mercoledì 24 dicembre 2008

Al Foglio sono già cominciate le libagioni di Natale

Giudicate voi stessi (Giuliano Ferrara, «Indecente futuro natalizio, dalla provetta alla fiala», 22 dicembre 2008, p. 1):

Siete sicuri di quello che state facendo? Lo domando ai genitori e ai medici della bambina fabbricata senza il gene Brca1 del cancro al seno, che sta per nascere a Londra, fecondata in provetta con scarto di tre embrioni […]
Il caso singolo è quello di una famiglia esposta seriamente al rischio del cancro al seno. Decide di provarci, di assicurarsi una discendenza che quel rischio lo eviti. Invece di fare un figlio, lo concepisce in provetta e lo medica, togliendogli il gene: insomma, compie un esperimento di eugenetica. Qui l’eugenetica offre il suo volto positivo, di cura e non di selezione, di “eliminazione della diversità biologica” (per esprimermi nello stupido linguaggio della diversità politicamente corretta). Qui non si fa fuori nessuno, a parte gli embrioni scartati, non si estingue un parto a rischio buttando via il bambino (letteralmente) con l’acqua sporca, no, qui si interviene sul codice genetico e si mutano certe caratteristiche. Gli stessi medici e biologi ti dicono che facendo così non hai risolto il problema, perché quel gene, il Brca1, non è affatto l’esclusivo responsabile del cancro al seno, anzi, la maggioranza di quei tumori dipende da altri fattori tra i quali il mancato allattamento materno e la mancata gravidanza. […]
Io dico solo che quella bambina senza quel gene non è l’inveramento mitico del figlio sano, che è purtroppo soltanto una illusione; e che una società alla fine fondata su quel tipo di selezione, destinata a programmare e produrre i figli a quel modo, condensando l’amore nel probabilismo genetico di una provetta, è una società palesemente malata.
Bambina «fabbricata senza il gene Brca1»? Un figlio medicato «togliendogli il gene»? «Si interviene sul codice genetico e si mutano certe caratteristiche»? Di che sta parlando quest’uomo? Come sa chiunque sia appena appena informato in materia, le tecniche esistenti sono ben lontane dal consentire un intervento di ingegneria genetica di questo tipo (che, a essere un pochino pedanti, non consisterebbe nel «togliere il gene» – così otterresti solo un embrione morto – ma nel correggere una mutazione di quello stesso gene). L’intervento è stato di pura e semplice selezione di embrioni – quella tanto aborrita da Ferrara. Basta un’occhiata alla stampa seria, come il Telegraph (Kate Devlin, «Baby selected to be free from breast cancer gene», 19 dicembre). L’equivoco, come documentava Ivo Silvestro qualche giorno fa («Geneticamente modificato?», L’Estinto, 20 dicembre), sembra essere nato in Italia. Da notare comunque che Ferrara, contraddittoriamente, dopo aver opposto il fantomatico intervento di ingegneria genetica alla selezione embrionaria torni a parlare qualche riga dopo di «una società alla fine fondata su quel tipo di selezione».
Paradossale anche il considerare l’espressione «eliminazione della diversità biologica» come un esempio dello «stupido linguaggio della diversità politicamente corretta»: il politically correct, a quanto ne so, consiste nell’esaltazione della diversità, non in quella dell’eliminazione della diversità...
I problemi diventano più seri quando Ferrara attacca a sostenere che «quel gene, il Brca1, non è affatto l’esclusivo responsabile del cancro al seno, anzi, la maggioranza di quei tumori dipende da altri fattori». Come già abbiamo avuto modo di notare su Bioetica (il lettore riesce a indovinare a quale altro quotidiano ci riferivamo in quell’occasione?), c’è qui un’incresciosa confusione fra il rischio calcolato sulla popolazione in generale – a cui in effetti il gene BRCA1 contribuisce in maniera abbastanza limitata – e il rischio per il singolo affetto dalla mutazione, oscillante fra il 46% e l’87%: che non è affatto poco. Chi non si fida dei calcoli è invitato a chiedersi se gli sembra normale quello che è successo nella famiglia del padre del bambino di cui stiamo parlando (il portatore della mutazione): tre generazioni di donne che hanno sviluppato il cancro al seno prima dei vent’anni di età, fra cui la madre, la sorella, una nonna e una cugina. Non basta non avere figli o non allattarli per raggiungere questi livelli di rischio, credetemi.
Infine, possiamo essere d’accordo su una cosa con Ferrara: «che quella bambina senza quel gene non è l’inveramento mitico del figlio sano, che è purtroppo soltanto una illusione». Naturalmente, l’unico a farsi quell’illusione è lo stesso Ferrara, dato che non risulta che quei genitori e quei medici abbiano mai voluto ottenere «inveramenti mitici»: si sono limitati a cercare un figlio più sano, non un figlio assolutamente sano. C’è una certa differenza fra le due cose.

