sabato 19 settembre 2009

La sentenza del TAR sul diritto di rifiutare i trattamenti sanitari

È disponibile sul nostro sito la sentenza n. 8650 del 25 marzo 2009 (ma depositata solo pochi giorni fa in segreteria) del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, in cui si esamina il ricorso presentato dal Movimento di Difesa del Cittadino contro l’anomalo «atto» con cui il Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi aveva tentato a suo tempo di bloccare l’applicazione delle sentenze sul caso Englaro (anche questo può essere scaricato dal nostro sito).
Il TAR ha giudicato inammissibile il ricorso per difetto di giurisdizione, cioè ha dichiarato che ad occuparsene avrebbe dovuto essere il giudice ordinario, non quello amministrativo; ma, come anticipavamo due giorni fa, fra le righe della sentenza si può leggere se non un giudizio sulla questione (che sarebbe stato improprio) almeno i principi su cui un eventuale giudizio non potrebbe non fondarsi (pp. 11-12):

L’articolo 32, comma 2, della Costituzione, l’articolo 3 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e l’articolo 1 della legge n. 180 del 1978 prevedono tutti che ogni individuo ha il diritto di non essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario (se non per disposizione di legge, secondo la nostra carta costituzionale).
Il diritto di rifiutare i trattamenti sanitari è fondato sulla disponibilità del bene “salute” da parte del diretto interessato e sfocia nel suo consenso informato ad una determinata prestazione sanitaria.
Da tale premessa consegue che i pazienti in Stato Vegetativo Permanente, che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono, in ogni caso, essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso possano, nel caso in cui la loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti.
Conseguentemente la verifica circa l’obbligatorietà della prestazione sempre e comunque di trattamenti sanitari anche nell’ipotesi di accertata volontà contraria del paziente attiene al diritto della dignità umana che, ai sensi dell’articolo 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, deve essere tutelata.

1 commento:

Unknown ha detto...

Spett.le Redazione,
vi ringraziamo per aver citato il nostro sito web. Vi pregheremo, se possibile, di modificare il link www.mdc.it in www.difesadelcittadino.it che è il nuovo sito dell'Associazione. Grazie.

Marco Dal Poz
Resp. web
Movimento Difesa del Cittadino