giovedì 15 maggio 2008

Finalmente giustizia per Regina McKnight

La storia di Regina McKnight è una gran brutta storia cui finalmente da pochi giorni si è posto rimedio. Per quanto sia possibile rimediare ad un simile scempio.

Regina è una giovane donna senza casa, dipendente dalla cocaina e mentalmente ritardata; vive nel South Carolina ed è nera (il movimento per i diritti dell’embrione (unborn child) sta assumendo in questo Stato l’aspetto di una persecuzione condotta soprattutto verso donne povere e, nella maggior parte dei casi, nere. Su 167 procedimenti contro donne incinte fino al 1992, 87 sono nel South Carolina). Il 15 maggio 1989 partorisce all’ottavo mese e mezzo di gravidanza: il bambino nasce morto. Alla fine del maggio 2001 è dichiarata colpevole di omicidio e condannata a 12 anni di prigione.
Regina fumava crack durante la gravidanza: l’autopsia evidenzia alcune tracce di tale sostanza nel corpo del feto e il medico che esegue l’autopsia stabilisce che la morte del piccolo si possa collocare uno o due giorni prima del parto. I medici che intervengono al processo non concordano nel ritenere la tossicomania della madre la causa della morte del feto: determinare la causa del decesso nel caso di un parto di un bambino morto è spesso difficile, e a volte impossibile. In altre parole, non è possibile stabilire con certezza che la condotta di Regina abbia causato la morte del feto.
Nonostante questo, una giuria dichiara Regina colpevole di omicidio dopo aver deliberato per soli quindici minuti. Charles Condon, candidato repubblicano al governo, definisce questa condanna come una importante testimonianza della volontà del South Carolina di proteggere la vita innocente tanto delle persone born quanto delle persone unborn.
La legislazione del South Carolina considera persona il feto vitale: di conseguenza ogni comportamento potenzialmente dannoso per il feto è perseguibile come criminal child abuse. Nei procedimenti contro donne incinte viene spesso richiamato lo Statuto a difesi dei minori e addirittura invocato il reato di spaccio di sostanza stupefacenti. L’uso di sostanze stupefacenti è infatti il comportamento maggiormente sanzionato; seguono il fumo, gli alcolici, le droghe legali o la violazione delle prescrizioni mediche. È interessante sapere che il South Carolina, oltre ad essere la roccaforte della tutela degli embrioni, è anche uno degli Stati che stanzia meno fondi per i programmi di disintossicazione e la prevenzione delle tossicodipendenze; spenderà però circa 300.000 dollari per la lunga detenzione di Regina McKnight.
Nel maggio del 2003 la difesa di Regina McKnight chiede che la Corte Suprema degli Stati Uniti compia una revisione della decisione presa dalla Corte Suprema del South Carolina. La petizione (sostenuta da una trentina di organizzazioni mediche, tra cui l’American Nurses Association, il South Carolina Medical Association e l’American Public Health Association) afferma che la condanna della giovane per omicidio viola la Costituzione: l’Ottavo Emendamento (proibizione di crudeli e insolite pene) e il diritto di procreare. La petizione, inoltre, sottolinea che la Corte del South Carolina ha trasformato un parere medico (la cui verosimiglianza non è stata confermata) in una prova schiacciante di colpevolezza: in questo modo ha trattato una donna come una spietata assassina (“depraved heart” murderer) e ha infamato la tradizione legale americana. Nel giugno dello stesso anno la Drug Policy Alliance (vedi http://www.lindesmith.org) a sostegno della petizione afferma quanto segue: (1) non c’è alcuna evidenza scientifica e clinica per affermare che l’uso di droga da parte di Regina abbia causato la morte del feto; (2) il caso di Regina è pericoloso perché scoraggia tutte le donne incinte che fanno uso di droga a richiedere assistenza pre e postnatale per paura di essere incriminate; (3) trattare una donna che ha partorito un bambino morto come una criminale invalida i tentativi di aiutarla a superare una esperienza tanto traumatica. Il 6 ottobre del 2003 la Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di ascoltare l’appello a favore di Regina McKnight.
Regina è il primo caso in cui una donna venga accusata di omicidio in tali circostanze: negli anni precedenti molte altre donne sono state coinvolte in processi a causa di un comportamento ritenuto dannoso per il feto.
La violazione dei diritti delle donne è una inevitabile conseguenza dell’equiparazione giuridica tra l’embrione e le persone; ma vi è un’altra conseguenza piuttosto allarmante. Le donne incinte il cui comportamento è giudicato, da loro stesse, trascurato verso l’unborn child e quindi condannabile, le donne che fanno uso di sostanze stupefacenti, sempre più spesso si guardano bene dall’andare in ospedale per sottoporsi a controlli durante la gravidanza, per evitare la prigione. Quando lo fanno, è per partorire, oppure è a causa di qualche complicazione a cui può essere tardi rimediare.
Ciò che è accaduto a Regina McKnight suscita una domanda: com’è possibile considerare una conseguenza non desiderata e forse non determinata dall’uso di crack come omicidio e, allo stesso tempo, affermare che è legale abortire? Causare quello stesso effetto (la morte) deliberatamente non può essere legittimo se si dichiara che è un crimine farlo involontariamente. La maggiore gravità di un omicidio intenzionale rispetto a un omicidio colposo sembra paradossalmente invertita in tale caso.

