sabato 15 marzo 2008

Obiezione di coscienza sulla PMA

Ci mancava per la riproduzione artificiale, per prescrivere una analisi dello sperma o una mammografia. Ma ora siamo al completo. I medici invocano la propria coscienza e obiettano. Ma perché non scegliere un altro mestiere?
(Tanto per essere chiari: non esiste la possibilità di usare la coscienza per non prescrivere i farmaci che servono ai cicli di riproduzione artificiale. Sulla mammografia non credo ci sia bisogno di dirlo).

39 commenti:

paniscus ha detto...

Scusate, quale sarebbe esattamente l'appiglio etico contro la mammografia?

Il principio che la diagnosi precoce è contro natura, e che se il Signore ti manda un tumore devi tenertelo e zitta, e provare a curarlo solo quando è in fase conclamata avanzata?

Lisa

Chiara Lalli ha detto...

Lisa,
questo quanto riportato nel pezzo de Il Corriere della Sera di oggi:

Alcuni dottori invocano la coscienza anche per la semplice prescrizione di un'analisi dello sperma o di una mammografia. È successo a Schio, in provincia di Vicenza. A una donna che, incinta grazie alla Fivet, non riesce a portare a termine la gravidanza vengono prescritti accertamenti per la poliabortività. Il medico di base dice no. «Mi ha detto che era normale che l'avessi perso perché avevo usato una tecnica contro natura» racconta la paziente. Il caso finisce all'Ordine dei medici di Vicenza: «Sì è vero — dice il ragionier Baldinato — il dottore si è rifiutato di prescrivere delle analisi nell'ambito della fecondazione assistita ma la paziente poteva anche andare da un'altra parte ». Interpellato dal Corriere il dottor Buratto non smentisce: «Mi sembrano questioni private — dice —. Io sono obiettore di coscienza sull'aborto, per il resto mi attengo al codice».

Chiara Lalli ha detto...

In effetti sono coerenti: la mammografia è contro natura. Anche le aspirine, le incubatrici, la dialisi.
Finalmente muoviamo i primi passi verso un sistema di valori naturale e coerente!

Luca Massaro ha detto...

Bisogna trovare una soluzione, non si può andare avanti così: diamogli un pezzo d'Italia un po' più grosso al minuscolo Stato Pontificio e un se parli più. Troviamo delle Regioni volontarie, e poi via: si fanno i confini, belli alti e invalicabili alla faccia di Schengen, loro si fanno il loro bello staterello teocratico con tutte le leggi che vogliono, un governo proprio (per es. Ferrara ministro della Sanità); e che in tal novello Stato ci si trasferiscano, perdendo la cittadinanza italiana, tutti coloro che antepongono le ragioni della Chiesa alle leggi della Repubblica laica Italiana, e che dopo un rompano più i coglioni per qualche secolo. Amen.

paniscus ha detto...

Sul serio, continuo a non capire: ANCHE mettendosi dal punto di vista di uno che è contrario alla pma, all'aborto, alle manipolazioni degli embrioni, e perfino alla contraccezione... quale sarebbe il problema etico in una mammografia? Non è ironia, è veramente che non ci arrivo... :(

Lisa

Giuseppe Regalzi ha detto...

Lisa, se capisco bene il ‘problema’ era costituito dal fatto che si trattava di «analisi nell’ambito della fecondazione assistita». Non era cioè una mammografia fatta allo scopo di scoprire un eventuale tumore.

Anonimo ha detto...

Allucinante! Queste persone mi fanno veramente schifo! Bisogna abolire la possibilità dell'obiezione di coscienza anche per l'aborto, poi, chi si dichiara obiettore, ne paga le conseguenze penali.

Anonimo ha detto...

Mi permetto di segnalare che la legge 40 sulla PMA all'articolo 16 prevede esplicitamente l'obiezione di coscienza per il personale sanitario e quello esercente le atività sanitarie ausiliari che "non è tenuto a prendere parte alle procedure per l'applicazione delle tecniche di PMA". L'obiezione di coscienza "esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l'intervento di PMA".
Quindi l'articolo del Corriere della Sera è chiaramente incompleto (l'articolo presenta il caso come se non esistesse affatto la possibilità di obiezione di coscienza); nel caso specifico il problema sarà valutare se quell'analisi era "specificamente e necessariamente diretta a determinare l'intervento di PMA".
Giacomo Rocchi

Giuseppe Regalzi ha detto...

