umana che Joseph Ratzinger ha rivolto al cielo.
C’è ora, a dare ragione alla chiesa, il caso dell’Uganda, l’unico paese africano che è riuscito a dimezzare il contagio [da HIV] grazie a una politica di prevenzione che dal 1991 è incentrata sull’astinenza dai rapporti sessuali promiscui e sull’invito ai giovani perché inizino più tardi l’attività sessuale.Adesso da questo paradiso della virtù ricompensata arriva una notizia di segno un poco differente: in un discorso tenuto il 18 maggio scorso a Kampala, il Direttore Generale della Uganda Aids Commission (UAC), Kihumuro Apuuli, ha rivelato che da 70.000 nel 2003 il numero di nuove infezioni da HIV è quasi raddoppiato nel 2005, toccando i 130.000 casi.
You munch a strip of bacon then pet your dog. You wince at the sight of a crippled horse but continue chewing your burger. Three weeks ago, I took my kids to a sheep and wool festival. They petted lambs; I nibbled a lamb sausage.Come se ne esce? Semplice: con le colture cellulari in vitro di tessuti animali. Se ne stanno occupando tre università olandesi e un’organizzazione senza scopi di lucro americana, New Harvest: da una singola cellula, lasciata moltiplicare, si potrebbe ricavare in teoria tanta carne da soddisfare i bisogni dell’intera popolazione mondiale: carne più sana di quella che esce dai macelli, e ottenuta con un procedimento meno inquinante, meno dissipatore di risorse naturali e, soprattutto, moralmente ineccepibile.
È iniziato ieri il nuovo viaggio della speranza per Beppino Englaro: il papà di Eluana, la giovane lecchese in coma irreversibile da 17 anni, chiede sia staccata la spina che tiene artificialmente in vita la figlia.Speriamo che i desideri di Eluana vengano finalmente rispettati.
E ieri la Corte d’Appello di Milano ha aperto di fatto l’istruttoria compiendo un piccolo passo in avanti rispetto alle richieste del genitore: ascoltare il racconto di chi avrebbe sentito la Englaro esprimere il desiderio di non dover essere tenuta in vita con delle macchine. La lista dei testimoni sarà valutata il 30 giugno prossimo.
[…]
Quello che chiede Englaro è molto semplice: “Restituire la dignità umana e il diritto alla morte a mia figlia”.
[…]
Il concetto del ricorso ruota attorno all’utilizzo del sondino nasograstrico: chiunque può rifiutare questo trattamento, ma non chi è incapace di intendere e volere come, appunto, una persona in coma. Se la Corte d’Appello di Milano dovesse esprimersi in modo diverso da quanto fatto dai colleghi di Lecco, si aprirebbe la strada all’eutanasia. In caso di ennesimo diniego, si andrà in Cassazione e poi forse anche alla Corte di Strasburgo. Sarà necessario stabilire, attraverso le testimonianze, l’effettiva volontà della Englaro di non essere mantenuta in vita artificialmente. “Continuerò fino a quando otterrò ragione”, ha detto il padre.
[…]
“Spero che ancora una volta non vengano negati i diritti di mia figlia: su tutti quello espresso nelle sue piene capacità di intendere e di volere molto prima di quel maledetto incidente”.
Roma, 24 maggio 2006 (NEV-CS28) – Sì alle coppie di fatto, sì ad un’“ora delle religioni” nei programmi scolastici, sì all’eutanasia. I dati della terza ricerca Eurisko commissionata dalla Chiesa valdese parlano chiaro: gli italiani sembrano essere più secolarizzati e laici di quanto comunemente si supponga.Notizia dell’agenzia Ansa, dello stesso giorno:
I dati resi pubblici nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamattina alla sede Eurisko di Roma, sono stati presentati dalla moderatora della Tavola valdese la pastora Maria Bonafede e da Paolo Naso, coordinatore della Campagna 8 per mille delle chiese valdesi e metodiste.
“In Italia la gente sceglie e decide liberamente cosa credere e come credere. È bello rendersi conto del fatto che in fondo gli italiani hanno voglia di convivenza pacifica e di dialogo. Dicono no ai ghetti, e sì alla presenza della diversità e della spiritualità degli altri” ha commentato la moderatora nel corso della conferenza stampa.
Dalla ricerca emerge che il 70% degli italiani è molto o abbastanza favorevole all’attivazione di un insegnamento di “Storia delle religioni” in chiave laica e aconfessionale. Non vede invece di buon occhio la moltiplicazione degli insegnamenti confessionali: solo il 46% è favorevole all’estensione di un’ora di insegnamento anche alle altre fedi. In linea generale gli italiani si dicono interessati al “fatto religioso”, tant’è che sono desiderosi di saperne di più: il 59% gradirebbe più spazio per le “altre religioni” sui media. Il 65% è favorevole al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Il 67% afferma di “cercare di capire le indicazioni della Chiesa cattolica” su materie di ordine sociale e politico, ma alla fine “agisce secondo la propria coscienza”. Il 67% è favorevole a qualche forma di eutanasia (il 45% solo su espressa indicazione del paziente; il 24%, accertata l’impossibilità di decidere ed esprimersi del paziente anche su indicazione dei parenti).
