giovedì 6 marzo 2008

Con un piccolo aiuto dalla chimica

Nel numero in edicola del bimestrale Darwin si trova un mio articolo sui problemi posti dai farmaci in grado di migliorare le prestazioni intellettuali («Con un piccolo aiuto dalla chimica», Darwin, n. 24, marzo-aprile 2008, pp. 24-27). Ne riporto l’inizio:

«Un matematico è una macchina per trasformare caffè in teoremi»: questo aforisma è attribuito spesso al grande matematico Paul Erdős, ma il suo autore è in realtà Alfréd Rényi, che di Erdős era stato collega e collaboratore. La falsa attribuzione ha tuttavia un suo perché: Erdős era un forte consumatore della bevanda. Ma il caffè non era l’unico stimolante di cui faceva uso: nel 1971 gli erano state prescritte delle anfetamine come antidepressivo, che erano ben presto divenute un sostegno indispensabile alla sua creatività. Preoccupato, un amico aveva scommesso 500 dollari che si sarebbe rivelato incapace di sospenderne l’uso per un mese; Erdős aveva vinto la scommessa, ma durante quel mese aveva notato: «Prima, quando guardavo un pezzo di carta bianca la mia mente si riempiva di idee; adesso, tutto quello che vedo è un pezzo di carta bianca». Che ruolo abbiano avuto caffè e anfetamine nel rendere Erdős uno dei matematici più prolifici della storia, e uno dei pochi a rimanere creativo anche in età avanzata, rimane tuttavia oggetto di congettura.
Esistono oggi nuove sostanze capaci di migliorare le prestazioni intellettuali, e molte altre sono in corso di sviluppo. Farmaci come il Ritalin (metilfenidato) e il Provigil (modafinil), impiegati normalmente per trattare patologie come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (DDAI) e la narcolessia, hanno dimostrato modici effetti positivi anche su soggetti sani: il metilfenidato, per esempio, sembra capace di migliorare la concentrazione, e il modafinil la vigilanza, la memoria e la capacità di pianificare le proprie azioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mmm..vi dico la mia:per quanto ne so il Ritalin non mi sembra un toccasana:in America era molto utilizzato fin dagli anni 90. Di solito viene usato per "curare" l'ADHD (descritto nel manuale psichiatrico DSM 3).Comunque al giorno d'oggi non esiste alcuna prova che l'ADHD sia dovuto a malfunzionamenti celebrali, o squilibri chimici. Comunque il Ritalin viene usato x curare questi casi. In questo sito però non si avvisa delle complicazioni del Ritalin: la FDA (Food and Drug Administration) ha riconosciuto 186 casi di morte da metilfenidato (Ritalin) nel periodo 1990-2000.Di solito queste avvengono per arresto cardiaco.A parte per l'ADHD il Ritalin viene usato anche in Italia,anche x la tossicodipendenza per la dissassuefazione da cocaina. E l'uso prolungato di questi farmaci può causare gravi danni:perdita di peso, comportamenti maniacali,danni al sistema nervoso/cardiovascolare e dipendenza, con il rischio di sintomi psicotici e anche suicidio (dovuto all'assuefazione).Ho voluto scrivere questo messaggio perchè mi sembrava l'articolo non affrontasse il problema. Vi lascio qualche sito www.ritalindeath.com e www.adhdfraud.com Grazie, Fabrizio