martedì 8 aprile 2008

Mirella Parachini sulla pillola del giorno dopo

Interessante l’intervista di Astrid Nausicaa Maragò per LibMagazine a Mirella Parachini, ginecologa dell’Ospedale S. Filippo Neri di Roma, vice-presidente della Federazione Internazionale degli operatori di aborto e contraccezione e membro dell’Associazione Luca Coscioni, sul tema della pillola del giorno dopo («Conraccezione. Mirella Parachini risponde», 8 aprile 2008). Eccone alcuni brani:

Nella mia esperienza non è che chi si rivolge al medico per richiedere una contraccezione d’emergenza sia più “incosciente” delle altre. Anzi. Si tratta generalmente di persone particolarmente attente. Questo voler dipingere la donna come un po’ stupidina, che preferisce ricorrere alla contraccezione d’emergenza piuttosto che alla contraccezione “ordinaria” non corrisponde alla realtà. Ci sono degli studi molto seri sull’atteggiamento verso la contraccezione ordinaria delle pazienti che hanno fatto ricorso alla contraccezione d’emergenza che non confermano questo pregiudizio. […]
È la tempestività nell’assunzione che ne garantisce la massima efficacia! Purtroppo nel nostro paese vi è l’obbligatorietà della ricetta medica nominativa e non ripetibile ed è proprio la rincorsa alla ricetta che ne ritarda l’assunzione. L’ostruzionismo non avviene solo a livello degli ospedali, ma anche nelle guardie mediche e addirittura in alcuni consultori! Quello che la donna, di fronte ad un rifiuto, deve chiedere è che il diniego venga espressamente motivato, anche per iscritto. Quello che accade invece è che il medico in Pronto Soccorso non viene neanche chiamato con la scusa che “è di turno” il medico obiettore. Anche in questo caso l’accesso in Pronto Soccorso va verbalizzato e copia del verbale va rilasciato alla paziente. Sul sito http://www.lucacoscioni.it/soccorso_civile è possibile scaricare una modulistica per procedere anche con un esposto alla magistratura.
Rimane un ottimo consiglio quello di farsi rilasciare la ricetta dal proprio ginecologo al momento di una qualsiasi visita di routine. […]
La contraccezione di emergenza per via orale oggi raccomandata è la monosomministrazione di una dose di 1,5 mg di levonorgestrel. Questo schema terapeutico soddisfa tutti i criteri di un farmaco senza necessità di ricetta medica che sono: tossicità molto bassa, nessun rischio di overdose, nessuna dipendenza, nessuna necessità di accertamenti medici, controindicazioni mediche poco significative, facile identificazione del bisogno, dosaggio preciso, nessuna interazione farmacologica di rilievo, nessun pericolo in caso di assunzione impropria, minime conseguenze in caso di uso ripetuto o ravvicinato nel tempo. Non riesco proprio a capire tutta questa preoccupazione di eventuali abusi. Si pensi piuttosto di fare una corretta informazione, alle donne ma anche ai medici!
Da leggere tutta.

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve Giuseppe...mi spiega una cosa perchè non l'ho proprio capita? da una parte leggo una cosa, dall'altra l'esatto opposto! la pillola del giorno dopo come funziona in realtà? alcuni si oppongono perchè dicono sia abortiva (perchè può agire dopo l'ovulazione), altri dicono che è contraccettiva (perchè agisce prima):
in questa intervista la Parachini dice che agisce prima dell'ovulazione, e in questo caso ok: dovrebbe essere un contraccettivo. Però sempre in questo blog ho visto che
"Se invece il rapporto è avvenuto dopo l’ovulazione e la fecondazione potrebbe essere avvenuta, la pillola impedisce l’annidamento dell’ovulo fecondato, intervenendo sulla parte interna dell’utero in cui avverrebbe l’impianto." L'ho trovato nell'articolo "Aborto, no grazie meglio la contraccezione orale" di Chiara Lalli. Chi mi chiarisce le idee? grazie a tutti

paolo de gregorio ha detto...

