Il modo con cui i giornali hanno raccontato la faccenda, e le dichiarazioni rilasciate hanno dell’incredibile. Per esempio Carlo Alberto Defanti, il neurologo di Eluana, da sempre favorevole a staccarle il sondino: “Per il momento non è più a rischio di vita immediato. L’importante è che l’emorragia non ricominci”. Ma come, all’improvviso parliamo di “rischio di vita”? Non avete detto fino a cinque minuti fa che era un vegetale, una pressoché morta? E poi: perché adesso è diventato improvvisamente importante che l’emorragia non ricominci, per il medico che vuole farla morire di fame e di sete?(Eluana Englaro è più viva che mai. Ma i giornali se ne sono accorti?, stranocristiano).
Concordo con Assuntina Morresi sulla approssimazione dei giornali (solo pochi esempi: Eluana sarebbe in coma; Eluana soffrirebbe di fame e di sete; Eluana ha reagito e così via). Ma il nostro accordo è solo formale, perché appena si entra nei contenuti l’incanto si spezza e quanto afferma (sarcasticamente o aspirando ad esserlo) la nostra è ambiguo – sembra volutamente ambiguo per approfittare della confusione.
Un vegetale è vivo, ma Assuntina è talmente distratta dalla sua reazione di scandalo da dimenticarlo. E dimentica anche di considerare la differenza tra vita biologica e vita personale (ultimamente mi sembro un disco rotto: non so se sia più impressionate leggere sempre le stesse cose o ritrovarsi a rispondere sempre le stesse cose...).
Tutto il resto è secondario, ed è lasciato alle opinione personali.
Ma se la premessa consiste nella confusione tra due livelli che devono essere distinti (il piano biologico e quello personale) è inutile proseguire nella discussione.
Siamo felici che anche Eugenia Roccella concordi, non ci avremmo dormito stanotte.
14 commenti:
Ma non si tratta infatti di un Vegetale, per l'appunto.
Non e' complesso come concetto.
Eluana non e' morta.
Ergo e' Viva.
E se e' Viva, senza l'uso di macchine, senza altre necessita' che non mangiare e bere(chi di noi non si accanisce a vivere, allora??), perche' mai ucciderla?
Ci urta cosi' tanto?
E che ci preoccupiamo allora se peggiora?
Caso super strumentalizzato.
Ma a qualcuno, di Eluana, importa veramente?
Leonde, una persona è fatta di due cose: corpo e mente (o spirito, se preferisci, o persino anima). Quando diciamo che Eluana è morta intendiamo dire - ovviamente - che la sua mente è morta: non ha più coscienza di sé, non percepisce, non ricorda e non spera. Poiché queste sono le funzioni essenziali di una persona, anzi definiscono il concetto stesso di persona, siamo autorizzati a dire, appunto, che Eluana non c'è più. Per evitare di contraddirci dovremmo dire che "il corpo di Eluana è a rischio di morte", ma viene più facile continuare a dire "Eluana è a rischio di morte", proprio come diciamo "mio nonno è stato sepolto ieri" e non "il corpo di mio nonno è stato sepolto ieri" (che non vuol dire che mio nonno è stato sepolto vivo).
Tutto questo non significa che se il corpo di Eluana continua a vivere la cosa ci debba necessariamente turbare: ognuno reagisce secondo i propri valori e le proprie credenze. Ma la cosa importante è che questa cosa turbava Eluana stessa: le testimonianze di chi la conosceva sono concordi (e non solo del padre, come vorrebbero le orribili menzogne della propaganda clericale). È questa la cosa fondamentale: il rispetto di ciò che Eluana voleva per se stessa, anche se lei non c'è più. Non è complesso come concetto.
è allucinante tutto questo..
a leonde
Perchè dici "strumentalizzato"?
Defanti, in una intervista su Repubblica: “Da un certo punto di vista è un peccato che succeda adesso, perché per me si doveva andare fino in fondo”.
Questo è davvero un medico cui importa della sua paziente per lei stessa.
a regalzi
La "propaganda clericale" racconta una cosa diversa dal fatto che sia solo il padre a affermare che Eluana vorrebbe essere morta: ha raccolto testimonianze diverse da cui risulta che questa volontà non era così assoluta e definitiva.
