mercoledì 9 settembre 2009

Quel che Rocco ha in serbo per noi

All’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento della mozione che impegnava il Governo italiano a promuovere una risoluzione Onu per la moratoria sull’aborto forzato, Rocco Buttiglione – che di quella mozione era stato il principale artefice – rilasciava un’intervista al Corriere della Sera (Aldo Cazzullo, «“Aborto, convinciamo l’Europa a portare la moratoria all’Onu”», 17 settembre 2009, p. 13). Una delle dichiarazioni di Buttiglione faceva però storcere il naso ai puri e duri del movimento antiabortista, e non solo in Italia:

Il «movimento», dice Buttiglione, non è contro la 194. «Noi la legge non vogliamo cambiarla. Meno che mai l’articolo 1, secondo cui l’aborto non è uno strumento di controllo delle nascite. L’ha detto benissimo Livia Turco: l’aborto non è un diritto, ma una spaventosa necessità. Tutti siamo cambiati […] chi, come me, si batté contro la 194, riconosce di essersi sbagliato su un punto». Quale? «Da bigotto come sono, lo dico teologicamente: Dio affida il bambino alla madre in un modo così particolare, che difendere il bambino in contrapposizione alla madre è giusto ma impossibile. Dobbiamo sostenere la madre, renderla libera: più sarà libera, più sarà difficile che rinunci al bambino».
La rinuncia, che Buttiglione sembra compiere in questo passo, alla criminalizzazione della donna che abortisce non poteva ovviamente non dispiacere agli oltranzisti del Culto dell’Embrione, e nei giorni seguenti il malcontento si fece sentire.

Emerge ora una seconda intervista, rilasciata pochi giorni dopo a Friday Fax, la newsletter del Catholic Family and Human Rights (un’organizzazione antiabortista che opera all’interno delle Nazioni Unite), in cui Buttiglione corregge vistosamente il tiro (Piero A. Tozzi, «“Defended With All Possible Means” – Rocco Buttiglione Clarifies Remarks on Protecting the Unborn Child», 29 luglio). Queste dichiarazioni hanno avuto una buona diffusione all’interno dell’universo pro-life cattolico americano, ma sembrano essere rimaste in larga parte ignote al pubblico italiano, nonostante ne fosse stata effettuata una traduzione abbastanza tempestiva, da cui cito i passi più interessanti.
Peraltro credo che la nostra posizione nei paesi occidentali sarà rafforzata dall’iniziativa di condanna dell’aborto forzato, perché essa rende più evidente che il feto non è parte del corpo della donna, e rende chiaro che l’aborto è un male morale. Non è perseguito pubblicamente, ma è un male morale. In questo senso penso che l’iniziativa rafforzi la nostra posizione, anche sa da un punto di vista legale non cambia nulla.
Alla domanda dell’intervistatore se fosse stato stato «un errore» opporsi alla depenalizzazione dell’aborto, Buttiglione risponde in questo modo (corsivo mio):
La mia dichiarazione è stata semplificata. Io non ho detto che è stato sbagliato cercare di difendere i diritti del bambino con l’uso del codice penale. Non ho detto questo. La vita del bambino deve essere difesa con tutti i mezzi possibili. Con il codice penale? Sì, naturalmente, con il codice penale dove questo è possibile. Ma oggi in Italia questo non è possibile, quindi dobbiamo affidarci ad altri mezzi. Dobbiamo renderci conto che non abbiamo il consenso per mettere fuorilegge l’aborto.
E più avanti:
In Italia speriamo che tra 10-15 anni – se facciamo la cosa giusta oggi – possiamo avere una maggioranza per la vita che non abbiamo oggi.
Perciò, se sei in un paese dove la maggioranza delle persone è pro-life, adotti una strategia. Ma in paesi dove sei in minoranza, devi fare alleanze. L’ideale è avere una protezione legale per difendere la vita del figlio, e buone politiche per le madri.
È interessante notare che in un’intervista in lingua italiana rilasciata appena tre giorni prima di questa (Alberto Bobbio, «“Ora servono politiche familiari”», Famiglia Cristiana, 26 luglio, pp. 20-21), Buttiglione non faccia il minimo cenno a questi vagheggiamenti di un ritorno ai bei tempi andati; anzi, sembra ripetere quello che aveva detto al Corriere: «finalmente si supera la follia di mettere la libertà della donna contro la vita del bambino», «Bisogna smetterla di difendere il bambino contro la madre o viceversa».
La conclusione sembra essere solo una: i fanatici dell’embrione non possono rinunciare al loro sogno di chiudere in galera le donne che abortiscono. Nell’attesa di vederlo realizzato, possono solo imparare le arti della doppiezza e dell’ipocrisia, adattando provvisoriamente il loro messaggio ai vari contesti in cui si trovano a svolgere la loro missione.

8 commenti:

relik ha detto...

Mi pareva un po' troppo - la prima dichiarazione - per un Rocco! Ha soltanto messo la maschera del democratico per non far vedere quella vera del fondamentalista di Fede.
Ecco perché io diffido sempre dalle interviste in cui emergono questi repentini ripensamenti; solo che poi mi becco sempre le critiche dei pusillanimi che mi dicono sempre "che le persone possono cambiare idea"

Paolo C ha detto...

in questa intervista viene anche spiegato il mistero del referendum vinto senza il quorum:
"Abbiamo avuto un referendum sulla bioetica un paio d’anni fa, sulla fecondazione assistita e la ricerca sugli embrioni, e abbiamo vinto, cosa che nessuno si aspettava. A dire il vero non siamo stati noi a vincere ma lo Spirito santo."
^__^

ma perche' buttiglione al corriere dice meno di quel che dice agli americani? si vergogna di qualcosa?

Giuseppe Regalzi ha detto...

"ma perche' buttiglione al corriere dice meno di quel che dice agli americani?"

Perché non sono gli americani quelli che lo eleggono al Parlamento...

Paolo C ha detto...

aspetta un momento: uno dei punti di forza dell'UDC, adesso che non fa parte di alcun alleanza, e' proprio essere piu' papista sia del centrosx laicista che del cdx libertino e xenofobo.
Perderebbero molti elettori se dicessero che, potendo, abolirebbero la 194? No, secondo me no.
Poi ok, farebbero fatica a trovare alleati, ma non e' che debbano per forza trovarne, essendo gia' sopravvissuti al porcellum.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Penso che l'UDC abbia ambizioni più grandi che fare il partito degli integralisti. Per diventare la nuova Democrazia Cristiana certe cose non si possono dire...

paolo de gregorio ha detto...

Sembrerebbe che Buttiglione possa rientrare nel novero di persone che possono dire tante cose diverse, contraddicendosi anche, e persino eventualmente mentendo sul proprio pensiero, ma nella salda consapevolezza che Dio in qualche modo sappia in quale momento hanno detto quello che pensano veramente.

Magar ha detto...

"[...] is strengthened by the initiative to condemn forced abortion, because it makes it more evident that the foetus is not part of the body of the woman."

Perché mai condannare l'aborto forzato, eseguito su una donna contro la sua volontà, dovrebbe rendere evidente che il feto non è parte del corpo della donna?

Almeno secondo logica, dico. Poi mediaticamente, certo, si può trasformare la campagna in un'occasione per veicolare il secondo messaggio.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Magar: illogico, sì. Ma anche questo svela qualcosa di non detto, le intenzioni reali della moratoria.