E finalmente
Today, we were thrilled to learn that after 8 long years, the South Carolina Supreme Court has finally reversed the 20-Year Homicide Conviction of Regina McKnight. The unanimous decision recognizes that research linking cocaine to stillbirths is based on "outdated" and inaccurate medical information. NAPW has been working on behalf of Ms. McKnight for nearly 10 years.

Specifically the South Carolina Supreme Court ruled that Regina McKnight did not have a fair trial when she was convicted in 2001 for homicide by child abuse. Through this conviction she became the first woman in South Carolina to be convicted of homicide by child abuse as a result of suffering an unintentional stillbirth.

McKnight was arrested in 1999, several months after she experienced a stillbirth at Conway Hospital. McKnight’s conviction was based on the jury’s acceptance of the scientifically unsupported claim that her cocaine use caused the stillbirth. McKnight had no prior arrest history and even prosecutors agreed that she had no intention of harming the fetus or losing the pregnancy. Nevertheless, upon conviction she was given a twenty-year sentence, suspended to twelve years in prison with no chance for parole. She was projected to be released in 2010.

The medical community has strongly opposed McKnight’s prosecution and conviction. From the beginning, leading South Carolina and national medical, public health, and child welfare organizations and experts have opposed the prosecution and conviction. These organizations — represented by us — the National Advocates for Pregnant Women and the Drug Policy Alliance, with South Carolina counsel Susan Dunn included the South Carolina Medical Association, the South Carolina Nurses Association, the South Carolina Association of Alcoholism and Drug Abuse Counselors, and the South Carolina Coalition for Healthy Families argued in an amicus (friend of the court) brief argued that women do not lose their rights to a fair trial upon becoming pregnant and challenged the state’s evidence that cocaine use or anything else that McKnight did or did not do caused the stillbirth.
(Continua).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate se non c'entra col post, ma sono atterrita (anche se c'era da aspettarselo): hanno appena annunciato che le nuove linee guida per la 40 verranno cancellate: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_73518569.html

Che mi dicono i sostenitori della laicità della destra??? Di questa destra??? E visto il tono dei commenti sulla 194, è evidente che cambieranno pure quella, anche se parlano di 'completa applicazione'. Non si capisce perché debba ripassare dal parlamento. Cioè oltre al danno, la beffa: ci prendono pure per i fondelli!

Mi sa che c'è davvero da cercare fortuna altrove...prima che gli altri ci copino, e facciano un bel decretone anti italiani!
Scusate lo sfogo.

Giovanni ha detto...

ciao
sei interessato ad uno scambio link?
grazie
Sette Note
www.settenote.org