“Prese di posizione che sorprendono, specialmente se si considera che l’82% del campione si dichiara cattolico” ha affermato Paolo Naso. Tra chi va a messa tutte le settimane, e quindi può essere considerato cattolico praticante, i favorevoli alle coppie di fatto sono sempre più della metà: il 53%. Inoltre, tra i praticanti, il 53% non esclude a priori la possibilità di ammettere l’eutanasia. “In generale nel nostro paese – e in particolare nell’opinione di molti politici – si assume ancora che il tema sia immaturo, se non tabù. I dati dimostrano che non è così. Vi è un’apertura, una disponibilità alla riflessione. Evidentemente i ‘cattolici adulti’ sono più numerosi di quanto comunemente si crede” ha dichiarato Naso. È vero che la messa domenicale è sempre più disattesa: il trend da anni è calante, eppure gli italiani non per questo non pregano: l’83% del campione dice di farlo, di questi il 34% lo fa tutti i giorni.
“È importante che il nuovo governo ora prenda atto di questi dati – ha dichiarato Bonafede. – In materia di coppie di fatto, per esempio, la gente ha capito serenamente che nella realtà sociale esiste una pluralità di forme famigliari che necessitano di norme che ne tutelino i diritti. Verrebbe da dire: cari politici, fate qualcosa di laico!”.
La presentazione della ricerca è stata fatta nel quadro della campagna 8 per mille della Tavola valdese (Unione chiese valdesi e metodiste).
(ANSA) – ROMA, 24 MAG – “Né Capezzone, né Grillini hanno alcuna vergogna nel commentare i dati relativi al sondaggio di Eurisko”. Lo dichiara Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera.Qualcuno, per favore, catturi con qualche stratagemma l’attenzione dell’On. Volontè, lo faccia sedere e si assicuri che non possa distrarsi; quindi, con molta calma e sillabando con cura le parole, gli spieghi che se il 35% degli italiani ha un’opinione, questo non vuol dire che ce l’abbia automaticamente anche il 35% degli italiani valdesi... Uhm, troppo difficile, dite? Allora provate a chiedergli perché dal fatto che Radicali e Arcigay abbiano simpatie per i Valdesi dovrebbe seguire che il sondaggio sia tutta una mistificazione... Vabbè, ho capito, ho capito, lasciamo perdere.
“L’indagine – spiega Volontè – è stata commissionata dalla Chiesa Valdese e i dati, semmai, sono eclatanti per il semplice fatto che la Chiesa Valdese approva sia i pacs che le coppie di fatto. Siamo felici di constatare che il 35% degli italiani valdesi dissentono dalla linea dei propri pastori”.
“Ancora più eclatante sottolinea il capogruppo Udc alla Camera – è la faccia tosta di Capezzone, che finge di non conoscere come il sito ufficiale dei radicali italiani inciti ogni [sic] azione a favore della Chiesa Valdese, così come Grillini finge di non sapere come l’arcigay in particolare il Cig di Milano esalti le posizioni valdesi in materia di pacs”.
“Questa mistificazione – conclude Volontè – a cui si è prestata [sic] la rispettabile Chiesa Valdese e l’Eurisko, è purtroppo figlia delle simpatie certificate on-line di gay e radicali nei confronti di chiunque approvi le loro posizioni antifamiglia”.
[C]osa ancor più grave … la tecnica della fecondazione assistita, cui la coppia si è sottoposta, annovera tra i suoi effetti a distanza proprio lo sviluppo di retinoblastoma, come segnalato su Lancet (Moll AC., 2003). La questione è quindi più complessa di quanto la si voglia far apparire.Il riferimento è a Annette C. Moll et al., «Incidence of retinoblastoma in children born after in-vitro fertilisation», Lancet 361, 2003, pp. 309-10. Sono noti sette casi di bambini concepiti in vitro e affetti da retinoblastoma non familiare: uno in Israele, uno negli Usa, e ben cinque nei Paesi Bassi (D. BenEzra, «IVF and retinoblastoma», British Journal of Ophthalmology 89, 2005, p. 393; l’autore commette quello che mi pare un evidente errore nel computo dei casi olandesi). È di questi cinque casi che si occupa l’articolo di Moll et al., occorsi tutti in bambini nati tra il 1997 e il 2001. In Olanda tra il 1980 e il 1997 non se ne erano mai verificati, né da un esame della letteratura risultano nuovi casi dopo il 2001. Studi subito intrapresi per controllare la situazione in altri paesi hanno dato esito negativo: nessun caso in Danimarca, nessun caso nel Regno Unito. La spiegazione più probabile è a questo punto che un fattore causale estrinseco ed ignoto sia stato attivo nel periodo (una variazione nelle procedure della procreazione assistita?), o che si tratti di una anomalia statistica. E queste erano già in sostanza le conclusioni – giustamente prudenti – degli autori dello studio apparso su Lancet. Quindi l’affermazione dei due di Libero, che «la tecnica della fecondazione assistita … annovera tra i suoi effetti a distanza proprio lo sviluppo di retinoblastoma» è di nuovo un’opinione contrabbandata come fatto.