Per completezza, è bene sapere che la legge (art. 16 c. 3), dopo le parole "L'obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente e necessariamente dirette a determinare l'intervento di procreazione medicalmente assistita", aggiunge "e non dall'assistenza antecedente e
conseguente l'intervento".

paniscus ha detto...

Non sapevo che la mammografia fosse un esame richiesto a chi si accinge a fare fecondazione assistita, e comunque dall'articolo questo dettaglio proprio non si capiva.

Fra l'altro, trovo altrettanto grottesco il rifiuto dello spermiogramma, che non serve "a fare fecondazione assistita", ma semmai serve a diagnosticare PRIMA se esiste una patologia bisognosa di fecondazione assistita o no.

Poi, mi risulta che sia anche possibile decidere di non farla, oppure scoprire che il problema di infertilità è un altro, che si può intervenire con cure farmacologiche di vario tipo e che non c'è bisogno di pma... ma se non si consente di fare gli accertamenti preliminari come si fa a saperlo?

Sul serio, dove vogliono andare a parare questi medici? A stabilire che il solo fatto di voler SCOPRIRE le cause della sterilità è immorale... perché se Dio non ti manda i figli bisogna rispettare l'imperscrutabile mistero senza impicciarsi troppo dei dettagli?

Boh...

Juliette ha detto...

A quando l'obiezione di coscienza per le visite ostetriche a donne "peccatrici" non sposate?

Oppure per l'anestesia epidurale che viola il precetto biblico "tu donna partorirai con dolore"?

rikkitikkitavi ha detto...

ma l'obiezione di coscienza è un affare.
mettiamo che sono un ginecologo: obietto, ferrara è contento, la chiesa pure; poi mi faccio pagare 500 euro ad aborto nella clinica delle suore.
1 aborto al giorno da lunedì a venerdì, e fanno 10.000 euro al mese, esentasse; anche senza essere esoso.
e passo anche per essere un buon cristiano, difensore della vita.
vuoi mettere?

Anonimo ha detto...

Stiamo scivolando nell'inimmaginabile. Ma forse no, se i legislatori hanno proprio immaginato proprio tutto.

Anonimo ha detto...

butto lì con scarse conoscenze, magari completate le mie lacune:

1. obiezione di coscienza: è una "tecnica" della disobbedienza civile. si vuole disobbedire a leggi che si ritengono ingiuste. se c'è una legge che ti permette di obiettare alla legge, diventa una cosa diversa, non più obiezione. e tra l'altro, se una legge ti permette di obiettare alle leggi c'è un bel problema di fondo: la possibilità legale che le leggi siano sbagliate e ingiuste - cose che di per sè non si può dare (positivismo giuridico). se le leggi sono ingiuste sono da eliminare, e non si tratta di obiezione ma di lotta contro una tirannia. è abbastanza stupido che il legislatore permetta per legge la rivoluzione.

comunque, resta il fatto che la teoria della disobbedienza civile prevede la disobbedienza e poi l'assoggettarsi alle conseguenze: se protesto in piazza, la polizia può arrestarmi e io non faccio resistenza, perché è disobbedienza civile e non lotta all'ultimo sangue. evidentemente, l'altra parte, lo stato, non dovrebbe abusare del suo monopolio sull'uso della forza - i poliziotti non dovrebbero manganellare a caso. io non ho notizie di medici arrestati per la loro obiezione di coscienza, per la loro disobbedienza civile (?) a una legge. anzi, si tende a mettere sotto accusa chi quella legge vuole usarla.

2. ancora più generico: ma i medici non fanno più il giuramento di ippocrate? sono veramente ignorante in materia. comunque l'idea è che se presti un giuramento poi non ti puoi tirare indietro. e non puoi giurare una cosa pensandone un'altra (non puoi giurare di difendere le persone e pensare invece a difendere dio o a fare più quattrini possibili). se non vuoi rispettare tutti i doveri che ti assumi quando diventi medico, lasci perdere e non fai il medico. l'utilità sociale dei medici dovrebbe essere talmente evidente da non necessitare chiarimenti: assumersi l'impegno di fare il medico è incredibilmente gravoso e andrebbe persino ricompensato meglio - in fondo non c'è niente più importante della saulte - , ma parallelamente ci vorrebbe un rigore assoluto nel punire chi tradisce un ideale e un giuramento.