Ora, dobbiamo forse pensare che il direttore del Foglio possa dedicare un lungo commento a un evento che non si è mai verificato nei termini riportati, solo perché non è stato in grado di controllare un giornale in inglese e si è fidato invece di qualche sgangherata agenzia nostrana? Che in tutta la redazione del Foglio – i mitici Foglianti! – non ci sia uno straccio di redattore scientifico che possa allertare il Direttore su uno sfondone come questo? Che l’intelligentissimo Ferrara, oltre a dissertare di cose che non conosce e sulle quali non ha sentito il bisogno di informarsi, riesca pure a scrivere enunciati contraddittori nell’arco di poche righe e a proporre bizzarre notazioni linguistiche? Che fornisca con disarmante irresponsabilità informazioni fuorvianti su patologie gravissime, sminuendo implicitamente le tragedie di molte famiglie? E che alla fine di tutto ciò proponga anche un bel sermoncino grondante odio contro nemici fabbricati da lui stesso?
Io non posso credere a tutto questo. Mi rifiuto. Beh, magari facciamo un’eccezione per l’ultima accusa. Per il resto, credo più banalmente che al Foglio abbiano cominciato i festeggiamenti natalizi con un po’ in anticipo; qualcuno deve aver ecceduto con le libagioni – si sa come vanno queste cose, specie quando si festeggia la ricorrenza dell’evento fondante dell’Occidente giudaico-cristiano-sanamente-laico-ateo-clericale (uhm, forse giudaico è di troppo, in questo caso?). Un po’ di comprensione, insomma: sono incidenti che capitano. E tanti sinceri auguri di buon Natale al Foglio, al suo Direttore e ai Foglianti tutti quanti da parte di Bioetica!

14 commenti:

Paolo C ha detto...

Io ho sentito la notizia della bimba "geneticamente modificata" a un tg serale, non ricordo quale (propendo per il mitico tg2, per puro pregiudizio), non ricordo se lunedi' o domenica.
In ogni caso direi che il meme e' passato.

Anonimo ha detto...

Ecco il lupo travestito da agnello: la scienza. La scienza che agisce facendoci credere alla sua indispensabilità, la scienza che ci aiuta(?). Dobbiamo ribellarci, nel nome del nostro essere umani. Dobbiamo recuperare la nostra umanità più profonda. Dobbiamo tirare fuori le unghie. Tu scienza, ci rendi la vita più facile, ma così facendo noi diventiamo più deboli, dipendenti da te. Abbiamo vissuto millenni senza di te e siamo in grado di farlo anche adesso. Vorrestiilluderci che sei in grado di spianarci la strada verso un mondo migliore. Purtroppo è un'illusione per gli sciocchi. E' un trabocchetto. Chi ci casca è perduto.
antimoderno

Anonimo ha detto...

@ antimoderno

Guarda che è grazie alla scienza se tu stai usando un computer per scrivere certe cretinate. Se fossi coerente, andresti a vivere in un bosco senza energia elettrica!

Anonimo ha detto...

Me l'hanno gia detto mille volte. Certo, io scrivo sulla tastiera e i miei scritti compaiono a migliaia di chilometri. Che meraviglia! Però ci sono cose che dobbiamo fare noi in quanto umani. A volte gli scienziati si trastullano con la vita. Che importanza ha che uno prenda un cancro oppure no? Anche l'embrione che è stato selezionato come immune al cancro al seno, crescerà, maturerà e poi morirà. E' stato liberato da cosa? Abbiamo ottenuto un reale guadagno? O piuttosto il tutto serve a farci illudere sulle nostre capacità tecnologiche. Sarà felice? o sarà infelice? La vita umana è realmente un garbuglio. Perchè illudersi? Questo non è un discorso della serie "tanto si deve morire, allora tanto vale non fare niente". Ma è un discorso tipo: "non prendermi per il c...., non hai risolto un belniente". A meno che non ci accontenti del vivere tanto per vivere....o si creda che questi pazzi possano creare degli embrioni liberi da tutte le malattie. La malattia è importante, tanto quanto la salute. La malattia è una possibilità di evoluzione. Serve a crescere. Non bisogna sopprimerla.

paolo de gregorio ha detto...