Se posso dire la mia prima che arrivi la risposta "ufficiale", per quel che ne so io, di certo c'è solo che agisce come contraccettivo. Non è al tempo stesso stato totalmente escluso, anche se ormai appare sempre più improbabile, che in una percentuale bassissima dei casi agisca impedendo l'annidamento. La confusione nasce anche dal fatto che per anni e anni è stato proposto il "mito" che fossse certo che agisse (anche) dopo l'ovulazione. Poi sono stati fatti studi "seri" e sono aumentate le conoscenze. È inoltre certo al 100% che non ha potere abortivo: cioè l'unica ipotesi, non provata, resta che qualche rarissima volta "intercetti" l'embrione (chiudendo il passaggio attraverso le tube).

Giuseppe Regalzi ha detto...

Fabrizio: fino a pochissimo tempo fa si ipotizzava che il meccanismo d'azione della pillola del giorno dopo fosse doppio, agendo sia prima sia dopo l'ovulazione. Studi recentissimi hanno chiarito che il principio attivo della pillola, il levonorgestrel, non ha alcun effetto sulla capacità dell'embrione di impiantarsi nell'utero.

Anonimo ha detto...

La pillola del giorno dopo NON è abortiva.

http://www.lucacoscioni.it/pillola_del_giorno_dopo_viale_non_e_abortiva_aggiornatevi_sennza_ricetta_come_per_i_profilattici

rikkitikkitavi ha detto...

c'è una cosa che mi lascia perpluto.
l'obiezione di coscienza, ammesso che sia praticabile nella circostanza, dovrebbe essere un atto individuale, e sempre e comunque soggetto ad una valutazione della casistica.
e lo stesso dovrebbe valere per una eventuale obiezione "medica".
ma allora il cartello "qui non si prescrive la pillola del giorno dopo" che relazione può mai avere con un qualsiasi tipo di obiezione?

Anonimo ha detto...

Sperando di non trovarmi mai ad averne bisogno, ho trovato utilissime le indicazioni relative alla verbalizzazione del rifiuto di prescrizione etc. ...Mi pare che per molti (ovvio, non per tutti) l'obiezione di coscienza sia più che altro una scusa per lavorare meno!!

Anonimo ha detto...

Grazie per aver segnalato l'intervista.
Comunque mi pare che su questo punto la dottoressa Parachini sia molto chiara. Le ho posto quella domanda proprio in ragione dei dubbi che circolano in merito alla differenza con la RU486.

Anonimo ha detto...

Ok grazie delle risposte! che potesse impedire l'annidamento dell'ovulo fecondato non l'ho letto solo da "bigotti" ma anche nel mio libro di biologia delle superiori...tra l'altro sempre in quel libro si includeva l'aborto nella tabella dedicata ai metodi contraccettivi (mentre la 194 esclude chiaramente l'aborto come metodo di controllo nascite), quindi mi sembrava al di sopra delle critiche...
Grazie delle vostre risposte:
- per aleg: thanks,di viale l'ho già letto, ho pure visto un video su youtube del channel "radioradicale" dove lui parla di questo;
- per paolo: non so se si tratti di mito:tra l'altro c'era scritto pure nel mio libro delle superiori, e pure nell'articolo di Chiara Lalli, che è collegato a un articolo di ProgettoGalileo...
- per Giuseppe: grazie...ma non capisco: dove posso leggere qualcosa sui nuovi studi sulla pillola del giorno dopo? ps: non voglio essere noioso... però se lei dice che la pillola agisce prima dell'ovulazione e poi in un articolo di questo blog, la Lalli si rifà a un articolo di Progetto Galileo dove c'è scritto il contrario..non voglio essere noioso, ma mi confonde un po'..
grazie a tutti

Anonimo ha detto...

http://www.angelini.it/public/
schede/norlevo_gen06.pdf

che può impedire l'annidamento c'è scritto pure qui...help

Anonimo ha detto...

