lunedì 11 ottobre 2010

Quella paradossale tutela del nascituro

Michele Ainis, «Se in Italia l’etica trova udienza solo in tribunale», Il Sole 24 Ore, 10 ottobre 2010, p. 13:

I paladini della legge 40 a suo tempo avevano obiettato che c’è un diritto più forte di quello dei genitori: il diritto dei bambini, il diritto alla loro identità biologica. Se nasci da padre sconosciuto, non saprai mai chi sei. Si dà il caso tuttavia che il nostro ordinamento già prevede l’adozione, dove s’affaccia il medesimo problema. Che in secondo luogo non è impossibile garantire (a certe condizioni) il diritto all’informazione del bambino, consentendogli di rompere il segreto sul suo genitore naturale. Che in terzo luogo la famiglia – come ciascuno sa per esperienza personale – è intessuta d’affetti, non di cromosomi. E c’è infine un paradosso, cui probabilmente il legislatore italiano non ha fatto caso, mentre scriveva la sua legge con la penna dei filosofi o dei predicatori: in Italia, per tutelare il nascituro, gli impediamo di nascere.
Da leggere tutto.

17 commenti:

DiegoPig ha detto...

"in Italia, per tutelare il nascituro, gli impediamo di nascere."


In effetti è interessante notare come la legge 40 sia stata anche motivata per impedire "derive eugenetiche" quando proprio una delle sue norme implementa l'eugenetica.

Come altro definire una norma che determina che alcuni bambini non sono degni di nascere?




Cordiali Saluti,
DiegoPig

Anonimo ha detto...

Vorrei spendere una parola sulla fecondazione eterologa. Io sono favorevole a che la legge la consenta, tant'è che all'epoca del referendum votai "SI'" al quesito specifico.

Questa tecnica, però, non è ovviamente neutra e in questi casi deve essere l'interesse del bambino a prevalere.
Una coppia di cari amici ha due gemellini concepiti tramite la fecondazione eterologa: genitori splendidi ed equilibrati, bambini altrettanto splendidi ed equilibrati, che sanno da sempre come sono venuti al mondo.
Papà e mamma hanno realizzato anche questo libriccino per spiegare tutto ai loro bimbi:

http://www.uni-service.it/una-cicogna-provetta.html

Viceversa, conosco virtualmente coppie che dopo la fecondazione eterologa sono andate in frantumi, perché colui che fra i due era infertile (spesso il padre), non riusciva ad accogliere psicologicamente il figlio come il proprio. E sovente era stato egli stesso a insistere per l'eterologa.

Ecco, io credo che,come esiste una rigida procedura di selezione per gli aspiranti all'adozione, dovrebbe valere un criterio analogo anche per l'eterologa.

Marina

DiegoPig ha detto...

Per Anonimo (Marina), 11/10/10 11:11

"Ecco, io credo che,come esiste una rigida procedura di selezione per gli aspiranti all'adozione, dovrebbe valere un criterio analogo anche per l'eterologa."


In effetti è un'aspetto da considerare, allo stesso modo delle adozioni.


Cordiali Saluti,
DiegoPig

Unknown ha detto...

Bel giorno sarà quando l'uomo si accorgerà che l'unica cosa che deve fare è sottomettersi alla "natura", ed evitare nel modo più assoluto ogni intervento che favorisca la nascita e allontani la morte.
Almeno si risparmierebbe un sacco di sbattimenti e di chiacchiere inutili.
Ma questo avviene soltanto perchè l'occidente ricco ha tempo da perdere e ha smarrito ogni bussola. Si pone alla base del "fare", i soldi. Quale follia! Oppure si usano argomenti sentimentali, "la pietas", come i preti. Preti laici, naturalmente.

DiegoPig ha detto...

Per Marcello, 11/10/10 12:58

"Bel giorno sarà quando l'uomo si accorgerà che l'unica cosa che deve fare è sottomettersi alla "natura", ed evitare nel modo più assoluto ogni intervento che favorisca la nascita e allontani la morte."


Ah, le gioie delle pestilenze.
Come la peste nera, che in cinque anni (1347-1352) dai 20 ai 25 milioni di persone (un terzo della popolazione europea del tempo).


Eh, i bei tempi andati....


Cordiali Saluti,
DiegoPig

Unknown ha detto...

E cosa sono i morti, Diego? Comparse.... Vedi i morti, ma non vedi la vita....

web runner ha detto...

Quindi tu Marcello, se hai una polmonite lasci che la "natura" ne decida l'esito. Se hai una colica addominale, indizio magari di una semplice appendicite, la lasci stare, mica vai al pronto soccorso, al limite diventa una peritonite, che vuoi che sia.
E via e via...

DiegoPig ha detto...

Per Marcello, 11/10/10 14:49

"E cosa sono i morti, Diego? Comparse.... Vedi i morti, ma non vedi la vita...."


Come se, nel medioevo, le due cose non fossero completamente intrecciate.

Perchè, vedi, è una concezione dei paesi industrializzati il fatto che la vita e la morte siano due concetti diversi.

Nel medioevo, ma anche oggi in qualsiasi paese del terzo mondo, vita e morte sono la stessa cosa.

Una mattina ti alzi, cammini per strada e improvvisamente PUF! Sei morto.

