venerdì 21 marzo 2008

Avvenire torna a mentire

Sull’inserto «È Vita» del quotidiano dei vescovi si leggevano ieri queste rivelazioni (E.D.S., «“Salute in pericolo”. Se si abortisce», Avvenire, 20 marzo, p. III):

Abortire costituisce un dramma e fa male alla stabilità psicologica delle donne, in molti casi portando persino alla depressione. È quanto rivela una ricerca condotta dal «Royal College of Psychiatrists», l’associazione che riunisce gli psichiatri dell’Inghilterra e dell’Irlanda, secondo cui è fondamentale informare le donne che intendono interrompere la loro gravidanza dei rischi che corrono. I risultati dell’inchiesta sfidano una vecchia convinzione: che una donna sarebbe più vulnerabile psicologicamente se costretta a portare avanti una gravidanza indesiderata. […]
Secondo dati riportati dal Sunday Times, oltre il 90% delle interruzioni di gravidanza (ben 200 mila all’anno in Gran Bretagna, un Paese peraltro con un elevato tasso di ricorso alla contraccezione) vengono effettuate dopo una valutazione del medico secondo la quale andare avanti causerebbe traumi psicologici alla donna. Ora però l’Ordine degli psichiatri sostiene che potrebbe essere vero il contrario: le donne rischiano una seria depressione se mettono fine alla loro gravidanza.
Andiamo allora sul sito del Royal College of Psychiatrists. Quella a cui Avvenire fa riferimento come a una «ricerca» è in realtà una dichiarazione («Position Statement on Women’s Mental Health in Relation to Induced Abortion», 14 marzo 2008) che, tolto il prologo, riporto integralmente (i corsivi sono miei):
The Royal College of Psychiatrists is concerned to ensure that women’s mental health is protected whether they seek abortion or continue with a pregnancy.
Mental disorders can occur for some woman during pregnancy and after birth.
The specific issue of whether or not induced abortion has harmful effects on women’s mental health remains to be fully resolved. The current research evidence base is inconclusive – some studies indicate no evidence of harm, whilst other studies identify a range of mental disorders following abortion.
Women with pre-existing psychiatric disorders who continue with their pregnancy, as well as those with psychiatric disorders who undergo abortion, will need appropriate support and care. Liaison between services, and, where relevant, with carers and advocates, is advisable.
Healthcare professionals who assess or refer women who are requesting an abortion should assess for mental disorder and for risk factors that may be associated with its subsequent development. If a mental disorder or risk factors are identified, there should be a clearly identified care pathway whereby the mental health needs of the woman and her significant others may be met.
The Royal College of Psychiatrists recognises that good practice in relation to abortion will include informed consent. Consent cannot be informed without the provision of adequate and appropriate information regarding the possible risks and benefits to physical and mental health. This may require the updating of patient information leaflets approved by the relevant Royal Colleges, and education and training to relevant health care professionals, in order to develop a good practice pathway.
These difficult and complex issues should be addressed through additional systematic reviews led by the Royal College of Psychiatrists into the relationship between abortion and mental health. These reviews should consider whether there is evidence for psychiatric indications for abortion.
Come si vede, i rischi evidenziati riguardano solo donne con patologie psichiatriche preesistenti, e si estendono inoltre anche alle donne che scelgono invece di continuare la gravidanza. Per il resto, si auspicano al massimo nuove ricerche, visto che la questione degli effetti negativi dell’aborto sulla salute mentale rimane ancora «da essere pienamente risolta». Le donne devono essere informate dei rischi ma anche dei «benefici» delle loro scelte.
Domanda: da dove ha tratto invece Avvenire la conclusione che «abortire costituisce un dramma e fa male alla stabilità psicologica delle donne»? Nella dichiarazione non se ne trova la minima traccia. Altra domanda: quanto costa ai cittadini italiani in contributi finanziari questo foglio bugiardo?

