martedì 2 settembre 2008

La rana nuda

Il gusto per l’informazione approssimativa, per la logica zoppicante, per la sciatteria espressiva, è la caratteristica saliente del mondo intellettuale italiano di oggi. Sono tratti equamente suddivisi, ma che risaltano specialmente nel gruppo di quelli che alcuni chiamano cristianisti (integralisti, atei clericali e le varie sfumature intermedie), per il buffo contrasto con l’inclinazione di questi alla denuncia teatrale della minaccia islamo-laicista-ateista e alla sbrasata paranoica (o pseudo-paranoica) sull’Occidente in pericolo, declinante, praticamente già morto.
Consideriamo per esempio l’ultimo articolo di Claudio Risé – candidato per la lista di Giuliano Ferrara, sostenitore della terapia riparativa per gli omosessuali – «In cammino con i senza patria» (Il Mattino, 1 settembre, p. 1). Dopo aver toccato in successione l’ultimo meeting di CL, l’imperatore Costantino, le persecuzioni planetarie ai danni dei cristiani e la denigrazione dei loro simboli, Risé arriva alla questione della rana crocifissa. Vediamo cosa ne scrive.

Un pittore tedesco in cerca di sicura pubblicità, Kippenberg, ha esposto, in una galleria pubblica bisognosa di visibilità (il Museion di Bolzano)
Si comincia, come si vede, in salita: lasciamo da parte il dettaglio che l’artista si chiama Kippenberger e non Kippenberg; ma che un uomo morto da undici anni vada ancora in cerca di «sicura pubblicità» ha del miracoloso... (si noti che l’articolo di Risé giunge buon ultimo, dopo che la stampa ha dedicato una certa attenzione alla vicenda, riportando abbastanza spesso questo dettaglio anagrafico).
[ha esposto] un quadro rappresentante una rana nuda con la lingua fuori.
Una rana nuda! Dio mio, ci sarà mai un limite alle morbosità di questi sedicenti artisti? Con che coraggio rappresentare in questo modo una creatura innocente, nota per il suo indefettibile senso del pudore, che non viene meno neanche nei mesi più caldi e nelle occasioni più intime? Che vergogna!
Da questa riga di testo viene fuori, peraltro, che Risé non ha mai visto l’opera di cui parla: la rana infatti non è nuda, essendo cinta ai lombi da un discreto perizoma, e soprattutto non è rappresentata in un quadro ma in una scultura.
[…] L’opera è violenta (oltre che nei confronti del cristianesimo) anche verso le rane e la natura; ed è impregnata di quel gusto sadico che i tedeschi forse dovrebbero avere il buon gusto di esibire meno, vista la storia.
Come si vede, il fatto di non aver mai posato lo sguardo su una riproduzione della Rana non impedisce a Risé di discettare sullo spirito dell’opera. Possiamo rassicurare il preoccupato editorialista: la rana non ha proprio nulla di sadico (e nessun batrace è stato maltrattato per la realizzazione della scultura) – al massimo è un po’ malinconica; usando lo stesso argomento di Risé si potrebbe a maggior ragione sostenere che è «impregnato di gusto sadico» ogni crocifisso tradizionale. Non c’è bisogno, infine, di mostrare quanto sia fuori di ogni misura la ramanzina sul passato tedesco, e l’accostamento dell’Olocausto alla produzione di una rana di legno.

Se solo i nostri cristianisti usassero maggiore ironia e migliore informazione... Beh, d’accordo, non sarebbero più cristianisti.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io preferisco chiamarli cattolicisti...

Comunque, si inizia a parlare dei bilanci del museo e dei finanziamenti dalla regione...

Anonimo ha detto...

Mah, oggi l'Osservatore Romano ha dichiarato che "è stato dimostrato che la morte cerebrale non è la morte dell'essere umano".

Forse Claudio Risé gli serve come esempio.

Anonimo ha detto...

L'opera non può certo dirsi bella, ma neppure "Merda d'artista", di Piero Manzoni, lo era.
Ritengo che Martin Kippenberger, in quella rana crocefissa e con in mano un boccale di birra o altro, volesse rappresentare se stesso.
I commenti del giornalista che riporti - privi, innanzitutto, di quella stessa informazione e cultura che la categoria dovrebbe deontologicamente contribuire a diffondere in maniera obiettiva - ci danno solo l'ennesima prova di quanto poco valore professionale detenga la stampa italiota.

Anonimo ha detto...

Il solito Risè...come faremmo senza di lui e Volontè???? :-)))))

Anonimo ha detto...

Pane per i vostri denti, amici.
Sam
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsid=85442

Anonimo ha detto...

certo che è nuda...si vedono i capezzoli! :D

paolo de gregorio ha detto...

Ohibò! Era nuda e ha avuto lo stesso l'OK della censura? Ecco dove sta finendo la nostra cultura relativista...