Alcuni autori hanno verificato in vitro la capacità dell’embrione di aderire a campioni di tessuto endometriale in presenza o assenza di LNG (il principio attivo della Pillola del giorno dopo) nel mezzo di coltura: in presenza di LNG la percentuale di embrioni che riescono ad aderire all’endometrio è risultata ridotta del 16%, una percentuale statisticamente non significativa, ma è da tenere presente l’esigua dimensione numerica del campione. A suggerire inoltre un potenziale effetto post-fertilizzativo del LNG vi è anche il riscontro di una certa efficacia del farmaco anche quando somministrato 72-120 ore di distanza da un rapporto “a rischio” di gravidanza (von Hertzen, 2002). Per tutti questi motivi gli autori di una revisione sull’argomento affermano: “Non possiamo concludere che la pillola per la CE non impedisca mai la gravidanza dopo la fecondazione” (Trussel, 2006).

paolo de gregorio ha detto...

Era quello che dicevo anche io: che il (chiamiamolo) "principio attivo" riguarda l'ovulazione. Che in qualche caso agisca per impedire l'annidamento non è stato del tutto escluso, al momento, nella terminologia degli studiosi che ovviamente non escludono nessuna ipotesi fino a quando non hanno prove schiaccianti che non sia vera.

Anche se, a mio parere, più passa il tempo più sembra emergere un quadro che tenda verso l'escludere questa possibilità, o perlomeno relegarla a incidenze statistiche talmente minute da diventare di fatto di dubbia rilevanza.

A Fabrizio: è verissimo, lo si trovava scritto dappertutto. Anche su piccole enciclopedie mediche: nel mio caso ricordo tanti anni fa trovavo appunto che la pillola del giorno dopo non era di fatto un anticoncezionale, perché agiva (sempre) a fecondazione avvenuta. Si badi anche bene che cosa si assume come "pillola del giorno dopo" è anche cambiato negli anni, ed anche questo potrebbe essere un fattore. Oggi si parla per lo più di Norlevo.

Nessuno aveva fatto studi sufficientemente accurati (in più mancavano le tecniche). Dicevo mito non per dire che lo credevano in pochi, né che lo credevano senza motivo, ma nel senso appunto di mitologia: nata su studi approssimativi e rettasi su se stessa e su una acritica accettazione di massa, anche di chi operava nel settore. Non davo la colpa a nessuno. I miti veri nascono così: come verità date per scontate da tutti, che però non sono vere. Non diventerebbero mai miti sennò. Fino a quando uno si alza e dice: fatemi un po' controllare.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Annarosa: gli studi a cui mi riferivo sono recentissimi (uno non è ancora apparso nella versione a stampa della rivista, mentre l'altro è della fine dell'anno scorso), e sembrano dimostrare che non ci sia alcun effetto sull'annidamento. Spero di scriverci qualche cosa su appena ho un po' di tempo.

Anonimo ha detto...

Ciao Paolo, si lo so, non mi sono spiegato bene.. ho scritto "pillola del giorno dopo" generico ma intendevo il Norlevo attuale..non capivo una cosa: lasciamo da parte le strumentalizzazioni:però cavolo: perchè nel sito della Angelini,che distribuisce il Norlevo, scrivono che può impedire l'annidamento? Non vedo cosa abbiano da guadagnarci da questo mito... Poi le ricerche sono sempre bene accette..scusate la ripetizione, grazie a tutti, buona serata!

Giuseppe Regalzi ha detto...

Fabrizio, come ho già detto (più di una volta), sono ricerche recentissime. Tieni presente che questi studi vengono pubblicati su riviste scientifiche cui nel nostro paese possono accedere solo quelli che lavorano nelle università (e neppure in tutte).

Anonimo ha detto...

