lunedì 12 maggio 2008

Una dichiarazione originale

La legalizzazione della interruzione volontaria di gravidanza

non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze.
(12 maggio 2008).
In corso celebrazioni da parte del Movimento per la Vita.

46 commenti:

Luca Massaro ha detto...

Chiara,
secondo te, per il Vaticano, che posizione occupa nell'hit parade delle "profonde sofferenze" delle "nostre società", la "legalizzazione della interruzione volontaria di gravidanza"? La numero 1?

Anonimo ha detto...

Che palle questi...
E le pillole no, e i preservativi no, e il sesso è una droga...

Giuseppe Regalzi ha detto...

Astrid: a questo proposito, se non l'hai già fatto, ti consiglio la lettura di un post recente di Chinaski77...

Betta ha detto...

Hai dimenticato un elemento fondamentale della frase:

"L'aver PERMESSO ... di ricorrere all’interruzione della gravidanza non solo ..."

E' la sola idea che si possa PENSARE di NON PERMETTERMI qualcosa di così personale e privato che mi dà l'itterizia ... non tanto che si possa impedirmelo.

Anonimo ha detto...

Cara Betta, l'aborto NON è un affare personale e privato in quanto non riguarda una sola persona ma almeno due (se non vogliamo contare il padre): quello che viene ucciso è un piccolo (a volte neanche tanto) essere umano..

Betta ha detto...

Appunto, "la" donna, "l'uomo", "il" bambino.
Non "qualcuno" che lo permetta o meno ... sono convinta che una scelta simile sia dettata non da egoismo o incoscienza ma da problemi seri e personali, sui quali nessuno dovrebbe avere il diritto di pemettere o no una scelta consapevole e meditata.
Il mio appunto non parlava dell'aborto in sè ma dell'espressione utilizzata da ratzinger: "permettere" non lo ammetto, tutto qui. Lo accetti chi ha la gioia di avere una fede, non si pretenda di imporre a me qualcosa sulla base di convinzioni religiose che non condivido.

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Ma non riguarda te.Nemmeno il Movimento per la Vita.E nemmeno la Chiesa Cattolica.
Sarebbe possibile - di grazia - ottenere un po' di silenzio dunque?

Anonimo ha detto...

Engine

Perchè non dovrebbe riguardarmi? L'uccisione di 130 - 140.000 esseri umani ogni anno nel mio Paese mi riguarda eccome! E anche il fatto che in molti casi le donne che lo fanno non lo fanno "liberamente" ma, spesso, sono senza alternative e/o senza la consapevolezza di ciò che fanno.

Betta
"Permettere" riguarda proprio il fatto che non è in gioco solo la libertà della donna ma anche la vita di suo figlio: se si trattasse di "permettere" la schiavitù (tanto per fare un esempio) tu saresti favorevole o contraria al fatto che qualcuno ne voglia discutere la liceità? Eppure è stato un istituzione legale per secoli anche nella culla della democrazia. E sostenuta anche da persone di fede (non crederai che tutti i credenti siano contrari all'aborto e gli atei o agnostici favorevoli?).

Betta ha detto...

E chi è che dovrebbe "permettere" o meno? Stato? Chiesa? Popolo che si esprime come? Con che mezzi?
Non "permetterlo" per secoli ha portato NON a nuove nascite felici ma a morti dolorose e nascoste. Vogliamo tornare a questo? Sarebbe questa la dirompente proposta di salavezza?
Da un pulpito che sostiene il NO alla pillola, al preservativo, alla pillola del giorno dopo (che NON E' abortiva) alle diagnosi preimpianto, alla fecondazione assistita tout-court ... quale sarebbe il messaggio? Per favore, un messaggio che non presupponga l'adesione ad una fede; chi ce l'ha la conservi e ne faccia il suo faro, lo rispetto. Ma se non ce l'ho non potete impormela.

Anonimo ha detto...

@Annarosa

E io continuo ad affermare che non ti riguarda.Le tue opinioni risultano accettabili solo se si aderisce completamente all'ideologia che segui.
Venendo a mancare tale supporto ideologico le tue opinioni - come quelle delle organizzazioni suddette - non risultano piu' accettabili.
Oltretutto dice bene Betta quando ricorda che l'aborto clandestino e' un problema che esiste da ben prima del varo della Legge 194.Ed e' esistito in una societa' assai meno secolarizzata di quella attuale.
Alla negazione dell'aborto non offri alcuna soluzione concreta - e no,l'adesione all'ideologia che segui non e' una soluzione concreta.
Come la stessa Betta dice,buon per te che credi.Ma chi non crede nella tua ideologia non debba essere costretto a seguirla.