Insomma, viste le proporzioni, il commento sulla non eliminazione categorica del rischio sarebbe meno ancora che affermare che i trapianti di organi sono inutili. Perché allora non una campagna contro la totalità degli interventi medici, fondantisi sullo stesso identico principio? Ma è ovvio: perché fa sempre comodo usare argomenti pretestuosi e stupidi, anche se, qualora difesi con coerenza, porterebbbero alla ribellione di tutti i lettori del Foglio, che di certo non sottoscriverebbero campagne mediatiche per l'eliminazione della medicina. Si ricorre quindi - per fare proppaganda - all'ignoranza su argomenti non semplici, ulteriormente stimolata da altre affermazioni prive di riscontro (come ben evidenziato nel post). E queste, badate bene, sono le stesse persone che curiosamente affermano di seguire la ragione.

P.S. per DF1989: Regalzi ha più volte saggiamente suggerito di non replicare alle palesi provocazioni fini a se stesse di antimoderno (ma io stesso certe volte faccio fatica a seguire i saggi consigli). In effetti anche io ormai mi sono convinto che a-m ce l'ha con la scienza e la medicina perché probabilmente qualche "strizzacervelli" deve avergli diagnosticato una qualche sindrome schizofrenica tra il maniaco persecutorio e il maniaco di grandezza. E si è fatto Robin Hood a modo suo: ruba a chi ha studiato per dare a chi non ha studiato (tipicamente se stesso).

Anonimo ha detto...

ogni volta che leggo quei mitomani che parlano di "scienza" come di un organismo tipo Spectre che si occupa dei destini dell'umanità, resto sempre tra il basito e il furioso.
perchè alla fine chi fa la conta dei leucociti o i calcoli strutturali perchè la casa non crolli è solo uno che ha studiato certe materie per imparare un mestiere, non un pazzo con i capelli bianchi e lunghi che scrive E = mc^2 alla lavagna gridando EUREKA.

Anonimo ha detto...

@ paolo de gregorio

Hai perfettamente ragione, solo che a volte proprio non ci riesco a non rispondere a certe idiozie.

Anonimo ha detto...

Ferrara è un disgraziato...Non capisce nemmeno ciò di cui parla; eppure pontifica sull'argomento, facendo finta di essere un esperto in materia. Che pessimo individuo !

Anonimo ha detto...

Che importanza ha che uno prenda un cancro oppure no?

quindi per te non farebbe differenza svegliarti domani e averne uno alla prostata, immagino.
bella per te!

Anonimo ha detto...

Insomma, undomani quando si dovrà fare un figlio si andrà dal dottore con le analisi genetiche e lui ti dirà:"bene,lei può avere questo e quello, allora sarebbe bene che produciamo degli embrioni e poi selezionamo quello più sano e lo reimpiantiamo nell'utero". Poi la famiglia farà un parto cesareo, perchè c'è pericolo per il figlio, che è al settimo mese. Allora lo metteranno nell'incubatrice fino a che ce nè bisogno. Dopodichè al piccolo verrà somministrato del latte artificiale e tanti omogeneizzati. Poi andrà al nido perchè la mamma deve lavorare. Poi all'asilo e alle scuole, dove gli insegneranno a diventare un bravo cittadino.....E si potrebbe continuare. Ragazzi, è un incubo. E la scienza al massimo ci può aiutare a produrre individui deboli, molto deboli. Siccome io amo l'umanità, mi piacerebberoinvece degli indivui il più forti e sani possibile. Individui di questo tipo nascono ancora. Soprattutto nelle società più "primitive". E non hanno bisogno di un "aiuto" scientifico. Neanche di un'ecografia. Semplicemente la mamma e il papà fanno come si fa da migliaia di anni. Il risultato è buono, a volte ottimo. Non si capisce perchè dovrei esultare per un intervento scientifico di cui si è sempre fatto a meno.
antimoderno

paolo de gregorio ha detto...

Un giorno andremo dal dottore, prima di avere un figlio e, pensa un po', in base a delle analisi viste su un televisorino lo faremo nascere così o cosà, magari con un'anestesia per la mamma, un po' di ferri e via col vento. Così certi bambini nasceranno anche se dovevano crepare, magari insieme alla madre. Che cosa abominevole...

Chiara Lalli ha detto...

Giuseppeeeee!!,
ma è ovviamente colpa dell'abuso di uno spumante modesto che hanno spacchettato da uno di quei cesti natalizi orrendi.

Magar ha detto...

Anti-moderno, ai tuoi bei tempi non è che gli individui fossero più forti perché ancora puri e non corrotti dalla scienza decadente, è semplicemente che i deboli crepavano prima. E una società in cui chi nasce fisicamente debole, e un po' malaticcio, ha (circa) le stesse chance degli altri è ovviamente migliore del tuo modello ideale di "età dell'oro".

xxx ha detto...

"Ragazzi, è un incubo"

no, antimoderno, si dice "pigna nel culo" quello che sei tu e quelli come te.