mercoledì 9 agosto 2006

Interpellanza contro Maura Cossutta

Da giorni infuria la polemica sull’affidamento a Maura Cossutta della revisione delle Linee Guida e parzialmente gli argomenti dell’interpellanza sono stati riportati dalla stampa. Ma è utile fare una analisi approfondita del testo delle interpellanze Bondi, Volontè e La Russa.

La prima osservazione riguarda la natura stessa dell’interpellanza che somiglia alla barocca e insensata istituzione della Precrimine di Philip K. Dick in Minority Report.
Prevenire il crimine è una intenzione nobile, ma anche rischiosa se si calca la mano sulla prevenzione e se la si trasforma in punizione anticipata per un crimine che non è stato (ancora) commesso. E che non si è nemmeno certi che sarà commesso. L’interpellanza è permeata da uno spirito del genere: si invita all’azione preventiva prima che qualsiasi ragione si sia manifestata. Si richiamano indizi per dare corpo alla prova ineluttabile della colpevolezza di Maura Cossutta, ricostruendo la storia e le azioni passate dell’accusata.

Ma entriamo nel merito delle argomentazioni proposte. Il primo ad intervenire è Enrico La Loggia per illustrare l’interpellanza Bondi n. 2-00096.
“Il fatto che sia stata incaricata [Maura Cossutta] di revisionare le linee guida sulla legge n. 40 del 2004, in materia di procreazione assistita, ha suscitato preoccupazione, nella parte maggioritaria della popolazione italiana che, come è noto, si riconosce nei principi cattolici che stanno alla base della difesa della vita, dall’inizio alla fine naturale”.
Lasciamo da parte la correttezza e la forza dell’inferenza da A (scelta di Cossutta) a B (preoccupazione nella parte maggioritaria della popolazione italiana) per domandarci: siamo sicuri di poter affermare con tanta sicurezza che la parte maggioritaria della popolazione italiana si riconosca nei principi cattolici? Farebbe bene, La Loggia, ad approfondire la questione, ad esempio scorrendo il secondo rapporto sulla laicità.
Quanto alla fine naturale inviterei La Loggia alla cautela, perché le evoluzioni biomediche hanno scalfito di molto la naturalità della morte. Richiamarsi alla natura come limite o come valore è ingenuo e vago.

Le preoccupazioni di La Loggia sono tre. La prima è che “le intenzioni dell’onorevole Maura Cossutta siano di utilizzare le linee guida – ovvero la via amministrativa, perché di questo si tratta – per stravolgere o trasformare la legge n. 40, scavalcando il Parlamento e, peraltro, tenendo in nessuna considerazione la volontà popolare, che si è espressa in maniera inequivocabile nel referendum di appena un anno fa”.
Invece di processare le intenzioni dell’onorevole Maura Cossutta, perché non stare a vedere di quali delitti si macchierà? Almeno per curiosità.
Il referendum sulla procreazione assistita non ha raggiunto il quorum e pertanto non è valido, come una domanda cui non sia stata data una risposta. Sostenere che vi sia stata una risposta sarebbe frutto di allucinazione o mala fede. Non è onesto né corretto trasformare la non validità della consultazione referendaria in una risposta esplicita della popolazione italiana a favore, guarda caso, della posizione accolta da La Loggia. (Articolo 75 della Costituzione: La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi).
La seconda preoccupazione ricalca la prima su processi alle intenzioni e presunta conferma popolare alla legge 40, e fa invocare a La Loggia addirittura la “lealtà alle istituzioni”, da novello Socrate in giacca e cravatta. Che poi si sofferma sulla particolarità della legge 40. La Loggia ci tiene a chiarire che l’argomento (PMA) è “particolarmente sensibile” – terza preoccupazione. Questo pessimo modo di dire è peggio di ‘bipartisan’ e ‘un attimino’, vomitevoli neologismi che infestano le nostre orecchie con una insistenza intollerabile. Oltre ad essere esteticamente odioso, l’aggettivo attribuito è fuori luogo. Un argomento non è sensibile, ma è forte o debole, convincente o inefficace. Ma non è sensibile. È chiaro quello che La Loggia intende dire, ma potrebbe sforzarsi di esprimersi correttamente. D’altra parte è un deputato. Egli poi si stupisce che un argomento tanto sensibile possa “diventare oggetto di polemica all’interno delle due coalizioni, di opposizione o di Governo. Perché dico questo?” (già, perché?)
“Perché sembra che uno tra gli elementi che può avere in qualche modo intralciato il percorso che, legittimamente – anche se si possono avere opinioni diverse su ciò –, una parte cospicua della maggioranza di Governo sta compiendo verso la costruzione di un partito unico, il partito democratico, sia proprio un argomento così sensibile, che attraversa quella coalizione, così come peraltro è sotto gli occhi di tutti; non è un’illazione è soltanto una constatazione”. Sarebbe dunque un motivo strategico? Di tattica politica? E prosegue: “Mi permetto di osservare, e non posso non farlo, che un argomento di tal genere non può essere politicizzato al punto da divenire oggetto di una polemica su un percorso politico”. Però può essere politicizzato al punto da essere oggetto di una legge? Qualcosa stride: se l’argomento è così sensibile forse sarebbe stato più prudente non offenderlo con una legge, e con una legge tanto spigolosa.
E arriviamo al punto più debole dell’attacco di La Loggia: l’accenno a Mussi, reo di avere intrapreso “un’iniziativa – che definisco assolutamente improvvida – dell’onorevole Mussi, ministro del vostro Governo, nel mettere in discussione la posizione dell’Italia rispetto all’Europa sull’argomento delle cellule staminali embrionali. Il mio giudizio è che egli ha fatto malissimo, perché, in coerenza con quanto ho detto sino ad ora, per rispetto della legge, per rispetto della volontà del popolo italiano, per rispetto della sensibilità dello stesso popolo italiano, egli avrebbe dovuto astenersi, in assenza di un preciso mandato, che non poteva che nascere attraverso una trasformazione della legge n. 40 del 2004”.
L’iniziativa di Mussi non ha scalfito la legge 40, farebbe bene La Loggia a leggersela.

