domenica 18 aprile 2010

Affermazioni memorabili

Ma l'ipoteticità delle leggi scientifiche significa ad esempio che un corpo, abbandonato a sé stesso, da un momento all'altro, invece di cadere verso il basso potrebbe andare verso l'alto.

E la fede è ipotetica come le leggi della scienza.

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15 commenti:

Paolo Garbet ha detto...

costui ha bisogno di uno bravo

... ma bravo davvero, mica solo ipoteticamente

Magar ha detto...

Idee verdi incolori dormono furiosamente...

Paolo C ha detto...

ho letto tutto ma non ho capito niente. Ho dei limiti.

paolo de gregorio ha detto...

Anche io ho capito poco e niente. Ma posso constatare per l'ennesima volta che quel che è già stato argutamente scritto è vero: esistono intere posizioni filosofiche che si basano esclusivamente su giochi arbitrari col linguaggio. Qui sarebbe come dire che la teoria della gravità, postulando l'esistenza della forza, suggerisce anch'essa l'uso alla violenza come necessario. Così questo signore prende la parola ipotesi (ma il Nostro ha una vaga idea di cosa sia un'ipotesi e cosa sia una teoria?) in un contesto scientifico, ne tramuta il significato nel senso corrente, e riesce mirabilmente a costruirci su un argomento. Io potrei replicare che i suoi colleghi hanno già stabilito ufficialmente e certificato per iscritto, tempo addietro, che come studioso egli era del tutto ordinario.

Anonimo ha detto...

OH MY GOD.
A volte mi chiedo come persone del genere possano vivere nel 2010.
Ma soprattutto perché il Corriere dà spazio ai peggiori articolisti della storia umana? Il Corriere deve capire che non si può fare "il terzista" con la scienza.

Unknown ha detto...

Paolo e Paolo,
il fatto che non abbiate (mi ci metto anche io, quindi abbiamo) capito niente ci fa onore.

Fabristol,
Il Corriere capisce ben poco. Il Corriere è un giornale perlopiù patetico e scientificamente analfabeta. Mi fa inferocire che Severino contribuisca alla totale insensatezza. Parlasse dell'essere e il nulla e il divenire e tutte le sue amate supercazzole e lasciasse perdere il resto.
Ah se fosse finito tra le grinfie di Sokal e Bricmont!

Anonimo ha detto...

Newton si starà rivoltando nella tomba...

Galatea ha detto...

Scusatemi, io di scienza sono piuttosto digiuna. Ma come fa il Big bBang ad avere squarciato i sovrumani silenzi, che però non esistevano ancora?
Questo è rimasto più indietro persino di S.Agostino...

Paolo C ha detto...

Galatea, forse Severino ha visto qualche film di fantascienza in cui si sente il rumore delle astronavi nello spazio.

Chiara Lalli ha detto...

Galatea, sei una donna cosa ne vuoi capire?

paolo de gregorio ha detto...

Galatea, se sei digiuna di scienza mi raccomando, NON prestare attenzione a quello che dice Severino!

Sa solo lui perché la repentina espansione dell'universo sia "un'immane catastrofe": forse gli piace la parola "bang", e avendola tradotta si è convinto di aver imparato cosa sia successo alle origini di questo universo.

Giustamente, come dici, anche dopo il big bang c'era silenzio, ma il Nostro avendoci messo davanti a silnezi la parola "sovrumani" probabilmente pensava di togliersi d'impiccio: del resto è notorio che la scienza sia tutta questione di aggettivi.

Un'altra non meno gigantesca catasttrofe, per Severino, è niente poco di meno che: "l'entropia". Cioè, l'entropia, che è una misura di una cosa, adesso è diventata una catastrofe. Porbabilmente anche la temperatura è una catastrofe, o il peso è una catastrofe, o l'altezza da terra è una catastrofe, o la velocità, non saperei. L'Ecccellente probabilmente intendeva dire l'aumento di entropia (anche se qui non si capirebbe perché lo stato iniziale dell'universo, a bassissima entropia, sia stato già dichiarato una catastrofe un rigo sopra; ma anche lo stato verso cui sta andando, ad alta entropia, deve essere una catastrofe comunque, secondo quali parametri fisici non osiamo chiedere).