Magari perchè ti ha sparato un cecchino, magari perchè un rottame di camion di ha investito, magari perchè avevi una polmonite che non hai curato, magari perchè avevi un'ascesso in bocca che, finalmente, ha trovato la strada per raggiungere il cervello, magari perchè da quando sei nato non hai mai avuto abbastanza da mangiare.


L'idea che la morte arrivi solo dopo aver vissuto oppure solo nelle disgrazie è una concezione delle società in cui è regina la medicina e la scienza.


Nelle altre società, come quella medievale, morire prima di sera era tanto probabile quanto arrivarci vivi.

Se a te piace una società del genere, accomodati.
Dicono che l'Iraq e l'Afghanistan siano stupendi, in questo periodo dell'anno.



Cordiali Saluti,
DiegoPig

annarosa ha detto...

A me sembra che un ipotetico figlio della provetta, finchè non è "prodotto" non esiste se non come progetto. O mi sbaglio?
I nascituri cui davvero viene impedito di nascere ed esistono già sono quelli, in provetta o nella pancia delle madri, cui si decide che non devono nascere perchè sovrannumerari nel primo caso o indesiderati nell'altro.
Ipotizzare la totale sovrapponibilità della fecondazione eterologa all'adozione si basa su questo fondamentale equivoco. Chi non è ancora concepito esiste solo nei desideri di chi vorrebbe un figlio, un embrione già concepito esiste per davvero.
Adottare un bambino che è senza genitori è un atto d'amore nei suoi confronti: l'alternativa è l'istituzionalizzazione. "Produrre" un bambino che sarà privato volontariamente dell'avere due genitori biologici è una scelta fatta da adulti che amano sé stessi e un'idea di figlio (in quanto il figlio è allo stato di progetto).

Unknown ha detto...

Sottoporre a "cure" è la modalità della cultura occidentale. "Curare" il cancro e "curare" l'afghanistan. Sterminare le larve di zanzare, uccidere miliardi di microbi, distruggere i terroristi.
La cultura è la stessa. Si vuole separare il "male" dal "bene". Ma non si sa convivere, non si riesce a fare pace con il male. La nostra vita richiede il sacrificio dell'"altro". Per se tutto è lecito. Uccidere embrioni, moltiplicare staminali. L'uomo e i suoi desideri sono l'eterno "bene". Esso merita la nostra considerazione, il resto eterno disprezzo.
Purtroppo non c'è un altro da noi, ci siamo solo noi. Per questo tale comportamento è la strada per l'autodistruzione.

Marcoz ha detto...

Sig. Marcello, è per caso lei, questo?
http://www.youtube.com/watch?v=ouEMN_N6Yrw

filippo ha detto...

Un embrione già concepito esiste per davvero, ma non è una persona.
E' una lista di informazioni genetiche, un progetto di individuo. Pensarlo degno di tutela al pari di un individuo è, sì, un fondamentale equivoco.

Poi ognuno dovrebbe essere libero di scegliere, nella sua condizione di sterilità assoluta, se "produrre" un bambino privandolo dei due genitori biologici o non produrlo affatto e privarlo della vita.
Perchè sia se sopprimi qualcuno che se non gli consenti di nascere, il risultato è sempre lo stesso: una vita in meno.

Anonimo ha detto...

Marcello è un mito, più lo leggo e più mi sento intelligente

Unknown ha detto...

No Marcoz. Io sono il cammello che si vede nella scena finale :).
La mia "predica" è un'altra. Noi dobbiamo chiedere natura, natura e soltanto natura, perchè natura è la sostanza con cui siamo fatti. Questa è l'unica garanzia che abbiamo. L'unica certezza.

Marcoz ha detto...

Marcello, l'unica certezza è che la natura ci spazzerà via comunque, qualunque possa essere il nostro atteggiamento (autodistruttivo o meno). È solo questione di tempo, e lo farà sotto forma di meteorite, di immane cataclisma climatico, di evento solare e via dicendo.
(occhio, che adesso parto per la tangente)
(o forse no)

Se davvero l'obiettivo è sopravvivere, l'umanità deve adoperarsi affinché noi si possa essere pronti, o addirittura essere altrove, quando il fatto accadrà. Questo significa che ci dobbiamo affidare alla scienza (da cui, nel frattempo, possiamo trarre incidentali benefici) e che non è possibile limitarsi esclusivamente a quanto la natura spontaneamente ci… concede.

AleG ha detto...

Continuo a trovare il divieto dell'eterologa di un'illogicità incredibile. L'unico senso che ha è quello di mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole ricorrere alla PMA.
Chiedo: esiste forse una legge che vieta ad una donna di concepire un figlio solo quando il padre è assolutamente certo? Si profila forse un reato se una donna ha rapporti con diversi uomini e rimane incinta senza sapere chi è il padre? E qualcuno proibisce ad una coppia in cui lui è sterile di ricorrere, anziché ad un donatore, ad una terza persona che abbia un rapporto sessuale con lei al solo fine di concepire un figlio?

davide l. malesi ha detto...

Ma chissenefrega della natura e chissenefrega da dove veniamo. Mica dobbiamo per forza approvare i nostri genitori solo perché ci hanno generato. Io direi di razionalizzare l'intero approccio a una "reductio" schiettamente pragmatica. Ciò che migliora la nostra qualità della vita, prendiamocelo e basta, senza star troppo a chiederci se è naturale oppure no. Mi pare che dagli alberi noialtri si sia scesi da un pezzo.