Pregnancy, she said, is “a very natural process and so is the natural selective process that our body goes through to eliminate, for whatever reason, an embryo during the first few days of life.”A quanto pare sul destino di questi embrioni non si deve piangere...
“There is nothing bad about that,” she said. “There is nothing even to be debated about that. That is the way nature works.”
the close surveillance of adverse events associated with the use of mifepristone have alerted us that this bacterial infection is present and has caused the deaths of other women who have given birth or had a miscarriage – more in fact than the number of women who underwent a medical abortion … to focus solely on women who have had a medical abortion is to miss the real threat to the health of women. … With mifepristone we can be confident that we have identified all or most of the adverse events and deaths. We cannot say the same for infections and deaths caused by C. sordellii in women who have given birth or had a miscarriage. …
Questions have been raised about whether mifepristone is involved through suppression of the immune system. This is a question to be studied, but at this point does not seem to be a compelling mechanism. If the immune system were suppressed, we would also expect to see a rise in other more common infections. Also, although progesterone suppresses the immune system normally in pregnancy, mifepristone is an anti-progestin and might be expected to counter this normal suppression of the immune system. We would also expect to have seen this infection in places using the higher doses of mifepristone, but, in fact, use in the US is of a much lower dose (usually one-third) than that commonly used in Europe. Similarly we would expect to see this infection in cancer patients who have used mifepristone over longer periods of time. This pattern thus far has not emerged.
Experts at CDC, FDA and NIH reviewed the current information and appeared to recognize that the infections and deaths due to C. sordellii are not due to a simple drug effect. Rather this is a complex situation that involves multiple factors that are linked to pregnancy.
Non credo sia un segreto, non ho nulla contro le lesbiche, ma va chiarito che Rosy Bindi è lesbica. E, di conseguenza, non idonea a ricoprire il ruolo di ministra della famiglia.Questo il parere dell senatore di Alleanza Nazionale, Maurizio Saia, espresso nel corso di una trasmissione di una televisione locale («Bindi lesbica». Il senatore Saia (An) nella bufera, Il Sole 24 Ore, 24 maggio 2006).
Mi dispiace per il senatore Saia ma anche se, per scelta personale, ho rinunciato a sposarmi, mi piacciono gli uomini educati, rispettosi delle donne, intelligenti e possibilmente belli. Tutte qualità che il senatore di An non possiede.Onore alla sua ironia e al suo garbo.
“Garantiremo a tutte le mamme italiane di partorire senza dolore. Il sistema sanitario nazionale assicurerà gratis l’anestesia epidurale. Nessun ostacolo alla pillola abortiva Ru486, ma rispettando le indicazioni della legge sull’aborto e senza alcuna sperimentazione selvaggia”. Livia Turco, ministro alla Salute, parla chiaro. Ed ha scelto il giorno dell’inaugurazione del nuovo reparto di Neonatologia al Policlinico Umberto I di Roma.Parole, quelle della Turco, che se non fossero state pronunciate in Italia sarebbero normali. Ma nel nostro Bel Paese suscitano quasi entusiasmo, abituati come siamo ad altri tenori.
“In Italia si fanno troppi parti cesarei, occorre una legge organica che tuteli la salute delle donne e che segua le neomamme – prosegue Livia Turco – anche dopo il parto. Più di un terzo di loro soffre di forme di depressione dopo aver dato alla luce il bambino. In molti paesi dell’Unione Europea il sistema sanitario assicura l’assistenza domiciliare fino al terzo mese di vita. Quindi più assistenza, ecco perché vanno potenziati i consultori. Basta con il dolore, diffondendo specie nelle Regioni del Sud i reparti di Neonatologia. Il tutto concordato e condiviso con le Regioni, che negli anni del governo Berlusconi sono state sistematicamente escluse dalle scelte di politica sanitaria e finanziaria”.
[…]
Immancabili e prevedibili le reazioni. “Sulla Ru486 pensi agli interessi della famiglia – commenta il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè – lo stesso padre della pillola abortiva ha ammesso il rischio di decessi a seguito della terapia”.
“If you’re choosing contraception, then there’s not a lot of point to having periods,” says Dr. Leslie Miller, a University of Washington-Seattle researcher and associate professor of obstetrics and gynecology whose Web site, noperiod.com, explains the option. She points out women on hormonal contraception don’t have real periods anyway, just withdrawal bleeding during the break from the hormone progestin.Un aspetto interessante è costituito dal fatto che la condizione ‘naturale’ che in questo modo viene soppressa non è poi così naturale:
According to Miller, modern women endure up to nine times more periods than their great-grandmothers, who began menstruating later, married young and naturally suppressed periods for years while they were pregnant or breast-feeding. Today’s women may have about 450 periods.Come al solito, la cautela è comunque d’obbligo:
caution is needed because there’s not enough data on long-term consequences of using hormones continuously … menopausal women for years were told that hormone drugs would keep them young – until research uncovered unexpected risks.
Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa replica che «nel programma confuso e contraddittorio della Bindi non c’è nulla di cattolico, ma emerge il profilo di una famiglia che si avvia alla disgregazione». Per Carlo Giovanardi (Udc) «ha trasformato il suo ministero in quello delle Famiglie, termine caro a chi vuol contestare la famiglia fondata sul matrimonio». Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico, promette: «Sui Pacs saremo cattivissimi». Maurizio Gasparri (An) è caustico: «Il ministro non poteva partire in modo peggiore».Ecco, appunto: la Bindi è un ministro dello Stato (italiano) e non del Vaticano. Sacrosanto, dunque, che non ci sia nulla di cattolico. No comment alla disgregazione della famiglia.
Il mio obiettivo è aiutare i tre milioni di anziani non autosufficienti, e far sì che tutte le coppie possano avere tutti i figli che desiderano. (Davvero? Davvero???)E prosegue.
D.: Anche facilitando le adozioni e la fecondazione assistita?
R.: «È fondamentale che nessuna coppia sia costretta a rinunciare a un figlio perché non ha i mezzi per crescerlo. Detto questo, le adozioni sono uno dei campi in cui l’Italia deve diventare un po’ più europea. La legge sulla fecondazione va affidata al Parlamento. Sbaglia sia chi dice che non va toccata, sia chi dice che va stravolta. Un anno fa prevalse l’astensione; ma gli astensionisti sostennero tra l’altro che non poteva essere un referendum a sciogliere il nodo. Mancarono allora una riflessione e una discussione che adesso sono necessarie».
D.: E sui Pacs, contro cui è tornato a esprimersi Benedetto XVI?
R.: «Nel programma dell’Unione questa parola non c’è. Si parla di unioni civili, e di diritti da garantire».
D.: Diritti delle persone, da regolare nella sfera del diritto privato, come sostiene ad esempio Rutelli? O le unioni civili potranno avere un riconoscimento pubblico?
R.: «A me pare che non sia possibile né giusto separare rigidamente le due sfere, quando si parla di diritti delle persone. Dov’è il confine tra privato e pubblico? Se c’è una norma che si applica a due persone, anche i terzi sono tenuti a rispettarla. Vedremo. Ne discuteremo. Dovremo evitare uno scontro ideologico».
[…]
D.: Esiste un’ingerenza eccessiva della Chiesa nella politica?
R.: «La Chiesa non può non dire quello che pensa. Ma la politica non può non assumersi la responsabilità delle mediazioni e delle scelte. Non dovremmo preoccuparci per le parole dei vescovi, ma eventualmente per il nostro silenzio».
El Ejecutivo, dijo, tiene que realizar su actuación «para el conjunto de los ciudadanos, para los que profesan una fe y para los que no, y ser respetuoso con la Constitución y sus valores, entre los que figura que nuestro Estado es aconfesional».(fonte: agenzia Terra)
La teoria che gli uccelli migratori siano i veicoli responsabili della diffusione del virus H5N1 in Asia e nel resto del Mondo si sta indebolendo alla luce delle ultime evidenze raccolte. Numerosi studi effettuati, infatti, hanno individuato come focolai delle epidemie di aviaria gli allevamenti di pollame in Cina e nel sud-est dell’Asia. In India, per esempio, sono stati riconosciuti come epicentri della malattia 18 allevamenti di pollame presenti a Navapur e dintorni. Un’ulteriore conferma viene dalla recente scoperta fatta nell’area del lago Qinghai, nella zona occidentale della Cina. Il forte focolaio di influenza qui scoppiato nell’Aprile 2005 che aveva causato la morte di decine di migliaia di uccelli selvatici, era stato considerato dagli esperti una prova della diffusione del virus lungo le rotte di migrazione di uccelli infetti partiti dal sud della Cina. Negli ultimi tempi, invece, si è fatta strada l’ipotesi che la presenza di allevamenti di bestiame e di acquacolture fossero la vera causa dell’epidemia.Prosegue.
D: Perché crede che i rischi che lei ha identificato non siano emersi durante il processo di approvazione della Ru 486 negli Usa nel 2000?Purtroppo per Miech (e per Avvenire), la RU486 non è mai stata somministrata per via vaginale, se non in due trial clinici limitati, nel 1987 e nel 2006 (entrambi hanno dimostrato l’impraticabilità di questa modalità di somministrazione). Il medico americano fa confusione col misoprostolo, il farmaco che viene somministrato dopo la pillola abortiva per espellere ciò che resta dell’embrione dall’utero, e che non gioca nella teoria di Miech nessun ruolo di rilievo. Il misoprostolo viene somministrato in Francia prevalentemente per via orale, mentre negli Stati Uniti era – almeno fino a pochissimo tempo fa – somministrato per via vaginale; ed è forse in questo farmaco e in questi differenti modi di usarlo che andrà cercata la vera causa dei decessi per infezione da C. sordellii.
