venerdì 23 aprile 2010

Matrimoni per persone dello stesso sesso

Un commento interessante di Persio Tincani (Matrimonio omosessuale, se il codice civile prevale sulla Costituzione, Micromega):

La vicenda del matrimonio omosessuale in Corte costituzionale si è conclusa nel modo che in molti prevedevano, cioè con un sostanziale rigetto delle questioni di costituzionalità rimesse dalla corte d'appello di Trento e dal tribunale di Venezia. Che la decisione fosse, in questo senso, prevedibile non ha, però, nulla a che vedere con la questione in sé (il matrimonio omosessuale è compatibile con la Costituzione?) e molto a che vedere con il fatto che non dobbiamo fingerci vergini, del tipo di quelle convinte che ci sia sempre un giudice a Berlino. Che la Corte avrebbe respinto le questioni, insomma, eravamo più o meno tutti ragionevolmente certi, tanto i favorevoli al matrimonio omosessuale, ovvero la stragrande maggioranza dei giuristi italiani, quanto la minoranza dei giuristi contrari.

Tutti o quasi tutti, infatti, consideravano assai improbabile che la Corte avrebbe deciso nel senso dell'ammissibilità del matrimonio omosessuale, in quanto la questione è stata caricata (non importa adesso quanto ciò sia stato fatto ad arte) di un significato politico pressoché esclusivo, che ha finito per far passare nelle retrovie il fatto che si tratti, come ogni altra questione posta di fronte alla Consulta, di una faccenda di leggi e di diritto.

Al di là delle argomentazioni sostenute da ciascuno per la tesi della fondatezza o dell'infondatezza dei particolari rilievi di costituzionalità presenti nei due atti con i quali le corti hanno posto la questione di fronte alla Consulta, e ancor di più al di là degli argomenti che ciascuno adduce per l'ammissibilità o per l'inammissibilità del matrimonio omosessuale nel nostro ordinamento, nessuno avrebbe scommesso sul fatto che una parola definitiva sarebbe stata pronunciata dalla Corte in merito.

Ciò che stupisce, quindi, non è che la Corte abbia dichiarato non fondate le questioni di costituzionalità, ma il modo in cui lo ha fatto, cioè con una sentenza, la n.138 2010 (15 aprile), assai criticabile, sia sotto il profilo della tecnica giuridica, sia sotto il profilo della mera coerenza argomentativa. I passaggi argomentativi fallaci o discutibili della sentenza sono molti. Qui mi limito a segnalarne uno.
Continua.

7 commenti:

carim ha detto...

Insomma diciamo che l'argomentazione della corte dell'art 29 della Cost. è di fatto un discorso circolare che dal punto di vista argomentativo è piuttosto fallace.
Piuttosto, però, mi piacerebbe mettere il focus un altro aspetto della sentenza che mi ha incuriosito e che nessuno ha ancora citato: il fatto che la sentenza argomenta con la contrapposizione "matrimonio" vs l"unione omosessuale": ora, a patto di non voler dare a tali termini dai valori che in ambino giuridico non hanno, pena la confusione più totale, il matrimonio è un contratto giuridico, l"unione omosessuale", che giuridicamente non esiste, è invece una "coppia di fatto"; cioè sono due argomenti disomogenei, come possono essere messi in contrapposizione in un'ottica argomentativa?

Anonimo ha detto...

Interessante. Peccato che compito della C. Cost. sia quello di verificare la congruenza delle norme di rango ordinario rispetto al dettato costituzionale, non di riscrivere la Costituzione.
etienne64

Luca Simonetti ha detto...