3. che la gente si svegli e cominci a denunciare!

Anonimo ha detto...

See, magari il plotone di esecuzione...ma dai!
Sento discorsi veramente estremisti in giro, notizie manipolate e tendenziose che vengono utilizzate solo per scaldare gli animi..ma dai...
Non ho mai sentito che un medico ti lasci morire perchè non concorda con le tue idee politiche!
Questo sì che sarebbe inaccettabile, ma non succede.
Giuramento o non giuramento, nessuno obbliga il medico ad eseguire atti al di fuori della popria coscienza.
Se poi questo dà fastidio a qualcuno la soluzione è semplicissima (e non capisco perchè nessuno la chieda): non considerare più atti medici alcune pratiche, come l'assunzione della pillola del giorno dopo o l'interruzione di gravidanza provocata farmacologicamente, accettando però il rischio (basso)che si possano verificare effetti collaterali.
E' un'idea, no?

Anonimo ha detto...

....la soluzione è semplicissima (e non capisco perchè nessuno la chieda): non considerare più atti medici alcune pratiche, come l'assunzione della pillola del giorno dopo o l'interruzione di gravidanza provocata farmacologicamente, accettando però il rischio (basso)che si possano verificare effetti collaterali.
E' un'idea, no?"

No. E' una grande fesseria, per questo nessuno la chiede.

rikkitikkitavi ha detto...

ma se invece, come giustamente sostiene anonimo, la prescrizione della pillola del giorno dopo e l’interruzione di gravidanza farmacologicamente provocata sono effettivamente atti medici; e se questi atti, come giustamente sostiene anonimo, possono ripugnare alla coscienza di qualcuno: perché allora quel qualcuno decide di fare il medico?
potrebbe utilmente fare l’avvocato, l’ingegnere, lo spazzino: e non avrebbe problemi di coscienza.
o no?

Anonimo ha detto...

Sul perchè sarebbe una fesseria mi piacerebbe leggere delle argomentazioni, anche poche cose, ma qualcosa di più...lo so che la mia era una provocazione, ma, dio mio, argomentate!

Se veramente nessuno è disposto ad assumersi la responsabilità, la si lasci pure al medico che procederà in base alla sua conoscenza e coscienza.
E in caso di rifiuto, se è ben argomentato e motivato, non ci si incazzi troppo, del resto la possibilità era prevista, fa parte del gioco.
Altrimenti il concetto di atto medico non ha più senso di esistere.
P.S.: ricordo che per atto medico intendo valutazione di una procedura terapeutica (volta a migliorare la situazione psico-fisica di un paziente) tenendo conto del rischio della procedura stessa e del beneficio che quel paziente ne potrà trarre.
Il tutto dovrà avvenire se il paziente è stato adeguatamente informato su tutti gli aspetti della procedura e se la procedura stessa non contrasta con la coscienza del medico (può capitare) e con la legge vigente (raro, ma può capitare anche questo).
Sembra troppo complicato? E' esattamente quello che il medico fa (o dovrebbe fare)ogni volta che decide insieme a un paziente.

In quanto ai consigli di scegliere un'altra professione per non dover scomodare la propria coscienza:
forse si è un po' persa di vista la realtà, che non fa notizia.
Le migliaia di persone salvate e ben curate (senza alcun problema di coscienza) valgono ben qualche tormento dell'anima per quei rari (ma veramente rari ) casi delicati che devono essere affrontati con delicatezza e soprattutto con un lavoro di dialogo e ricerca di una scelta condivisa.
Senza che qualcuno dall'alto ce la imponga, grazie, non ne abbiamo veramente bisogno.

Anonimo ha detto...

Scegliere un altro mestiere? Brava, magari. Ma molti di questi il mestiere gliel'ha scelto l'Opus, CL, etc. che con il loro apostolato, in genere, si infilano nella vita di persone adolescenti (se non bambini) determinandone le scelte future.

rikkitikkitavi ha detto...

non ci siamo proprio.
io non intraprendo una professione se so in partenza che alcuni atti relativi a quella professione sono in contrasto inconciliabile con i dettami della mia coscienza.
così se faccio l’avvocato penalista, devo sapere che professionalmente mi potrà capitare di difendere assassini e spacciatori di droga: e dovrò farlo nel miglior modo possibile. se ciò ripugna alla mia coscienza, faccio un altro mestiere.
e lo stesso vale se faccio il medico.
capisco che possa sembrare complicato, ma forse con un piccolo sforzo ci possiamo arrivare.
forse

Anonimo ha detto...