R: I test clinici su cui si è basato lo studio della Fda, che ha portato all’approvazione del farmaco per scopi abortivi, sono principalmente quelli condotti in Francia quasi 20 anni fa. Ma vennero condotti in modo ben diverso da come il farmaco viene somministrato oggi. Le pillole venivano date esclusivamente per via orale, mentre per anni molte cliniche le hanno date vaginalmente, e le donne che si sottoponevano all’aborto chimico erano mantenute sotto costante osservazione medica. Una condizione che non si verifica oggi quando una donna americana si sottopone ad aborto chimico.
I am morally and ethically opposed to embryonic stem cell research. From a moral point of view, one has to kill the embryo to isolate its living stem cells. Life begins at fertilization. Human life then proceeds through the following stages: embryo, fetus, baby, child, teenager, adult and senior citizen. To kill an embryo to procure stem cells is morally equivalent to killing an adult human being so that you can use that human being’s heart for a heart transplant in another human being.Queste parole sono state pronunciate – sì, avete indovinato – dal dottor Ralph P. Miech della Brown University durante una trasmissione televisiva, intitolata «Life, God’s Greatest Gift». La notizia non è di fonte affidabilissima, ma è corroborata dalla firma del dottor Miech in calce alla dichiarazione «On Human Embryos and Stem Cell Research», del 1 luglio 1999, che contiene affermazioni come questa:
Scientifically, the international consensus of embryologists is that human beings begin at fertilization (or cloning) – i.e., when their genetic code is complete and operative; even before implantation they are far more than a “bunch of cells” or merely “potential human beings.”Si può anche citare l’abstract di una pubblicazione del buon dottore contemporanea a quella di cui qui ci occupiamo:
From a moral perspective, the use of Plan B [cioè del Norlevo, la cosiddetta «pillola del giorno dopo»] as part of the routine hospital emergency room protocol in the treatment of rape victims is highly controversial, given the possibility that Plan B may act either as an abortifacient or as a true contraceptive (by delaying ovulation and preventing fertilization). The possibility that administration of Plan B to rape victims can cause the death of a living human embryo poses a tremendous moral question for both physicians and administrators in Catholic hospitals.In sintesi: il dottor Miech è un convinto anti-abortista. Certe sue affermazioni nell’intervista ad Avvenire, come «[in risposta alla domanda: “quindi ha cominciato a studiare gli effetti del mifepristone. Cosa l’ha spinta, dottor Miech?”] Pura curiosità scientifica», o «Non ho alcuna posizione politica nei confronti del mifepristone», acquistano alla luce dei fatti un aspetto un po’ diverso da quello iniziale.
Per quanto possa sembrare incredibile, negli Stati Uniti non esiste neppure una organizzazione anti-abortista che sia a favore dell’uso dei contraccettivi. Al contrario, il movimento anti-abortista si oppone regolarmente a ogni tentativo di dare agli Americani i mezzi per prevenire le gravidanze indesiderate.Nell’originale:
Shocking as it may be, there is not one pro-life organization in the United States that supports the use of contraception. Instead the pro-life movement is the constant opponent of every single effort to provide Americans with the ability to prevent unwanted pregnancies.Ancora più terrificante la notizia della crescente tendenza dei gruppi che fiancheggiano il terrorismo anti-abortista (e che onorano come eroi gli assassini di medici che praticavano l’interruzione di gravidanza) a classificare i mezzi contraccettivi – compresa la pillola! – come abortivi.