Si torna all'annosa (ed elusa) questione: in natura l'annidamento dell'ovulo fecondato è un'operazione coronata da insuccesso nella grande maggioranza dei casi, norlevo o non norlevo, ma sembra che in quel caso i (cosiddetti) soggetti da tutelare scompaiano magicamente dall'orizzonte della discussione.
In tutto questo la sensazione è che i cattolici (o gli atei devoti) costringano tutti noi a discutere di un aspetto di minima rilevanza, e cioè la presunta decisiva differenza ontologica tra un ovulo non fecondato (ed espulso) e uno zigote alla seconda o terza divisione cellulare. Come se il mondo non fosse straripante di problemi e sofferenze gravi, urgenti e reali....rispetto la libertà che ognuno ha di interpretare i fatti come vuole, ma personalmente mi sembra una riedizione delle infinite dispute sul sesso degli angeli.

paolo de gregorio ha detto...

Fabrizio, posso chiarire almeno una cosa? Bisogna capire anche come funzionano le ricerche scientifiche. Esistono varie fasi: ricerca (e pubblicazione), verifiche (si spera) della riproducibilità dei risultati (o completamento degli stessi) da parte di altri gruppi indipendenti, consenso di tutto il mondo scientifico sulla questione. Dire "può causare questa cosa qui" non sempre vuole dire che se ne ha l'assoluta certezza: può anche voler dire che ci sono alcuni motivi (in questo caso dovuti ad un dcoumentato effetto secondario del farmaco sull'endometrio) per cui alcuni non escludono che ciò avvenga, anche se raramente, anche se non ci sono prove concludenti, ed anche se altri non concordano. Se la fase del pieno consenso scientifico non è stata ancora raggiunta (quella che arrivò, tanto per dire, nel caso di Einstein dopo più di un decennio) è buona norma non fare affermazioni trancianti. Del tipo: "è dimostrato che questo non accade". Direi che al giorno d'oggi quel "può" andrebbe forse sostituito con "potrebbe", e può darsi che presto il consenso sarà tale che si toglierà proprio tutta la frase.

Bisogna insomma anche capire che la scienza non sempre, in tutte le sue fasi, è in grado di stabilire questo è bianco o nero, di ogni fenomeno naturale conosciuto. In questo caso poi non è affatto banale raccogliere dati e trovare le metodologie migliori, considerato anche che si parla di donne. In alcune specie animali la cosa è già stata verificata oltre ogni ragionevole dubbio (che non ha effetto sull'annidamento), per dirne una.

Anonimo ha detto...

Questa discussione sul meccanismo d'azione del norlevo appare oziosa, o quantomeno fine a se stessa.
I termini della questione infatti non cambiano, a prescindere da tempi e modi di azione del farmaco, sia esso da considerare come un inibitore dell'ovulazione o, anche, come un inibitore dell'impianto nell'endometrio dell'ovulo fecondato.
Da un punto di vista concettuale, il farmaco impedisce, in un modo o nell'altro, che si verifichi un impianto in utero; la gravidanza inizia con l'impianto, niente impianto niente gravidanza, niente gravidanza niente interruzione della stessa, per cui il farmaco è comunque un mezzo contraccettivo, non abortivo, con tutte le implicazioni del caso: è disponibile fuori dall'ambito ospedaliero, non è prevista e non è ammissibile alcuna obiezione di coscienza da parte del personale medico e della corporazione dei farmacisti nella prescrizione e distribuzione del farmaco stesso.
Dal punto di vista pratico, l'efficacia del farmaco è insita sopratutto nella sua funzione di inibizione dell'ovulazione, per cui deve essere assunto dalla donna in tempi brevi dopo il rapporto a rischio, sperando che l'ovulazione non sia già avvenuta. Conviene, coi tempi che corrono, averlo già a disposizione. Ancora meglio, da un punto di vista strettamente tecnico, conviene affidarsi ad una metodica di contraccezione pianificata in precedenza.