Ancora Maurizio Gasparri sul papa alla Sapienza (fonte: Repubblica, ore 11.55):
Dopo lo sconcio della Sapienza di Roma ci attendiamo iniziative per allontanare dall’ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto. Questa dimostrazione di intolleranza non può restare priva di conseguenze.
12 commenti:
Veramente il bue che dice cornuto all'asino....una proposta degna dell'urss di stalin. Complimenti deputato, una vera manifestazione di tolleranza. Sana tolleranza, immagino, come la sana laicità.
Gasparri non sa neppure cosa sia l'università e come si muova, quali siano ruoli e immunità storiche dei professori, né soprattutto su che basi si scelgano.
Ma d'altra parte è un ignorante cronico, che dal basso della sua irrazionalità preferirebbe di certo che ad impartire lezioni di fisica nella prima Facoltà italiana ci fosse qualcuno altrettanto ignorante - con buona pace di quel poco che resta della scienza italiana.
Questa situazione è divenuta di una oscenità troppo vasta anche solo per parlarne. Anche l'Unità fa cerchiobottismo titolando un assurdo "Non far parlare un oratore è come bruciare i libri" - poco importa che il parallelo non sussista, che il constesto era inopportuno, che non c'era modo di contradditorio, che a ritirare l'intervento sia stato B16 stesso, che...
@ Debrando
Su che basi si scelgono? Perché di solito non se ne parla molto bene, un po' come certi primari :-)
U na volta si diceva che la miglior difesa è l’attacco.
Ma poiché il coraggio, come insegnava Manzoni, uno da solo non se lo da, i vili più spesso scelgono la fuga come modo per salvare le penne, anche a costo di lasciare sul campo la dignità. È quel che successo al robusto manipolo di 'coraggiosi' docenti de La Sapienza che han deciso di fuggire dal confronto con la parola di Benedetto XVI. Poiché di questo si è trattato.
Mandando avanti fumosi documenti, la minaccia di fumogeni, mandando avanti le teste affumicate da vecchi slogan di pattuglie di ragazzi sempre replicanti sogni invecchiati di costoro, hanno coperto la loro fuga. Benedetto XVI ha preso atto che costoro hanno costretto l’università La Sapienza alla fuga.
Tale viltà segnala un deficit non solo di laicità e di senso istituzionale e storico; soprattutto segnala paura e irresponsabilità. Due caratteristiche che in un ricercatore stanno come a un calciatore la lentezza e il piede a banana. La paura è quella che non accetta l’ospite. Lo lascia fuori dalla porta poiché teme che possa turbare il castelluccio di convinzioni e il tran tran di un piccolo potere.
L’irresponsabilità - che è più grave - è quella speciale viltà per cui si preferisce evitare di dare risposte alle urgenze, alle scoperte e alle novità del reale, e ci si limita nel cerchio tranquillizzante della propria ideologia, o della propria strategia di carriera. Una irresponsabilità dinanzi alle nuove acquisizioni della scienza - quelle sulla cui base Benedetto XVI sta richiamando tutti a uno sguardo umano e attento alla vita della persona. E una irresponsabilità dinanzi ai giovani che invece di essere introdotti al senso critico della realtà, considerandola il più largamente e profondamente possibile, vengono educati a slogans e a semplificazioni. E’ il viver come bruti, denunciato da Dante. Il documento dei Professori - che non passerebbe un serio esame di ammissione a qualsiasi Facoltà - e le successive dichiarazioni di alcuni, denunciano la vile attitudine a non entrar in 'mare aperto', nel merito delle questioni, preferendo buttare addosso all’interlocutore da cui si fugge una serie di luoghi comuni, di riduzioni che non solo mancano di rispetto ma, il che è quasi più grave in sessantottini di lungo corso, mancano di fantasia.
Sappiamo dalle statistiche che La Sapienza è al 150° posto per qualità, e un motivo ci sarà. In tale declassamento un peso lo deve avere anche questo tipo di viltà irresponsabile. Che convivendo con l’impegno ammirevole di tanti docenti, stavolta è emersa con la sua grigia e buffa divisa di gendarmi in fuga, e che nutre una ragnatela continua, dentro e fuori le aule. Questo non è un problema per il Papa, ma per l’Italia.
Nessun ragazzo, nessun intellettuale minimamente dotato di libero cervello presume che il Papa oggi abbia altra forza se non la persuasività del suo pensiero e della testimonianza dei cristiani. Solo un occhio offuscato può descrivere l’Italia in preda a falangi oscurantiste vaticane sui media e nelle aule politiche. Il fatto è, invece, che uomini liberi, credenti e non, menti aperte e ragazzi vivaci vedono in Benedetto XVI uno dei riferimenti più alti e sinceri con cui paragonare esistenza e scelte. E questo fa paura a chi invece cerca una supponente, cieca tranquillità. Si tratta di un eroismo da pantofolai, abituati alle coccole di media e di tribuni. Uomini adatti alla fuga di fronte a un Papa come di fronte alla realtà.