Anonimo ha detto...

Betta, il problema di Annarosa è che la SUA verità è così bella, magnifica e importante che deve NECESSARIAMENTE essere accettata da tutti. Chi non si conforma è un povero ignorante che vive nell'oscurità o qualcosa di simile. Le persone non le interessano, le interessa solo che l'universo mondo sia coerente colla sua verità, a costo di passare sugli individui con uno schiacciasassi. Tu come persona non esisti per lei, io neanche, neanche le tre mie amiche che hanno DOVUTO abortire, neanche le donne che grazie alla 194 non sono finite in mano alle mammane...nessuno! Esiste solo la SUA magnifica verità! La manda in bestia solo il fatto che non possa obbligarti a seguire la SUA verità, per il resto...finiremo tutti all'inferno...

Betta ha detto...

@d-K
Beh, se non altro ci faremo buona compagnia ...;)

Anonimo ha detto...

Betta, a giudicare da quelli che nei secoli sono stati ritenuti degni della dannazione eterna, ci sarà di che divertirsi... :D

paolo de gregorio ha detto...

Volevo ricordare che la Chiesa cattolica, quando aveva il potere assoluto e comminava condanne a morte, mandava il prete dal condannato, e il tutto era giustificato per il bene del condannato: solo così (condannandolo e perdonandolo) si poteva avere la certezza che un criminale, di per sé votato alla dannazione eterna, poteva morire e salvarsi e risorgere. Questo solo per dire che quello che oggi è ritenuto, dalla chiesa o chi altri, un bene, domani sarà ritenuto una malvagità. Per tale motivo cercare di imporre a tutti la propria definizione di quel che è bene e male era e resta umanissima, infantile, bieca e scontata prepotenza. Nulla di più umano e meno "divino". Invocare Dio, che si afferma essere il creatore di tutto, per dare lustro alle proprie parole è solo un escamotage per dare forza al proprio discorso e legittimare la propria personalissima e umanissima visione delle cose.

Anonimo ha detto...

Vorrei capire in quale punto ho detto cose non accettabili: quando parlo di figlio, forse? Esiste o non esiste "un altro" nella questione dell'aborto? Se NO è un conto, se SI' è un altro, mi pare. E non è la fede in qualunque religione a dire se esiste o meno. Mi piacerebbe sentire una qualche parola su questo "altro".
Magari senza essere considerata uno "schiacciasassi": a me le persone interessano (in base a cosa giudicate che non mi interssano?), ma anche quelle che non si vedono e non sanno ancora parlare.

Betta ha detto...

@annarosa
io non contesto le TUE OPINIONI in merito alla presenza di un "altro" che non sia la donna: posso non condividerle a pieno (e questo è un MIO DIRITTO), ma rispetto il tuo modo di pensare e sentire, ci mancherebbe.
Infatti non mi pare di aver polemizzato su questo, ma solo sull'utilizzo da parte di ratzinger del termine "permettere" che trovo anacronistico, fuori luogo, illiberale e pericoloso.
Quando però si risponde facendo riferimento a donne che possono essere "non del tutto consapevoli" di un gesto come questo (essere poco consapevole in questi casi è francamente impossibile) allora mi sento chiamata a dare una risposta, che - ripeto - parte dal mio rispetto per la tua posizione ma prevede la pretesa di altrettanto rispetto per la mia, visto che non stiamo parlando di verità incontrovertibili ma di convinzioni personali per alcuni fondate sulla fede per altri su sensibilità, esperienze - personali e non - e utilizzo delle proprie capacità di raziocinio.
Per completezza di informazione, tanto perchè non ci siano equivoci in merito al mio essere "abortista", tengo a dire che io sto cercando di restare incinta e sono in dubbio - se e quando sarà - a fare l'amniocentesi proprio per la scelta difficile che mi si prospetterebbe nel caso di problemi. Ma non mi sognerei mai di impedire a un'altra donna di esercitare il suo diritto alla scelta. E "permettere" mi dà l'orticaria ...

Anonimo ha detto...

la ferita più grossa è vivere in uno stato senza dignità e che permette a certa gente spietata di dare lezioni di morale.