«Personalmente – riferisce Laura Magistris, per cinque anni compagna di classe di Eluana al Liceo linguistico Maria Ausiliatrice di Lecco – non l’ho mai sentita fare discorsi di questo genere. Non ricordo una sua posizione così ferma e decisa su questi argomenti. Che, in ogni caso, com’è facilmente intuibile, non erano al centro dei pensieri di ragazze nemmeno ventenni».
«L’episodio relativo alla discussione sull’esperienza di Rosanna Benzi – ricorda la docente – non è avvenuto come è stato ricostruito nella sentenza del tribunale. Volendo proporre alla classe il libro della Benzi “Il vizio di vivere”, ne ho parlato alle ragazze ma assolutamente nessuna, né tantomeno Eluana, è intervenuta dicendo di preferire la morte a una condizione del genere».
Nel decreto, poi, si ricorda che Eluana sarebbe stata “costretta” a scegliere il Liceo delle suore di Maria Ausiliatrice, perché a Lecco non ne esisteva uno pubblico ad indirizzo Linguistico, non nutrendo però particolari sentimenti religiosi. «Sinceramente, non l’ho mai vista venire a scuola controvoglia – ricorda l’antica insegnante – e, anzi, era sempre presente a tutte le celebrazioni, anche religiose, come per esempio la festa in occasione di San Giovanni Bosco, promosse dall’istituto».
«Se così fosse – protesta suor Rina Gatti – non si capisce perchè, a distanza di oltre due anni dalla maturità, senta la necessità di inviarmi questa lettera dove tra l’altro, scrive: “Ho deciso di ricominciare con te” che sei, dice lei, “la mia educatrice”. E poi: “Volevo dirti sinceramente che mi manchi”. E ancora: “E adesso chi mi sgrida quando ne combino una delle mie?”».
Siamo sicuri che il Tribunale abbia sentito tutti i testimoni e non solo quelli favorevoli alle tesi della famiglia?
La prima testimonianza è in negativo, e quindi non confuta quelle in positivo date dalle altre amiche (oltretutto si spiega anche da sola, quando dice che "questi argomenti ..., com’è facilmente intuibile, non erano al centro dei pensieri di ragazze nemmeno ventenni" - nessuno del resto ha mai sostenuto che Eluana ne fosse ossessionata).
L'insegnante sembra contraddire un racconto di cui però non trovo traccia nella sentenza della Corte d'Appello, dove tutto quello che si legge - salvo errore - è questo: "L'altro episodio si riferisce ad un racconto delle suore di Maria Ausiliatrice presso le quali noi abbiamo frequentato il liceo. Il racconto si riferiva ad una ragazza che viveva in un polmone d'acciaio e le suore parlavano del coraggio di questa ragazza che, pur vivendo in queste condizioni, riusciva a confortare gli altri e a godere della vita, pure essendo in quelle condizioni. Io, Eluana ed altre compagne siamo rimaste molto impressionate e ci siamo chieste come fosse possibile vivere in condizioni del genere". Non si accenna a un intervento in classe, a meno che la testimonianza originale non proseguisse in questo senso.
Il fatto infine che Eluana andasse a scuola dalle suore di controvoglia o meno, mi sembra francamente non molto rilevante.
Beh, oddio, non e' cosi' facile separare corpo e anima.
C'è chi addirittura non pensa nemmeno ci sia, un'anima.
Sul fatto che la sua "Anima" sia morta, poi, non ne sappiamo proprio nulla.
Il suo Encefalogramma non e' piatto e quindi no, non e' morta.
Si muove, involontariamente, ma si muove.
Ed il suo corpo e' sano.
Nel dubbio, visto che siamo nel dubbio, e dal momento che non ci costa praticamente nulla tenerla in vita, perche' ucciderla??
E' una paziente come mille altre.
Ha bisogno di cure, probabilmente non guarira' mai.
Ma anche di AIDS non si guarisce.
Ne' di Alzheimer.
@ Annarosa
Strumentalizzato perche' e' sotto gli occhi di tutti che nemmeno ai medici interessa di Eluana.
Si vuole solo crecare di creare un "precedente".
Cioe' che dice Carlo Defanti e' pazzesco: “Da un certo punto di vista è un peccato che succeda adesso, perché per me si doveva andare fino in fondo”.
Se davvero mi fosse importato qualcosa mi sarei sentito sollevato di risparmiarle una morte cosi' disumana.
E poi, siamo seri, ovvio che se chiedi a chiunque se vorrebbe vivere in questo modo ti risponderebbe di no.
Ma risponderebbe allo stesso modo alla domanda: Vorresti morire?