17 commenti:

rikkitikkitavi ha detto...

ma c'è una terza domanda.
come fanno i vescovi italiani a sostenere un giornale che continua a peccare contro l'ottavo comandamento (non dire falsa testimonianza)?

MattBeck ha detto...

Più la disinformazione è rozza e cialtrona più è ironica (dunque divertente e tragico insieme) la risata che spazza via la menzogna e l'aura di serietà di cui i buffoni (Ferrara) ed i cialtroni (l'autore dell'articolo sull'avvenire) amano ammantarsi...

Ivo Silvestro ha detto...

Senza parole: e per fortuna che, in molti editoriali di Avvenire, si afferma di voler proteggere e rispettare la donna...
Grazie Giuseppe per l'ottimo lavoro!|

Luca Massaro ha detto...

Quel che più mi preoccupa è che, chi prende per buone tali notizie (che rinforzano la protervia del proprio convincimento), le diffonde poi a sua volta in un passaparola incontrollato, facendole così diventare dei tenaci memi che rimbalzano e s'installano nell'hit parade della propria ottusità. Quindi complimenti e grazie, Giuseppe, per la "sorveglianza".

Anonimo ha detto...

"come fanno i vescovi italiani a sostenere un giornale che continua a peccare contro l'ottavo comandamento (non dire falsa testimonianza)?"

Ma i comandamenti sono solo per il volgo,non certo per loro, consigliati direttamente dalla divinità.

Del rest, questo è il succo della storia di Sbramo: che l'individuo "superiore", quello che "parla con Dio" può benissimo superare le regolette per il popolino. ;)

Anonimo ha detto...

Anche il parto può portare a depressione o a scompensi psichici:
non per questo si inventano moratorie contro le gravidanze.
Questa è assoluta disinformazione!

Anonimo ha detto...

Com'è che non ve la prendete anche con il Corrierone?
http://www.medicinaepersona.org/
resources/articolo/
N118d0a0ad0afccd4938/N118d0a0ad0afccd4938/08-chi_abortisce_rischia_
la_depressione.pdf

Anonimo ha detto...

Quando ero in 3° media, venne a scuola una signora del Movimento Per la Vita (o di qualche simile organizzazione delinquenziale) per farci lezioni di educazione sessuale....
La brava signora dopo averci recisamente informati che "la masturbazione è una cosa bruttissima" e che "il prete" prima che ci si sposasse ci avrebbe saputo insegnare a non avere figli, usando "i ritmi naturali" (cos'è, musicologia uterino-tubarica?) fece una digressione sui rischi mentali e psichici dell'aborto, su quanto danneggiasse, sui rimpianti etc.

Poi, per sicurezza (metà di noi erano schifate, l'altra metà incredule davanti a tanta coglioneria) c'informò che anche perderla prima del matrimonio ci avrebbe rese tristi, depresse, infelici. E ci avrebbe rovinato la salute.

Per fortuna la "lezioncina" finì e feci in tempo a leggere, sui giornali, il resoconto di tutte le donne colpite da depressione post partum che accoppavano i figli, per non parlare di varie "sante" e "martiri" che hanno preferito - scusate la volgarità - crepare col figlio in pancia o mettere al mondo un futuro orfano. Irresponsabilmente.

A volte credo che la CEI, il Vaticano e la Chiesa Cattolica (tutti uomini, tutti costretti al voto di castità tutta gente che di parti, aborti, uteri e ovaie, se ne intende quanto il mio vecchio gatto), coalizzati con l'embrione, se ne fregano altamente delle donne.
Sono i loro nemici naturali.

Una donna assolutamente inkavolata

Anonimo ha detto...

Faccio notare che nella dichiarazione c'è scritto che "The specific issue of whether or not induced abortion has harmful effects on women’s mental health remains to be fully resolved. The current research evidence base is inconclusive – some studies indicate no evidence of harm, whilst other studies identify a range of mental disorders following abortion."