Gli interventi successivi spesso ripropongono argomenti simili (“Tutto il paese ha detto che la legge n. 40 va bene così come scritta”). Con qualche extra che riportiamo.
Luisa Capitanio Santolini (che illustra l’interpellanza Volontè n. 2-00097). “Attraverso le linee guida, è possibile intervenire sulla diagnosi preimpianto, che è proibita ma si potrebbe in qualche modo prevedere, e tutti lo sanno. Così com’è accaduto in Europa con la spallata di Mussi, e non mi si venga a dire che è stata una grande conquista, perché è stata una grande sconfitta collettiva, perché, con giochi di parole, con giochi di prestigio, con frasi più o meno chiare, più o meno ambigue si fa passare quello che si nega e si nega quello che si vuole far passare! Allora, su tali questioni occorre estrema chiarezza”. Sarebbe forse stata una vittoria senza giochi di parole e di prestigio? Quali siano stati i giochi non è molto chiaro, e non è nemmeno molto chiaro, nonostante si invochi estrema chiarezza, cosa sia passato negandolo e cosa sia negato passandolo. Mi sono persa. E a conclusione del suo intervento: “Mi stupisce che una persona navigata e abile come il ministro Turco sia scivolata su una buccia di banana del genere!”. Buccia di banana?
Patrizia Paoletti Tangheroni: “Francamente, mi sembrava di leggere una pagina di George Orwell quando parla del ministero della verità, per cui tutto è sovvertito. Fare occupare l’onorevole Maura Cossutta della prevenzione all’aborto, quando è una convinta abortista, mi sembra una situazione veramente orwelliana!”. Citazioni letterarie a parte, il fatto che qualcuno sia a favore dell’aborto non esclude che possa essere anche a favore della prevenzione dell’aborto. La contraddizione non esiste. La prevenzione dell’aborto non consiste nell’impedire l’interruzione di gravidanza, ma nell’evitare di creare le circostanze di una interruzione di gravidanza con una corretta informazione e una politica di contraccezione.
Luca Volontè: “Sappiamo quali sono le posizioni; sappiamo, però, qual è il principio di laicità, principio attraverso il quale si è erroneamente «crocifisso» – faccio un esempio che sia chiaro in questo ramo del Parlamento – l’onorevole Buttiglione. Egli, citando Kant, non ha negato le proprie convinzioni, ma, nello stesso tempo, ha detto che le sue convinzioni erano una cosa e il rispetto della legge era un’altra, ed è stato cacciato per un malinteso sul concetto di laicità. L’onorevole Cossutta, invece, che nelle interviste dichiara di essere orgogliosa delle proprie posizioni, di non voler rinnegare i propri convincimenti, di volerli addirittura introdurre nella revisione della legge n. 40, non viene neanche sancita con un ammonimento”. Nessun malinteso, caro Volontè, ma una sottile differenza: lo Stato è laico e non confessionale, e dunque è inopportuno chi inquina la politica con le proprie credenze (religiose o calcistiche non fa differenza), non chi riafferma la laicità delle istituzioni.

2 commenti:

Martin Venator ha detto...

... e infatti buttiglione non aveva inquinato la purezza dello stato laico con la "spazzatura" delle sue convinzioni religiose. Al contrario un "tribunale laico" di rappresentanti del popolo lo ha "processato" per il semplice fatto che aveva convincimenti religiosi. Lo ha chiamato, lo ha fatto sedere e gli ha chiesto: "ma lei per caso è cattolico?"...strano concetto di laicità questo. E nonostante lui abbia risposto: "si... ma le mie convinzioni religiose si fermano di fronte alle leggi che i parlamenti sovrani impongono"... è stato linciato.
La sig.ra Cossutta non è stata chiamata da nessun tribunale inquisitorio per chiederle: mi scusi ma non è per caso lei quella che definì "illiberale e oscurantista" una legge votata dalla stragrande maggioranza di un Parlamento laico e confermata (volenti o nolenti) dal fallimento di un referendum? Si atterrà al rispetto del Parlamento e della sua volontà? Si metterà in tasca le sue convinzioni laiciste (altrettanto religiose e dogmatiche)e rispetterà la legge?
Ovviamente, io laicocattolico, sono convinto di si... fino alla prova contraria. Non ho motivo di dubitarne ma che emerga qualche perplessità mi sembra normale.
La sig.ra Cossutta ha ribadito:
"Non rinnego la mia cultura, ne' affermo di voler scindere la mia persona". Chissà perché a Buttiglione invece questo è stato chiesto e imposto.
E' divertente questa capacità "laicista" di rovesciare i problemi. Vi sfugge che la Precrimine di Dick è esattamente quella che il parlamento europeo ha imposto a Buttiglione... altro che le banali polemiche politiche sulla Cossutta.
Perché non provate invece... con un po' più di umiltà, a rispettare le convinzioni etiche degli altri, senza questo ridicolo atteggiamento di superiorità?
La scienza che si fa ethos non è un problema di poco conto e francamente nè noi biechi oscurantisti, né voi illuminati progressisti... sappiamo dove può portare.
Martin

Giuseppe Regalzi ha detto...

Chiara Lalli è via per alcuni giorni; ho risposto quindi io, in un post apposito.