Anonimo ha detto...

In tutto questo non voglio mai dimenticarmi che ratzi è un capo di stato straniero e che non sta scritto ne' in cielo ne' in terra che capi di stato stranieri si mettano a disquisire e commentare le scelte legislative altrui. Ogni volta che se ne esce così sarebbe il caso di ricordargli che dal punto di vista del diritto il suo (poco simpatico) statarello non somiglia in nulla a quello che viene definito "stato democratico" (per non dire civile). Oppure, tanto per dire, che si decidesse a firmare la moratoria sulla pena di morte, per non essere nell'imbarazzante compagnia di Libia corea del nord Sudan e Iran.

Saremo pure assuefatti, ma rassegnati non dobbiamo esserlo.

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Le posizioni delle organizzazioni contrarie all'aborto - che se ho ben compreso tu supporti - sono inaccettabili perche' hanno lo scopo di privare una componente della popolazione dell'assoluta sovranita' sul proprio corpo.
Il punto e',Annarosa,che tu con il TUO di corpo puoi fare cio' che desideri.Ed e' pienamente accettabile qualunque scelta tu compia sul TUO corpo.
Senza entrare nella questione se l'embrione o feto sia individuo o meno e' pur sempre la donna che accoglie nel proprio corpo tale essere.Costringerla a partorire sempre e cmq e' una lesione della sovranita' sul suo corpo.
Annarosa,vorrei che tu capissi che io non questiono le tue convinzioni al riguardo - che suppongo essere in linea con il Movimento per la Vita,spero di non sbagliarmi - ma la pretesa delle dette organizzazioni di imporle a chiunque.Anche in chi non si riconosce in tali convinzioni.
Ti invito a compiere un esercizio di fantasia.Se delle organizzazioni volessero costringerti a seguire le loro convinzioni - senza che abbiano la tua approvazione - come ti sentiresti?

Unknown ha detto...

No Annarosa, come detto milioni di volte, oggettivamente non c'è un "altro" prima dei tre mesi. C'è un qualcosa in formazione, che se tutto andrà bene avrà una sua individualità, ma attribuire lo status di "persona" a ciò che non ha ancora sinapsi attive è un salto logico (peraltro non supportato neppure dalla teologia cattolica) senza fondamento.

Fantastica come vuoi, ma se con tue fantasie cerchi di importi sull'altrui corpo, aspettati delle giuste bastonate.

Anonimo ha detto...

Vogliamo den pro life!

den afferma con apodittica sicurezza che «non c'è un "altro" prima dei tre mesi», ergo dopo sì.

Già possiamo vedere den sfilare con cartelli contro l’omicidio per le strade dei seguenti paesi (tra parentesi riporto fino a quale settimana lì fanno finta che l’ “altro” non sia “altro”):

Belgio (14)
Danimarca (16)
Grecia (19)
Regno Unito (24) !!!!!!!!!
Svezia (18)

Michele Pezza da Itri

P.S. Nessuno può scientificamente indicare l’istante in cui si diventa “altro”, né l’istante in cui prima certamente non lo sia. La definizione di persona limitata a chi abbia sinapsi attive è una tra le tante definizioni ad hoc a sostegno della liceità dell’aborto. Comunque, il giudizio sui paesi criminali è già scolpito nel marmo da parte di den! Il record dell’Inghilterra a 24 settimane è agghiacciante! L’avrai pur vista una donna incinta di sei mesi!

Anonimo ha detto...

Annarosa, che noia infinita...

Anonimo ha detto...

La definizione di persona limitata a chi abbia sinapsi attive è anche LA definizione a sostegno della liceità della pratica degli espianti.
Se, come pare di capire, trattasi di definizione fittizia perché ad hoc il nostro, dopo averci graziosamente informato dello stato dell'arte sull'argomento, ha due doveri.
Uno, inprenscindibile, di informare la magistratura sull'esistenza di centinaia di assassini seriali all'opera nelle sale operatorie del paese e intenti ad espiantare a più non posso.
L'altro, affidato al suo buon cuore e alle sue superiori conoscenze in materia, di illuminarci su quale sia la definizione di persona, non strumentale e ad hoc ma reale ed effettiva, su cui fare affidamento.
Nell'attesa siamo lieti di candidare come persona il ficus benjaminus che teniamo in salotto. Non ha sinapsi attive ma presenta un aspetto ben più intelligente di tante altre, presunte, persone…

Anonimo ha detto...

