Gianfranco Ravasi di prima mattina ci sottopone una riflessione sull’egoismo e la solitudine (Accanto all’altro, Avvenire, 26 ottobre 2007):
Non c’è nessuno che comprenda veramente la sofferenza degli altri. Nessuno che ne condivida sinceramente la gioia. Si crede sempre di andare l’uno verso l’altro e invece si cammina soltanto accanto.Mi viene in mente un’altra citazione musicale, certo meno colta.
Anche per chi non sa molto di musica, se si dice Schubert, il pensiero corre alla celebre Incompiuta, la stupenda sinfonia in si minore, anche se tante altre sono le opere mirabili di questo compositore austriaco ottocentesco vissuto solo 31 anni. Il suo spirito romantico aleggia anche nelle pagine dei suoi diari dai quali abbiamo tratto questa considerazione amara. Il filo conduttore di tante esistenze è proprio quello dell’isolamento: soli, in casa, attendono uno squillo di campanello o di telefono, segno di un ricordo, di una presenza.
EGOISTA....certo....Perché NO!Naturalmente per Ravasi la soluzione è solo una. E la scopriamo in chiusura del suo pezzo.
perché non dovrei esserlo!...
Quando c’ho il Mal di Stomaco
con chi potrei condividerlo!...oh!
[…]
EGOISTA...certo...PERCHÉ NO!!
perché non dovrei esserlo...
Quando c’ho il Mal di STOMACO...
ce l’ho IO, mica TE!!...O NO!!!
Non è un camminare tenendosi il braccio o parlando da amici, come accade ai discepoli di Emmaus che hanno al loro lato Cristo. È solo una coabitazione nello stesso terreno, talora nella stessa famiglia, senza che si vada incontro all’altro, fissandolo nel viso per capirsi, parlarsi e volersi bene.L’unica possibile soluzione alla solitudine e all’isolamento è Cristo. Certo sembra strano, perché è difficile capire in che modo Cristo può farci compagnia (più di qualunque altro oggetto inanimato). Difficile è anche capire come distinguere l’allucinazione di essere in compagnia di Cristo dall’allucinazione di essere in compagnia, chessoio, del bianconiglio.
9 commenti:
Io preferisco il bianconiglio! :)
Certo, la soluzione di Ravasi è abbastanza campata in aria e non risolve certo i problemi di tutti.
Vero è però che l'egoismo moderno è un fenomeno che oramai -purtroppo- neanche meraviglia più. Tutti chiusi nelle proprie vite a coltivar il proprio orticello... che tristezza.
Non sono nessuno per proporre soluzioni, nè tanto meno è il mio intento: è il senso di comunità che si è perso, di appartenenza... ma a parlar così non vorrei esser scambiato per un bianconiglio..!
BUENA VIDA
p.s. grazie ancora per l'intervista,spero a presto! G.C.
Ma perchè ce l'avete tanto con la religione? Che male vi fa?
Marco
Per l'anonimo sopra: per esempio la religione ci sottrae l'8 per mille, che potrebbe essere speso molto meglio, come per la ricerca, sì, anche e soprattutto sulle staminali embrionali, sulle tecniche di diagnosi preimpianto eccetera. La ricerca risolve i problemi, la religione si limita a sfruttarli. Ciao.
La religione è l'oppio dei popoli. Serve a tenere buone e inquadrate le masse incolte.
a filippo
Complimenti per la novità dell'idea: vedi come sono andate bene le cose dove è stata eliminata con la forza!
Ciò non toglie che la religione sia proprio questo. Uno strumento di controllo, anche piuttosto rozzo, delle masse incolte.
Che infatti diviene sempre meno efficace in misura proporzionale all'incremento del livello di cultura di una popolazione.
Il problema non credo riguardi la religione in quanto manifestazione della propria spiritualità: nessuno si sognerebbe di attaccarla o, peggio, proibirla in uno Stato che si definisce democratico e moderno.
Il problema, come dice Filippo, riguarda la strumentalizzazione della stessa. Una struttura come la Chiesa cattolica in Italia -ma lo stesso discorso può esser fatto per l'Islamismo in alcuni Paesi musulmani e via dicendo- sfrutta la spiritualità dei singoli per creare potere. Con la scusa della giurisdizione morale va ad incidere su aspetti che esulano la sua sfera. Potere temporale e potere spirituale sono concetti chiaramente separati da tempo, mi pare.
Uno Stato laico non può essere continuamente tenuto al guinzaglio da una cricca di vescovi: perchè chi come me, cittadino italiano non cattolico (ma non ateo), deve subire dei principi morali che non gli appartengono? abbiamo una Costituzione ed un apparato legislativo, che la Chiesa stia al suo posto.
Non è un attacco alla religione. Ognuno è liberissimo di credere come di non credere, qualunque sia la propria confessione: questa è la laicità.
BUENA VIDA
D'accordo con te, Capitano. Sono io in prima persona che devo cercare di fare il possibile a chi aspetta qualcosa da me. Parlare al "mio prossimo" di Gesù al posto di aiutarlo davvero mi fa essere un latitante della peggior sorta.
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