Giulia è morta la sera del 2 febbraio. Aveva quindici anni. Era affetta da tetraparesi spastica, una paralisi ai quattro arti causata da un danno cerebrale; aveva una grave scoliosi, un ritardo psicomotorio e soffriva di epilessia.
Nonostante la gravità delle sue condizioni di salute, Giulia avrebbe potuto essere assistita nella propria casa, per avere almeno una piccola parte di quella vita ‘normale’ che non ha mai avuto e che non avrebbe avuto mai. I genitori si sono rivolti alla ASL di competenza, quella di Bracciano, che è stata in grado di garantire soltanto tre ore di assistenza infermieristica. Giulia aveva bisogno di una assistenza ventiquattr’ore su ventiquattro. Spiacente, ma la ALS non disponeva del personale e delle risorse necessarie a garantire l’assistenza domiciliare; e Giulia è rimasta in ospedale.
La piccola Giulia era uno dei bambini ricoverati presso l’Ospedale Bambin Gesù di Palidoro. Tutti questi bambini sono affetti da gravi patologie; la loro sopravvivenza è garantita da un ventilatore meccanico. Sono alimentati artificialmente mediante una gastrostomia endoscopica percutanea, e hanno bisogno di una assistenza infermieristica e medica adeguata e continua. Questi bambini ospedalizzati sono spesso trasferiti da un reparto all’altro, con il conseguente rischio di danneggiare ulteriormente la loro condizione e di compromettere i piccoli progressi compiuti.
Proprio come è successo a Giulia quando ha subito una tracheotomia in seguito a un blocco respiratorio. Dopo l’intervento recupera una parziale autonomia respiratoria; riesce a respirare autonomamente per circa dodici ore. Nel mese di luglio 2005 Giulia viene spostata dal reparto di Terapia Intensiva a quello di Pediatria per problemi di posti letto. Rimane in Pediatria circa una settimana senza mai essere scollegata dal ventilatore meccanico che la aiuta a respirare, senza essere seguita da un medico della Terapia Intensiva. La sua capacità respiratoria autonoma peggiora: non riesce a rimanere staccata dal ventilatore per più di sei ore al giorno. È rimasta nel reparto di Pediatria fino a ieri. Poi, all’improvviso, le condizioni della bambina si aggravano. Ha la febbre alta e la tachicardia; viene portata in sala operatoria per inserirle un catetere femorale per nutrirla e idratarla. Arriva in Terapia Intensiva verso le dieci di sera. I genitori vanno a casa: Giulia è stata sedata e le sue condizioni sembrano stabili. Fanno appena in tempo a varcare la soglia, e squilla il telefono. Giulia ha avuto un arresto cardiaco. Quando arrivano in ospedale è già morta. Il dolore più grande, per i genitori, è quello di non essere riusciti a portare la loro Giulia a casa.
In un comunicato stampa del 3 febbraio 2006 Amica Cicogna, insieme ai genitori dei bambini ospedalizzati, chiede una giusta assistenza per questi bambini.
domenica 5 febbraio 2006
Bambini ospedalizzati
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
8 commenti:
è scandaloso che non sia garantita l'assistenza domiciliare. se ci fosse qualche iniziativa a favore dei genitori dei bambini ospedalizzati mi piacerebbe partecipare. grazie per avere segnalato questo ennesimo scandalo sanitario.
Orrendo!
Esiste un problema simile anche per gli adulti.
La risposta delle ALS è la stessa: mancano le risorse e il personale. Un nastro registrato.
Questo è successo al bambin Gesù? Non ci posso credere.
E' letteralmente assurdo che un bambino non sia assistito nel suo ultimo cammino terrestre, nel calore e nella serenità della propria casa.. assurdo ed inconcepibile per un paese cosidetto civile. La carta dei diritti del bambino sottolinea l'importanza di una continuità tra l'ospedale e la casa per garantire il benessere psicologico e fisico del piccolo... :(
mia nipote sta per compiere il suo primo anno in ospedale.é ricoverata da 5 mesi in un reparto di terapia intensiva di Roma perchè ha la "colpa"di essere ammalata di Atrofia muscolare spinale,ventilata con tracheo e alimentata tramite sondino nello stomaco.La nostra asl della provincia di Bari non riesce ad approntare un servizio di assistenza domiciliare.Noi vorremmo solo riaverla a casa,e invece sbattiamo contro muri di gomma.é un dolore indescrivibile.Quante Giulia la nostra "società civile" può ancora tollerare?
Ciao Angela80,sono Antonella,la mamma di Giovanni,sma1,sindrome di Werdnig-hoffmann,tracheo e peg.Noi siamo della provincia di Taranto,e Gio e' stato ricoverato in terapia intensiva per 8 lunghi mesi al "DI VENERE"-Carbonara(BA).La nostra Asl ci ha domiciliati appaltando una societa' la VIVISOL,ho assistenza tecnica,medica ed infermieristica.E' stata una nostra proposta perche' l'Asl non aveva i mezzi,noi volevamo Gio a casa,abbiamo chiesto aiuto in questo modo,lo abbiamo avuto in breve tempo.Perche' non provi a proporre alla tua Asl,di appaltare societa' esterne che offrono questo servizio?La nostra ha acquistato tutto il pacchetto(anche il fisioterapista,di fondamentale importanza).Gio ha un anno,non ti scoraggiare,lotta per avere quello che e' giusto,ce la puoi fare,basta sapere come muoversi e suggerire le giuste cose.In bocca al lupo,se vuoi fammi sapere e se ti va posso darti tutte le informazioni che vuoi.Un bacio alla piccola
A TUTTI VOI SEGNALO:
I bambini ospedalizzati e non di Amica Cicogna:
http://www.eintranet.it
public/amicacicogna/default.asp?id=120&mnu=120
Amica Cicogna ha dedicato una sezione ai problemi dei bimbi ospedalizzati.
Per informazioni o richieste di aiuto potete scrivere a bambinidiamicacicogna@virgilio.it.
Posta un commento