Engine

Il problema è (sono noiosa, come dice Sam) che non si tratta di un solo corpo ma che ce n'è DUE in causa... e uno dei due corpi custodisce l'altro. Possiamo trovare un sacco di spiegazioni che possano indurre una donna a non volere quel figlio ma non possiamo far finta che il problema riguardi solo lei: la vita del figlio (a den vorrei chiedere se crede nell'infusione dell'anima allo scoccare della mezzanotte del 90° giorno per i figli sani e del 168° per quelli malati) che è nel suo corpo non le appartiene. Se vogliamo riconoscere che in situazioni drammatiche si possa decidere di sacrificare la vita del figlio per qualche buona ragione, si riconosca - almeno - che si è sacrificata una vita umana. E si faccia in modo di evitarlo il più spesso possibile proponendo a chi si trova ad affrontare una gravidanza imprevista alternative all'eliminazione del proprio figlio.
E' una cosa così oscena pensare che si debba poter cercare una soluzione diversa all'aborto?

Anonimo ha detto...

La differenza tra la donna e il "figlio" è che la prima è un essere umano completo, pensante, che prova emozioni, sentimenti, dolore, che è in grado di prendere decisioni ed ha il diritto di farlo, mentre il secondo è solo un ammasso di cellule che non pensa, non soffre, non prova alcunché, e, a meno di non avere una visione religiosa, in cui l'embrione possiede già un'anima, non è una persona. Ma, poiché la visione religiosa è del tutto personale, nessuno può imporla agli altri come verità assoluta. Se una vuole credere che l'embrione sia una persona, liberissima di non abortire: nessuno si sogna di imporre l'aborto a chi non desidera ricorrervi. Ma si tratta di una scelta personale, rispettabilissima, così com'è una scelta personale rispettabilissima quella di abortire. Infatti, non penso che una donna abortisca così per sport, per divertirsi: l'aborto è in ogni caso una decisione difficile, e se una donna decide di ricorrervi è ovvio che ha delle ottime ragioni per farlo. E queste ragioni sono sue, e nessuno ha il diritto di contestarle.

Anonimo ha detto...

@Annarosa

I modi per prevenire le gravidanze ci sono.Rientrano soprattutto nella categoria contraccezione.
L'astinenza sessuale non puo' essere considerata una reale soluzione in quanto i fatti dimostrano incontrovertibilmente che dei richiami a tale astinenza molti se ne sbattono allegramente.
Purtroppo molti negano sia la possibilita' di abortire che la contraccezione invocando una astinenza sessuale che non ottiene - almeno nel privato - alcun consenso.E negano la possibilita' di svolgere una educazione sessuale scevra da considerazioni ideologiche di carattere dogmatico.
Riguardo al prevenire l'aborto quando la gravidanza e' gia' in corso.
Io ripeto - e continuero' a ripetere - che la cosa non ti riguarda e non riguarda neppure il Movimento o la Chiesa Cattolica.
E' una scelta dell'individuo che dovra' partorire.
Ritengo che la gravida - la potenziale futura madre - sia piu' che consapevole di cio' che sta avvenendo nel suo corpo.E di cio' che potra' essere se proseguira' nella gravidanza.
Non ha certo bisogno degli appelli di persone che di gravidanza non sapranno mai nulla - come ad esempio le alte gerarchie vaticane,sprovviste loro malgrado di utero - e se decide d'abortire ha delle valide ragioni nella maggioranza dei casi.
Annaro',tu puoi pensare quello che vuoi.Ma il punto e' sempre lo stesso.
Non e' accettabile che qualcuno imponga le proprie convinzioni ad altri e soprattutto che limiti la sovranita' sul corpo di una persona.La donna e' sovrana sul proprio corpo e se non vuole partorire NESSUNO puo' costringerla a farlo.In qualunque situazione,non soltanto in "situazioni drammatiche".
Il punto e' che nessuno vuole l'aborto di Stato,imposto dall'alto.E nessuno e' "favorevole" all'aborto.
Chi s'oppone alle organizzazioni contrarie all'aborto lo fa in virtu' della convinzione che non si possa costringere nessuno a fare un determinato uso del proprio corpo.
Per dire.Se ti serve un rene pena la morte,nessuno puo' essere obbligato a dartene uno.
Puo' non sembrare bello,ma almeno io non vorrei vivere in un posto in cui fosse diversamente.