Come i fatti di Genova dimostrano, la maggior parte degli obiettori di coscienza, amici dell'embrione e della vita sono poi - privatamente e dietro lauto pagamento, si capisce - ben felici di non obiettare più.
Insomma: pro life nelle strutture pubbliche, pro money privatamente.

E immagino che quella sia solo la punta dell'iceberg. I "cucchiai d'oro" sono sempre esistiti: la domanda c'è sempre (più si "obietta" in pubblico, più donne disperate busseranno alla porta del studio, pronte a pagare: a me sa tanto di estorsione) e il mercato degli aborti clandestini ha oltretutto l'innegabile vantaggio di non cedere una lira al fisco...

In tutto questo, la coscienza c'entra quanto il cavolo a merenda.

Anonimo ha detto...

Studiare medicina è stato per secoli servire la vita e opporsi ad aborto ed eutanasia come prescriveva il famoso "giuramento di Ippocrate" oggi definitivamente abbandonato. Molte persone continuano a iscriversi a Medicina per curare e guarire il prossimo e non mettono l'uccisione di altri esseri umani nella lista dei loro compiti.

Ricordo che sull'obiezione di coscienza dei medici che fanno aborti al di fuori della 194 si ricama molto.

Anonimo ha detto...

per l'ultimo anonimo

Il medico di Rapallo che si è ucciso non risulta essere obiettore di coscienza e gli aborti fatti nell'ospedale delle suore risultano, in cartella clinica, revisioni di aborti spontanei. Se poi il medico facesse aborti procurati per altro era sotto sua responsabilità, non della struttura.

paniscus ha detto...

Studiare medicina è stato per secoli servire la vita e opporsi ad aborto ed eutanasia come prescriveva il famoso "giuramento di Ippocrate" oggi definitivamente abbandonato. Molte persone continuano a iscriversi a Medicina per curare e guarire il prossimo e non mettono l'uccisione di altri esseri umani nella lista dei loro compiti.

Guarda, annarosa, che la contraddizione non è poi così irrisolvibile.

Perché se uno non sopporta l'idea di essere messo di fronte anche a degli aborti, per prima cosa esiste la possibilità di non fare il medico.

Ma NON E' necessario spingersi così oltre.

Si può benissimo fare il medico, ma specializzandosi in dermatologia, in ortopedia o in oculistica, senza fare il ginecologo.

Ma non solo: non è necessaria nemmeno una cautela così vasta su un'intera specializzazione: si può benissimo fare anche il ginecologo, basta che lo si faccia in uno studio privato, oppure in una clinica privata che non prevede aborti.

Ciò che viene contestato agli obiettori non è l'intera professione, o l'indirizzo scelto: è solo ed esclusivamente il fatto di lavorare in un'istituzione pubblica beccandosi uno stipendio pagato con fondi pubblici, rifiutando però di compiere una parte delle prestazioni professionali previste e ostacolando lo svolgimento di un servizio previsto dalla legge.

Tutto qui.

L'argomento dell'"allora secondo voi laicisti abortisti controlavita, uno solo perché non vuole fare aborti non dovrebbe avere il diritto di fare il medicooooo?" è una evidente balla.

Basta che non lo faccia in un reparto di ginecologia pubblico, e nessuno farà una piega.

saluti
Lisa

Anonimo ha detto...

Si è parlato, tra i commenti, di un "diritto alla paternità" da contrapporre al diritto della donna di disporre di sè stessa e del proprio corpo e di gestire responsabilmente la propria sfera procreativa.
Ci sembra incoerente tirare fuori dall'armadio adesso un simile argomento quando, nel pieno della campagna referendaria relativa alla legge 40, proprio i cattolici integralisti ci ripetevano fino alla nausea che "non esiste un diritto al figlio" e che quindi le coppie sterili non potevano "prevaricare" i "diritti" dell'embrione. Adesso, in nome di un preteso "diritto alla paternità", si vorrebbero prevaricare i diritti delle donne?

Anonimo ha detto...

