domenica 25 aprile 2010

Gianni Gennari e il nono comandamento


Io l’avevo consigliato a Gianni Gennari di prendersi una vacanza dalla scrittura; ma Gianni non mi ascolta, ed ecco i risultati («Confusioni, sfide e diversità di lunghe file», Avvenire, 24 aprile 2010, p. 35):

“Corsera” (10/4, p. 15): Emilia Costantini riporta, forse con qualche allegria, Liliana Cavani sulla condizione della donna nella società, e la nota regista accusa la Chiesa cattolica con secco argomento: «Basti dire che uno dei comandamenti recita così: non desiderare la donna d’altri. Non c’è un comandamento che dica non desiderare l’uomo di altre»! Tu ricordi che nella Bibbia il testo di quel comandamento non è così e la questione storica è complessa, legata alla lunga disputa sulle immagini nel secondo comando, non più presente nel Catechismo. Qualche informazione, prima delle solite accuse alla Chiesa, sarebbe utile. In persone stimate per cultura e onestà la confusione spiace ancor più.
Tu, a differenza di Gianni Gennari, ricordi invece che il testo di quel comandamento è proprio così, e per essere sicuro te lo vai a cercare sull’ultima edizione della Bibbia della Cei (la Conferenza Episcopale Italiana, che sarebbe in pratica anche l’editore del giornale su cui scrive Gennari) del 2008. Del Decalogo esistono nella Bibbia due versioni: la prima si trova in Esodo 20,2-17, la seconda in Deuteronomio 5,6-21. In Esodo 20,17, dunque, il comandamento recita così:
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo
In Deuteronomio 5,21 leggiamo:
Non desidererai la moglie del tuo prossimo. Non bramerai la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (p. 553), infine, il nono comandamento ha precisamente la forma in cui lo cita Liliana Cavani: «Non desiderare la donna d’altri» (in ebraico la parola ’isshah significa sia «donna» sia «moglie»). Ma allora cosa diavolo sta dicendo Gennari? E perché tira in ballo il secondo comandamento?
Il problema nasce dal fatto che nell’originale ebraico il Decalogo non è numerato, e che i comandamenti possono essere divisi in modo differente. Alcune delle tradizioni religiose che si basano sull’Antico Testamento, come le Chiese Ortodosse e alcune Chiese Riformate, separano il comandamento «Non avrai altri dèi di fronte a me» da «Non ti farai idolo né immagine alcuna»; ma allora, per fare tornare i conti, debbono unificare i comandamenti riguardo al desiderio della donna e della roba d’altri. Altri, come la Chiesa Cattolica e i Luterani, unificano i primi due comandamenti, e mettono in un comandamento a parte, il nono (basandosi sulla versione del Deuteronomio piuttosto che su quella dell’Esodo) la proibizione di desiderare la donna d’altri (su Wikipedia si può trovare un utile specchietto riassuntivo). L’enfasi posta sul comandamento di non farsi immagini è servita ad alcune Chiese Riformate per condannare l’uso che delle immagini sacre si fa nella Chiesa Cattolica (che infatti, nella versione del Decalogo presente nel Catechismo, glissa prudentemente su questa proibizione).
Se si volesse a tutti i costi dare un senso alla tirata di Gianni Gennari, bisognerebbe concludere che il polemista di Avvenire ha scambiato il Decalogo di Ortodossi e Riformati con quello della Chiesa Cattolica (anche così però le cose non tornerebbero molto, perché il testo è sì diviso in modo diverso, ma il contenuto è identico: sempre di «non desiderare la donna d’altri» si parla). In ogni caso, non posso che reiterare il mio invito: che Gennari si prenda una lunga vacanza. Ne ha urgente, urgente bisogno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Be' come dico sempre: se avessero letto la Bibbia a quest'ora non sarebbero cattolici. E' lì il discrimine.
E se l'hai letta e sei ancora cattolico... c'è qualche problemino.

Paolo C ha detto...

post quanto mai opportuno ^__^, perche' giusto ieri ho letto un raccontino di Ambrose Bierce in cui cita il terzo comandamento in riferimento alla bestemmia, e mi sono proposto di verificare quale delle due versione bibliche stesse seguendo.
Quando si dice un blog utile...

Galatea ha detto...

Sì, in effetti una vacanza, anche piuttosto lunga, male non gli farebbe.