Anonimo ha detto...

Continuo a non capire cosa abbia una donna dentro l'utero(io l'utero ce l'ho e quindi mi sento autorizzata a parlarne...): se non è un essere umano (all'88° giorno l'ammasso di cellule ha mani e piedi) di che si tratta? e se non è che un ammasso di cellule mi sembra contraddittorio dire che eliminarlo è una decisione "difficile"...

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Certo,puoi parlarne.Ma per te sola.
So che puo' sembrar strano,ma tu non hai il diritto di imporre la tua convinzione su altri individui.
Puoi affermare che l'aborto e' sempre sbagliato o che in alcuni specifici casi e' giustificabile.
E la tua convinzione e' rispettabile.
E' per questo che non ho mai affermato alcunche' riguardo quale status dare al feto - o all'embrione.Se quello di individuo o meno.
Ma la gravida che e' SICURAMENTE un individuo ha i suoi diritti.E fra di essi vi e' quello di poter gestire il proprio corpo nella maniera che ritiene piu' confacente alla sua visione della realta'.
Questo o lo accetti o non l'accetti Annarosa.Quello che vorrei sapere da te e' se ritieni legittimo per una gravida non partorire qualora lo desideri.
Se e' cosi',successivamente si puo' discutere se il feto sia individuo o meno e quali diritti dovrebbe avere.
Ma solo perche' si sarebbe chiarito un principio basilare nella discussione.Che tu come me non hai intenzione di imporre ad altri la propria visione della realta'.
Diversamente da organizzazioni religiose gia' menzionate.

paolo de gregorio ha detto...

Come ogni volta che si discute di questo argomento si finsce per lanciarsi su posizioni diametralmente opposte per un vizio si schema mentale umano che di fronte alla gradualità e continuità di certi eventi non riesce ad uscire dalla schiavitù della discontinuità delle idee e delle opinioni.

Lo stesso motivo per cui una persona può, liberamente, ritenere che un embrione di qualche giorno non è un Uomo può indurlo a ritenere che dopo sette mesi il feto sia un uomo: questo motivo è la continuità di un processo dall'essere quasi nulla ad essere una persona. Se gli stadi di crescita fossero intrinsecamente discontinui avremmo meno difficoltà a capirci. Il fatto però che non siano discontinui non vuole dire che allora non esiste nessun processo di trasformazione.

Secondo un parere qui appena espresso ci si chiede come un ammasso di cellule possa non essere un uomo se poi finisce per avere gambe e braccia. Se facessimo tutti noi questi ragionamenti dovremmo eliminare il diritto. Come sarebbe possibile definire le pedofolia secondo questo principio di immutabilità della persona? Un avvocato potrebbe alzarsi e dire: "ma quel bambino un domani avrà le rughe e i capelli bianchi, e non ci sarà mai un momento di transizione, tutto avverrà in modo continuo. Ergo, il bambino è un anziano umano, perché biologicamente è impossibile stabilire quando diverrà adulto, né questa Corte può determinare l'istante esatto della fine per lui dell'essere bambino, e quindi, poiché il bambino è un anziano, non esiste il reato".

Allora, se vogliamo discutere da persone serie, spero che prima o poi si finirà di giocare su questa ambiguità per cui se un processo continuo trasforma A in B allora A e B coincidono.

Anonimo ha detto...

Paolo,
tutto dipende dal momento in cui viene infusa nel corpo l'anima (al momento della fecondazione? dopo due ore? dopo due giorni? dopo due mesi?).
Bisogna sentire cosa dice un esperto.

Saluti

Anonimo ha detto...

a paolo d.g.

Possiamo discutere su quali diritti abbia un essere umano nelle varie fasi della sua vita ma il diritto a vivere non dovrebbe forse essere garantito sempre? E questo, secondo il Diritto, dovrebbe essere superiore a qualsiasi altro diritto di altri esseri umani (tranne, ovviamente, nei casi di "legittima difesa").

a Marcoz

Invece dell'infusione dell'anima (non è più un argomento molto di moda neanche tra i teologi..) potresti indicare tu in quale momento un feto divenda un essere dalla dignità umana certificabile?

Anonimo ha detto...