Una clamorosa truffa ai danni di pazienti affetti da gravi malattie è balzata agli onori della cronaca e ha dato inizio a una serie di inchieste giudiziarie in molti paesi del Nord America e in Europa. Negli Stati Uniti si sta per celebrare un processo contro Stephen van Rooyen, uomo d’affari sudafricano, e la sua compagna, la modella Laura Brown, rei di aver commercializzato una falsa cura contro la sclerosi multipla e altre malattie neurodegenerative. La coppia, che ora deve rispondere di 51 capi di imputazione, ha fondato la Advanced Cell Therapeutics (ACT), che ha sede in Svizzera e offre in cliniche dislocate in 12 paesi una terapia basata su iniezioni di cellule staminali derivanti dal cordone ombelicale. Secondo medici ed esperti questo intervento, non sperimentato e illegale, sarebbe non solo inefficace ma anche pericoloso. Recenti indagini hanno rivelato che la ACT è nata dopo che la Biomark, altra compagnia fondata dai due truffatori, era stata chiusa nel 2003 dopo una condanna per frode a seguito di un’inchiesta della Food and Drug Administration. Rooyen e la Brown si sono difesi sostenendo che il loro intento era quello di offrire assistenza medica ai malati e di aver sempre utilizzato personale medico qualificato per seguire i propri pazienti. Nonostante il sito web della ACT raccolga false testimonianze di malati poi guariti, molte persone sono state ingannate e si sono rivolte alla società americana nella speranza di trovare una cura per malattie oggi inguaribili. Ed è proprio questa la ragione del favore riscosso da molte terapie spesso scientificamente discutibili. Uno dei casi più famosi è quello di Huang Hongyun medico cinese che a partire dal 2001 ha operato nel suo ospedale di Pechino circa 600 persone affette da vari disturbi neurologici iniettando cellule derivanti dal tessuto neurale olfattivo di feti abortivi. Questa terapia, che Huang sostiene porti grandi risultati, non è consentita al di fuori della Cina e le maggiori riviste scientifiche occidentali rifiutano di pubblicare gli articoli del medico cinese. Lo scetticismo deriva dalla natura aneddotica dei successi, dalla mancanza di studi eseguiti con controlli rigorosi e dall’assenza di follow-up dei risultati ottenuti. Nel marzo 2006 è stato pubblicato uno studio di tre scienziati californiani su sette pazienti di Huang che dimostra l’assenza di benefici e sottolinea invece la presenza di numerosi effetti collaterali. Ma nonostante tutto questo l’ospedale di Huang raccoglie ancora oggi pazienti provenienti da tutto il mondo. Il problema, secondo Dobkin, uno degli autori dello studio, è la condizione disperata di questi malati che li rende vulnerabili e facilmente influenzabili. Molte volte gioca un ruolo determinante l’effetto placebo: spesso è l’intervento chirurgico stesso a portare benefici, anche se solo momentanei, e inoltre è noto che il 40% degli individui che hanno subito gravi lesioni al midollo spinale ottengono spontaneamente un certo miglioramento. L’unica prova in grado di dimostrare l’efficacia di queste terapie sarebbe un controllo a lungo termine ma, nonostante il mondo scientifico abbia ripetutamente sollecitato Huang a eseguire queste verifiche, finora non è stato intrapreso alcuno studio serio. Recentemente un gruppo di ricercatori sponsorizzato dalla International Campaign for Cures of Spinal Cord Injury Paralysis ha stilato delle linee guida per aiutare pazienti e medici a valutare al meglio questi trattamenti ed evitare così inutili viaggi della speranza.In Italia il nome di Huang ci ricorda il desiderio di Ambrogio Fogar di sottoporsi alla terapia sperimentale del medico cinese. Fogar, paralizzato dal 1992, è morto prima di intraprendere il viaggio (È morto Ambrogio Fogar, lo spirito dell’avventura, la Repubblica, 24 agosto 2005).
If this dog has nine lives, he used two yesterday. One was falling off the cliff and the other was landing on Pacific Coast Highway and living to tell the tale. He did both.
Il Vaticano non cessa mai di stupirci. In un momento in cui anche i reality show hanno perso brillantezza ed effervescenza, l’unica magra consolazione che ci è rimasta sono le invettive dei vescovi italiani […].Ma insomma, mi domando e dico, cari ragazzi, va bene non essere insultati e picchiati, ma non esageriamo nel chiedere pari diritti di quanti vivono non nel peccato; di quanti accettano la responsabilità di una famiglia legittima e non vanno in giro a perdere tempo; di quanti, infine, ricevono la benedizione religiosa di buona condotta pur vivendo in uno Stato laico (?). E poi, quale ingerenza e ingerenza? Potrà pure esprimere il suo parere Camillo Benso Ruini, oppure volete tappargli la bocca? Il vecchierello ha solo detto come la pensa; mia nonna avrebbe detto, ‘è temperamento’ (giustificando, così, le più turpi azioni con il ricorso al carattere).
Il cardinale Ruini se la prende con il Parlamento Europeo, colpevole di voler equiparare i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle ‘famiglie legittime’. Ruini – ha spiegato il Circolo Mario Mieli in un comunicato – farcisce questa sua affermazione con il buonismo e il pietismo ormai consueto, affermando che è legittimo respingere e combattere gli atteggiamenti discriminatori e violenti nei confronti delle persone con ‘tendenze’ omosessuali, ma altra cosa è chiedere ai Paesi membri, anche se in maniera non vincolante, la revisione delle proprie leggi nazionali che, secondo lui e tutto il vescovado, non rispettano nemmeno la cultura e le tradizioni proprie dei diversi Paesi membri. Surreale.
[Il circolo Mario Mieli si è lamentato di questa] ulteriore e pericolosa ingerenza vaticana in fatti di competenza esclusiva di Stati nazionali laici, che legiferano per tutti i cittadini e non solo per quelli che il Vaticano considera legittimi o che hanno a cuore le tradizioni e i valori del proprio paese’; [e] si è augurato infine di ‘non rimanere voce isolata di fronte alle esternazioni vaticane a difesa di una laicità dello Stato che garantisca a tutti eguali doveri ma anche diritti.