Le ricerche sono incompiute: perciò, come minimo, dovrebbe, sull'argomento, calare un sano,scientifico dubbio. Come mai in questo blog nessuno sembra dubitare ?
Anzi: l'autore di quest'articolo dice che "Come si vede, i rischi evidenziati riguardano solo donne con patologie psichiatriche preesistenti, e si estendono inoltre anche alle donne che scelgono invece di continuare la gravidanza." Si noti l'uso di "Come si vede", "riguardano solo". Non mi sembrano termini che indicano il dubbio...

Giuseppe Regalzi ha detto...

Non vedo come si possa dire che non sono aperto al dubbio, visto che subito dopo aggiungo "Per il resto, si auspicano al massimo nuove ricerche, visto che la questione degli effetti negativi dell’aborto sulla salute mentale rimane ancora «da essere pienamente risolta»". In compenso, quelli di Avvenire di dubbi non sembrano averne neanche uno: perché non muovi anche a loro lo stesso appunto?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Scusi,forse non capisco.. ma se lei dice che "la questione degli effetti negativi dell’aborto sulla salute mentale rimane ancora «da essere pienamente risolta».

perchè utilizza espressioni come "riguardano solo" e "come si vede"?
Per quanto riguarda invece "si auspicano al massimo": non mi sembra così, ma mi corregga se sbaglio. La Royal College of Psychiatrists non si "auspica al massimo" una ricerca, ma penso che la ritenga necessaria, visto che ne riconosce l'incompletezza. L'espressione "al massimo" fa sembrare che il continuo delle ricerche sia un surplus,una semplice precisazione,un optional che si può anche non fare. Ma non credo sia una semplice precisazione o un surplus

PS Io qui chiedo di lei e non di avvenire perchè questo è il sito suo e non di avvenire! (giornale che cmq non leggo)

PPS il messaggio precedente postato era sbagliato, lo cancelli pure, ho usato male il copia/incolla! Scusi dell'errore

Giuseppe Regalzi ha detto...

Il mio post si occupa di come Avvenire ha presentato la dichiarazione del Royal College of Psychiatrists. Le espressioni "riguardano solo" e "come si vede" si riferiscono a questa dichiarazione. Mi pare poi che l'invito a ulteriori ricerche sia, da parte del Royal College, una forma prudenziale (l'uso dell'avverbio "fully" in "remains to be fully resolved" lo lascerebbe pensare): a quanto mi consta, le ricerche più affidabili escludono l'esistenza di una vera e propria sindrome conseguente all'aborto. Può darsi che il Royal College abbia un punto di vista più neutrale del mio; ma quel che conta - e di cui, ripeto, mi sono voluto occupare - è la falsificazione totale di cui si è reso complice Avvenire.

Anonimo ha detto...

Io l'avevo interpretato diversamente: ho pensato che quel "fully" volesse invitare alla prudenza. Io l'ho tradotto così " il problema specifico che l'aborto indotto abbia o meno effetti dannosi rimane da essere completamente risolto."
Ho pensato quindi che invitasse alla cautela giacchè la certezza non c'è.
La ringrazio per aver chiarito il suo punto di vista

Giuseppe Regalzi ha detto...

La certezza totale non c'è, è vero; ma dire che un problema non è ancora "fully resolved" sembrerebbe voler significare che è almeno parzialmente risolto. Questa, almeno, la mia interpretazione.

Anonimo ha detto...

Ok grazie:mi scuso se si è sentita attaccata. Io ho pensato che, proprio perchè non c'era la sicurezza, doveva esserci il dubbio. Volevo esprimere questo. Grazie mille della disponibilità e soprattutto della prontezza. Continuerò a seguirvi. Auguri

Anonimo ha detto...

PS chi ha visto l'intervista a Il senso della vita a una donna che ha rinunciato all'aborto all'ultimo momento?