Indiscrezione: la paziente che si è vista rifutare una mammografia non la stava eseguendo a scopo di prevenzione (come la maggior parte delle donne che la eseguono), ma come esame necessario per avviare la procedura di inseminazione artificiale (gli ormoni che si devono assumere potrebbero favorire la progressione di un tumore mammario in atto).
Il fatto che la richiesta sia stata fatta ad un centro di prevenzione riguarda la GRATUITA' dell'esame, che la paziente in questione avrebbe potuto eseguire in altri centri A PAGAMENTO.
Ora, volendo essere cinici, la paziente stava allungando la lista di attesa di chi la mammografia doveva eseguirla a scopo preventivo (e aveva quindi un rischio più alto del suo).
Perchè ci è stata raccontata solo una parte della verità?
Sono veramente preoccupato...

paolo de gregorio ha detto...

... di te stesso?

Anonimo ha detto...

Ciò che deve preoccupare è il disprezzo che traspare da simili commenti, in cui senza troppi giri di parole si cerca di scavare un solco tra pazienti di serie A, che devono sottoporsi ad una non meglio precisata "prevenzione" e pazienti di serie B, che invece non possono proprio fare a meno di impelagarsi in questo capriccio di fecondazione assistita e pretenderebbero pure di allungare la lista d'attesa alle pazienti di serie A.
Ebbene, le indicazioni diagnostiche o terapeutiche non sono soggette, almeno per ora, ad alcun arbitrio morale, ma solo al giudizio clinico del medico che le prescrive, e che ne stabilisce il criterio d'urgenza. Se poi vogliamo puntualizzare, chi deve sottoporsi a stimolazioni ormonali ripetute, per inciso rese necessarie da una legge che limita a tre gli ovociti fecondabili per ogni ciclo di stimolazione, è più a rischio di chi esegue l'esame per la generica prevenzione dovuta all'età. E le pazienti cui viene prescritto un determinato esame hanno il diritto di rivolgersi alle strutture convenzionate abilitate all'esecuzione dell'esame stesso, anche se finalizzato all'esecuzione di metodiche che la chiesa ritiene "intrinsecamente immorali".
Simili commenti, vergognosi per chi li scrive e per chi si ritrova a rileggerli, sono figli di quella subcultura cattointegralista, sventolata in faccia alle coppie sterili all'epoca del referendum sulla legge 40, secondo cui non esiste un diritto al figlio, e che non ha mai nascosto il proprio disprezzo, più o meno velato, per chi decide di usufruire di metodiche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), decisione che, secondo l'ottica distorta dei pasdaran dell'estremismo cattolico di casa nostra, nascerebbe non per ovviare ad un problema di sterilità con l'aiuto prezioso della scienza medica, ma al solo scopo di soddisfare un capriccio.

rikkitikkitavi ha detto...

sulla tematica della paziente che "ruberebbe" il posto ad altre, non ho nulla da aggiungere a quanto scritto da filippo: condivido lo sdegno, e nulla aggiungo per carità di patria.

annarosa invece dichiara cose che non hanno alcuna parentela con la realtà dei fatti.
forse a lei risulta che il medico suicida di genova non fosse obiettore di coscienza; purtroppo questo risulta solo a lei, e magari - del tutto comprensibilmente - a qualche amico di quella persona: la invito ad informarsi meglio.
e sui "raschiamenti dopo aborto" effettuati nella clinica delle suore, sinceramente mi viene da sorridere. il "raschiamento" era proprio quello che veniva sempre dichiarato, quando si facevano "certi interventi" in clinica, prima dell'approvazione della 194.
cerchiamo, per favore, di non prenderci troppo in giro. grazie.

Anonimo ha detto...

Aho....ce l'hanno con l'aborto, perchè dicono che la loro è la cultura della vita. Poi ce l'hanno con la contraccezione, perchè avrebbero informazioni sicure sul fatto che il buon dio vuole che si scopi solo per fare figli (come le vacche in allevamento) e perchè dicono che il problema demografico nel mondo non esiste.
Poi però ce l'hanno pure con la fecondazione artificiale, che è un modo grazie al quale verrebbero al mondo più bambini. Qua non capisco più: e la cultura della vita? Mettetevi d'accordo con voi stessi....se ci riuscite.

paniscus ha detto...

Il fatto che la richiesta sia stata fatta ad un centro di prevenzione riguarda la GRATUITA' dell'esame, che la paziente in questione avrebbe potuto eseguire in altri centri A PAGAMENTO.
Ora, volendo essere cinici, la paziente stava allungando la lista di attesa di chi la mammografia doveva eseguirla a scopo preventivo (e aveva quindi un rischio più alto del suo).