Some critics worry that compensation for kidney donation by the living would be most attractive to the poor and hence exploit them. But if it were government-regulated we could ensure that donors would receive education about their choices, undergo careful medical and psychological screening and receive quality follow-up care. We could even make a donation option that favors the well-off by rewarding donors with a tax credit. Besides, how is it unfair to poor people if compensation enhances their quality of life?L’articolo di Richard Epstein, «Kidney Beancounters», apparso sul Wall Street Journal, non è purtroppo disponibile in rete. Eccone comunque un breve abstract:
The IOM’s recent report, “Organ Donation: Opportunities for Action,” is a disappointment, Epstein says. He writes that a lack of consideration of market incentives for organ donation will reduce the chances of reform in a system that currently sees an average of 18 people on the kidney transplant list die each day. He outlines simple features a functional organ market should include: price determined by supply and demand to encourage bids by those with greatest need, social services provided to potential organ donors supported by savings from ending the dialysis program, and imposing obvious limitations on donors.Sul Corriere della Sera Massimo Gaggi ha riassunto entrambi gli articoli («Proposta dagli Usa: sì alla vendita di organi», 16 maggio).
Pony era stata completamente depilata, lavata, profumata e le avevano dipinto le labbra col rossetto. E poi l’avevano incatenata al letto, per poter consentire ai frequentatori del bordello di un villaggio del Borneo indonesiano di godere il piacere perverso di un accoppiamento con una grande femmina di orangutan. Questa storia terribile è raccontata all’Ansa dalla veterinaria spagnola che partecipò al salvataggio e ha ora offerto una nuova vita a Pony, Karmele Llano, 27 anni, di Bilbao. E la giovane basca assicura che il caso non è isolato e la pratica di prostituire gli oraguntan è diffusa soprattutto in Thailandia. […] Era incatenata ad un letto mentre lavoratori delle imprese di legname e piantagioni di olio di palma facevano la fila per abusare di lei. «Quando tentammo di liberarla, ci fu una rivolta, ci minacciarono con coltelli e machete – ricorda Karmele – dovemmo ricorrere alla polizia di stato che inviò una trentina di agenti per portar via Pony». […] «Il caso Pony non è isolato – assicura Karmele – Sappiamo che in Thailandia è frequente che bordelli utilizzino femmine di orangutan come divertimento sessuale per i clienti». […] Alla denuncia si associa Pedro Pozas, segretario generale del Progetto Grande Scimmia che ha portato recentemente in parlamento, con il sostegno del Partito socialista, per coinvolgere la Spagna nella lotta per i diritti di questi mammiferi tanto simili all’uomo. Pozas assicura che contro questi abusi servirà il progetto che si conta di presentare anche al Parlamento Europeo e infine trasformare in legge in Spagna. «Arriveremo, ne sono convinto, a dare alle grandi scimmie il diritto alla vita, alla libertà e a non essere torturate».Sesso bestiale, sì. Imposto dagli uomini. Poco importa se a donne o a scimmie.
la condanna dei “tentativi di dare un improprio e non necessario riconoscimento giuridico a forme di unione che sono radicalmente diverse dalla famiglia, oscurano il suo ruolo sociale e contribuiscono a destabilizzarla, con gravissimi costi sociali, oggi e in prospettiva futura. Un futuro da costruire non con le lenti dell’ideologia, ma con la speranza e la concretezza della vita realmente vissuta”.Quali sarebbero gli effetti destabilizzanti? E i costi sociali? Si dice gravissimi: quali sarebbero?
È istruttivo leggere come è stata data la notizia. “Così non avrà il cancro”, “la bimba che nascerà è completamente sana” – leggiamo sui giornali. È bene sottolineare quel verbo al futuro – “non avrà” – quel verbo al presente – “è sana” – e l’avverbio “completamente”. Nell’articolo di commento pubblicato sul Corriere della Sera, Giuseppe Remuzzi scrive che se i genitori non avessero fatto quella scelta “il bambino avrebbe avuto il 50 per cento di probabilità di avere il tumore”. Se ne deduce in primo luogo – com’era peraltro ovvio – che quei verbi al futuro e al presente e quell’avverbio sono un’esimia cialtronata, un preclaro esempio di diffusione di informazioni scientifiche scorrette. Remuzzi ha quindi il merito di aver detto le cose come stanno, e quell’onesto 50 per cento induce a qualche ulteriore commento.Ho letto e riletto questo brano; poi l’ho riletto di nuovo. Ho scorso tre o quattro volte tutto l’articolo. Ma niente da fare: non riesco a capire cosa diavolo stia dicendo l’Anonimo. L’unica interpretazione possibile è che in qualche modo abbia capito che l’embrione selezionato avrà comunque alla fine solo il 50% di probabilità di risultare sano. Sì, lo so che sembra assurdo che qualcuno possa cadere in un equivoco tanto mastodontico, a fronte delle chiarissime parole di Giuseppe Remuzzi; ma più avanti nell’articolo l’Anonimo sembra sottintendere proprio questo:
In secondo luogo – e non ci si accusi di fare discorsi da menagramo: non siamo tutti razionalisti? – è evidente che al bambino potrebbe toccare di cadere nel 50 per cento sfavorevole. Si sarà ottenuto un triste risultato al prezzo di scartare in laboratorio altre vite che forse avrebbero potuto vivere anche meglio.A questo punto si sarebbe tentati di lasciar perdere l’articolo (magari commentando a mezza voce che no, evidentemente non siamo tutti razionalisti): è chiaro che il 50% di probabilità di ereditare il gene difettoso (non di avere il tumore – mi permetto questa piccola correzione alle affermazioni di Remuzzi: la probabilità di sviluppare la malattia vera e propria è del 45%) si avrebbe se la selezione genetica non fosse stata eseguita; adesso invece la probabilità – se non ci sono stati errori dei medici – è in pratica dello 0%, visto che tutti gli embrioni col gene anormale sono stati scartati. Ma la monumentalità dell’errore ha un certo fascino perverso; andiamo dunque avanti.
