venerdì 23 marzo 2007

Antidoping school

La proposta di effettuare controlli antidoping nelle scuole continua a far parlare di sé. Claudio Risé (che fa pure rima) in Scuola e test antidroga appoggia calorosamente le misure antidoping, rivendicando anche una sorta di paternità nei confronti del paternalismo scolastico.

Bene. Il ministro degli interni, Giuliano Amato, ha proposto che vengano eseguiti, a scuola, dei controlli antidoping. In questa rubrica l’avevamo chiesto più volte, stupendoci che i media non avessero notato l’evidente stato di alterazione sotto il quale si sono svolti innumerevoli episodi di disordini, e violenze scolastiche. Spiegabili soltanto con quel caratteristico fenomeno di “abbassamento del livello di coscienza”, indotto, appunto, dal consumo di droga. In particolare da quella più usata dagli studenti (e da tutti), vale a dire l’onnipresente cannabis, coi suoi derivati, hashish, marijuana, etc. Una droga che d’altra parte la maggior parte degli studenti, in tutti i rilevamenti statistici effettuati, dichiara di poter reperire tranquillamente proprio mentre va a scuola, davanti o nelle immediate vicinanze dell’edificio scolastico.
Vediamo se ho capito bene.
1. Lo stato di alterazione (neutrale) implica necessariamente disordine e violenza scolastica (solo scolastica?). Causa neutrale, effetto un po’ meno. Non c’è nemmeno una possibilità che l’alterazione provochi, che so io, sonno, allegria, amore incondizionato verso il prossimo? No, l’abbassamento di coscienza provocato dalle droghe scatena ciò che è sopito in noi, ovvero brutalità (proprio da liceale memoria: “fatti non foste per viver come bruti”, ma i tempi saranno cambiati).
2. La droga usata dagli studenti è l’onnipresente cannabis. “Tutti” gli studenti fumano. Ah. Non lo sapevo, ai miei tempi non era così, ma ripeto, i tempi saranno cambiati.
3. La droga si trova ovunque: mi viene in mente l’avvertimento (chi non se l’è mai sentito dire?) di stare attenti alle caramelle drogate o a quelli che ti regalano la droga (ovviamente con l’intento di avviare la dipendenza). Ci fosse stato qualcuno mai che m’abbia offerto droga o caramelle dopate! Tutte le mattine mentre andavo a scuola cercavo con attenzione: mai! Manco una volta, può darsi che frequentassi le scuole sbagliate.
La facilità del reperimento, l’abbiamo ricordato, è dovuta anche alla nuova normativa del ministro Turco, che ha raddoppiato la dose che si può detenere senza alcuna sanzione, “per uso personale”. Un medio piccolo spacciatore con quella dose può rifornire un’intera classe, e rimpiazzarla subito con la merce lasciata al bar dell’angolo, o nelle vicinanze.
4. La normativa Turco facilita la diffusione e il reperimento delle droghe suddette. Ahi ahi. E addirittura una intera classe (quanti saranno gli studenti in una classe? 20? 25?) può drogarsi impunemente con la dose prevista dalla nuova normativa. Bah. E tutta la classe, abbassato il livello di coscienza, si abbandona a violenze inaudite. Roba da Signore delle mosche.
Non solo la Turco, però, sembra non preoccuparsi della diffusione della droga. Mentre infatti il ministro degli interni proponeva test nelle scuole, Paolo Ferrero, ministro per la solidarietà sociale, ha chiesto alla Commissione per i narcotici delle Nazioni Unite, riunita a Vienna, di depenalizzare il consumo personale di stupefacenti. Quanto alla proposta di Amato, Ferrero si è detto naturalmente contrario, dicendo che «questi controlli vanno svolti dove si rischia di fare del male ad altre persone, ad esempio fuori dalle discoteche, o dai ristoranti».
Evidentemente il ministro (che aveva già proposto locali forniti dallo Stato per chi voglia iniettarsi droga), non conosce le violenze e abusi che si susseguono nelle cannabizzate scuole italiane fin dalla ripresa dell’anno scolastico. Ferrero è andato proprio alla Commissione narcotici dell’ONU a chiedere la depenalizzazione per gli stupefacenti. Probabilmente non sa che quella stessa Commissione narcotici dell’ONU ha appena congedato un gigantesco rapporto sulle droghe nel mondo in cui si dice tra l’altro, a proposito della cannabis, la droga più usata nelle scuole: «In alcuni paesi l’uso e il traffico di cannabis sono presi molto sul serio, mentre in altri sono virtualmente ignorati. Questa incongruenza mina la credibilità del sistema internazionale».
5. Le aule scolastiche rischiano di diventare le cosiddette stanze del buco. Ma la cannabis si inietta? Mi era sfuggito.
Un fatto che lo studio ritiene tanto più grave, quanto più sono ormai ampiamente noti gli studi, che il rapporto Onu cita, sulla diminuzione indotta dall’uso di cannabis sulle facoltà cognitive e psicomotorie, e il rapporto tra uso di cannabis nell’adolescenza, e insorgenza di psicosi e schizofrenia. Ma per Ferrero i test a scuola «non sono compatibili con la democrazia». Come se la democrazia non dovesse tutelare la salute mentale dei propri figli.
6. L’uso di cannabis è in rapporto con l’insorgenza delle psicosi e della schizofrenia: che tipo di rapporto? Il rapporto Onu del 2006 a pagina 180 afferma che la cannabis “can trigger latent psychosis and promote personality decompensation in diagnosed schizophrenics”, ove le parole chiave sono “latent” e “promote”.
Non si vuole certo dire che la cannabis non abbia effetti. Ma soltanto che le cose sono più complesse rispetto a quanto sostiene Risé.
Solo per citare qualche altro passaggio (pagina 181): “cannabis can cause some dysphoric effects when used in high doses, including panic and delusions and ‘cannabis psychosis’”.
“A recent review found that very high doses of cannabis can induce a brief psychosis, but this condition is extremely rare”.
“With regard to long-term effects, several impacts have been hypothesised. One of the early attempts to describe the negative impact of cannabis on the mental state of users is the so-called ‘amotivational syndrome’, a personality deterioration with loss of energy and drive to work. Again, the World Health Organization was unable to confirm the existence of such a sindrome”.
“More worrying is the conflicting evidence around the claim that cannabis can either cause psychosis in vulnerable individuals or precipitate latent psychosis”.
“Since some schizophrenics ‘self-medicate’ with cannabis, it can be difficult to determine the lines of causation”.
Nello stesso rapporto si dice anche (pagina 183) che “few people develop cannabis habits that force them into street crime or prostitution”. Chissà se vale anche per lo “school crime”.

