giovedì 14 aprile 2011

Feticidio

Bei Bei è quasi alla fine della gravidanza. Il compagno la lascia e le rivela che ha già una famiglia. Bei Bei tenta il suicidio ingerendo del veleno per topi. Non si sente subito male, è un amico cui confida cosa ha fatto a portarla in ospedale. Angel nasce il 31 dicembre, ma muore un paio di giorni dopo.
Bei Bei è accusata di omicidio e feticidio e dovrà affrontare un processo. Comunque la si pensi, la vicenda è sintomatica di un clima inferocito e presenta molti nodi difficili da sciogliere. La legalità della interruzione di gravidanza, l’attribuzione di diritti all’embrione, i diritti della donna, la possibilità di scegliere su se stesse e il proprio corpo (tenendo a mente Judith Jarvis Thomson), la considerazione delle condizioni psicologiche di Bei Bei, l’uso politico di casi umani, la legge federale Unborn Victims of Violence Act (e la simpatia verso questa legge soprattutto da parte di alcuni Stati ultraconservatori, come l’Indiana) - tutto questo e molto altro si intreccia in questa vicenda di cronaca. Come al solito, l’unica reazione da evitare è quella di fare finta di niente.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Naturalmente il gentiluomo che ha messo incinta questa donna e ha atteso la fine della gravidanza per rivelarle - carramba che sorpresa! - che era sposato e che del figlio in arrivo gliene importava meno di zero non è stato accusato di nulla, nevvero?
dirglielo al primo mese, acciocchè la poveraccia potesse perlomeno abortire, o parlare dell'adorabile mogliettina a casa a inizio relazione, in modo che Bej Bej potesse capire che non era il caso di accoppiarsi con un pezzo di sterco, pareva brutto?
Ann

Anonimo ha detto...

il "popolo" ha una irrefrenabile tendenza a impicciarsi dei fatti altrui, quando i fatti sono già tragici a sufficienza, per peggiorarli ancora.

Anonimo ha detto...

Caso di specie: o e' accusata di omicidio, o di feticidio... delle due l'una, per quanto possa segnare una differenza. Solo l'autopsia potra' chiarire se e come il comportamento della madre la renda responsabile della morte del figlio.

In linea generale (e ripetitiva...)
La donna, o anche l'uomo, hanno la liberta', possibilita' di scegliere 'SUL PROPRIO' corpo, non su quello degli esseri indifesi. Se non si vuole generare, se non si vuole puoi sopprimere una vita umana formata o in formazione, e' sufficiente non... concepirla, piuttosto che spezzarla... e' un segno di rispetto e maturita'....

e se succede? si rispetta la vita umana... dando la precedenza ai piu' deboli, non a chi è piu' forte.
Ovviamente alle spalle ci deve essere uno Stato (istituzione) vicino alle cittadine...

Anonimo ha detto...

"e se succede? si rispetta la vita umana... dando la precedenza ai piu' deboli, non a chi è piu' forte.
Ovviamente alle spalle ci deve essere uno Stato (istituzione) vicino alle cittadine..."

Secondo me la precedenza va data a "chi c'è" piuttosco che a "chi non c'è". Poi è anche comodo aver lo Stato alle spalle delle cittadine della serie "i figlio li faccio io, ma sono problema degli altri"; bel concetto di responsabilità!