Annarosa (spero che il tono ironico del mio precedente commento non ti sia sfuggito),
così, di primo acchito, sarei tentato di rispondere "quando l'essere in questione riesce a dimostrare di meritarsela, la patente di dignità umana" (visti certi adulti).
Ma credo che non sia questo quello che vuoi sapere…

Comunque, dipende da cosa s'intende per dignità umana (per me, conferire dignità significa anche far morire un neonato, se il suo destino è quello di soffrire per giorni prima di una ineluttabile morte).
Forse intendi quando per me sussiste lo status di persona, analoga a quella di un soggetto formato e maturo?

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Noto che non hai risposto alla mia domanda.
Cmq...

"Possiamo discutere su quali diritti abbia un essere umano nelle varie fasi della sua vita ma il diritto a vivere non dovrebbe forse essere garantito sempre? E questo, secondo il Diritto, dovrebbe essere superiore a qualsiasi altro diritto di altri esseri umani (tranne, ovviamente, nei casi di "legittima difesa")."

Non e' cosi'.
Tu potresti avere necessita' di un urgente trapianto d'organi pena il decesso ma a meno che un altro individuo - vivo o deceduto a seconda dell'organo in questione - volontariamente non doni l'organo a te necessario sei destinata a morire.Ovvero il diritto all'assoluta sovranita' sul proprio corpo degli altri precede il tuo diritto alla vita.

Joe Silver ha detto...

OT.

Chiedo scusa per l'off topic, ma ho l'impressione che alcuni miei post, negli ultimi giorni, finiscano in qualche buco nero. Sperando che anche questo non faccia la stessa fine, chiedo agli autori del blog: ne sapete qualcosa?

Vi giuro che, qualora aveste deciso di bannarmi, non me la prenderei a male. :-) Anzi, guardando il lato positivo, magari il mio fegato ne risentirebbe positivamente, non potendo piu' partecipare a discussioni inconcludenti con personaggi irritanti.

Ma fatemelo sapere!

Chiedo ancora scusa per l'off topic.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Joe: noi non ne sappiamo nulla. E perché diavolo dovremmo bannarti?? Controlla se è un problema di browser (può capitare); nel frattempo se qualcuno ha avuto problemi simili è pregato di segnalarcelo.

Joe Silver ha detto...

Magrissima figura da "niubbo" (quale non sono, ma evidentemente non si smette mai di esserlo): quelli di google devono aver cambiato l'interfaccia o forse il mio browser fa le bizze.

Fatto sta che una volta bastava cliccare sul link "pubblica questo commento" in calce all'anteprima del messaggio. Adesso invece stranamente non funziona. Infatti il precedente post l'ho inviato cliccando sul tasto "pubblica commento" nel form della colonna a destra. Mah...

Chiedo ancora scusa e grazie per la risposta tempestiva. :)

Anonimo ha detto...

Engine

L'esempio che fai è molto attinente, ma io lo vedo all'incontrario: non puoi sopprimere qualcuno per "curare" qualcun altro.

a marcoz

Spero non sia sfuggita a te l'ironia del mio...
Comunque sì, mi interessa sapere a quale essere umano tu ritieni sia inammissibile togliere la vita (almeno senza il suo consenso)perchè la sua vale quanto la tua.

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Allora o uno e' sovrano sul proprio corpo o non lo e'.
Annarosa,le nostre posizioni alla fine ritengo siano inconciliabili.
Ma credimi che anche io vorrei che gli aborti fossero limitati.Solo che i modi per limitarli - quelli veri,non quelli ideologici - vengono fortemente avversati nel nostro Paese.La contraccezione - soprattutto quella d'emergenza - cosi' come una vera educazione sessuale priva di ideologia religiosa.
E' questo l'unico VERO modo di limtiare gli aborti,insegnare alla gente che se proprio vogliono scopare almeno facciano attenzioni.
E' molto piu' semplice che sperare in una improbabile decisione di astenersi dai rapporti sessuali dell'intera popolazione mondiale...

Anonimo ha detto...

a engine

Sono certa che in molti vorrebbero che gli aborti fossero meno anche se non la pensano come me! Però non è vero che + contraccezione corrisponde a - aborti: in Francia e Inghiltera la contraccezione (compresa quella "d'emergenza") è diffusissima e gli aborti non solo sono più numerosi che da noi ma sono pure in aumento.
Io credo che per ridurre gli aborti bisogna imparare e insegnare ai più giovani a conoscere e assumersi la responsabilità dei propri atti e la capacità di "cambiare programma" e restare aperti all'imprevisto con la fiducia che se si dice "sì" alla vita la vita ti sa ricompensare. E qui, ovviamente, c'è molto da fare per tutti...

paolo de gregorio ha detto...