"Che la decisione fosse, in questo senso, prevedibile non ha, però, nulla a che vedere con la questione in sé (il matrimonio omosessuale è compatibile con la Costituzione?) e molto a che vedere con il fatto che non dobbiamo fingerci vergini, del tipo di quelle convinte che ci sia sempre un giudice a Berlino. Che la Corte avrebbe respinto le questioni, insomma, eravamo più o meno tutti ragionevolmente certi, tanto i favorevoli al matrimonio omosessuale, ovvero la stragrande maggioranza dei giuristi italiani, quanto la minoranza dei giuristi contrari.Tutti o quasi tutti, infatti, consideravano assai improbabile che la Corte avrebbe deciso nel senso dell'ammissibilità del matrimonio omosessuale, in quanto la questione è stata caricata (non importa adesso quanto ciò sia stato fatto ad arte) di un significato politico pressoché esclusivo, che ha finito per far passare nelle retrovie il fatto che si tratti, come ogni altra questione posta di fronte alla Consulta, di una faccenda di leggi e di diritto."
Ecco, mentre altre parti dell'articolo sono condivisibili (in particolare, il fatto che l'intenzione dei costituenti non è un argomento valido), questa parte non ha proprio senso. La questione all'esame non era affatto l'"ammissibilità del matrimonio omosessuale", e non si capisce come si possa pretendere di giungere a una conclusione come "era prevedibile che i giudici rigettassero le questioni di costituzionalità" o "non possiamo fingerci vergini" (che tra l'altro è una posizione che io trovo veramente odiosa in sé e per sé, ma è tipica di MM: non è che possiamo esultare perché c'è un giudice a Berlino quando la Consulta dà torto a Berlusconi e poi intonare lo scettico swing quando fa una sentenza che non ci piace) partendo da una premessa del genere. Il commentatore di MM sta facendo lo stesso errore di Patruno su NFA.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Carim: l'unione omosessuale di cui parla la Corte ancora non esiste, ma potrebbe esistere, e in questo caso assumerebbe le vesti, presumibilmente, di un contratto giuridico (se non sbaglio qualcuno nega che il matrimonio sia un contratto, ma lasciamo stare).

Etienne64: chi, precisamente, avrebbe chiesto alla Corte di riscrivere la Costituzione?

Luca: dire che la questione all'esame fosse l'ammissibilità del matrimonio omosessuale è indubbiamente una semplificazione (come mi insegni, era l'ammissibilità della limitazione del matrimonio agli eterosessuali). Ma non ti pare che dalla sentenza della Corte, in particolare dalla loro interpretazione dell'art. 29, derivi di fatto (se i giudici non contraddiranno l'attuale sentenza) l'incostituzionalità di ogni futura norma che ammettesse il matrimonio anche per gli omosessuali?

Luca Simonetti ha detto...

No, secondo me no (anche se è possibile che questa fosse l'intenzione - che però, siccome non conta nel caso del legislatore, a fortiori non dovrebbe contare nel caso del giudice costituzionale :)) Sul punto la Corte non si è pronunciata (né poteva pronunciarsi), e questa è l'unica cosa che conta, direi.
Confesso però, e questo è sicuramente un mio limite, di non vedere nemmeno il sugo del problema. In ogni caso, voglio dire, anche a prescindere dalla Corte Costituzionale, non esiste attualmente, e nel prevediible futuro, alcuna possibilità politica di introdurre nel nostro ordinamento il matrimonio per gli omosessuali. Mi sembra allora molto più sensato ripiegare sulla via di fuga indicata dalla Corte: la tutela alle unioni omosessuali in quanto 'formazioni sociali' ex art. 2 Cost. Su questo non c'è e non può più esserci (anche grazie alla sentenza della Corte) alcun dubbio di costituzionalità.

Anonimo ha detto...

"non è che possiamo esultare perché c'è un giudice a Berlino quando la Consulta dà torto a Berlusconi e poi intonare lo scettico swing quando fa una sentenza che non ci piace"

non solo possiamo, ma DOBBIAMO. guarda i precedenti di loving vs. virginia: http://en.wikipedia.org/wiki/Loving_v._Virginia#Key_precedents
per decenni la corte suprema ha continuato a proibire matrimoni interraziali con motivazioni ridicole se non schifose. guarda il caso della monks, la corte suprema e' stata vergognosa! secondo te i loving non avevano tutto il diritto di criticare quella sentenza? come avrebbero potuto arrivare allora al verdetto di loving vs virginia?

"non esiste attualmente, e nel prevediible futuro, alcuna possibilità politica"

guarda, la sentenza fa talmente schifo che sto cominciando a sospettare che l'abbiano fatto apposta: oggigiorno, con quella spada di damocle sul collo chiamata "riforma della giustizia" i giudici sarebbero stati impiccati mediaticamente in caso di sentenza favorevole ai richiedenti. ma tra pochi anni, se mai le condizioni cambiassero, sara piu facile invalidare una sentenza visibilmente assurda che una sentenza motivata seriamente. lo so, e' ridicolo pensare una cosa del genere, ma e' ridicola anche la sentenza.

destynova ha detto...

Concordo con l'ultimo commento (24/4/10 10:58) ed auspico che la questione venga portata alla corte europea dei diritti umani, dopotutto Roma non è Berlino...