Ma, come hanno sempre scritto i poeti, la realtà è testarda. E si ripresenta, cercando uomini avventurosi, non vili.
Solo un occhio offuscato può descrivere l’Italia in preda a falangi oscurantiste vaticane
È quel che successo al robusto manipolo di 'coraggiosi' docenti de La Sapienza che han deciso di fuggire dal confronto con la parola di Benedetto XVI. Poiché di questo si è trattato.
In realta' basta ascoltare un paio di interviste per accorgersi che e' l'esatto contrario. Che sarebbero disponibili a un dibattito a piu' voci in cui si parlasse di rapporti tra scienza e fede, di etica, di darwinismo...! Ma per far questo occorre che entrambe le parti siano disposte ad accettare di essere sottoposte a delle critiche, a metter da parte anche le convinzioni piu' radicate, i valori "non negoziabili"...
Ma il Papa' non puo', non deve mai essere discusso. Il Papa lo si ascolta e basta, sempre, in ogni luogo e in ogni contesto. Il Papa critica ma non puo' venir criticato. Il Papa non risponde. Il Papa non partecipa nemmeno ai dibattiti.
E se sente odor di contestazione, il Papa scappa. Tanto i suoi giannizzeri saranno sempre pronti a difenderlo e a farne un martire.
Una irresponsabilità dinanzi alle nuove acquisizioni della scienza - quelle sulla cui base Benedetto XVI sta richiamando tutti a uno sguardo umano e attento alla vita della persona. E una irresponsabilità dinanzi ai giovani che invece di essere introdotti al senso critico della realtà, considerandola il più largamente e profondamente possibile, vengono educati a slogans e a semplificazioni.
Slogan come "la vita e' inviolabile dall'inizio al suo naturale tramonto"?
Semplificazioni come "la crisi della famiglia mette a rischio la pace"?
Se però la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita.
Che grande messaggio di umilta', che disponibilita' al dialogo, a mettersi in discussione.
Amen.
Anonimo, hai aggiunto lo stesso, interminabile commento in calce a tre post differenti. Questo è al limite dello spam, e per questo ho cancellato le altre due copie. Se vuoi visibilità, fatti il tuo blog personale.
Arsenico, che anche in università ci possano essere episodi foschi è un triste specchio della società italiana.
Ciò non toglie che in alcun modo la nomina dei professori passa per la loro visione etica, e che anzi sia diritto e dovere la massima libertà intellettuale ed espressiva.
Coniglio è B16, che al primo accenno di contestazione decide di non presentarsi.
Sì, perchè i fatti sono questi: ha rinunciato alla visita solo nel momento in cui il rettore ha autorizzato una contromanifestazione degli studenti. Neanche il confronto indiretto riesce a tollerare: o son bagni di folla in delirio mistico, o se ne resta nella sue reggia.
Al proposito è interessante la posizione di altri cristiani come i Valdesi: http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index.php?id=653
A parte che anche questa volta hanno dato dimostrazione di una saggezza mille volte superiore a quella della CC, questi passi sono limpidi e soverchianti:
Ritenere non opportuno un invito a tenere un discorso è cosa diversa dall’impedire a qualcuno di esprimere le proprie opinioni.
Il Papa non è un semplice accademico che sostiene tesi controverse o formula ipotesi non condivise da pochi o da molti. Il Papa parla di valori non negoziabili, non formula ipotesi; pretende di esplicitare la verità
Tra l’altro, giova ricordare che Gesù si espose sulla pubblica piazza, senza aver prima negoziato con l’autorità le condizioni consone alla sua visita. Anzi parlò senza essere invitato. Ci pensino quelli che nel Papa ravvisano il Vicario e che oggi vedono in lui la vittima di un sopruso.
anonimo:
"i vili più spesso scelgono la fuga come modo per salvare le penne, anche a costo di lasciare sul campo la dignità"
Stai evidentemente parlando del papa.
"Nessun ragazzo, nessun intellettuale minimamente dotato di libero cervello presume che il Papa oggi abbia altra forza se non la persuasività del suo pensiero e della testimonianza dei cristiani"
be', con tutto il rispetto qui siamo al vaniloquio, o all'umorismo, oppure forse scrivi da marte.
E' spuntata la coda del lupo sotto la maschera da agnello, non so se mi spiego. Il commento di Gasparri merita le sue dimissioni da parlamentare di una democrazia. Volevo farci un post ma avrei dovuto vomitarci sopra e quindi ho lasciato perdere...
Saluti cari.
"Solo un occhio offuscato può descrivere l’Italia in preda a falangi oscurantiste vaticane sui media e nelle aule politiche"
Ricordo che l'Italia è l'unico paese dove non è consentita la ricerca sulle staminali. Alcuni medici canadesi mi hanno detto "certo che in Italia il vaticano influenza pesantemente la politica" temo che sia un'opinione comune.
Allontanare dall'Ateneo i professori che hanno firmato il manifesto? Propongo di bruciarli vivi!!
sicuramente l'epurazione sarebbe avvenuta con loro al governo...
Posta un commento