Come al solito alcune persone sono sorde agli inviti, come quello mio a cercare di discutere su basi condivise e razionali. Così, dopo che ho osservato che il fatto che A si trasormi in B tramite un processo continuo non implichi che A coincida con B, mi è stato risposto "ma A coincide con B". Certo, se uno assume quello che si dovrebbe dimostrare allora non può che credere di avere ragione, in ogni tempo ed ogni spazio. Semplicemente non si chiama dialogare questo.

Che poi tutti saremmo più felici se le persone fossero tutte eroiche e amorevoli su questo non ci piove. D'altronde mi pare che si discutesse, mi pare, se questo nostro desiderio di armonia "morale" e "psicologica" che io coltivo quando sbircio nella vita delle altre persone (perché occuparmi di me e dei miei cari non mi basta mai) sia sufficiente ad imporre per legge che le persone si comportino come se fossero dei robot perfettamente programmati. La risposta per me è no: un certo grado di lealtà o sincerità o reciprocità in una coppia lo considero una cosa buona, ma non per questo, o per ottenere questo, vorrei una legge che imponesse il siero della verità alle persone della coppia. Mi turba profondamente che ci siano persone cui si ripete questo concetto migliaia di volte e continuino a non comprenderlo, a parlare d'altro, come se non fosse di questo che si sta parlando e come se non fosse questo che vorrebbero imporre.

A marcoz:
io penso che l'anima venga infusa quando il 50% più un atomo del gamete maschile è entrato in quello femminile.

Anonimo ha detto...

@Annarosa
Non esiste in assoluto un "essere umano" al quale non toglierei la vita: dipende dalle contingenze e/o dalle azioni del suddetto (per tranquillizzare il lettore, dico che sono tendenzialmente di manica molto larga nel valutare il prossimo e, soprattutto, cerco di non prendere alla leggera l'eventualità).


@ Paolo
Se lo dici tu, mi fido.

Anonimo ha detto...

a marcoz

Gulp...
Mi tocca sperare che altri che la pensano come te ma sono di "manica meno larga" non decidano di mettere in atto decisioni per eliminare qualcuno in circostanze e a seguito di azioni che non condividono....

p.s. Sbaglio supponendo che la pena di morte sia accettabile, per te?

Anonimo ha detto...

@Annarosa
La mia è una semplice constatazione: se è vero che potrei uccidere per difendere me stesso o altre persone minacciate fisicamente, se è vero che sono per l'eutanasia neonatale in casi particolarmente gravi e per l'avallare in tal senso la richiesta di malati terminali, significa che il mio rispetto della vita altrui non passa esclusivamente per la qualità di "essere umano" IN QUANTO TALE.
Quindi, per rispondere alla tua originale richiesta, dico che ci sono condizioni nelle quali è ammissibile togliere la vita e altre in cui non lo è.

(No, non sono per la pena di morte e per la vendetta in generale.)

Anonimo ha detto...

E in base a che criterio si decide? e CHI decide chi può essere ucciso e chi no?

Anonimo ha detto...

Mi dispiace ma devo contraddire questa dichiarazione.
Innanzitutto la ferita aperta nella nostra società non la vedo... secondo la situazione con la legge per la legalizzazione dell'aborto ha soltanto migliorato le cose per due principali motivi:
1) gli aborti sono nettamente diminuiti.
2) essendo tutto sotto controllo la morte della paziente causata da aborti clandestini per mancanza di sicurezza è praticamente nulla.

Ritorniamo al medioevo dove le donne per abortire illegalmente si facevano ficcare una spranga di ferro nell'utero????

Non mi sembra il caso ....

Anonimo ha detto...

@Annarosa

Chi decide? Semplice: un tribunale ecclesiastico. No, no, aspetta, forse non è la soluzione di maggior buon senso…

- Nei casi di eutanasia neonatale la decisione ultima è del genitore. A quali condizioni? Il protocollo di Groningen, sulla base di quanto ho avuto occasione di leggere, mi sembra determinare un ragionevole raggio d'azione di una pratica del genere.
- Per l'eutanasia di persone coscienti e consapevoli, è il soggetto interessato che decide.
- Sulla legittima difesa non credo che io possa aggiungere nulla di rilevante, visto che è una condotta umana ampiamente prevista.