E se anche fosse, in che modo ne discenderebbe che il medico di base ha il diritto di opporsi e non prescriverla? Che c'entra l'obiezione di coscienza?

Lisa

paniscus ha detto...

quella subcultura cattointegralista, sventolata in faccia alle coppie sterili all'epoca del referendum sulla legge 40, secondo cui non esiste un diritto al figlio, e che non ha mai nascosto il proprio disprezzo, più o meno velato, per chi decide di usufruire di metodiche di PMA

In effetti, lo spirito della PMA non è quello di stabilire che esiste un diritto al figlio... ma che esiste il diritto a curarsi con i mezzi scientificamente più opportuni una disfunzione del proprio organismo che inficia la propria qualità di vita, come è appunto la sterilità.

Lisa

Giuseppe Regalzi ha detto...

Ho eliminato un commento di un anonimo perché insultante. Riformula in modo più educato, o vai a vomitare il tuo astio altrove.

Anonimo ha detto...

Hai paura del dissenso Regalzi?

Quello che ti voglio dire è che se ti dovessero asportare un tumore testicolare e trovassi la sala operatoria occupata da un paziente che si fa impiantare una protesi peniena per disfunzione erettile non saresti molto felice.
Forse il paziente con disfunzione erettile non ha lo stesso tuo diritto di essere curato?
Certo che sì, ci mancherebbe altro, ma con delle PRIORITA'.

E la priorità non si acquisisce alzando la voce (come sembra si faccia ultimamente), ma rispettando regole scritte o non scritte in nome del buon senso.

P.S.: in origine il tumore testicolare apparteneva me, ma il post originario è stato censurato.

Giuseppe Regalzi ha detto...

"Hai paura del dissenso, Regalzi?"

Questa non è una cosa molto intelligente da dire. Io ho solo paura dei maleducati.

"in origine il tumore testicolare apparteneva me, ma il post originario è stato censurato".

Questa, invece, è una cosa incomprensibile. Che significa "apparteneva me"? Cos'è il post originario?

Anonimo ha detto...

Non guardare il dito, ma la luna (dice il saggio)

rikkitikkitavi ha detto...

non capisco bene cosa c'entri l'intervento che porta l'esempio del tumore ai testicoli.

alla signora che aveva richiesto la mammografia, l'esame è stato rifiutato, non accodato in quanto c'erano delle urgenze sulle quali intervenire.

quindi il paragone calza esattamente come i cabbages at tea time.

paolo de gregorio ha detto...

Interessante soluzione adombrata qualche rigo sopra da un utente, da ponderare e sperimentare. Dato che, come tutti sappiamo, se hai un raffreddore stai un po' meno male di uno che ha la polmonite, vediamo che si crea il problema che farsi visitare ricorrendo al servizio pubblico per cose meno gravi di altre rischia sempre di togliere spazio ad un malato più grave. Stessa cosa, si fa giustamente qui notare da un anonimo lettore, nei casi di patologie legate alla sessualità. Per esempio, come farebbe probabilmente notare Ferrara, uno che ha la sindrome di Klinefelter, e che quindi non ha nulla di grave, sarebbe un po' ingiusto che passasse prima di uno che ha una malattia vera. La soluzione qui proposta per ovviare a questo corto circuito sanitario è ingegnosa, e io la spingo oltre: per esempio un andrologo potrebbe direttamente rifiutarsi tout court di visitare chiunque abbia qualche disfunzionalità erettile, così da non distrarre attenzione da chi ha problemi più seri. E così l'obiezione di coscienza toglierebbe a tutti gli andrologi le castagne dal fuoco: basta osservare che risolvere problemi legati all'erezione di alcuni maschi indurrebbe più spesso questi al peccato con una o più donne, e la cosa è palesemente immorale. Quindi ancora una volta l'obiezione di coscienza come risoluzione di tutti i problemi legati alla sanità ed al tempo stesso ricostitutrice di un giusto ordine morale mondiale. Come avevamo fatto a non pensarci? Geniale!

Ps per gli autori: mi sarei aspettato oggi un post sulla storia di Chantal Sebire. La conoscete?

Anonimo ha detto...

A questo punto anche il pap-test è contro natura e financo osceno e i ginecologi cattolici devono rifiutarsi di praticarlo.