E allora?
Non ci autorizzerebbe di certo ad un accanimento terapeutico.
Cosa ci impedisce di lasciare che Eluana continui a vivere come ha sempre fatto da 16 anni a questa parte?
Leonde: la mente, però, sicuramente c'è. E in questo caso è sicuramente morta.
"Cosa ci impedisce di lasciare che Eluana continui a vivere come ha sempre fatto da 16 anni a questa parte?"
Che lei aveva detto che avrebbe preferito morire, piuttosto che 'vivere' così. Solo questo.
La mente c'è.
Ma e' completamente separata dal corpo?
Esiste l'entita' mente e quella corpo?
O esiste la persona Eluana?
Fatta di mente e corpo, un tutt'uno?
E poi, la mente non e' morta!!
Allora, se fossimo stati in presenza di un Encefalogramma piatto, nessuno si sarebbe sognato di forzarla a tenerla in vita.
Se avesse avuto bisogno di macchine che forzatamente la tengano in vita, e dalle quali dipende assolutamente, nessuno avrebbe avuto da ridire nel caso si fosse deciso di staccare la spina.
Ma il caso di Eluana e' diverso.
Il suo encefalogramma e' "AlfaComa".
Non piatto, non morto.
L'unico dispoisitivo che necessita e' il sondino nasogastrico.
Da considerarsi alla stragua di un nostro cucchiaio.
Le sue intenzioni non erano nemmeno quelle di morire, se per questo, no?
Leonda: naturalmente la mente non può essere separata dal corpo (tranne forse che con un trapianto di cervello); ma questo non toglie che sia diversa dal corpo. Le due cose sono qualitativamente differenti, anche se interagiscono strettamente.
L'elettroencefalogramma registra l'attività elettrica del cervello, non direttamente la presenza di una mente.
"Le sue intenzioni non erano nemmeno quelle di morire, se per questo, no?"
Non capisco cosa vuoi dire. Certo Eluana non aveva istinti suicidi. Ma preferiva la morte alla condizione attuale.
Come la si registra la presenza di una mente?
Hai la certezza che la Mente non ci sia?
Dubito.
E nel dubbio, ammetto il mio limite, e mi fermo.
Continuo ad alimentare Eluana, continuo a prendermene cura.
Sappiamo che la mente è strettamente collegata al cervello. Sappiamo che quel cervello ha gravissime lesioni che ne minano le funzionalità. Sappiamo che la paziente è sveglia ma non mostra alcun segno di coscienza, anche se non ha blocchi motori. Sappiamo che chi si è svegliato da forme meno gravi di stato vegetativo non ricorda nulla di quel che gli è successo.
"Continuo ad alimentare Eluana, continuo a prendermene cura".
No. Continui a violarne la dignità, a fare quello che lei non voleva le venisse fatto.
Leonde:
"Come la si registra la presenza di una mente?
Hai la certezza che la Mente non ci sia?
Dubito.
E nel dubbio, ammetto il mio limite, e mi fermo.
Continuo ad alimentare Eluana, continuo a prendermene cura."
Se è per questo, se ti riferisci alla necessità di una certezza binaria assoluta, beh allora scordatela: nel dubbio, non possiamo saperlo, pure quando uno è morto la sua mente potrebbe essere viva. Nel dubbio dato che, su questo si basa il tuo ragionamento, esistono regole della mente e del pensiero che ci sfuggono. Per tale motivo, seguendo questo tuo dubbio fino alla radice sulla natura della mente dovremmo, tanto per dirne una, smettere di seppellire la gente, magari imbalsamarla, o magari pompare il sangue con una macchina in eterno. (sembra in effetti che qualcuno ogni giorno di più vada alla ricerca della vita eterna, ma puramente terrena e tecnicizzata)
In tutto questo a perdersi, oltre alla conoscenza scientifica unita al buon senso, è soprattutto il senso della vita. Penso che un po' lo si è perso già quando si dice: "Nel dubbio, visto che siamo nel dubbio, e dal momento che non ci costa praticamente nulla tenerla in vita, perche' ucciderla??
E' una paziente come mille altre." Nel dubbio certo, nel dubbio e se non ci costa nulla. Ma non è questo il tema della discussione né lo è mai stato: se ci costa oppure no.
Leonde, "perché mai ucciderla?"
Perché lei desiderava non vivere in questo modo, forse?
Magar
Secondo Volonté Eluana sorride alle suorine...
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