Tuttavia la presenza di conseguenza dannose della cannabis non basterebbe a giustificare una politica proibizionista: sappiamo fin troppo bene che le sostanze dannose sono innumerevoli (una per tutte: l’alcol) e che il paternalismo non è necessariamente la strada migliore. Non solo in considerazione delle sue intime intenzioni (“ti vieto X perché ti fa male”) ma anche delle sue possibili conseguenze.

8 commenti:

Fabrizio ha detto...

Molto bello anche questo articolo, che testimonia una volta di più, se mai ve ne fosse bisogno, che usare il cervello porta inevitabilmente a considerare le cose con razionalità, ovviamente. Bisogna usarlo, però...e purtroppo sono moltissimi quelli che non vogliono o non possono (non tutti c'arrivano, d'altronde, visto anche il livello medio dell'istruzione nel nostro paese).

Comincio a coltivare un sogno: che prima o poi le persone cui piace risolvere le questioni usando il raziocinio e i dati scientifici si raccolgano e fondino un piccolo (magari grande, sarebbe bello fossero molti gli aderenti) staterello dove veramente al centro di tutto ci siano i diritti degli uomini e delle donne, l'istruzione (che deve dare gli strumenti per usare al meglio la razionalità), la fraternità, l'uguaglianza, la meritocrazia, processi decisionali basati sui dati e non sull'emotività (o peggio, gli interessi di parte) del singolo.

Lasciateci un piccolo angolo di Terra dove finalmente potremo fare a meno di sentire le castronerie continue che ci propinate, mentre vi intascate 150.000€ all'anno per prendere delle decisioni assurde (parlo dei nostri deputati e senatori).

Un solo esempio: muoiono a causa della droga 800 persone all'anno in Italia. 120.000 sono i morti a causa del tabacco e dell'alcool. Quale delle due dovrebbe essere la priorità?

Mi sento sempre più un alieno in questo mondo; fortuna che, mi pare, non sono da solo: meno male!

Anonimo ha detto...

Ma quante idiozie dice 'sto Risè eh? :-)

Anonimo ha detto...

Claudio Rise' e la sua dose quotidiana di demagogia ....
Questa roba si che l'abbassa il livello di coscienza .....

Anonimo ha detto...

davvero impressionante, uno stupidario come non ne ho mai visti. ahah... la cannabis aumenta l'aggressività e non suscita alcuna emozione/sensazione/sentimento positivi..ahahah... e allora perchè era la preferita dai "figli dei fiori"????... ehehehe.. e questo manco si droga (dice lui)...ehehe...

PS - se volete che smonti pezzo pezzo questo articolo non avete che da chiedermelo, non sarà breve ma lo faccio volentieri

Chiara Lalli ha detto...

Roberto,
se hai voglia di smontare questo pezzo, lo aggiungiamo volentieri alle obiezioni che abbiamo già espresso.
Buon lavoro!

Anonimo ha detto...

pps - nel caso non bastasse ciò che già detto Chiara, che ringrazio.

Chiara Lalli ha detto...

Non basta mai, temo. Perciò è sempre utile aggiungere o chiarire o fornire altre fonti.
Il modo in cui, troppo spesso, si semplificano le questioni è preoccupante. Soprattutto quando la semplificazione (al limite della banalizzazione) è opera di chi ha un qualche "potere" (decisionale, terapeutico, etc.) che viene esercitato a partire da premesse ingenue. Nella migliore delle ipotesi.

Chiara Lalli ha detto...

E dimenticavo, Roberto, grazie a te.