martedì 22 agosto 2006

A lezione di catechismo (1)

Confesso la mia discreta ignoranza in materia di catechismo. Ed allora ho deciso di rimediare con un appuntamento più o meno fisso di vere e proprie lezioni di catechismo. Ho deciso altresì di iniziare con la parte terza del catechismo della chiesa cattolica, sesto comandamento, alla voce Le offese alla castità.

2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.

2353 La fornicazione è l’unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all’educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani.

2356 Lo stupro indica l’entrata con forza, mediante violenza, nell’intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto, alla libertà, all’integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può segnare la vittima per tutta la vita. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.
È interessante che lo stupro violi prima la giustizia e la carità, e solo in un secondo momento il diritto al rispetto alla libertà e alla intergità fisica e morale. Evoca il codice Zanardelli, secondo il quale lo stupro costituiva una violazione del buon nome della famiglia e imponeva come condizione necessaria la verginità della ‘vittima’ per configurare il reato di stupro. Per fortuna da allora il codice penale si è evoluto…

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