Il potenziale tecnico dell'uomo è "in grado di gareggiare con la distruttività del fenomeno entropico"? A parte l'allergia che Severino deve provare per la terminologia scientifica, manifesta ogni volta egli si imbatta in una parola che inizi per "entr": qui oserei dire che un quasi senso ce l'ha, anche se esagera nell'immaginare le conseguenze (tanto che sospetto che l'abbia sentita da qualcuno e riportata a suo modo). Ma la natura, finché c'è il Sole a fornire energia, è stata ed è ben lieta di lasciare che localmente si rigenerino forme di vita nonostante la tendenza generale dell'universo a sfavorire diminuzioni di entropia. Come si concilierebbe tutto ciò con questa smodata passione dell'universo per le catastrofi paventate all'inizio?

Sui gravi che cadono all'insù se abbandonati verso l'alto non c'è bisogno di molto commento, perché è palese a tutti credo, ed equivale né più né meno che a dire (nel senso comune) che i corpi possono ipoteticamente cadere verso l'alto (come Severino potrebbe ipoteticamente risvegliarsi domani mattina con la testa girata al contrario, il punto è che la cosa non gli rovina il sonno). Sta confondendo ipotesi con teoria o ipotesi con osservazione? Difficile da stabilire. La scienza (ma pure chiunque) osserva che i gravi lasciati a sé stessi sulla Terra cadono all'ingiù. È onere di Severino fare un bell'esperimento che dimostri il contrario.

paolo de gregorio ha detto...

P.S.: credo di aver letto da qualche parte che un buon esperimento deve essere riproducibile, quindi casomai se nella scienza un'ipotesi si fa essa è proprio l'opposto di dire che ipoteticamente un grave lasciato cadere possa prendere il volo.

Anonimo ha detto...

sovrumani silenzi
e perfettissima quiete
IO NEL PENSIER MI FINGO...

Anonimo ha detto...

Io non capisco di cosa vi lamentiate?
Sono anni che Severino, Galimberti e ancora prima di loro Heidegger, Croce, Jaspers vanno avanti con il mantra antiscientifico.. o per meglio dire anti tecnica. Piergiorgio Odifreddi gli ha stangati più di una volta, specialmente quando invadono il campo scientifico.
Come quando Odifreddi provò a spiegare a Severino la relatività, ma lui preferiva pensare a Parmenide.
Che cosa dire dell'articolo?Meglio non leggerlo, anche percheé Severino borbotta più del vulcano, dietro ai suoi giochi linguistici

paolo de gregorio ha detto...

Un'ipotesi: parlando con un collega viene fuori che aveva un vago ricordo di aver letto un passo di Reichenbach nel quale egli spiegava come ipoteticamente le molecole d'aria al di sotto di un grave potrebbero avere in un dato istante tutte quante la loro velocità rivolta in modo concorde verso l'alto, e se tali velocità microscopiche fossero di intensità sufficiente, per un attimo (piccolissimo) il grave potrebbe cambiare direzione del moto.

Questo è simile ad un discorso che si fa spesso in meccanica statistica quando si pensa alla rappresentazione classica (cioè non quantistica) dei moti di meccanica Hamiltoniana di un gran numero di particelle. Il motivo per cui ciò di fatto non avviene, cioè questo ipotetico fenomeno di inversione del moto a causa dell'aria non si verifica, sta nel fatto che questo evento è statisticamente così improbabile che ci vorrebbe un tempo di svariate volte la vita dell'universo per osservarlo realmente. Per fare un esempio pratico: sarebbe come dire che ipoteticamente potreste lanciare una moneta miliardi e miliardi di volte e ottenere sempre testa; ma questo non accade perché sfacciatamente improbabile. Quindi ipoteticamente potrebbe accadere, ma se voi voleste osservarlo realmente dovreste fare miliardi di miliardi di miliardi (etc.) di esperimenti, ma l'universo stesso non ci basta per darci tempo sufficiente.

Ecco, data la caratura del propositore di questa storia è quasi certo che Reichenbach intendesse precisamente esporre questo solo apparente paradosso, per collegarlo alla componente probabilistica che può entrare nella descrizione della causalità degli eventi.

Se le cose stessero così, sarebbe chiaro che Severino di quel ragionamento non avrebbe afferrato nulla ed avrebbe fatto il verso a pappagallo a parole che non ha avrebbe nemmeno compreso (ritengo che se le cose stessero realmente così sarebbe ancora più esilarante). Vien da sé che questo discorso non intaccherebbe minimamente la supposta validità delle leggi di gravitazione (né di altre) dato che lo si spiega e comprende (sia nell'ipoteticità che nel perché non accade) in termini puramente statistici.

Non ho avuto modo di ritrovare questo passaggio di Reihenbach e sarebbe interessante scoprire se il ricordo del collega è corretto e verificare i termini precisi in cui veniva posta la questione.