Da dove deriva questa stima, da quali dati empirici, da quali statistiche, con quali metodi è stata ricavata? Purtroppo, nel campo biomedico siamo abituati a un uso disinvolto del concetto di probabilità e a stime ricavate con una leggerezza maggiore di quella di cui si dà prova negli exit poll. Ci si imbatte sistematicamente in un uso del concetto di probabilità del tutto “soggettivo”, ma non nel senso della teoria soggettivista delle probabilità dell’illustre matematico Bruno de Finetti, bensì nel senso più terra terra del termine. Viene da pensare che la stima del 50 per cento derivi dalla media tra la probabilità desiderata che l’evento si verifichi (100 per cento) e la stima di probabilità dettata dal timore di fare una figuraccia (0 per cento).Veramente suppongo che la probabilità del 50% (o ½) sia stata ottenuta, più banalmente, facendo il rapporto tra i casi in cui si è verificata la trasmissione del gene e i casi totali. Per il resto, l’Anonimo può consultare con profitto Alfred G. Knudson, «Mutation and cancer: statistical study of retinoblastoma», Proceedings of the National Academy of Sciences 68, 1971, pp. 820-23.
Comunque, prendendo anche per buona questa stima, se ne desumono le qualità morali e scientifiche degli scienziati che hanno suggerito questo exploit “scientifico”. In primo luogo, non si capisce chi possa garantire che, avendo migliorato le probabilità che il bambino non sia colpito da quella specifica malattia – un miglioramento comunque modesto, dato che nessun fattore ereditario implica la certezza di contrarre la malattia – non siano peggiorate le probabilità che se ne prenda un’altra anche peggiore, a causa di un altro gene malefico che il bambino scelto possiede (e che magari gli altri embrioni non possedevano).L’Anonimo ha ragione sul fatto che possedere il gene difettoso non implica la certezza di contrarre la malattia – anche se purtroppo nel caso specifico le probabilità sono del 90%: ogni 100 bambini che nascono con quel gene – lo spiego per il nostro editorialista – in media 90 sono colpiti poi effettivamente dal tumore. Quanto alla «malattia anche peggiore» che l’embrione selezionato potrebbe sviluppare, temo che sia un argomento un po’ debole: potrebbero essere benissimo proprio gli embrioni scartati a possedere, in aggiunta a quello del retinoblastoma, un «altro gene malefico». Supponete che un amico col quale state passeggiando scorga un biglietto da cinquecento Euro per terra, ma non si fermi a raccoglierlo. «Beh, che fai, perché non lo prendi?», gli chiedete stupiti. «Vedi, ho paura che se mi chinassi potrei venire colpito alla testa da un meteorite». «Ah, ecco. Però potrebbe anche succedere che il meteorite ti centri perché sei rimasto ritto in piedi, e non ti sei chinato», gli fate voi, sorridendo, mentre raccogliete la banconota e la intascate (e prendete un appunto mentale di cambiare amicizie).
Consola sentire un crocchio di gente per strada che commenta che non avrebbe mai fatto una scelta come quella in nome di una stima di probabilità: c’è più cultura scientifica e senso etico in quel crocchio di gente comune che nel coro greco di certi intellettuali paladini della scienza che non sanno fare neppure un’addizione.Spero che quel crocchio sia solo un artificio retorico dell’Anonimo, altrimenti bisognerà concluderne che la cultura scientifica della gente comune è veramente ridotta ai minimi termini. Quanto alle addizioni, ne propongo qui una io: 3511906,92 + 77407,52 + 8676,71. Si tratta rispettivamente dei contributi pubblici elargiti nel 2003 al Foglio, del credito d’imposta concesso allo stesso giornale nel 2004 per l’acquisto della carta, e delle compensazioni date alle Poste Italiane per le tariffe speciali applicate alle spedizioni – sempre del Foglio – nel 2004 (fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri). I dati non sono omogenei, ma il totale è comunque indicativo: 3597991,15 Euro. Sono un mucchio di soldi, pagati dai contribuenti: in cambio, il direttore del Foglio potrebbe esercitare una sorveglianza più stretta su quello che scrivono i suoi editorialisti, ed evitare – tra l’altro – un uso tanto disinvolto del concetto di probabilità. A meno che...